Ieri mi sono fatto quello che io chiamo "il giro domenicale", ossia un giro che una due volte l'anno faccio per andare dove vanno tutti, tutte le domeniche.
Partito da RE in solitaria, sono salito dall'irrinunciabile via Franchetti (mi sono solo concesso di saltare la mecca di Borzano passando da via Filippo Re) e ho raggiunto Ca Bertacchi via ex boschetto malefico, ora parzialmente spianato e civilizzato. Giornata bellissima, aria un pelo fresca ma clima perfetto. Terrreno polveroso stile piena estate africana, che fine faremo non so ma la vedo grigia se siamo messi cosi' il 24 marzo...
A parte la solita folla mista, ciclisti, cani con padroni, padroni con cani, famigliole, popolo dei bastoncini, ecc. come "novità" o visto che c'era la forestale, che passava con un pick up ed aria severa. Ma erano comodi sulla macchina dando il loro contributo alla produzione di co2, dubito siano mai scesi a vedere, ne abbiamo fatto alcunchè che sgasare col pick up, tanto che poi li ho ribeccati sulla ghiaiata di ca del vento lato Ca Bertacchi, andavano verso la ex tenuta Giacobazzi a far rispettare anche li la legge, presumo.
Ho proseguito per Casola ed insieme a gruppi misti di ciclisti di vario genere e natura (persino qualche donna coraggiosa su mtb di recupero del figlio adolescente, poveretta) ho preso il bilglietto al casello per fare la A63 del Lupo, che posso affermare ormai con buona certezza, detenga il primato come trail con piu' curve tutte uguali per distanza complessiva affrontata.
Persino l'ultima rampa dritta che scendeva sul Crostolo alla fine e' stata trasformata in esse. Era piu' lunga di 10 metri e anche lei non è stata risparmiata. Fortuna che ci sono alcuni versanti franosi da attraversare che rimangono dritti se no mi veniva veramente la cinetosi. La prox volta quasi quasi lo faccio in salita e scendo da via Franchetti per aumentare l'adrenalina....e poi mi fermo al bar di Borzano a godermi lo spettacolo....
Inizio il percorso del Crostolo che, a metà mattina, e' un po' un crescendo, nel senso che piu' si scende piu' cresce l'abbraccio dell'umanità domenicale. Fino al guado di Vezzano piu' o meno tutto uguale e poca gente, poi varco la soglia della nuova ciclopedonale direttissima Puianello/Vezzano. Ero tentato di non farla e di tirare dritto su asfalto passando dalla Rivaltella, ma mi son detto che dovevo vedere lo scempio. Altro che tunnel del Brennero! E si, insomma, posso dirlo, era meglio quando li ci giravano solo abusivamente le moto e magari si passava a fatica nelle buche e fra i rovi, ma il mondo va avanti dicono, percio' mi sono fatto un bagno di polvere fino alle caprette, con tuffo finale nello struscio mattunito del tratto bitumato, dove occorre notevole perizia per procedere con un minimo di fluidità, ma tagliare da via Moliere mi sembrava una vigliaccata.
Ogni tanto è necessario aggiornarsi, troppo isolamento non va bene. Giusto quelle due volte l'anno.