Regola n°1

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appendice al corollario 1: se sei incerto tutto aperto...

...sempre con giudizio ;-)
vero, ma devi essere carico e cattivo come satana, sennò frena e tieniti pronto a mollare la bici, correre e abbracciare amorevolmente un albero, senza troppo dolore. :-)
:nunsacci:

Se uno se la sentisse di buttarsi da un palazzo?
Trovo un che di incoerenza tra stà frase ed i consigli sotto.
Sarebbe meglio: "fa' cosa riesci a fare, senza strafare".
Fa' pure rima ;-)
Beh.. se sei Pastrana e c'è un bel landing... e te la senti... perché non farlo?
O se fai BASE jumping? se non ti butti dai palazzi fai ASE Jumping! ahahah
Cmq la cosa più importante è non avere rimpianti e fare in modo che l'esperienza sia ripetibile.
questa la metterei come regola n°2!!:celopiùg:
ci può stare.

Rinunciare è sempre proporzionale alla posta in gioco.
Se c'è in ballo la vita o un crash totale, è VIETATO rischiare, se non si ha il pieno controllo della situazione.
Più c'è margine d'errore e più si può osare. :i-want-t:
 
M

Marco il Pazzo

Ospite
Verissimo! Io proseguo piano piano anno dopo anno a fare Freeride, anche se molto per gradi (visto anche che ho una front che non perdona)...e vedo gente che in pochi mesi fa cose pazze, senza controllo. Poi però fanno il botto :-)
 

Happykiller

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ho conosciuto persone con un talento innato che nel giro di pochissime uscite, senza esperienza pregressa, viaggiavano a velocità impressionanti; altri che, dopo millenni che andavano in bici, non progredivano.
La velocità di apprendimento è proporzionale a quanto si è portati, a quanto tempo si ha a disposizione per girare, alla capacità&disponibilità dei "maestri", ma non è immune alle 3 regole scritte prima. ;-)
 
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nonnocarb

Redazione
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Merano
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La velocità di apprendimento è proporzionale a quanto si è portati, a quanto tempo si ha a disposizione per girare, alla capacità&disponibilità dei "maestri", ;-)
Aggiungerei anche alla passione, almeno nel mio caso è cosi, è stato un fattore che mi ha fatto progredire più in fretta.

I limiti non si "tirano" dopo averli oltrepassati, ma si "spingono" da sotto, consolidando l'abilità acquisita.

In quanto a questo giustissimo, sempre nel mio caso c'è però un fatto che mi ha fatto saltare uno "step". Esco quasi sempre con la 160 e progredisco lentamente sui miei sentieri tecnici, quando però riesco a percorrerli con la norco da 200, passo facilmente su quei tratti dove mi blocco con la 160. La volta dopo, rifacendoli con la 160, ho visto come ci sono passato con la 200 e di solito ci riesco anche con questa, alzando automaticamente i miei limiti senza dovermi giocare un jolly o-o
 

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Aggiungerei anche alla passione, almeno nel mio caso è cosi, è stato un fattore che mi ha fatto progredire più in fretta.

I limiti non si "tirano" dopo averli oltrepassati, ma si "spingono" da sotto, consolidando l'abilità acquisita.

In quanto a questo giustissimo, sempre nel mio caso c'è però un fatto che mi ha fatto saltare uno "step". Esco quasi sempre con la 160 e progredisco lentamente sui miei sentieri tecnici, quando però riesco a percorrerli con la norco da 200, passo facilmente su quei tratti dove mi blocco con la 160. La volta dopo, rifacendoli con la 160, ho visto come ci sono passato con la 200 e di solito ci riesco anche con questa, alzando automaticamente i miei limiti senza dovermi giocare un jolly o-o
Prima che mi rubassero la Slayer - quando mi potevo permetter il dubbio della bici - però non vedevo questa sicurezza maggiore, passando dall'SX alla Slayer, poiché personalmente usavo sempre al limite la Slayer (gomme, escursione e freni), per cui su certi pezzi mi vedevo costretto a scender a piedi pensando "qui mi ci voleva la SX-Trail". Con la Slayer non c'era cosa che la bici mi permettesse che io non facessi.
Anzi, certi nosepress su fondi inconsistenti, con la Slayer riuscivo a farli senza toccare i freni, mentre con l'SX, troppo pesante, devo farli (rischiando di più) pinzando classicamente l'ant.

Quando si ha la consapevolezza dei limiti della bici e li si riescono a raggiungere senza paure, non ci si può lamentare di se stessi.
Ora so che i limiti della mia bici sono spesso ben più lontani di quanto io la sfrutti, quindi l'unica cosa su cui devo concentrarmi e lavorare è sulle mie paure e soprattutto sulla tecnica.

Con la tecnica, la paura passa.

Avere una bici che è piuttosto limitata, ti costringere a mettere del tuo, a compensare col manico ciò che la bici non ti permette. Questa, secondo me, è la scuola più efficace e dura, perché si è sempre al limite e lo si spinge con più forza. Ma non si può prescindere dalla piena consapevolezza di ciò che si sta facendo, sennò son dolori.


Cmq che il margine d'errore sia dato da una forca con più escursione, da una via di fuga, da un materasso, o quant'altro, il concetto è lo stesso. :-)
 

ziofujo

Biker assatanatus
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via delle sgumme 69
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Esatto, se il margine di errore è troppo risicato anche un passaggio banale può avere conseguenze catastrofiche.....


...la prossima volta eviterà di andare dietro al 'galletto' di turno...


tante belle parole, ma alla fine sti consigli vengono seguiti? se mando un messaggio a tutto il mondo scrivendo che non bisogna rubare, automaticamente cesseranno di esistere i ladri?
scusate la vena pessimista...
 

ADexu

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Si ma così si va offtopic, la cosa fondamentale è che un passaggio anche abbastanza impegnativo se effettuato in condizioni di relativa sicurezza al limite porta a un ruzzolone e qualche livido, un passaggio relativamente banale ma rischioso in caso di errore può portare conseguenze pesanti.
C'è poi l'occasione in cui si può azzardare qualcosa di più perchè magari anche in caso di crash è relativamente facile intervenire, se invece ci si trova in qualche zona isolata meglio un po' di prudenza in più, se non altro per non rovinare la giornata ai compagni di giro....
 

Happykiller

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Regola n°4
Non sottovalutare neanche ciò che fai senza problemi
La sfiga è sempre in agguato. Bisogna affrontare i trails, anche i più conosciuti, con la concentrazione e attenzione che si avrebbero per la prima volta.
E' lunghissimo l'elenco dei feriti sui percorsi "di casa". Quindi OCIO!
 

tostarello

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Regola n°4
Non sottovalutare neanche ciò che fai senza problemi
La sfiga è sempre in agguato. Bisogna affrontare i trails, anche i più conosciuti, con la concentrazione e attenzione che si avrebbero per la prima volta.
E' lunghissimo l'elenco dei feriti sui percorsi "di casa". Quindi OCIO!

parole sante, l'ultima brutta botta è stata a seguito di un'impuntata dovuta a distrazione e rilassamento in un pezzo piano, la stanchezza gioca brutti scherzi :-(
 

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