Pista ciclabile Menfi - Porto Palo

Stefo

Biker infernalis
11/10/04
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Capo d'Orlando (ME)
www.bricichettari.it
Bike
Trek Fuel Ex
Una pista ciclabile sarà realizzata tra Menfi e Portopalo grazie ai finanziamenti dal Dipartimento Trasporti e Comunicazioni della Regione Sicilia, finanziamento che include il progetto di riconversione della tratta Menfi-Portopalo della ormai dismessa linea ferroviaria Castelvetrano-Ribera.
E’ stato infatti acquisito il progetto esecutivo del comune di Menfi per la riconversione in itinerario ciclopedonale della tratta ferroviaria il cui finanziamento sarà possibile dopo l’approvazione del bilancio regionale e avverrà con i fondi previsti dalla legge n. 366 del 1998.
L’infrastruttura attraverserà territori di particolare interesse e pregio ambientale quali il versante collinare sud-ovest della zona “Fiori” ed il “Serrone Cipollazzo” fino alla Borgata Marinara di Portopalo e prevede una serie di servizi a supporto dei cicloturisti e turusti amanti delle lunghe passeggiate alla scoperta del territorio e dei suoi prodotti tipici.
Con gli stessi fondi è già stato finanziato dal Dipartimento nel dicembre 2005 il progetto di riconversione di 21 Km della linea ferroviaria dismessa Palermo-Corleone che attraversa il Bosco della Ficuzza, progetto presentato dalla Provincia regionale di Palermo ed elaborato con il contributo della ex Aapit come prima realizzazione di un più ampio schema di riutilizzo per scopi turistici della linea a scartamento ridotto. Con i fondi della legge finanziaria dello Stato n. 388 del 2000 è stata invece finanziata nel dicembre 2005 la pista ciclabile in ambito urbano tra la via Giovanni XIII e Piazza Europa nel comune di Catania.
E’ infine da segnalare che da parte del comune di Noto è in corso di elaborazione il progetto esecutivo di una pista ciclopedonale Noto-Vendicari adiacente alla dismessa linea ferroviaria Noto-Pachino.

2006_01_25_foto_01.jpg
2006_01_25_foto_02.jpg


Fonte : www.ferroviesiciliane.it
 
tempo fa avevo segnalato questo link (ma come al solito no mi avete cagato) adesso ve lo ripropongo

http://www.bike-board.net/community/forum/showthread.php?t=49726

io ho dato un occhiata veloce alla proposta di legge e non mi pare che si parla di asfaltare tratte ferroviarie in disuso, sebbene la realizzazione di piste ciclabili potrebbe sottointendere tale operazione..... Vale la pena di approfondire ed eventualmente organizzare qualcosa invece che stare li a bocca aperta.
 

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Biker assatanatus
14/10/04
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Everywhere&Nowhere
www.ssstbiketeam.it
tempo fa avevo segnalato questo link (ma come al solito no mi avete cagato) adesso ve lo ripropongo

http://www.bike-board.net/community/forum/showthread.php?t=49726

io ho dato un occhiata veloce alla proposta di legge e non mi pare che si parla di asfaltare tratte ferroviarie in disuso, sebbene la realizzazione di piste ciclabili potrebbe sottointendere tale operazione..... Vale la pena di approfondire ed eventualmente organizzare qualcosa invece che stare li a bocca aperta.

SUKA! Io ho votato!!!
SUKA SUKA! i tratti ciclabili delle ffss li asfaltano, stai tranqui...
non organizzi niente, perchè se nei progetti esecutivi hanno disposto di asfaltare, così faranno!:azz-se-m:
 

