70 giorni settanta, dall’intervento al tendine d’achille rotto in una banale caduta lungo un’argine di un fiume, 70 giorni ma, oggi pomeriggio, ho deciso che era il giorno giusto, il giorno giusto per ripartire.
Fine settembre, notturna sugli argini come scusa per una successiva mangiata di ranocchi, 2/3 del giro, tutti in fila chiacchierando ma una svolta a destra causa rallentamento, davanti frenano, dietro di più e io no così tampono e volo nel fosso.
Sento un gran dolore ma penso ad un crampo, finisco il giro ma corro a casa a mettere del ghiaccio.
La 2 settimane dopo sono impegnative, sia per il lavoro sia perché devo partire per una settimana in mtb in Sicilia, la traversata da Cefalù a Giardini Naxos passando dalle Madonie, dai Nebrodi e dall’Etna, giro che sognavo da anni. Il dolore non è eccessivo e decido che mi farò vedere solo al ritorno e quindi parto , riempiendo la borsa di Oki e antidolorifici vari.
Salto la prima tappa molto impegnativa e dal meteo incerto, faccio la prima metà della seconda di rodaggio e finisco il tour facendo 295 km con circa 7800 metri di dislivello, il piede regge è gonfio ma per pedalare in salita lo devo sgangiare e pedalare col tallone ma vado e inizio a pensare che il problema sia uno strappo.
Tornato a casa prenoto un’eco ma dalla lettura di quelle foto assurde, indecifrabili per noi mortali, viene la diagnosi di rottura di 2 cm del tendine d’Achille, da operare. Diagnosi bastarda, con i legamenti del ginocchio è quella che richiede il maggior numero di giorni per ritornare alla normalità, 6 mesi e il morale cede!
Comunque è da fare, mercoledì eco, sabato esami, lunedì intervento con gesso dal ginocchio con piede bloccato in posizione equina per 25 giorni.
Torno a casa dopo solo una notte in ospedale, e mi accorgo che la vita quotidiana con un piede ingessato e le stampelle è una lotta, non riesco a fare niente se non passare dal letto al divano, dalla televisione al pc, dai libri alle riviste e i giorni diventano infiniti (e qui un grazie al forum, a Cico, Stefanoscott e a tutti i “tossici” che con i puntuali report di inizio settimana mi ha fatto compagnia e anche invidia).
Comunque i giorni passano e arriva anche quello in cui tolgo il gesso, primo step imposto, ma le cose non vanno come pensavo, il piede è bloccato in giù per scaricare il tendine e dovrò continuare di stampelle con conseguente momento depressivo.
Devono passare 3 lunghissime settimane poi inizio la fisioterapia e qui iniziano i progressi, riesco mettermi le scarpe (anche se a causa del gonfiore che persiste sono di 3 numeri più grandi) ad appoggiare il tallone con 3 cm di spessore sotto, spessori che nel giro di altri 20 giorni elimino del tutto.
Il gonfiore comunque mi limita l’articolazione e una visita successiva mi riscontrando un’inizio di algodistrofia, prescrivono punture e magnetoterapia; la prendiamo in tempo e, arrivando a questi ultimi giorni, il piede si sgonfia, la caviglia si muove bene e mi confermano che posso iniziare a riprendere la bici senza esagerare.
Oggi ho ripreso i vecchi ritmi, scelta dell’abbigliamento, impostazioni del gps, gonfiato le gomme, rimesso i vecchi brani nell’i-pod e riassaporato tutte quelle vecchie sensazioni che solo la bici riesce a darti. Ho fatto tanto asfalto, qualche carraia, ho avuto un fiatone esagerato nei cavalcavia, la gamba si è lamentata quando ho provato ad alzarmi sui pedali ma tutto sotto controllo e alla fine nessun gonfiore.
Un’altalena di emozioni e di pensieri, come quello per Sandrone, che sta combattendo una lotta ben più complessa della mia ma con un coraggio che fa invidia….coraggio e mai mollare SANDRONE!!
