Salzkammergut trophy 2013 - 13 Luglio

AlfA'

Biker incredibilis
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o magari ci siamo anche conosciuti... senza saperlo, con Alfà mi pare ci siamo sentiti qualche anno fa per la Transvesubienne, ma ormai è fatta!

si si vero! la transvesubienne vorrei farla il prossimo anno....la slaz di quest'anno mi ha tolto un pò di pigrizia mentale a viaggiare per fare "solo una gara di mtb".

non è che eravate all' albergo nel parchetto coi goichi vicino alla scuola a bad goisern dove ero io? c'erano dei sardi, non è che eravate voi?
 

ANTMAR

Biker tremendus
si si vero! la transvesubienne vorrei farla il prossimo anno....la slaz di quest'anno mi ha tolto un pò di pigrizia mentale a viaggiare per fare "solo una gara di mtb".

non è che eravate all' albergo nel parchetto coi goichi vicino alla scuola a bad goisern dove ero io? c'erano dei sardi, non è che eravate voi?

Il gruppo era quello, Sardinia Mountain bike, io però alloggiavo insieme ad un'altra parte del gruppo in un altro hotel ma sempre a Bad Goisern.

Che stava li in quell'albergo ho conosciuto e fatto due chiacchiere con un romano che ha fatto la "A", non è che eri tu?
 

AlfA'

Biker incredibilis
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Che stava li in quell'albergo ho conosciuto e fatto due chiacchiere con un romano che ha fatto la "A", non è che eri tu?

no, sono toscano doc......tra sbattimento depressione concentrazione e indole personale :smile::smile: è impossibile che abbia fatto due chiacchere.

su FB di marino antonio ce ne è 5000.......cerca andrea alfani
 

istria

Biker tremendus
18/11/09
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croatia
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Sono arrivato tardi a questo topic, sarebbe stato interessante avere un po di informazioni prima della gara, magari incontrare e conoscere qualcuno di voi che l'avete fatta o magari ci siamo anche conosciuti... senza saperlo, con Alfà mi pare ci siamo sentiti qualche anno fa per la Transvesubienne, ma ormai è fatta!
Complimenti a tutti, sia chi ha fatto la extreme sia chi ha fatto le altre distanze, tutte molto impegnative.
Vi voglio rendere partecipi, così come ho letto di alcuni di voi, della mia esperienza a questa gara. Copio e incollo quanto avevo scritto sul mio profilo facebook, allora le emozioni erano fresche di gara e sicuramente sono più "genuine" che raccontarla oggi. Buona lettura per chi ha il coraggio di arrivare alla fine.


LA MIA GARA ALLA SALZKAMMERGUT TROPHY 2013

Tutto è iniziato parecchi mesi fa, anzi direi circa 1 anno fa subito dopo la Dolomiti Superbike quando si ventilò la possibilità di scegliere per il prossimo anno (cioè per il 2013) proprio la gara austriaca, la mitica Salzkammergut (nome che fino a qualche giorno fa non riuscivo a ricordare ne tantomeno pronunciare).
Un po’ per mia natura e mio carattere, avendo già in diverse gare affrontato la distanza dei 100 km, l’obiettivo doveva andare oltre: la distanza extreme, dopotutto erano solo 211 km e 7.049 di ascesa!
Al rientro dal viaggio in Patagonia (febbraio), dove insieme a Tore e Maurizio avevamo macinato un bel po’ di km, ero fiducioso. Le gambe (e le natiche) erano ben allenate sulla resistenza alle lunghe distanze e al tempo prolungato in sella, restava da migliorare la velocità. Così partii con le migliori intenzioni di allenamento. Invece, esigenze di lavoro e di famiglia, con 3 mesi di fermo quasi totale, hanno compromesso tutto. A maggio ho ripreso a fare qualche uscita (che non si poteva chiamare sicuramente allenamento), ho partecipato alle marathon regionali (con molta umiltà …. ) e, verso giugno, per mancanza di tempo, di tanto in tanto ho iniziato ad andare a lavoro in bici dove riuscivo a fare dai 100 ai 150 km (intervallati da 8 h di lavoro!). Un’unica uscita lunga su strada fatta a fine giugno dove ho macinato 277 km in 12 h pedalate e 14 h in tutto, naturalmente il dislivello manco si avvicinava un poco a quella della gara austriaca, però mi aveva ridato fiducia!
Insomma arriviamo in Austria, io tuttavia molto tranquillo, ero conscio delle mie (scarse) possibilità ma anche della caparbietà (qualcuno la chiama testa dura!) che mi contraddistingue. E infatti, questa è una gara che per oltre il 50% si disputa con la testa.
La mia strategia era semplice:
- regolare l’andatura al minimo in funzione dei tempi limite dei cancelli (ce n’erano 5), anche se la gamba andava, frenare!
- Prendere con regolarità integratori salini, i crampi, con queste pendenze, erano sempre in agguato;
- Alimentarmi continuamente senza saltare un ristoro (ce n’era la media di 1 ogni 15 km) prediligendo pane e limitando i dolci; inoltre avevo con me 2 panini imbottiti, barrette e gel, zaino idrico e borraccia con sali;
- Affrontare le rampe più pendenti con il rapporto più agile o scendendo dalla bici;
- Restare sempre concentrato ed eludere i pensieri negativi.

