Beh, visto che è nato come un giretto in bici, vi giro il report che ho scritto per alcuni amici.... :)
Eccomi al secondo appuntamento con la rubrica “il paese dei farlocchi”.
Viviamo veramente in un paese di culattoni raccomandati, ma soprattutto capre ignoranti, capre, capre, capre!! (cit.)
Tutto ha inizio questo primo pomeriggio, quando decido di mettere il mio grosso posteriore in sella alla mountain bike e portarlo in giro per le campagne a ridosso di Decimoputzu, almeno per bruciare un pochino delle millemila calorie ingurgitate in quel di Desulo i giorni scorsi.
Oggi sono solo soletto: mi armo di
zaino e auricolari, accesi in modalità tenores di Ovodda, e mi dirigo verso le colline attorno a Monte Idda. La giornata non è certamente bella, anzi le nuvolacce nere sopra di me cercano di spaventarmi sferzandomi qualche goccia d'acqua sul viso, complici le scostanti raffiche di vento. Non ho fretta, anzi nelle prime salite mi rilasso fermandomi di quando in quando a guardare incuriosito i funghi. La cosa dura poco perché in breve tempo ricordo di non capire un beneamato di funghi, che peraltro non mi piacciono nemmeno dentro al piatto.
Decido perciò di lasciarli ai loro abituali frequentatori, i puffi, e proseguo per la mia strada.
Per un po' faccio su e giù per le colline, alternando strappi in salita e piccoli sentierini in ripida discesa. Alla fine decido di chiudere il giro con un po' di fondo. Dirigo cosi verso le campagne di Siliqua, attraversando la vecchia polveriera abbandonata. Se queste lande sono sempre un po' spettrali, oggi col cielo scuro lo sono in modo particolare. Scorrono davanti a me edifici abbandonati, stradine in rovina, resti di bunker e muri sbrecciati. Rimango attento e vigile, casomai spunti improvvisamente qualche zombie da dietro un cespuglio.
Arrivo finalmente in vista del lago del Cixerri. Oggi è particolarmente grigio e triste, ma il verde tutt'attorno lo rende comunque affascinante, finalmente autunnale dopo la lunga calura estiva. Prendo subito la stradina che mi porterà nei pressi di San Giovanni di Seruis, l'antico villaggio medievale abbandonato oggi sulle sponde del lago, nelle campagne di Villaspeciosa.
Quando sono finalmente in vista del declivio sul quale sorgono i poveri resti della chiesetta, mi imbatto su un personaggio indaffarato, a passeggio lungo il campo attorno al sito. Poco distante, un fuoristrada grigio seminascosto dagli arbusti e un'altra sagoma che sembra vagare come uno spettro attorno all'auto.
La cosa che però attrae il mio sguardo è uno strano “aspirapolvere”, ben maneggevole e sinuoso, che il tale più vicino a me regge e trascina sopra l'erba del campo.
Uno sguardo più vicino e i contorni si fanno più nitidi: il personaggio misterioso è un giovane, avrà la mia età, ad occhio, mentre “l'aspirapolvere” che regge è evidentemente un metal detector, uno di quei cosi infernali e indiscreti costruiti per saggiare la presenza di oggetti di metallo nel sottosuolo.
La frenata è pronta e inevitabile: “ehi tu!” grido, per attirare la sua attenzione.
Il ragazzo si gira e mi guarda perplesso: “si si, proprio tu... che combini? Stai cercando monetine?”. Come risposta mi aspetto una cosa del tenore di “fatti i xxxxx tuoi!”; invece la voce è soltanto un pochino imbarazzata, ma anche tranquilla: “eeeh, si insomma, beh...ci proviamo!”.
Evidentemente il fenomeno pensa di aver incontrato un “collega”.
Correggo immediatamente il suo errore di valutazione: “Ma lo sai che questa è un'area interessata da vincolo archeologico? Sai che quello che stai facendo è illegale?”.