Stefo

Biker infernalis
11/10/04
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Capo d'Orlando (ME)
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Trek Fuel Ex
Visto che vi abbutta leggere tutto estraggo :
PISTE RICAVABILI DA TRATTI DI FERROVIE DISMESSE O IN CORSO DI DISMISSIONE
Ricavare una greenway da un percorso ferroviario soppresso non è soltanto un semplice intervento tecnico di conversione, ma è altresì un’importante iniziativa mirata alla valorizzazione ed alla fruizione del notevole patrimonio di archeologia industriale, rappresentato nell’isola dalle antiche linee ferroviarie in disuso.
La Sicilia è stata l’unica regione italiana in cui le ferrovie statali avevano in esercizio, oltre la rete a scartamento ordinario per le principali relazioni, anche una rete a scartamento ridotto, costruita fra il 1910 ed il 1935.
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Dopo il secondo conflitto mondiale, nel 1953, si comprese che non era più necessario portare a termine i lavori dei tratti già iniziati, poiché si andava sempre più affermando il trasporto automobilistico che permetteva spostamenti più rapidi.
Ci si è trovati così ai giorni d’oggi un patrimonio formato da circa 600 km di tracciati ferroviari costituito da linee secondarie a scartamento ridotto dismesse e prive di rotaie, condizione ideale alla conversione in piste ciclopedonali.
Questi tracciati, collegando grandi e piccoli insediamenti urbani, hanno il pregio di essere una valida alternativa di mobilità sostenibile, poiché permettono a ciclisti e pedoni di spostarsi verso la campagna su percorsi lontani dagli scarichi inquinanti dei mezzi motorizzati.
La greenway realizzata da una linea ferroviaria, sviluppandosi su sede propria, garantisce un’alta sicurezza agli utenti per le scarse intersezioni con la viabilità stradale ordinaria, presenta pendenze conformi a quelle stabilite per gli itinerari ciclabili (a parte i brevi tratti a cremagliera la cui pendenza può tuttavia essere ammessa considerati i segmenti in cui questa era presente) e per le caratteristiche della strada ferrata, con rettilinei ed ampie curve, offre una visuale ampia e gradevole della zona attraversata.
Inoltre ha il vantaggio di consentire l’intermodalità con il trasporto pubblico, poiché le stazioni ferroviarie dismesse possono ancora essere un punto di scambio per il trasporto treno + bici o autobus + bici. Spesso le linee a scartamento ridotto si attestavano nei pressi o nelle stesse stazioni a scartamento ordinario, ancora oggi in esercizio. Attualmente molte delle stazioni di queste linee dismesse sono diventate capolinea dei servizi sostitutivi effettuati con autobus.
Le piccole stazioni, i ponti, le gallerie e le altre opere d’arte sono inoltre testimonianza del passato e percorrendole a piedi o in bici ridestano le immagini della vecchia ferrovia.
Nello spazio di pochi chilometri la rete secondaria dismessa presenta una alternanza di paesaggi suggestivi e piacevoli: ampie assolate campagne, zone collinari rurali, fitti boschi, corsi d’acqua, zone turistiche ed archeologiche, litorali marini.
Oltre la suddetta rete secondaria a scartamento ridotto la «RFI», nuova società che gestisce la rete ferroviaria in Italia, ha sospeso e poi definitivamente soppresso,
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secondo le procedure di legge che saranno citate a parte, anche alcune tratte della rete a scartamento ordinario. Queste tratte, che sono ancora in buona parte dotate di armamento ferroviario, si prestano anch’esse alla conversione in itinerari ciclabili.
Un’opzione alla trasformazione in percorsi ciclopedonali andrà presa sulle linee di futura dismissione a causa delle varianti di tracciato per i previsti lavori di ammodernamento e di velocizzazione sia sulla linea Palermo – Messina sia sulla Messina – Catania.
Ovviamente gli interventi richiesti per la conversione di una linea ferroviaria, secondaria o ordinaria, dipenderanno da svariati fattori legati allo stato di conservazione delle infrastrutture di cui essa stessa è dotata. Molto improbabile, anzi sicuramente da escludere, è l’ipotesi di trovare la linea ancora armata. Infatti, una volta decretata la definitiva soppressione della tratta ferroviaria, vengono quasi subito recuperate le rotaie e le traverse in legno.
Gli interventi più consistenti riguarderanno sicuramente il ripristino e la manutenzione di tutte le opere d’arte: gallerie, ponti, ponticelli, tombini, viadotti, muri di controripa o di sottoscarpa, caselli e stazioni ferroviarie abbandonate da trasformare in strutture ricettive e ricreative, in servizi e per attività commerciali.
Un riferimento particolare va fatto all’opportunità del recupero delle gallerie, la cui volta spesso risulta essere franata, con la conseguente ostruzione delle stesse. Pertanto andranno analizzati e affrontati i costi per una riutilizzazione, considerando non solamente l’estensione dell’eventuale ostruzione, ma anche la lunghezza totale della galleria. Infatti fare uso, in un percorso ciclopedonale, di una galleria la cui lunghezza sia superiore ai 200 metri, non è accettabile per ovvi motivi di sicurezza, sensazione di claustrofobia, sbalzi termici a cui si va incontro percorrendola. In questo caso in fase di progettazione esecutiva dovrà essere predisposto un percorso alternativo. Nel caso in cui da un imbocco risultasse visibile l’uscita potrebbe essere ammesso l’utilizzo di gallerie più lunghe, ma non oltre i 400 metri, che dovranno essere dotate di un efficiente impianto di illuminazione.
Infine la massicciata, se ancora presente, eventualità abbastanza probabile, potrà essere conservata e in tal caso dovrà essere rivestita con idoneo materiale di riporto per potere garantire una perfetta ciclabilità.
 

