Scott Spark RC 29er

  • Siete di quelli che, quando comincia a fare freddo, mettono la bici in garage e vanno in letargo, sdivanandosi fino alla primavera? Quest’anno avrete un motivo in più per tenervi in forma, e cioè la nostra prima Winter Cup, che prende il via il 15 novembre 2024 e si conclude il 15 marzo 2025.
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El.Diablo

Biker ultra
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Ho acquistato l’ultima full suspended di casa Scott, senza mai averla vista dal vero, né provata.

Così, diciamo sulla fiducia!

E’ anche vero che non si tratta chiaramente del primo prodotto acquistato dalla “premiata ditta”, bensì l’ultimo di una lunga serie stratificata nel corso degli anni.

Oggi, quindi, ho voluto iniziare l’approccio con l’originale interpretazione della biammortizzata 29er di casa Scott, una mtb poliedrica accreditata di 100mm di escursione su ambo le ruote.

La prima uscita doveva giustamente risultare propedeutica ai futuri e ben più severi test ai quali vorrò sottoporla, e per l’occasione ho voluto destinare quale sede di primo collaudo un tracciato scorrevole, veloce e pedalabile, non privo, però, di tratti severamente sconnessi e qualche single track di non particolare difficoltà tecnica.

Prima di tutto occorre una precisazione importante: dimenticate completamente ciò che è stata la precedente versione della Spark.
In primis poiché dell’antenata non esisteva una versione 29er, ma soprattutto in ragione della rinnovata “indole” del mezzo in questione che, dismessi i severi abiti da teutonico cancellierato che la caratterizzavano in precedenza, ha indossato le vesti leggere della full facile, divertente e … quasi “gravity oriented”!

Ma andiamo per gradi.

Il sistema proprietario di casa Scott (Twinloc) atto al governo simultaneo della forcella (R.S. Sid) e dell’ammortizzatore posteriore (DT Swiss Nude2), permette di variare assai rapidamente l’escursione del carro posteriore ed agire contemporaneamente sul registro di compressione della forcella.

E funge davvero alla grande!

Tre le posizioni:Full Travel Mode, Traction Mode e Lock-out Mode

Se dovessimo fare un paragone nel campo dell’arredamento, passare dalla modalità Lock-out a quella Full Travel, paleserebbe le medesime differenze che il posare le delicate terga su una sedia Thonet o una poltrona Frau!!!

Con gli ammortizzatori bloccati la bici assume le sembianze di una vera “rigida”, ed il comodissimo carro posteriore si trasforma in quello di una granitica bici da corsa, ostentando la benché minima e micrometrica oscillazione.
Parimenti, l’utilizzo della piena escursione su ambo gli assi risulta quasi ridondante, o quantomeno, da riservarsi alle discese più sconnesse ed assassine!

Ma, come spesso accade -in medio stat virtus!- ed anche in questo caso, regola ed eccezione convoleranno a giuste nozze!

La Traction Mode, risulta davvero il “giusto compromesso” in una pletora quasi infinita di situazioni, mantenendo circa 70mm di escursione al posteriore ed una piena escursione, abbondantemente personalizzabile, all’anteriore.

Ritorniamo comunque all’oggetto del nostro topic: la prova della bici. (laddove occorresse, sarò ben felice di esaudire ogni chiarimento e dettaglio tecnico)

All’inizio del mio tracciato ideale avevo previsto uno sterrato assai veloce, tra carrarecce poderali con fondo ghiaioso misto a tratti assai “ruvidi”, ovvero selciato di pietra annegata nell’umido terriccio.
Premetto che in un breve tratto in salita di strada bitumata ho sperimentato il blocco totale del Twinloc, rimanendo davvero basito per la totale e ferma compostezza del carro: ben più rigido di quello della mia Scale 29er!

Non appena giunto in prossimità dello sterrato la voglia di provare la massima escursione è tantissima, e, ad una lieve pressione del comando Twinloc, il carro e la forcella si liberano di colpo dalle ganasce idrauliche che le imbrigliavano, iniziando a lavorare allegramente.

