San Mauro -
Chiesetta pedemontana a Santa Giustina (BL)
English translation on my blog.
Da quando abito a Santa Giustina vedo un puntino bianco in una valle angusta e boscata, è la chiesetta di San Mauro abbarbicata al versante sinistro della Val Scura. A guardare bene ci sono molte altri puntini bianchi, nel giro di un paio d'anni ne ho raggiunti parecchi:
- San Felice (
link 1 -
link 2); dirimpettaia della chiesetta di San Mauro;
- San Vettore (protettore del calcolo matriciale?);
- Sant'Agapito (
link);
- la Croce di Cesio (
link 1 -
link 2).
La chiesetta di San Mauro è particolarmente inaccessibile e non riesco a trovare un accesso comodo. Più la vedo e più ho voglia di andarci, non che io sia particolarmente devoto, ma questi puntini sparsi sono testimonanze interessanti sulla vita di un tempo, spesso si intuisce un antico culto pagana convertito in culto cristiano. Raggiungere questi luoghi di devozione peremtte di capire come si viveva un tempo: cave, boschi e pascoli vengono attraversati in bicicletta sugli antichi sentieri.
Dopo aver gironzolato a lungo nella zona di Prà di Montagna con bellissime discese fatte ad ore strane, intuisco quello che potrebbe essere un bel giro: salire la valle del Salmenega e scendere per quella del Veses.
In settembre le giornate sono corte, la sera non potrei vedere il panorama, Quindi parto prima dell'alba e mi dirigo verso Sant'Agapito, lascio la chiesetta sulla sinistra,
e proseguo per la ripide rampe che mi portano sulla bellissima balconata di Prà di Montagna.
La strada finisce, ma l'antica (o antichissima) mulattiera prosegue e si lascia pedalare fino ai ruderi della casera Rissac.Qua e là squarci della vegetazione mi permettono di vedere quale sarà la meta finale sotto le magnifiche pareti del Pizzocco.
Dai ruderi della casera prendo una discesa che non conosco (ce ne sono tre), l'antica mulattiera è scorrevole e divertente con pochissimi passaggi tecnici. In breve raggiungo un crocevia: dal basso sale una strada sterrata, due teleferiche partono in direzioni differenti, una mulattiera prosegue verso l'alto, questa è la direzione che devo prendere. Inizio così a pedalare, prima agevolmente, poi con fatica, quindi i tratti a spinta iniziano a farsi frequenti, infine un tratto roccioso ed esposto richiede che mi carichi la bici in spalla.
Il bello del tratto esposto è che non c'è vegetazione, il panorama è magnifico, purtrommo mi mostra dov'è l'ufficio e quindi di dove sarò fra circa un'ora.
L'ultimo tratto è di nuovo pedalabile ed appare la chiesa al limitare di un prato ben curato.
una breve pausa per ammirarne l'architettura,
controllo l'orologio, sono in ritatdo!!
Riparto verso valle,
la discesa è divertente, i passaggi tecnici mettono alla prova le mie capacità ed il mio coraggio, qualche passaggio mi obbliga a mettere a terra un (o due) piedi. Dove c'è il tratto esposto smonto dalla bici e secndo a piedi, una lapide rafforza la mia scelta...
Superato il tratto roccioso continuo per il sentiero scorrevole e divertente, ritorno sulla strada e quindi mi fiondo verso Campel.
La discesa da qui fino a casa la conosco benissimo grazie alle numerose volte che l'ho percorsa. Scendo velocemente, presso la vecchia diga uno sguardo alla chiesa di San Vettore e seguo l'acqua della centrale dell'altanon verso valle. Proseguo quindi per stradine e sentierini ed in breve sono in centro a Santa Giustina, una schizzata alla bici, una doccia, un panino al volo e spono pronto per andare a lavorare. Svegliarsi ad ore antelucane ne è valsa la pena!
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