Se vi interessa, per il sito (www.orobiecup.it) che curo, ho scritto un report (che riporto sotto) sulla prova di una 29. Sono un neofita di questo mezzo. Spero di non aver scritto cavolate. Grazie per il contributo che mi vorrete dare.
HO PROVATO PER VOI (e per me!!) UNA 29 POLLICI
Ogni stagione le case produttrici di MTB sfornano moltissime novità che poi si trasferiscono a breve sulle nostre amate biciclette. Alcune sono macroscopiche e rivoluzionarie, tanto da cambiare le nostre abitudini, altre invece passano quasi inosservate. Tra le prime, a memoria, cito ad esempio i freni a disco oppure le forcelle ammortizzate. Secondo il mio modestissimo parere oggi come oggi siamo nel pieno di una di queste evoluzioni ben evidenti, che potrebbero lasciare il segno.
Sto parlando del passaggio di dimensione delle ruote da 26 a 29 pollici (ricordatevi parliamo di diametri e un pollice corrisponde a 2,54 cm). Sicuramente affermare che è solo un cambio dimensionale delle ruote è un errore poichè abbinata a tale modifica c'è anche una diversa gestione delle geometrie del telaio e di tutto quanto ad esso è collegato. Questo turbillion di cambiamenti, in atto ormai da almeno un paio di anni, mi ha incuriosito parecchio. Ho cercato cosi di testare, a fondo, una bici da 29 pollici per capire se effettivamente questa rivoluzione riuscirà a cambiare effettivamente i nostri usi e costumi. Per eseguire queste prove ho avuto a disposizione una MTB da 29 pollici in titanio offertami gentilmente da Mauro Carminati di Axevo.
Prima fase del test - Ritiro mezzo e trasporto. Appena ritirata la MTB di Axevo subito il primo problema: ma ci sta in macchina con ste ruote grandi? Ebbene si nessun inconveniente per far rientrare la bici nel baule. Il telaio occupa lo stesso volume della mia classica 26. Le ruote invece sono si più grandi (3 pollici in più corrispondono circa 7,5cm ) ma comunque gestibili all'interno del bagagliaio della macchina. Ottimo, primo inghippo superato alla grande.
Seconda fase - Primo assaggio e giro di prova. Il primo assaggio di una 29 lo faccio su di un percorso tranquillo tanto per studiare la posizione e le varie regolazioni da fare: altezza sella, pressione ruote, sensibilità freni ecc.. Appena salito e sistemato il il tutto ho avuto la senzazione di "cavalcare" una MTB diversa almeno nella posizione. Sembra una bici dove il bikers è più "avvolto" nel telaio, meno "a sbalzo" rispetto ad una 26. Questo aspetto rassicura maggiormente il bikers che si sente più protetto, almeno nei tratti tecnici e dalle alte pendenze.
Terza fase - Giro impegnativo. Terminata la fase di set up del mezzo lo ripongo in garage pronto per la prova più dura del giorno dopo. La mia idea è quella di testare la bici su di un percorso già ben conosciuto. Decido cosi di provare la MTB sul tracciato della gara di Entratico dove abitualmente mi alleno. Lo conosco alla perfezione e quindi avendo dei punti di riferimento ben precisi riesco a valutare le prestazioni del mezzo, sia in salita che in discesa. Effettivamente cosi è stato. Questa scelta mi ha permesso di capire dove questo mezzo differisce rispetto alla mia 26 pollici. Nel tratto pianeggiante del percorso la 29 è scorrevole almeno quanto la 26 pollici, qui grosse differenze non ne ho viste. Forse e ripeto forse è meno rapida nei cambiamenti di ritmo repentini (inerzia maggiore). Questo dato però sarebbe utile verificarlo, ad esempio, durante una gara poichè in allenamento, almeno nel mio caso, non riesco mai a simulare le vere condizioni che si affrontano la domenica durante le competizioni.
Terminata la fase pianeggiante inizia la prima salita, il Grena. Una ascesa per nulla tecnica dove è sufficiente spingere sui pedali. Il fondo è ghiaioso e compatto. Le pendenze mai eccessive. Una sorta di Selvino (più corto) per la MTB. Qui il mezzo si comporta come la mia 26 pollici, anche se risente meno di alcuni micro avvallamenti (piccole buche sparse qua e la lungo la sede stradale) lungo i rettilinei della salita. La differenza si nota anche nei tornanti dove la ruota più grande ti permette di affrontarli con una velocità apparente più alta. Su questa salita secondo me, a parità di gamba, il tempo di ascesa tra una 26 e una 29 è praticamente identico. Sicuramente però la 29 ti permette di affrontarla con un pelo più di confort.
