Unico nel suo genere, litinerario che presentiamo in questa pagina è conosciuto a livello nazionale per la famosa corsa podistica che, da oltre ventanni, viene percorsa da centinaia di podisti di tutta Italia. Vi starete chiedendo come mai abbiamo inserito un percorso dedicato agli amanti della corsa podistica, in un sito per mountain bike, beh lo abbiamo fatto semplicemente perché le migliaia di piedi che calpestano lasfalto lultima domenica di settembre, conducono alla famosa città culla del glorioso popolo molisano, la città di Altilia dei Sanniti.
Il tracciato prende inizio nei pressi di località Tappino (appunto Tappino-Altilia), in un piazzale di un caseggiato denominato Casino Barone, posto alle spalle del vecchio ristorante Baronetto.
Si inizia a scendere tra i vari tornanti fino a giungere davanti al caseificio Valmolise, dove svoltiamo a SX imboccando la strada comunale Selva, (il punto di riferimento è un ponte posto al di sotto della S.S 87, non potete sbagliarvi), Lintero percorso viene svolto su strada asfaltata, infatti si percorre, per buona parte fino ad Altilia, la Strada Provinciale Sannitica, ovviamente fate attenzione alle auto che vi sfrecciano accanto, cè sempre qualche imbecille che non sa guidare!!!
La maestosità di questo itinerario è la catena montuosa del Matese, che vi terrà compagnia con la sua chioma verde, per tutta la durata del percorso.
Si continua per questa strada fino a quando ci si trova ad un incrocio, ma si continua andando dritti, fino al quadrivio di Monteverde, e quindi in direzione di San Giuliano del Sannio. I cartelli stradali vi indicheranno la strada che porta al paese.
Alla prima fontana in paese che troverete, (approfittatene per riempire le borracce perché ad Altilia non ci sono fontane), si scende per un vicoletto con mattoncini di pietra bianca, Via Giardini, per circa 20 metri, poi si svolta verso SX e si inizia a scendere in contrada SantAngelo fino a ritrovarci sulla Strada Provinciale 53. Fate attenzione di fronte a voi troverete un cartello informativo di alcuni percorsi da fare in bici, imboccatevi per quella strada, ormai la meta è vicina!
Scendendo con le vostre bike potete ammirare la piana di Sepino con la sua montagna, e a DX sempre la catena del Matese che vi guarda dallalto. Superato il casello ferroviario, siamo già in contrada Altilia, lo noterete percorrendo un lungo viale alberato di giovani querce. Nellaria sentirete un profumo di campagna e il muggito di mucche al pascolo, occhio però ai cani da pastore, non sono docili di sangue.
Bene siamo arrivati, lultimo tratto da percorrere è il tratturo Pescasseroli-Candela, la vecchia autostrada dei pastori, per qualche centinaio di metri pedaleremo su strada strerrata fino allingresso di Porta Benevento, lentrata sud della città di Altilia.
Se questo non vi è bastato e volete continuare a pedalare, si può proseguire per Sepino, lomonimo paese che sovrasta la piana e padroneggia dallalto sulla città di Altilia.
Tornando indietro e quindi uscendo da dove siamo entrati, ovvero porta Benevento, bisogna subito girare verso destra e fiancheggiare le mura della città sannita fino giungere sulla strada statale che appunto vi porterà al paese. Si prosegue andando sempre dritti, una mano ve la daranno anche i cartelli stradali che sono posti lungo la strada, quindi andate tranquilli!!
Giunti allingresso del paese, veniamo investiti dalla tipica atmosfera della vita contadina di un tempo, infatti a Sepino sembra che il tempo si sia fermato per sempre, mentre intorno la vita frenetica di tutti i giorni, va avanti mutando e stravolgendo lanimo delle persone.
La struttura medievale del centro abitato, non ha subito particolari stravolgimenti, mentre, come è possibile anche notare se ci si allontana solo di un po dal paese, nelle campagne sopravvivono anche i vecchi poderi di una volta, costruiti interamente con blocchi di pietra, e dove ancora oggi, i contadini del posto continuano a portare avanti la cultura della pastorizia, infatti ricordiamo, che a Sepino sono molto rinomate le scamorze passite e le caciotte di pecora.
Dopo questo breve excursus sul paese di Sepino, torniamo al nostro giro escursionistico. Ben, una volta entrati nel paese, proseguiamo sulla strada principale fino ad arrivare al convento della SS. Trinità dove ci troveremo ad affrontare una piacevole discesa abbastanza ripida, percorrendola per circa 1 km, ma fate attenzione a controllare i vostri conta chilometri, perché dopo un po bisogna svoltare a DX e subito dopo a SX per proseguire verso contrada Franchi. Si continua ancora dritto e si arriva in località Masseria Parenti, dove troveremo una fontana con abbeveratoio, quindi bisogna seguire la mulattiera e scendere fino al torrente Saraceno, si abbandona il sentiero da lì si sale fino alle mura dellantica Saipins di Terravecchia, il primo insediamento sannita distrutto nel 293 a.C., nel corso della terza guerra. Leroica resistenza è passata alla storia, infatti lesito fu catastrofico: 7400 abitanti furono uccisi e 3000 fatti prigionieri. I superstiti si spostarono in pianura dando vita così alla città di Saepinum.
Sulla collina di Terravecchia sono visibili i ruderi di una città fortificata. Le mura ciclopiche a grossi blocchi di pietra, formano una cinta che si sviluppa per circa 1500 metri e della quale è ben visibile il lato Sud Ovest. Gli accessi identificati sono tre: la Postierla del Matese sul lato Sud Ovest, è la più conosciuta e meglio conservata; sul lato Nord Ovest si apre la Porta dellAcropoli; verso Oriente è la Porta del Tratturo, la più importante, che metteva in comunicazione con il fondo valle.
