A Cagnes-sur-Mer, Costa Azzurra, sulla pista ciclabile lungomare c'e' un tratto con riduzione del limite di velocita' a 10 Km/h ben segnalato e dove talvolta si trovano gendarmi con il telelaser.
Mi sono sempre chiesto come un ciclista possa rispettare i limiti di velocità. Intendo, dal punto di vista pratico. Fino a qualche anno fa il limite dei 15 km/h che oggi si vede - sebbene di rado - sulle nostre strade non esisteva e dunque per la maggior parte delle persone il limite "successivo", dei 30 km/h (anch'esso raro) era difficile da raggiungere.
Oggi c'è più gente che pedala per sport e i limiti sono stati decisamente abbassati in certe aree urbane. Tuttavia non c'è l'obbligo del tachimetro sulla bici e un essere umano non è in grado di stimare correttamente la propria velocità. Quindi come funziona? Mettono uno di quei cartelli che segnalano la tua velocità corrente? Oppure sei giocoforza costretto a dotarti di un tachimetro (che noi chiamiamo contachilometri, tanta è l'importanza che diamo alla velocità)?
Domande tra il serio e il faceto, perché quel video mi sa molto di propaganda. Ho vissuto sei mesi in Costa Azzurra, non molto lontano da Cagnes-su-Mer, e non ho mai visto un gendarme col telelaser su una ciclabile...
la scuola può fare ben poco per educare. Un'ora a settimana contro 12 ore al giorno di prepotenze, maleducazione e di "furbata", quando non addirittura di illegalità...
La scuola non può fare tutto, ma qualcosa può e soprattutto deve fare. Qui parliamo di regole che le persone non sanno anche (e non solo) perché gli è stato dato modo di consolidare degli atteggiamenti sbagliati visto che in origine nessuno gli ha spiegato come funzionavano le cose.
Non sono anziano ma quando ero bambino il termine "pista ciclabile" non esisteva. Le ho viste nascere che avevo vent'anni o giù di lì. Da adulto ne ho capito il senso, l'utilizzo e la segnaletica, anche perché già patentato. Ma se fossi nato vent'anni più tardi mi sarei dovuto affidare soltanto ai miei genitori per capire di cosa si trattava e di come utilizzarle? Non è così, ma se i miei genitori fossero stati dei buzzurri non avrei mai potuto sperare in un'informazione corretta. Per quanto impartita per un'ora sola a settimana, avrei ascoltato una volta la "versione ufficiale".
Per qualcuno questo è sufficiente, per altri no, ma è un punto di partenza. Spiegare ad un bambino ciò che è giusto e sbagliato è il primo passo. Ciò non implica che si comporterà bene, ma almeno saprà per quanto possibile se starà sbagliando o meno. Aspettare che arrivi a questo punto quando è un adolescente è deleterio.