I giorni precedenti la gara sono trascorsi molto tranquillamente. Qualche uscita turistica con il gruppo (di cui facevano parte anche le mie due figlie), qualche uscita in bici tranquilla la mattina presto, relax e stile di vita da “vacanza”.
Il sabato della gara non ho dormito molto (ma ci sono abituato) sveglia alle 3.45, alle 4.00 colazione abbondante, alle 4.40 arrivo in griglia.
Sono già tutti li, 600 temerari ancora illuminati dalle luci dei lampioni, però si vede già l’alba, a queste latitudini le ore di luce sono più che da noi in Sardegna!
Alle 5.00 e zero secondi la partenza, il piccolo paese è già sveglio per dare tutto il suo entusiasmo agli atleti. Io nelle retrovie mi adatto al ritmo che mi ero imposto, non ero il solo, moltissimi sono dietro di me già nelle salite iniziali. Iniziano dopo pochi km di salite in asfalto le prime rampe al 20% prima in asfalto e subito dopo dentro il bosco su pietraia con radici. E’ il primo tratto a spinta, obbligatorio visto che non hai spazio per pedalare. Si riprende a pedalare dopo 500 m, sterrata buona ma sempre in salita. Dopo 11 km scolliniamo a 1.350 m, si respira e posso iniziare a lanciarmi in discesa. Qui posso rendere di più, la gravità mi aiuta e so di cavarmela benino. Iniziano i ristori, brevissime pause per bere, riempire borraccia e camel, prendere qualcosa da mangiare: massimo 2 min.
Le salite, le rampe sino al 30% (da spingere regolarmente) si susseguono. Iniziano dopo il 30 km anche i singles e le discese tecniche. Quella più famosa tra pietre e radici, che avevo già fatto tranquillamente due giorni prima, è impercorribile per il fango ed il passaggio dei primi. Chi ci prova cade davanti a me. Scendo, farmi male adesso non è il caso! I singles nel bosco continuano sino al tratto famoso del passaggio delle gallerie scavate sulla roccia. Subito dopo l’uscita con i famosi gradini in roccia, tutti scendono, io aspetto lo spazio e vado tranquillo, niente di che! Applausi dal pubblico appostato per assistere alle cadute! Poi si arriva a valle, siamo al paesetto prima di attraversare il fiume: passaggi sui gradini, ponticello stretto e di nuovo gradini. Mi diverto!
Arrivo al primo cancello di Bad Goisern (cioè di nuovo alla partenza), quello dei 37 km e delle 8.15, sono abbondantemente in orario, bene!
Si riprende a salire, prima sugli stessi percorsi poi si va verso la miniera di sale di Altaussee, chissà perché coincidono sempre con la presenza di rampe! Cambiano i paesaggi, bosco, canyon, villaggi montani, discese tecniche e salite su tagliafuoco! Sono circa le 12 e inizia a fare caldo, per fortuna siamo spesso nel bosco! Ogni due ore mi prendo una fialetta di magnesio e alterno con integratori ai ristori e dalla borraccia e acqua dal camel. So che è importantissimo idratarmi. Mangio continuamente mentre pedalo, pane, frutta, barrette, gel… inizio ad avere problemi di pancia, fastidio che diventa dolore e che mi porterò per tutta la gara e anche nei due giorni dopo… ma so che devo mangiare!
Ai 100 km il secondo cancello, quello delle 13.45, tutto Ok, ho 45’ di margine e ho già fatto circa 4.500 m di dislivello. Sto bene.
Ai 128 km sono per la terza volta a Bad Goisern, c’è il terzo cancello, quello delle 15.45, e ho fatto circa 5.000 m di dislivello, nonostante una foratura che mi ha fatto perdere 15’, finora tutto ok, ho ancora margine. Nel tratto di falso piano attorno al lago posso aumentare il passo, ci sono circa 20 km su piste ciclabili e stradette interne ma… occhio alle rampette! Ad Obertraun salto il ristoro, ho ancora tanta roba con me, mi devo alleggerire prima delle salite finali delle quali la prima, quella della miniera di Salzberg, è la più temibile, 4,5 km con pendenze che raggiungono il 25-30%!