La forcella, già conosciuta e prevedibile, mi conferma la propria buona indole, ma è il carro a stupirmi: filtra tutto, ogni cosa che passa sotto la ruota viene letteralmente spianato, sia che si tratti di grandi o piccole asperità del terreno!

Giunto in prossimità del tratto più sconnesso, che abitualmente percorro fuori sella per non devastare le mie povere vertebre e per migliorare il controllo, decido di spingere a fondo sull’infernale selciato di pietre irregolari che pare disegnato da un fachiro alticcio, e qui, debbo ammetterlo, mi arrendo allo stupore!

La bici vola sopra tutto senza perdere velocità, regalandomi giusto un lieve massaggio alla prostata
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ed una sensazione di sicurezza senza pari. Rapito dall’inusuale performance, inizio quindi a sperimentare le modalità concesse dal Twinloc, e dopo una decina di kilometri realizzo che, salvo sconnessioni “smodate”, la Traction Mode è praticamente sufficiente nell’ottanta per cento delle circostanze.

A questo punto, però, s’impone un quesito: ma a che diamine serve, allora, disporre di tanta grazia?

Serve, serve, eccome se serve… poiché laddove la sconnessione è feroce o la velocità aumenta, la piena escursione è una grande garanzia di stabilità e comfort, contribuendo efficacemente ad allontanare lo stress della conduzione ed i suoi inevitabili postumi.

Nei single track, in verità, la bici sembra offrire il meglio di se: agile, fin’anche agilissima, risulta estremamente facile ed intuitiva nella conduzione, piroettando senza esitazioni nello stretto a patto di mantenere attivata la media escursione al posteriore. In difetto, ovverosia in modalità Full Travel, la bici si “impigrisce” parecchio, perdendo anche molta precisione allo sterzo, ma risulta comunque godibilissima in ragione della stupefacente capacità di filtrare i tipici ostacoli dell’off road.

L’ammortizzatore DTSwiss Nude2 perde, rispetto la precedente versione, l’antiestetico serbatoio addizionale, e si avvantaggia di una più ampia curva di compressione, concedendo grande progressività pur nella lineare dolcezza del suo funzionamento.
Controllando l’o-ring di riferimento mi sono accorto di non avere mai sfruttato la piena escursione, evitando così perniciosi fondo corsa.

Il gruppo SRAM XX (ho solo provveduto a sostituire la guarnitura originale XX 26/39 con una più versatile XO 24/38 dotata di bash)ha fatto il suo sporco lavoro, garantendo cambiate veloci e senza esitazioni.

Non amo particolarmente l’impianto frenante Avid che ho trovato in primo montaggio (Avid XX World Cup Carbon), ma l’adozione di un rotore da 180mm all’anteriore mi ha fatto ricredere sulla bontà dello stesso.

Degna di lode, sicuramente, la bellissima piega Ritchey Carbon Wcs shape flat da 68cm, comodissima ed adeguata alle peculiarità di questa mtb, nonché l’ottima sella sempre firmata dal baffutissimo Tom (Wcs Streem titanium).
Per la prima volta in vita mia, posso dire di aver sperimentato una seduta “quasi” comoda, anche se, come in ogni mia bici, presto sarà sostituita dall’immarcescibile Slr di Selle Italia.

In ultimo, ma non per ultimo, l’unica vera nota stonata di questo idilliaco quadretto riguarda purtroppo le ruote di primo montaggio: le famigerate Dt Swiss XR RS29! (in verità articolo non presente nel catalogo DT Swiss, ma prodotte appositamente dalla multinazionale svizzera per i modelli Scale e Spark).
Pur avendo già approntato una coppia di ruote custom “race oriented”, dotate degli “inevitabili” cerchi ZTR Crest e mozzi American Classic (e con i quali la bicicletta riesce a spuntare l’invidiabile peso complessivo di 9,8kg tondi), ho voluto condurre il primo di una lunga serie di test con le ruote di serie, previa conversione in tubeless con yellow tape A.C., valvole dedicate e lattice Geax Pit Stop.
Oltre ad elevare il valore ponderale della bici sopra i 10,5 kg, le suddette ruote risultano ovviamente poco propense ai rilanci e lente nel “prendere giri”, pur conservando un’ottima rigidità, vie più laterale.