Il sentiero che porta a Terravecchia sembra chiuso, ma alle nostre mountain bike nulla è impossibile, infatti ci si arriva tranquillamente!!
Il tracciato prende inizio nei pressi di località Tappino (appunto Tappino-Altilia), in un piazzale di un caseggiato denominato Casino Barone, posto alle spalle del vecchio ristorante Baronetto.
Si inizia a scendere tra i vari tornanti fino a giungere davanti al caseificio Valmolise, dove svoltiamo a SX imboccando la strada comunale Selva, (il punto di riferimento è un ponte posto al di sotto della S.S 87, non potete sbagliarvi), Lintero percorso viene svolto su strada asfaltata, infatti si percorre, per buona parte fino ad Altilia, la Strada Provinciale Sannitica, ovviamente fate attenzione alle auto che vi sfrecciano accanto, cè sempre qualche imbecille che non sa guidare!!!
La maestosità di questo itinerario è la catena montuosa del Matese, che vi terrà compagnia con la sua chioma verde, per tutta la durata del percorso.
Si continua per questa strada fino a quando ci si trova ad un incrocio, ma si continua andando dritti, fino al quadrivio di Monteverde, e quindi in direzione di San Giuliano del Sannio. I cartelli stradali vi indicheranno la strada che porta al paese.
Alla prima fontana in paese che troverete, (approfittatene per riempire le borracce perché ad Altilia non ci sono fontane), si scende per un vicoletto con mattoncini di pietra bianca, Via Giardini, per circa 20 metri, poi si svolta verso SX e si inizia a scendere in contrada SantAngelo fino a ritrovarci sulla Strada Provinciale 53. Fate attenzione di fronte a voi troverete un cartello informativo di alcuni percorsi da fare in bici, imboccatevi per quella strada, ormai la meta è vicina!
Scendendo con le vostre bike potete ammirare la piana di Sepino con la sua montagna, e a DX sempre la catena del Matese che vi guarda dallalto. Superato il casello ferroviario, siamo già in contrada Altilia, lo noterete percorrendo un lungo viale alberato di giovani querce. Nellaria sentirete un profumo di campagna e il muggito di mucche al pascolo, occhio però ai cani da pastore, non sono docili di sangue.
Bene siamo arrivati, lultimo tratto da percorrere è il tratturo Pescasseroli-Candela, la vecchia autostrada dei pastori, per qualche centinaio di metri pedaleremo su strada strerrata fino allingresso di Porta Benevento, lentrata sud della città di Altilia.
Se questo non vi è bastato e volete continuare a pedalare, si può proseguire per Sepino, lomonimo paese che sovrasta la piana e padroneggia dallalto sulla città di Altilia.
Tornando indietro e quindi uscendo da dove siamo entrati, ovvero porta Benevento, bisogna subito girare verso destra e fiancheggiare le mura della città sannita fino giungere sulla strada statale che appunto vi porterà al paese. Si prosegue andando sempre dritti, una mano ve la daranno anche i cartelli stradali che sono posti lungo la strada, quindi andate tranquilli!!
Giunti allingresso del paese, veniamo investiti dalla tipica atmosfera della vita contadina di un tempo, infatti a Sepino sembra che il tempo si sia fermato per sempre, mentre intorno la vita frenetica di tutti i giorni, va avanti mutando e stravolgendo lanimo delle persone.
La struttura medievale del centro abitato, non ha subito particolari stravolgimenti, mentre, come è possibile anche notare se ci si allontana solo di un po dal paese, nelle campagne sopravvivono anche i vecchi poderi di una volta, costruiti interamente con blocchi di pietra, e dove ancora oggi, i contadini del posto continuano a portare avanti la cultura della pastorizia, infatti ricordiamo, che a Sepino sono molto rinomate le scamorze passite e le caciotte di pecora.
Dopo questo breve excursus sul paese di Sepino, torniamo al nostro giro escursionistico. Ben, una volta entrati nel paese, proseguiamo sulla strada principale fino ad arrivare al convento della SS. Trinità dove ci troveremo ad affrontare una piacevole discesa abbastanza ripida, percorrendola per circa 1 km, ma fate attenzione a controllare i vostri conta chilometri, perché dopo un po bisogna svoltare a DX e subito dopo a SX per proseguire verso contrada Franchi. Si continua ancora dritto e si arriva in località Masseria Parenti, dove troveremo una fontana con abbeveratoio, quindi bisogna seguire la mulattiera e scendere fino al torrente Saraceno, si abbandona il sentiero da lì si sale fino alle mura dellantica Saipins di Terravecchia, il primo insediamento sannita distrutto nel 293 a.C., nel corso della terza guerra. Leroica resistenza è passata alla storia, infatti lesito fu catastrofico: 7400 abitanti furono uccisi e 3000 fatti prigionieri. I superstiti si spostarono in pianura dando vita così alla città di Saepinum.
Sulla collina di Terravecchia sono visibili i ruderi di una città fortificata. Le mura ciclopiche a grossi blocchi di pietra, formano una cinta che si sviluppa per circa 1500 metri e della quale è ben visibile il lato Sud Ovest. Gli accessi identificati sono tre: la Postierla del Matese sul lato Sud Ovest, è la più conosciuta e meglio conservata; sul lato Nord Ovest si apre la Porta dellAcropoli; verso Oriente è la Porta del Tratturo, la più importante, che metteva in comunicazione con il fondo valle.
Il sentiero che porta a Terravecchia sembra chiuso, ma alle nostre mountain bike nulla è impossibile, infatti ci si arriva tranquillamente!!