Prima di arrivare al villaggio di Hallstatt, prima della salita, una rampa improvvisa dietro una curva che finiva passando dentro un antico caseggiato, mi trova impreparato con i rapporti, mi ferma, e qui decido di prendermi 5’ di pausa per mangiarmi uno dei miei panini imbottiti e riflettere… si, riflettere su come affrontare le ultime salite, gli ultimi 2.500 m di dislivello, quelle dopo 150 km, quelle che troncano le gambe ai più, le stesse affrontate dai miei amici sul percorso da 75 km. Un tipo, posto proprio sulla curva che probabilmente ha cercato di avvisarmi (in tedesco), mi guarda incredulo con quanta calma mordo il mio panino. E’ stata una breve pausa ma riparto ricaricato. E’ strano, a parte il mal di pancia che mi tormenta, la stanchezza che si sente, non solo sulle gambe, sono fiducioso, dopotutto mancano “solo” 60 km!
Affronto i primi tornantini in sella, superando tanti che spingevano la bici. Quando il fondo è diventato pietroso anch’io scendo e inizia la “via crucis” di Salzberg, la salita che diventa impossibile, si arriva all’asfalto, sotto il sole e con l’ultimo km al 30%. Ho visto lungo strada morti e feriti, probabilmente ha fatto più vittime questa salita dei 150 km prima!
Arrivo in cima svuotato, per fortuna c’è adesso un falso piano e poi una discesa, posso recuperare, un alto metro e sarei scoppiato!
Dopo una discesa di 12 km fatta a 60 km/h, arrivo al limite di tempo al cancello dei 178 km, mi accoglie una moltitudine di persone urlanti che mi incita a non mollare. Ora non posso più “fare con calma”, devo correre quanto posso, quanto mi resta lo devo dare adesso, mi dico. Ma c’è ancora un ultimo cancello e un ultimo picco da superare, 350 m di dislivello in 6 km… e sono stanco. E’ stata la salita più lunga, molti camminavano spingendo la bici, anch’io sono sceso 3-4 volte per far riposare il fondoschiena. Scollino e inizia l’ultima discesa che mi lancia verso l’ultimo cancello, siamo ai 191 km, il mio orologio segna 5’ di ritardo, quando arrivo trombe, trilli, urla, mi accolgono, le uniche parole che capisco sono “Go, go!”, capisco che è andata. Accelero, sono in piano e poi sarà discesa, sono gli ultimi 20 km, devo dare il massimo. Percorro questo tratto ad una media di 30 km/h, non so da dove escono più le energie ma le gambe vanno! Gli ultimi km tra gli alberi già non si vede più bene, il sole è tramontato. Ancore qualche single trek, un guado e siamo all’ingresso di Bad Goisern.
Arrivo alle 21.12, ho pedalato per 16 h e 12’ e, al mio gps, ho salito 7.250 m, ad una media di 13 km/h.
Una moltitudine di persone mi accoglie con urla di gioia, sembro io che ho vinto la gara, lo speacher nomina il mio nome, tra la folla i miei compagni che allungano le mani per abbracciarmi, Chiara e Gaia (le mie bambine) dall'altra parte che mi stringono forte, questo è il premio per me più grande. Io sorrido felice. Ci sono riuscito, ho fatto qualcosa su cui ho creduto fino all'ultimo ma che, allo stesso tempo, mi rendevo conto che era quasi impossibile. Come mi fermo subito una ragazza mi da il biglietto per ritirare la maglia, quella nera dei Finisher. Solo ora mi rendo conto che la mia fatica è finita, il sogno è stato realizzato, l’obiettivo è raggiunto. Ma so anche che, per mio carattere, una volta raggiunto un obiettivo, un mio limite, c’è ne sarà un altro, più avanti, da programmare. Quale?