In conclusione, quantomeno per quanto attiene questo primo spot, la Spark 29er si avvalora del titolo quale “giocattolo assoluto”, capace di assecondare anche i più reconditi desiderata d’ogni biker.


Il viandante che oggi fosse transitato per le ventilate lande tortonesi ed avesse scorto gli ultimi sguardi miei sfuggenti, avrebbe di sottecchi replicato, con un sorriso a trentaquattro denti!
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To be continued...


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Damigiano

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grande Diablo, come sempre!!! a me la nuova pupa non è che piaccia più di tanto, esteticamente parlando, ma tant'è, se piace a te, sei bello che a posto ;-)
adesso aspetteremo le prime foto dell'anno a qualche gara
 

strikebiker

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Bravissimo Diablo! recensione perfetta di una mtb sorprendente..

Ho avuto modo di provarla durante un test Scott e sono d'accordo con te sulla corretta definzione del "giocattolo assoluto".o-o
 

El.Diablo

Biker ultra
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grande Diablo, come sempre!!! a me la nuova pupa non è che piaccia più di tanto, esteticamente parlando, ma tant'è, se piace a te, sei bello che a posto ;-)
adesso aspetteremo le prime foto dell'anno a qualche gara

Grazie carissimo Damigiano, ed in attesa delle prime foto di gara, vorrai gradire questo scatto della Spark 29er che mi ritrae giusto domenica scorsa durante il test eseguito sul tracciato della mitica 24h di Finale!


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Trascorsi i rigori di un singolare inverno
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, quale migliore location per proseguire il test della Spark RC 29er?
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Nella prima parte della mia recensione avevo provveduto a testare la nuova full di casa Scott esattamente come assemblata in origine, già evidenziando gli evidenti limiti delle ruote di serie (DT Swiss XR RS29), ottime e rigide quanto pesanti!

In sostituzione ho provveduto a montare una coppia di ruote assemblate dotate di mozzi American Classic e cerchi ZTR Crest, con cui, previo rimpiazzo di qualche altro particolare, la bici riesce a registrare alla bilancia l’ottimo valore di 9,8 kg!

Così configurata la Spark è tutt’altra cosa: leggera, scattante e dotata di una fluidità nella progressione davvero eccellente, riesce ad arrampicarsi ovunque senza sbavature ed esitazioni.

Una premessa: ho provveduto ad aumentare lievemente la pressione (rispetto a quanto consigliato dal produttore) nella camera d’aria dell’ammortizzatore DT Swiss Nude2, ed altresì ho frenato maggiormente il ritorno dell’elemento elastico tramite il registro del rebound.
L’eterea creazione dei progettisti Scott risulta così davvero perfetta, tanto da avermi fatto dimenticare il comando del TwinLoc nella posizione “All Travel” per le intere tre ore di test condotte sul tracciato della 24h di Finale!

Il carro risulta essere assolutamente stabile e refrattario ad ogni fenomeno di risonanza, pur “lavorando” perfettamente laddove il terreno sottostante lo richieda, sia nell’occorrenza delle salite “assassine”, dure quanto rotte, che nelle discese più impegnative.
Mi è davvero sembrato di pedalare seduto in poltrona, quasi mi fossi trovato a galleggiare sospeso ad un cuscino d’aria, tutto ciò a vantaggio del comfort, ma soprattutto, la netta percezione di essermi stancato meno, molto meno, rispetto tutte le altre mtb possedute.

Probabilmente non azzeccatissima la scelta delle corone alla guarnitura X0: la 24 denti è perfetta, ma la 38 è risultata un po’ troppo ostica da spingere, probabilmente anche in ragione della particolarità del tracciato finalese.

Un piccolo appunto ai freni XX World Cup, leggeri ma poco modulabili e rumorosi nonostante tutto l’impianto sia originale, dischi compresi: non mi hanno convinto affatto!

