Questi giorni non ho tanta voglia di andare in bici.
I motivi essenziali credo che siano due: il freddo e la recente scomparsa di mio padre.
Con il primo motivo ero abituato a farci i conti, con il secondo non proprio.
Una differenza fondamentale è che non basta coprirsi di più.
Non entrerò nel merito della faccenda, ci sto facendo i conti, e lavoro parecchio sulla storia di vedere il bicchiere mezzo pieno.
Però questi giorni il mio aspetto ludico faticava proprio ad uscire, nonostante tutto, un po come quando ti accendi una sigaretta per rilassarti un attimo in un mare di casini ma poi hai così tanti casini che la spegni prima e ti alzi per andare incontro a quegli stessi casini.
Insomma non avevo voglia di divertirmi.
Il 25 mattina, però, complice una bella giornata e 3 ore libere da pandori e parenti, mi faccio forza ed esco.
Naturalmente mi sono divertito, anche se il giro era quello di sempre quando non ho tanto tempo ed un orario di rientro obbligato.
Ve ne parlo perché a un certo punto, rientrando, sono passato sotto il palazzo dove abita mia madre, una sorta di sorveglianza a distanza, anche se non serve sostanzialmente a una minchia.
Lì però ho incontrato una mia vecchia amica dellinfanzia che, infagottata in un grosso cappotto, con due figli al seguito, marito, panettoni e regali, ho riconosciuto a fatica.
Lei naturalmente mi ha riconosciuto ancora più a fatica, il nostro vestito da supereroi metropolitani è sempre un po spiazzante, ma comunque ci siamo fermati a parlare un attimo.
Durante la breve conversazione, naturalmente scontata ma spero sincera, lei mi ha chiesto se sarei venuto a pranzo da mia madre.
Sì, le ho risposto, vado a casa, ridivento normale e torno qui da mamma!
Ci siamo salutati e ho ripreso la via di casa.
Il mio ritorno in bici è per forza di cose parecchio asfaltato, il 25 mattina cera il deserto e così mi sono messo a pensare.
Ridiventare normale, che buffa espressione!
Eppure era così, da lì a un paio dore mi sarei trovato nello stesso identico posto (sotto casa di mia madre), ma scendendo dalla macchina, con abiti umani, pacchetti, regali e moglie.
Quello stesso posto da dove arrivavo con una mtb infangata e zompettando marciapiedi come un ragazzino.
Io non ce lho con i normali, sia chiaro.
Anzi, in un mondo dove ci si sforza di essere diversi solo per apparire, con il risultato che il diverso che ti trovi davanti è quasi sicuramente un pìrla più che un anticonformista, sono un fan della normalità.
La normalità oggi paga poco, non si adatta al consumismo né si adatta ad una società di urlatori, e così viene spesso svilita al rango di mediocrità.
Io me ne frego, e non mi vergogno di essere normale.
Però, quel ridiventare normale rimane divertente.
Significa che comunque cè ancora spazio in me per un po di sana incoscienza e di voglia di spensieratezza.
Significa che se è vero che non mi sforzo di essere diverso, è pur vero che non me ne vergogno.
E significa pure che si può vivere in maniera decente in modo normale se la normalità è la tua normalità.
La vita ci toglie le cose belle, non puoi far altro che starci.
Però la vita ti da anche un sacco di opportunità, e sta a te sfruttarle.
Mi sa che torno a pedalare.
Grazie per lattenzione.
Claudio
I motivi essenziali credo che siano due: il freddo e la recente scomparsa di mio padre.
Con il primo motivo ero abituato a farci i conti, con il secondo non proprio.
Una differenza fondamentale è che non basta coprirsi di più.
Non entrerò nel merito della faccenda, ci sto facendo i conti, e lavoro parecchio sulla storia di vedere il bicchiere mezzo pieno.
Però questi giorni il mio aspetto ludico faticava proprio ad uscire, nonostante tutto, un po come quando ti accendi una sigaretta per rilassarti un attimo in un mare di casini ma poi hai così tanti casini che la spegni prima e ti alzi per andare incontro a quegli stessi casini.
Insomma non avevo voglia di divertirmi.
Il 25 mattina, però, complice una bella giornata e 3 ore libere da pandori e parenti, mi faccio forza ed esco.
Naturalmente mi sono divertito, anche se il giro era quello di sempre quando non ho tanto tempo ed un orario di rientro obbligato.
Ve ne parlo perché a un certo punto, rientrando, sono passato sotto il palazzo dove abita mia madre, una sorta di sorveglianza a distanza, anche se non serve sostanzialmente a una minchia.
Lì però ho incontrato una mia vecchia amica dellinfanzia che, infagottata in un grosso cappotto, con due figli al seguito, marito, panettoni e regali, ho riconosciuto a fatica.
Lei naturalmente mi ha riconosciuto ancora più a fatica, il nostro vestito da supereroi metropolitani è sempre un po spiazzante, ma comunque ci siamo fermati a parlare un attimo.
Durante la breve conversazione, naturalmente scontata ma spero sincera, lei mi ha chiesto se sarei venuto a pranzo da mia madre.
Sì, le ho risposto, vado a casa, ridivento normale e torno qui da mamma!
Ci siamo salutati e ho ripreso la via di casa.
Il mio ritorno in bici è per forza di cose parecchio asfaltato, il 25 mattina cera il deserto e così mi sono messo a pensare.
Ridiventare normale, che buffa espressione!
Eppure era così, da lì a un paio dore mi sarei trovato nello stesso identico posto (sotto casa di mia madre), ma scendendo dalla macchina, con abiti umani, pacchetti, regali e moglie.
Quello stesso posto da dove arrivavo con una mtb infangata e zompettando marciapiedi come un ragazzino.
Io non ce lho con i normali, sia chiaro.
Anzi, in un mondo dove ci si sforza di essere diversi solo per apparire, con il risultato che il diverso che ti trovi davanti è quasi sicuramente un pìrla più che un anticonformista, sono un fan della normalità.
La normalità oggi paga poco, non si adatta al consumismo né si adatta ad una società di urlatori, e così viene spesso svilita al rango di mediocrità.
Io me ne frego, e non mi vergogno di essere normale.
Però, quel ridiventare normale rimane divertente.
Significa che comunque cè ancora spazio in me per un po di sana incoscienza e di voglia di spensieratezza.
Significa che se è vero che non mi sforzo di essere diverso, è pur vero che non me ne vergogno.
E significa pure che si può vivere in maniera decente in modo normale se la normalità è la tua normalità.
La vita ci toglie le cose belle, non puoi far altro che starci.
Però la vita ti da anche un sacco di opportunità, e sta a te sfruttarle.
Mi sa che torno a pedalare.
Grazie per lattenzione.
Claudio