p.s.
Non ho messo le foto per pigrizia, sul forum ci vuole troppo tempo. Se qualcuno di voi è su facebook, può chiedermi l'amicizia (mi trova come Antonio Marino) e vedere quanto ho caricato sul mio profilo. Ciao

bravo, mi fatte venire voglia (con i vostri report) di provare nel 2014!
chiedo a tutti: le discese sono tanto piu difficili che nella SRH?
 

AlfA'

Biker incredibilis
18/10/04
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chiedo a tutti: le discese sono tanto piu difficili che nella SRH?

ci sono due sentieri un qualcosa più difficile del tratto tra hotel pordoi e pian de schiavoneis....e un altro paio in linea con quello dal lupo bianco a canzei.....però sono 7-10 km su 210......

allo stesso modo c'è da camminare quanto al srh , bene o male la pettata micidiale c'è in quasi ogni salita.....solo che l' ornella viene dopo 150 km invece che dopo un 40.....

di meglio c'è la salita che non è mai continua come al srh: solo la prima è ininterrotta le altre hanno sempre tratti indiscesa per rifiatare
 

AlfA'

Biker incredibilis
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ah dimenticavo che i sentieri, al contrario del srh , son su sassi piantati che da umidi sono ( mi immagino) davvero tosti tosti....certo che, ripeto, sono al massimo una decina di km. Non li terrei in conto come fattore per farla o non farla...
 

SCUBIKER

Biker poeticus
14/10/08
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Sono arrivato tardi a questo topic, sarebbe stato interessante avere un po di informazioni prima della gara, magari incontrare e conoscere qualcuno di voi che l'avete fatta o magari ci siamo anche conosciuti... senza saperlo, con Alfà mi pare ci siamo sentiti qualche anno fa per la Transvesubienne, ma ormai è fatta!
Complimenti a tutti, sia chi ha fatto la extreme sia chi ha fatto le altre distanze, tutte molto impegnative.
Vi voglio rendere partecipi, così come ho letto di alcuni di voi, della mia esperienza a questa gara. Copio e incollo quanto avevo scritto sul mio profilo facebook, allora le emozioni erano fresche di gara e sicuramente sono più "genuine" che raccontarla oggi. Buona lettura per chi ha il coraggio di arrivare alla fine.


LA MIA GARA ALLA SALZKAMMERGUT TROPHY 2013

Tutto è iniziato parecchi mesi fa, anzi direi circa 1 anno fa subito dopo la Dolomiti Superbike quando si ventilò la possibilità di scegliere per il prossimo anno (cioè per il 2013) proprio la gara austriaca, la mitica Salzkammergut (nome che fino a qualche giorno fa non riuscivo a ricordare ne tantomeno pronunciare).
Un po’ per mia natura e mio carattere, avendo già in diverse gare affrontato la distanza dei 100 km, l’obiettivo doveva andare oltre: la distanza extreme, dopotutto erano solo 211 km e 7.049 di ascesa!
Al rientro dal viaggio in Patagonia (febbraio), dove insieme a Tore e Maurizio avevamo macinato un bel po’ di km, ero fiducioso. Le gambe (e le natiche) erano ben allenate sulla resistenza alle lunghe distanze e al tempo prolungato in sella, restava da migliorare la velocità. Così partii con le migliori intenzioni di allenamento. Invece, esigenze di lavoro e di famiglia, con 3 mesi di fermo quasi totale, hanno compromesso tutto. A maggio ho ripreso a fare qualche uscita (che non si poteva chiamare sicuramente allenamento), ho partecipato alle marathon regionali (con molta umiltà …. ) e, verso giugno, per mancanza di tempo, di tanto in tanto ho iniziato ad andare a lavoro in bici dove riuscivo a fare dai 100 ai 150 km (intervallati da 8 h di lavoro!). Un’unica uscita lunga su strada fatta a fine giugno dove ho macinato 277 km in 12 h pedalate e 14 h in tutto, naturalmente il dislivello manco si avvicinava un poco a quella della gara austriaca, però mi aveva ridato fiducia!
Insomma arriviamo in Austria, io tuttavia molto tranquillo, ero conscio delle mie (scarse) possibilità ma anche della caparbietà (qualcuno la chiama testa dura!) che mi contraddistingue. E infatti, questa è una gara che per oltre il 50% si disputa con la testa.
La mia strategia era semplice:
- regolare l’andatura al minimo in funzione dei tempi limite dei cancelli (ce n’erano 5), anche se la gamba andava, frenare!
- Prendere con regolarità integratori salini, i crampi, con queste pendenze, erano sempre in agguato;
- Alimentarmi continuamente senza saltare un ristoro (ce n’era la media di 1 ogni 15 km) prediligendo pane e limitando i dolci; inoltre avevo con me 2 panini imbottiti, barrette e gel, zaino idrico e borraccia con sali;
- Affrontare le rampe più pendenti con il rapporto più agile o scendendo dalla bici;
- Restare sempre concentrato ed eludere i pensieri negativi.