La sua voce si fa meno tranquilla: “aah...cioè?...ehm...cosa....mmm....insomma....ma questo campo è aperto...”
Gli rispondo pronto: “e quindi? Se è un campo aperto tu pensi di poter entrare impunemente in un sito archeologico e “forroncare” dove ti pare con quell'arnese?”
“eehh, ma qui non c'è nulla, c'è solo il lago...”
Lo interrompo: “ah si? Solo il lago? E allora cosa stai cercando? Sei venuto qui l'altro giorno a fare la scampagnata e hai perso un euro? E sei tornato disperato a cercarlo col metal detector? Scommetto che non sapevi che sei sopra un villaggio di età medievale e che a 500 metri si trova anche una necropoli di età romana...”
Al che lui risponde con una perla: “aaah, ma se è a 500 metri allora io qui posso stare...”.
Sono tentato di ridergli in faccia, ma seguo a parlare severamente: “Si vero? Sei sicuro sicuro che qui ci puoi stare? Possiamo chiedere a chi di dovere eh, non ci vuole poi tanto... Ascolta: visto che sono piombato qui a farmi i fatti tuoi senti un po' un'ultima cosa, poi me ne vado. Tu hai idea di cosa stai facendo? Sai che con le tue azioni danneggi pesantemente dei contesti di grande valore storico che andrebbero scavati dagli archeologi e non da gente come te? Tu sei sardo vero? Tu baratti la storia della tua terra, dei tuoi Padri, rovini e spogli le campagne dei loro tesori solo per qualche monetina? Ti rendi conto di quello che fai?”
La risposta è carica di pentimento e prostrazione: “eeeh monetine, magari ne trovassi qualcuna....”
Sono tentato di aggredirlo e di rompergli il metal detector in testa, ma ho di meglio da fare... devo correre a Villaspeciosa da chi so io.
Dopo nemmeno cinque minuti dalla mia partenza sono già sulla strada asfaltata verso il paese.
Improvvisamente sento un'auto dietro di me. Indovinate? È proprio il fuoristrada che avevo intravisto a San Giovanni di Seruis: mi supera di gran carriera e si perde dietro i declivi. Sono quasi stupito che non abbia cercato di mettermi sotto! :) La velocità comunque non mi impedisce di fare una foto dopo il suo passaggio.
Arrivato a Villaspeciosa mi dirigo in Comune. Sono fortunato, in ufficio trovo un vigile urbano.
Racconto la sporca storia e mostro la fotografia, ricevendo in cambio un sentito grazie e la promessa che verranno presi provvedimenti. Il che vuol dire naturalmente che non succederà nulla di nulla. Questi personaggi continueranno, come sempre accade, a fare tutto quello che vogliono nelle nostre campagne, in barba a vigili, pompieri, pubblici ministeri, ballerine di tip tap e riparatori di cucine a gas. E soprattutto, in barba ad archeologi e amanti della propria terra e della sua storia millenaria.
E questo perché disgraziatamente in Italia i Beni Archeologici e Storici sono tutelati, valorizzati e gestiti da italiani. Il problema del nostro paese sono i nostri paesani... d'altro canto il fenomeno che faceva il cane da tartufi metallici aveva un accento che nemmeno Gigi Sanna degli Istentales...
Comunque è stato bello poter intervenire con cognizione di causa, ho riassaporato l'utilità di aver studiato da archeologo. E visto che per il mio presente (e passato, e futuro) lavorativo le mie lauree sono utili come un lucchetto di cartapesta, almeno ho potuto utilizzarle nel mio nuovo ruolo di “moralizzatore”. Anzi, quasi quasi mi propongo come un ninja al servizio della storia sarda: già mi immagino col mio nome in codice: agente 00€, spia aggratis.
E se invece.........ma si! ma si! ho sbagliato tutto, la storia e l'archeologia non attirano più, sono superate, anacronistiche, sono esse stesse storia e archeologia: conviene buttarmi nel business tecnologico: a quanto pare in giro c'è una grande richiesta di metal detector!