Non essendomi accorto che esisteva già un thread simile ne ho aperto uno intitolandolo "Libertà condizionata" nella sezione " I domandoni".
Ringrazio Rovermtb di avermelo fatto presente e riporto qui il testo che avevo postato sperando che possa servire alla discussione. La mia intenzione non è quella di attribuire colpe ma cercare di capire le posizioni di tutte le parti in gioco.
Libertà condizionata
Sia per esperienza personale, sia leggendo post in diversi threads, noto che molti hanno i miei stessi problemi con il coniuge. Io, normalmente, esco una volta alla settimana e mi faccio un giretto di 3 ore, raramente 4, e quelle pochissime volte che voglio esagerare, mezza giornata. Eppure indipendentemente dalla durata dell'uscita, quasi sempre c'è da discutere; o è troppo caldo o è troppo freddo, o è troppo presto o è troppo tardi, oppure ho mangiato troppo o forse ho mangiato poco, o c'è da tagliare il prato o "non mi porti mai da nessuna parte", o c'è da fare la spesa o "esci anche oggi?".
Sarà che mia moglie è diventata apprensiva a causa della mia "modesta" cardiopatia? Oppure effettivamente la mtb viene vista come una temibile rivale, che sottrae tempo e risorse alla famiglia e le mogli e i (pochi) mariti si sentono trascurati? E si che il cardiologo si è così tanto raccomandato di fare attività fisica, ovviamente senza esagerare, ma ogni volta è una lotta e mi chiedo se non era meglio che mi trovassi un'amante (con l'apostrofo!!!!).
Ho il sospetto che sarebbe stata sopportata con più condiscendenza.
O noi bikers siamo effettivamente così fanatici e monomaniaci?
O, ancora, il senso di libertà che ci regala la mtb, entra in conflitto con il "legame" coniugale.
Che ne pensate?