I giorni precedenti la gara sono trascorsi molto tranquillamente. Qualche uscita turistica con il gruppo (di cui facevano parte anche le mie due figlie), qualche uscita in bici tranquilla la mattina presto, relax e stile di vita da “vacanza”.
Il sabato della gara non ho dormito molto (ma ci sono abituato) sveglia alle 3.45, alle 4.00 colazione abbondante, alle 4.40 arrivo in griglia.
Sono già tutti li, 600 temerari ancora illuminati dalle luci dei lampioni, però si vede già l’alba, a queste latitudini le ore di luce sono più che da noi in Sardegna!
Alle 5.00 e zero secondi la partenza, il piccolo paese è già sveglio per dare tutto il suo entusiasmo agli atleti. Io nelle retrovie mi adatto al ritmo che mi ero imposto, non ero il solo, moltissimi sono dietro di me già nelle salite iniziali. Iniziano dopo pochi km di salite in asfalto le prime rampe al 20% prima in asfalto e subito dopo dentro il bosco su pietraia con radici. E’ il primo tratto a spinta, obbligatorio visto che non hai spazio per pedalare. Si riprende a pedalare dopo 500 m, sterrata buona ma sempre in salita. Dopo 11 km scolliniamo a 1.350 m, si respira e posso iniziare a lanciarmi in discesa. Qui posso rendere di più, la gravità mi aiuta e so di cavarmela benino. Iniziano i ristori, brevissime pause per bere, riempire borraccia e camel, prendere qualcosa da mangiare: massimo 2 min.
Le salite, le rampe sino al 30% (da spingere regolarmente) si susseguono. Iniziano dopo il 30 km anche i singles e le discese tecniche. Quella più famosa tra pietre e radici, che avevo già fatto tranquillamente due giorni prima, è impercorribile per il fango ed il passaggio dei primi. Chi ci prova cade davanti a me. Scendo, farmi male adesso non è il caso! I singles nel bosco continuano sino al tratto famoso del passaggio delle gallerie scavate sulla roccia. Subito dopo l’uscita con i famosi gradini in roccia, tutti scendono, io aspetto lo spazio e vado tranquillo, niente di che! Applausi dal pubblico appostato per assistere alle cadute! Poi si arriva a valle, siamo al paesetto prima di attraversare il fiume: passaggi sui gradini, ponticello stretto e di nuovo gradini. Mi diverto!
Arrivo al primo cancello di Bad Goisern (cioè di nuovo alla partenza), quello dei 37 km e delle 8.15, sono abbondantemente in orario, bene!
Si riprende a salire, prima sugli stessi percorsi poi si va verso la miniera di sale di Altaussee, chissà perché coincidono sempre con la presenza di rampe! Cambiano i paesaggi, bosco, canyon, villaggi montani, discese tecniche e salite su tagliafuoco! Sono circa le 12 e inizia a fare caldo, per fortuna siamo spesso nel bosco! Ogni due ore mi prendo una fialetta di magnesio e alterno con integratori ai ristori e dalla borraccia e acqua dal camel. So che è importantissimo idratarmi. Mangio continuamente mentre pedalo, pane, frutta, barrette, gel… inizio ad avere problemi di pancia, fastidio che diventa dolore e che mi porterò per tutta la gara e anche nei due giorni dopo… ma so che devo mangiare!
Ai 100 km il secondo cancello, quello delle 13.45, tutto Ok, ho 45’ di margine e ho già fatto circa 4.500 m di dislivello. Sto bene.
Ai 128 km sono per la terza volta a Bad Goisern, c’è il terzo cancello, quello delle 15.45, e ho fatto circa 5.000 m di dislivello, nonostante una foratura che mi ha fatto perdere 15’, finora tutto ok, ho ancora margine. Nel tratto di falso piano attorno al lago posso aumentare il passo, ci sono circa 20 km su piste ciclabili e stradette interne ma… occhio alle rampette! Ad Obertraun salto il ristoro, ho ancora tanta roba con me, mi devo alleggerire prima delle salite finali delle quali la prima, quella della miniera di Salzberg, è la più temibile, 4,5 km con pendenze che raggiungono il 25-30%!