Il percorso è ancora lungo, ora inizierò piscina per iniziare a caricare il peso sul piede, palestra e ancora fisioterapia, ma il riavere appoggiato il culo sulla sella mi da conforto e so che può solo migliorare.
Fine settembre, notturna sugli argini come scusa per una successiva mangiata di ranocchi, 2/3 del giro, tutti in fila chiacchierando ma una svolta a destra causa rallentamento, davanti frenano, dietro di più e io no così tampono e volo nel fosso.
Sento un gran dolore ma penso ad un crampo, finisco il giro ma corro a casa a mettere del ghiaccio.
La 2 settimane dopo sono impegnative, sia per il lavoro sia perché devo partire per una settimana in mtb in Sicilia, la traversata da Cefalù a Giardini Naxos passando dalle Madonie, dai Nebrodi e dall’Etna, giro che sognavo da anni. Il dolore non è eccessivo e decido che mi farò vedere solo al ritorno e quindi parto , riempiendo la borsa di Oki e antidolorifici vari.
Salto la prima tappa molto impegnativa e dal meteo incerto, faccio la prima metà della seconda di rodaggio e finisco il tour facendo 295 km con circa 7800 metri di dislivello, il piede regge è gonfio ma per pedalare in salita lo devo sgangiare e pedalare col tallone ma vado e inizio a pensare che il problema sia uno strappo.
Tornato a casa prenoto un’eco ma dalla lettura di quelle foto assurde, indecifrabili per noi mortali, viene la diagnosi di rottura di 2 cm del tendine d’Achille, da operare. Diagnosi bastarda, con i legamenti del ginocchio è quella che richiede il maggior numero di giorni per ritornare alla normalità, 6 mesi e il morale cede!
Comunque è da fare, mercoledì eco, sabato esami, lunedì intervento con gesso dal ginocchio con piede bloccato in posizione equina per 25 giorni.
Torno a casa dopo solo una notte in ospedale, e mi accorgo che la vita quotidiana con un piede ingessato e le stampelle è una lotta, non riesco a fare niente se non passare dal letto al divano, dalla televisione al pc, dai libri alle riviste e i giorni diventano infiniti (e qui un grazie al forum, a Cico, Stefanoscott e a tutti i “tossici” che con i puntuali report di inizio settimana mi ha fatto compagnia e anche invidia).
Comunque i giorni passano e arriva anche quello in cui tolgo il gesso, primo step imposto, ma le cose non vanno come pensavo, il piede è bloccato in giù per scaricare il tendine e dovrò continuare di stampelle con conseguente momento depressivo.
Devono passare 3 lunghissime settimane poi inizio la fisioterapia e qui iniziano i progressi, riesco mettermi le scarpe (anche se a causa del gonfiore che persiste sono di 3 numeri più grandi) ad appoggiare il tallone con 3 cm di spessore sotto, spessori che nel giro di altri 20 giorni elimino del tutto.
Il gonfiore comunque mi limita l’articolazione e una visita successiva mi riscontrando un’inizio di algodistrofia, prescrivono punture e magnetoterapia; la prendiamo in tempo e, arrivando a questi ultimi giorni, il piede si sgonfia, la caviglia si muove bene e mi confermano che posso iniziare a riprendere la bici senza esagerare.
Oggi ho ripreso i vecchi ritmi, scelta dell’abbigliamento, impostazioni del gps, gonfiato le gomme, rimesso i vecchi brani nell’i-pod e riassaporato tutte quelle vecchie sensazioni che solo la bici riesce a darti. Ho fatto tanto asfalto, qualche carraia, ho avuto un fiatone esagerato nei cavalcavia, la gamba si è lamentata quando ho provato ad alzarmi sui pedali ma tutto sotto controllo e alla fine nessun gonfiore.
Un’altalena di emozioni e di pensieri, come quello per Sandrone, che sta combattendo una lotta ben più complessa della mia ma con un coraggio che fa invidia….coraggio e mai mollare SANDRONE!!
Il percorso è ancora lungo, ora inizierò piscina per iniziare a caricare il peso sul piede, palestra e ancora fisioterapia, ma il riavere appoggiato il culo sulla sella mi da conforto e so che può solo migliorare.