Terminata la salita del Grena ho affrontato il tratto di asfalto fino a raggiungere un pezzo di salita molto impegnativo prima con fondo cementato poi con fondo sassoso sconnesso. Qui le pendenze sono sempre oltre il 13%. Nella prima zona, con fondo duro, si sale tranquillamente anche stando ben seduti in sella ma è nella seconda parte di salita che la 29 da il meglio di se. Questo tratto di percorso, come già detto, è ricco di sassi che si muovo in continuazione e che interrompono il gesto atletico del bikers. La bici però sembra soffrire poco queste condizioni avverse del fondo. Sembra quasi che le ruote se ne freghino dei sassi vincendoli con estrema facilità. Rispetto ai miei passaggi su questa pietraia con la 26, con questo mezzo riesco a salire con più facilità e sicurezza. Riesco a mantenere la traiettoria migliore senza particolari problemi. Certo la fatica e lo sforzo è tale e quale ma la resa della 29 è comunque migliore. In questo tratto sembra di avere in mano una Full che avendo il carro posteriore "indipendente" riesce a copiare al meglio il fondo sconnesso.
Terminata la salita impegnativa inizia una macrozona di discesa. Tale area del percorso la si può dividere in due: una lunga discesa su strada in terra battuta (molto compatta) e un single track altrettanto lungo a tratti impegnativo.
La lunga discesa, situata a Foresto Sparso in zona Saiga, permette di lanciare la bici ad una velocità molto alta. Il fondo compatto presenta però alcuni avvallamenti e buche. Scendendo abbastanza velocemente la MTB copia alla perfezione il fondo trasmettendo una senzazione di sicurezza al bikers abbastanza notevole. Probabilmente la velocità di discesa è la medesima della 26 ma l'atleta si sente più sicuro. Da notare che pur avendo una forcella anteriore da 80mm non si sente mai il limite di questo componente.
Passando poi al tratto tecnico della discesa con sassi, buche e curve in appoggio si sente subito che la MTB in questione, in questa zona, esprime tutto il suo potenziale. Qui le differenze tra la 26 si fanno veramente sentire. Sono riuscito ad affrontare questo tratto con una sicurezza e una velocità ben superiore rispetto alla mia attuale bici da 26 pollici. I sassi vengono aggrediti e sconfitti con una facilità davvero importante. Sarà che la discesa non è mai stato il mio pezzo forte, sta di fatto che con questo mezzo si può davvero fare la differenza su percorsi che presentano queste caratteristiche.
Terminata questa parte del test mi sposto in un altro tratto del percorso non molto tecnico ma dove la guida e il continuo rilancio del mezzo sono fondamentali.
In questa parte di percorso la 26 sembra più reattiva, più sveglia rispetto alle richieste del bikers. Non sono differenze abissali ma comunque si sentono. L'inerzia della 29 è maggiore e i continui cambi di direzione molto veloci si sentono sulle gambe. Probabilmente la mia mente, essendo settata sulla 26, è abbituata ad una guida ottimale ma non per questo mezzo. Con la 29 bisogna cambiare un pò lo stile di guida, cercando di essere più regolari e meno nervosi, almeno in questi tratti di percorso.
Ma allora, in definitiva, è meglio la 26 o la 29 pollici? Domanda delle cento pistole, la cui rispota è, secondo me, del tutto soggettiva. Dal mio punto di vista è una MTB da prendere veramente in considerazione. Non presenta nessuna lacuna talmente evidente da impedirne una seria valutazione in fase di acquisto. Anzi, per il mio modo di andare in bici, è l'ideale: in salita è pressoche identica alla 26 pollici, in discesa ti permette di fare il salto di qualità. Negli strappi tecnici sassosi ed impegnativi ti consente una guida più regolare e meno attenta in definitiva meno esosa in termini di energia. Richiede forse un diverso approccio nei tratti guidati dove forse può soffrire un pò per via dell'inerzia maggiore.
Per terminare questo mio report intendo precisare ancora che quanto scritto è frutto solo del mio test, delle mie impressioni di guida del mezzo. Non vuole essere in nessun modo ne una guida definitiva sulle 29 ne tantomeno un vangelo in merito ai pregi e difetti di questo mezzo. Un consiglio però mi sento comunque in grado di poter dare a chiunque intendesse acquistare una nuova bike: provatela e non fermatevi alle apparenze e alle leggende metropolitante che si sentono in giro. Un test sul campo è proprio quello che ci vuole.
Michele Zambaiti
P.S.1: Il test in questione è stato rifatto per tre volte sullo stesso percorso.