Prima di arrivare al villaggio di Hallstatt, prima della salita, una rampa improvvisa dietro una curva che finiva passando dentro un antico caseggiato, mi trova impreparato con i rapporti, mi ferma, e qui decido di prendermi 5’ di pausa per mangiarmi uno dei miei panini imbottiti e riflettere… si, riflettere su come affrontare le ultime salite, gli ultimi 2.500 m di dislivello, quelle dopo 150 km, quelle che troncano le gambe ai più, le stesse affrontate dai miei amici sul percorso da 75 km. Un tipo, posto proprio sulla curva che probabilmente ha cercato di avvisarmi (in tedesco), mi guarda incredulo con quanta calma mordo il mio panino. E’ stata una breve pausa ma riparto ricaricato. E’ strano, a parte il mal di pancia che mi tormenta, la stanchezza che si sente, non solo sulle gambe, sono fiducioso, dopotutto mancano “solo” 60 km!
Affronto i primi tornantini in sella, superando tanti che spingevano la bici. Quando il fondo è diventato pietroso anch’io scendo e inizia la “via crucis” di Salzberg, la salita che diventa impossibile, si arriva all’asfalto, sotto il sole e con l’ultimo km al 30%. Ho visto lungo strada morti e feriti, probabilmente ha fatto più vittime questa salita dei 150 km prima!
Arrivo in cima svuotato, per fortuna c’è adesso un falso piano e poi una discesa, posso recuperare, un alto metro e sarei scoppiato!
Dopo una discesa di 12 km fatta a 60 km/h, arrivo al limite di tempo al cancello dei 178 km, mi accoglie una moltitudine di persone urlanti che mi incita a non mollare. Ora non posso più “fare con calma”, devo correre quanto posso, quanto mi resta lo devo dare adesso, mi dico. Ma c’è ancora un ultimo cancello e un ultimo picco da superare, 350 m di dislivello in 6 km… e sono stanco. E’ stata la salita più lunga, molti camminavano spingendo la bici, anch’io sono sceso 3-4 volte per far riposare il fondoschiena. Scollino e inizia l’ultima discesa che mi lancia verso l’ultimo cancello, siamo ai 191 km, il mio orologio segna 5’ di ritardo, quando arrivo trombe, trilli, urla, mi accolgono, le uniche parole che capisco sono “Go, go!”, capisco che è andata. Accelero, sono in piano e poi sarà discesa, sono gli ultimi 20 km, devo dare il massimo. Percorro questo tratto ad una media di 30 km/h, non so da dove escono più le energie ma le gambe vanno! Gli ultimi km tra gli alberi già non si vede più bene, il sole è tramontato. Ancore qualche single trek, un guado e siamo all’ingresso di Bad Goisern.
Arrivo alle 21.12, ho pedalato per 16 h e 12’ e, al mio gps, ho salito 7.250 m, ad una media di 13 km/h.
Una moltitudine di persone mi accoglie con urla di gioia, sembro io che ho vinto la gara, lo speacher nomina il mio nome, tra la folla i miei compagni che allungano le mani per abbracciarmi, Chiara e Gaia (le mie bambine) dall'altra parte che mi stringono forte, questo è il premio per me più grande. Io sorrido felice. Ci sono riuscito, ho fatto qualcosa su cui ho creduto fino all'ultimo ma che, allo stesso tempo, mi rendevo conto che era quasi impossibile. Come mi fermo subito una ragazza mi da il biglietto per ritirare la maglia, quella nera dei Finisher. Solo ora mi rendo conto che la mia fatica è finita, il sogno è stato realizzato, l’obiettivo è raggiunto. Ma so anche che, per mio carattere, una volta raggiunto un obiettivo, un mio limite, c’è ne sarà un altro, più avanti, da programmare. Quale?

p.s.
Non ho messo le foto per pigrizia, sul forum ci vuole troppo tempo. Se qualcuno di voi è su facebook, può chiedermi l'amicizia (mi trova come Antonio Marino) e vedere quanto ho caricato sul mio profilo. Ciao

Gran bel racconto! Bravissimo e complimenti per l'impresa.
 

xtrncpb

Biker imperialis
23/9/04
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Milano
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ANTMAR ha scritto:
...
Solo ora mi rendo conto che la mia fatica è finita, il sogno è stato realizzato, l’obiettivo è raggiunto. Ma so anche che, per mio carattere, una volta raggiunto un obiettivo, un mio limite, c’è ne sarà un altro, più avanti, da programmare. Quale?
Questo, per esempio (clicca sul logo per entrare nel sito della gara).

 

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