To be continued…
 

mauriziolippa

Biker serius
19/10/06
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Complimenti per l'acquisto e per la prova!
Ti faccio una domanda, dato che la Scott è una delle opzioni sul tavolo per la prossima bici: visto così, lo schema della sospensione posteriore non pare attivo in frenata (manca l'horst link e, oltretutto, la pinza sul fodero basso sembra fatta apposta per chiudere la sospensione quando si pinza).
Me lo puoi confermare? O non ho capito nulla del suddetto schema?
Grazie!
maurizio
 

El.Diablo

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Complimenti per l'acquisto e per la prova!
Ti faccio una domanda, dato che la Scott è una delle opzioni sul tavolo per la prossima bici: visto così, lo schema della sospensione posteriore non pare attivo in frenata (manca l'horst link e, oltretutto, la pinza sul fodero basso sembra fatta apposta per chiudere la sospensione quando si pinza).
Me lo puoi confermare? O non ho capito nulla del suddetto schema?
Grazie!
maurizio

Obiezione accolta, illustrissimo! :saccio:

Da poco orfano di una fantastica Anthem X dotata di carro Maestro (sempre attivo, anche in frenata), non posso che confermare ciò che tu hai già intuito, ovverosia l'inefficienza del carro in quella specifica situazione.

Non è comunque un grande problema: è sufficiente esimersi dal frenare! :cucù:
 

El.Diablo

Biker ultra
20/1/12
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Domanda: quanto costa la pupa in configurazione d'origine e quanto ci hai speso per portarla allo status attuale?

E' costata meno di quanto tu possa immaginare.:omertà:

Le modifiche si sono limitate alle ruote, la guarnitura e la sella che peraltro già giacevano negli scaffali del mio laboratorio.

Ho dovuto solamente acquistare il kit di conversione per trasformare il mozzo posteriore American Classic nello standard ad asse passante 142/12, modifica dimostratasi peraltro assai agevole.
 

toni

Biker serius
4/11/02
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Albigansego (PD)
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E' costata meno di quanto tu possa immaginare.:omertà:

Le modifiche si sono limitate alle ruote, la guarnitura e la sella che peraltro già giacevano negli scaffali del mio laboratorio.

Ho dovuto solamente acquistare il kit di conversione per trasformare il mozzo posteriore American Classic nello standard ad asse passante 142/12, modifica dimostratasi peraltro assai agevole.

Sei restato sotto i 4000?
 

strikebiker

Biker popularis
29/4/11
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Epic HT
Un piccolo appunto ai freni XX World Cup, leggeri ma poco modulabili e rumorosi nonostante tutto l’impianto sia originale, dischi compresi: non mi hanno convinto affatto!

To be continued…[/QUOTE]

utilizzo anch'io i freni da te citati, d'accordissimo sull'eccessiva rumorosità, mentre sulla modulazione sono molto performanti! :nunsacci: Fai fare un controllo approfondito sull'idraulica e vedrai che migliorano ;)
 

El.Diablo

Biker ultra
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Un piccolo appunto ai freni XX World Cup, leggeri ma poco modulabili e rumorosi nonostante tutto l’impianto sia originale, dischi compresi: non mi hanno convinto affatto!

To be continued…

utilizzo anch'io i freni da te citati, d'accordissimo sull'eccessiva rumorosità, mentre sulla modulazione sono molto performanti! :nunsacci: Fai fare un controllo approfondito sull'idraulica e vedrai che migliorano ;)[/QUOTE]

Grazie, seguirò il tuo consiglio.

Nell'intanto, da fedele fautore della modulabilità dell'impianto frenante XTR, vedrò di abituarmi alla risposta ruvida e assassina di questi benedetti XX World Cup! :nunsacci:
 

Zakknero

Biker infernalis
19/9/05
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PARMA
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Dimenticavo, anche la possibilità di comandare sia forka che ammo con un unico manettino è da sbavo...

MAMMA MIA CHE SCIMMIA...9.8 kg una full da 29 pollici...
 

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