P.S.2: Prossimo report: PMP, come nascono pezzi di altissima qualità made in Italy
HO PROVATO PER VOI (e per me!!) UNA 29 POLLICI
Ogni stagione le case produttrici di MTB sfornano moltissime novità che poi si trasferiscono a breve sulle nostre amate biciclette. Alcune sono macroscopiche e rivoluzionarie, tanto da cambiare le nostre abitudini, altre invece passano quasi inosservate. Tra le prime, a memoria, cito ad esempio i freni a disco oppure le forcelle ammortizzate. Secondo il mio modestissimo parere oggi come oggi siamo nel pieno di una di queste evoluzioni ben evidenti, che potrebbero lasciare il segno.
Sto parlando del passaggio di dimensione delle ruote da 26 a 29 pollici (ricordatevi parliamo di diametri e un pollice corrisponde a 2,54 cm). Sicuramente affermare che è solo un cambio dimensionale delle ruote è un errore poichè abbinata a tale modifica c'è anche una diversa gestione delle geometrie del telaio e di tutto quanto ad esso è collegato. Questo turbillion di cambiamenti, in atto ormai da almeno un paio di anni, mi ha incuriosito parecchio. Ho cercato cosi di testare, a fondo, una bici da 29 pollici per capire se effettivamente questa rivoluzione riuscirà a cambiare effettivamente i nostri usi e costumi. Per eseguire queste prove ho avuto a disposizione una MTB da 29 pollici in titanio offertami gentilmente da Mauro Carminati di Axevo.
Prima fase del test - Ritiro mezzo e trasporto. Appena ritirata la MTB di Axevo subito il primo problema: ma ci sta in macchina con ste ruote grandi? Ebbene si nessun inconveniente per far rientrare la bici nel baule. Il telaio occupa lo stesso volume della mia classica 26. Le ruote invece sono si più grandi (3 pollici in più corrispondono circa 7,5cm ) ma comunque gestibili all'interno del bagagliaio della macchina. Ottimo, primo inghippo superato alla grande.
Seconda fase - Primo assaggio e giro di prova. Il primo assaggio di una 29 lo faccio su di un percorso tranquillo tanto per studiare la posizione e le varie regolazioni da fare: altezza sella, pressione ruote, sensibilità freni ecc.. Appena salito e sistemato il il tutto ho avuto la senzazione di "cavalcare" una MTB diversa almeno nella posizione. Sembra una bici dove il bikers è più "avvolto" nel telaio, meno "a sbalzo" rispetto ad una 26. Questo aspetto rassicura maggiormente il bikers che si sente più protetto, almeno nei tratti tecnici e dalle alte pendenze.
Terza fase - Giro impegnativo. Terminata la fase di set up del mezzo lo ripongo in garage pronto per la prova più dura del giorno dopo. La mia idea è quella di testare la bici su di un percorso già ben conosciuto. Decido cosi di provare la MTB sul tracciato della gara di Entratico dove abitualmente mi alleno. Lo conosco alla perfezione e quindi avendo dei punti di riferimento ben precisi riesco a valutare le prestazioni del mezzo, sia in salita che in discesa. Effettivamente cosi è stato. Questa scelta mi ha permesso di capire dove questo mezzo differisce rispetto alla mia 26 pollici. Nel tratto pianeggiante del percorso la 29 è scorrevole almeno quanto la 26 pollici, qui grosse differenze non ne ho viste. Forse e ripeto forse è meno rapida nei cambiamenti di ritmo repentini (inerzia maggiore). Questo dato però sarebbe utile verificarlo, ad esempio, durante una gara poichè in allenamento, almeno nel mio caso, non riesco mai a simulare le vere condizioni che si affrontano la domenica durante le competizioni.
Terminata la fase pianeggiante inizia la prima salita, il Grena. Una ascesa per nulla tecnica dove è sufficiente spingere sui pedali. Il fondo è ghiaioso e compatto. Le pendenze mai eccessive. Una sorta di Selvino (più corto) per la MTB. Qui il mezzo si comporta come la mia 26 pollici, anche se risente meno di alcuni micro avvallamenti (piccole buche sparse qua e la lungo la sede stradale) lungo i rettilinei della salita. La differenza si nota anche nei tornanti dove la ruota più grande ti permette di affrontarli con una velocità apparente più alta. Su questa salita secondo me, a parità di gamba, il tempo di ascesa tra una 26 e una 29 è praticamente identico. Sicuramente però la 29 ti permette di affrontarla con un pelo più di confort.
