Ho provato quella di Luca (Pezzi), infatti siamo usciti insieme.
Qui a Castrocaro, in Romagna.
Percorso facile, pedalabile e molto scorrevole, 46 km e 810 mt di dislivello, asfalto e fondo viscido e fangoso, molto viscido e molto fangoso, argilla.
Le sensazioni sono in parte falsate dalla maledetta doppia che monta Luca; due denti in più fanno differenza.
Ci siamo cambiati le bici quando io stavo pedalando tutto il giorno con il 32 e lui ha il 34.
Comunque si sente molto di più la differenza dei due denti che quella delle masse delle ruote; le disquisizioni sulle forze d'inerzia sono giuste, lecite ed interessanti; ma sul campo se bisogna spingere un minimo in più lo si fa senza rendersene conto, e la bici va.
Mi hanno un po' forzato a provarla, devo dire il vero, io sono molto pago delle mie due Yeti e non cerco nulla di nuovo, sciamata l'euforia pre-feste.
Anche se parlare con Mauro, ma non solo di 9er è un incanto come parlare di ruote con Luca.
In salita impostata come una full, seduto e regolare, è molto redditizia, in quanto la bici sale dritta senza curarsi delle asperità, come una full, ma conservando una reattività che la full non ha; e questo è importante, imho, perchè può essere una delle differenze con le 26.
La trazione è notevole, come spiegato in tutte le lingue ormai, nonostante le coperture minimaliste.
Non teme nemmeno i rilanci in fuorisella, in salita, dove ho continuato ad avvertire più il fastidio del 34 che delle ruotone.
La sensazione di agio e sicurezza è immediata, probabile il passo.
In discesa, dopo un breve e velocissimo saliscendi, ci siamo scambiati le bici nuovamente, perchè le tacchette Time sui CB agganciavano giusto per la salita e in discesa avevo timore si sganciassero.
Con la Yeti, su una discesa in asfalto, sporca, piena di buche, bagnata e viscida, mentre Luca scendeva in tutta tranquillità io faticavo a tenergli il passo, e li mi sono un po' meravigliato.
Comunque è probabile che continui a provarla, così a scottadito, è maneggevole e stabile il giusto.
L'impressione è che possa essere un po' lenta sui percorsi più nervosi e guidati con continui rilanci, ma se Luca ci monta una tripla, mi piacerebbe portarmela al Montello e provarla li.
Si, perchè, una volta solo è troppo poco... Anche la mia Yeti si è rivelata un po' alla volta, non mi ha raccontato tutto subito, lo ha fatto poco per volta; per amaliarmi.
Si perchè le bici si raccontano, hanno un anima e parlano.
Comunque fioi: YETI POWER!
Si sono un entusiasta...
Qui a Castrocaro, in Romagna.
Percorso facile, pedalabile e molto scorrevole, 46 km e 810 mt di dislivello, asfalto e fondo viscido e fangoso, molto viscido e molto fangoso, argilla.
Le sensazioni sono in parte falsate dalla maledetta doppia che monta Luca; due denti in più fanno differenza.
Ci siamo cambiati le bici quando io stavo pedalando tutto il giorno con il 32 e lui ha il 34.
Comunque si sente molto di più la differenza dei due denti che quella delle masse delle ruote; le disquisizioni sulle forze d'inerzia sono giuste, lecite ed interessanti; ma sul campo se bisogna spingere un minimo in più lo si fa senza rendersene conto, e la bici va.
Mi hanno un po' forzato a provarla, devo dire il vero, io sono molto pago delle mie due Yeti e non cerco nulla di nuovo, sciamata l'euforia pre-feste.
Anche se parlare con Mauro, ma non solo di 9er è un incanto come parlare di ruote con Luca.
In salita impostata come una full, seduto e regolare, è molto redditizia, in quanto la bici sale dritta senza curarsi delle asperità, come una full, ma conservando una reattività che la full non ha; e questo è importante, imho, perchè può essere una delle differenze con le 26.
La trazione è notevole, come spiegato in tutte le lingue ormai, nonostante le coperture minimaliste.
Non teme nemmeno i rilanci in fuorisella, in salita, dove ho continuato ad avvertire più il fastidio del 34 che delle ruotone.
La sensazione di agio e sicurezza è immediata, probabile il passo.
In discesa, dopo un breve e velocissimo saliscendi, ci siamo scambiati le bici nuovamente, perchè le tacchette Time sui CB agganciavano giusto per la salita e in discesa avevo timore si sganciassero.
Con la Yeti, su una discesa in asfalto, sporca, piena di buche, bagnata e viscida, mentre Luca scendeva in tutta tranquillità io faticavo a tenergli il passo, e li mi sono un po' meravigliato.
Comunque è probabile che continui a provarla, così a scottadito, è maneggevole e stabile il giusto.
L'impressione è che possa essere un po' lenta sui percorsi più nervosi e guidati con continui rilanci, ma se Luca ci monta una tripla, mi piacerebbe portarmela al Montello e provarla li.
Si, perchè, una volta solo è troppo poco... Anche la mia Yeti si è rivelata un po' alla volta, non mi ha raccontato tutto subito, lo ha fatto poco per volta; per amaliarmi.
Si perchè le bici si raccontano, hanno un anima e parlano.
Comunque fioi: YETI POWER!
Si sono un entusiasta...