Terminata la salita del Grena ho affrontato il tratto di asfalto fino a raggiungere un pezzo di salita molto impegnativo prima con fondo cementato poi con fondo sassoso sconnesso. Qui le pendenze sono sempre oltre il 13%. Nella prima zona, con fondo duro, si sale tranquillamente anche stando ben seduti in sella ma è nella seconda parte di salita che la 29 da il meglio di se. Questo tratto di percorso, come già detto, è ricco di sassi che si muovo in continuazione e che interrompono il gesto atletico del bikers. La bici però sembra soffrire poco queste condizioni avverse del fondo. Sembra quasi che le ruote se ne freghino dei sassi vincendoli con estrema facilità. Rispetto ai miei passaggi su questa pietraia con la 26, con questo mezzo riesco a salire con più facilità e sicurezza. Riesco a mantenere la traiettoria migliore senza particolari problemi. Certo la fatica e lo sforzo è tale e quale ma la resa della 29 è comunque migliore. In questo tratto sembra di avere in mano una Full che avendo il carro posteriore "indipendente" riesce a copiare al meglio il fondo sconnesso.
Terminata la salita impegnativa inizia una macrozona di discesa. Tale area del percorso la si può dividere in due: una lunga discesa su strada in terra battuta (molto compatta) e un single track altrettanto lungo a tratti impegnativo.
La lunga discesa, situata a Foresto Sparso in zona Saiga, permette di lanciare la bici ad una velocità molto alta. Il fondo compatto presenta però alcuni avvallamenti e buche. Scendendo abbastanza velocemente la MTB copia alla perfezione il fondo trasmettendo una senzazione di sicurezza al bikers abbastanza notevole. Probabilmente la velocità di discesa è la medesima della 26 ma l'atleta si sente più sicuro. Da notare che pur avendo una forcella anteriore da 80mm non si sente mai il limite di questo componente.
Passando poi al tratto tecnico della discesa con sassi, buche e curve in appoggio si sente subito che la MTB in questione, in questa zona, esprime tutto il suo potenziale. Qui le differenze tra la 26 si fanno veramente sentire. Sono riuscito ad affrontare questo tratto con una sicurezza e una velocità ben superiore rispetto alla mia attuale bici da 26 pollici. I sassi vengono aggrediti e sconfitti con una facilità davvero importante. Sarà che la discesa non è mai stato il mio pezzo forte, sta di fatto che con questo mezzo si può davvero fare la differenza su percorsi che presentano queste caratteristiche.
Terminata questa parte del test mi sposto in un altro tratto del percorso non molto tecnico ma dove la guida e il continuo rilancio del mezzo sono fondamentali.
In questa parte di percorso la 26 sembra più reattiva, più sveglia rispetto alle richieste del bikers. Non sono differenze abissali ma comunque si sentono. L'inerzia della 29 è maggiore e i continui cambi di direzione molto veloci si sentono sulle gambe. Probabilmente la mia mente, essendo settata sulla 26, è abbituata ad una guida ottimale ma non per questo mezzo. Con la 29 bisogna cambiare un pò lo stile di guida, cercando di essere più regolari e meno nervosi, almeno in questi tratti di percorso.
Ma allora, in definitiva, è meglio la 26 o la 29 pollici? Domanda delle cento pistole, la cui rispota è, secondo me, del tutto soggettiva. Dal mio punto di vista è una MTB da prendere veramente in considerazione. Non presenta nessuna lacuna talmente evidente da impedirne una seria valutazione in fase di acquisto. Anzi, per il mio modo di andare in bici, è l'ideale: in salita è pressoche identica alla 26 pollici, in discesa ti permette di fare il salto di qualità. Negli strappi tecnici sassosi ed impegnativi ti consente una guida più regolare e meno attenta in definitiva meno esosa in termini di energia. Richiede forse un diverso approccio nei tratti guidati dove forse può soffrire un pò per via dell'inerzia maggiore.
Per terminare questo mio report intendo precisare ancora che quanto scritto è frutto solo del mio test, delle mie impressioni di guida del mezzo. Non vuole essere in nessun modo ne una guida definitiva sulle 29 ne tantomeno un vangelo in merito ai pregi e difetti di questo mezzo. Un consiglio però mi sento comunque in grado di poter dare a chiunque intendesse acquistare una nuova bike: provatela e non fermatevi alle apparenze e alle leggende metropolitante che si sentono in giro. Un test sul campo è proprio quello che ci vuole.
Michele Zambaiti
P.S.1: Il test in questione è stato rifatto per tre volte sullo stesso percorso.
P.S.2: Prossimo report: PMP, come nascono pezzi di altissima qualità made in Italy