etbike

Biker infernalis
Etna Free Bike da anni porta avanti un programma di rivalutazione di vecchie tratte ferroviarie dismesse.
Dal 1990 organizziamo raduni sulla ferrovia dell'Alcantara e ci siamo battuti anche con altre associazioni ambientaliste per bloccare il progetto di trasformazione di tale tratta in strada fruibile alle auto.

Numerose altre tratte ferroviarie dismesse (Caltagirone-Mirabella Imbaccari, Ficuzza, ecc) sono state proposte ai soci di EFB e percorse in mtb.

Domenica 1 ottobre molti bikers di EFB saranno in Umbria per partecipare alla manifestazione cicloturistica sulla ferrovia Spoleto-Norcia rientrante nel "Bike tour delle vecchie ferrovie" organizzato con altre due associazioni.

L'unione fa la forza!!!!!!!!
Chiamateci se c'e' da far casino.........bisogna guardare avanti:capitani: , la rivalutazione delle tratte ferrovie dismesse ad uso cicloturistico può creare un volano turistico inarrestabile!!

:bum-bum-:
 

robbygreco

Biker novus
16/8/06
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catania
www.etnafreebike.com
ho letto con attenzione quanto da tutti riportato e sono contento che da tutte le parti della sicilia si sollevi un unanime coro di NOOO!!
Ho iniziato a percorrere e catalogare le vecchie ferrovie dal 1990 in mtb, molto prima che presunti personaggi se ne interessasero per fini di lucro. Ho proposto itinerari basati su vecchie ferrovie a diverse amministrazioni comunali, proponendo il consorzio con altre realtà comunali vicine o sovra comunali.
diversi buchi nell'acqua, non c'era interesse... ora che si profilano i finanziamenti ecco spuntare gli interessi, ma senza il sufficiente supporto, non solo tecnico-scientifico, ma anche senza la sensibilità e la cultura di capire cosa si fa in altre nazioni più evolute. Per l'asfaltatura il problema è molto dibattuto, ma ultimamente in sedi istituzionali (macimed-regione siciliana, provincia ecc.) con etnafreebike abbiamo posto l'accento sulla necessità di creare dei sottofondi e degli strati superiori "stabilizzati" e non asfaltati (che tra l'altro tornerebbero sterrati dopo 5 anni max). stiamo combattendo e lo faremo ancora, per cui ben vengano i supporti di tutti i bikers e le associazioni disposti a lottare per le nostre vecchie ferrovie ciclabili.
Ps se la vecchia ferrovia linguaglossa-castiglione esiste ancora è solo grazie a EFB che nel 1992 creò un caso nazionale con articoli su tutti i giornali nazionali di spicco e sulle riviste di turismo, spalleggiati da TCI che abbraccio la causa.Poi entrò Legambiente e su pressione di tutti si riuscì ad evitare la demolizione, anche se oggi stanno realizzando una finta ciclabile da 18 mln di euro!!vittoria a metà, ma almeno potremo ancora pedalrci su...
www.etnafreebike.com
 
Dopo il secondo conflitto mondiale, nel 1953, si comprese che non era più necessario portare a termine i lavori dei tratti già iniziati, poiché si andava sempre più affermando il trasporto automobilistico che permetteva spostamenti più rapidi.
Ci si è trovati così ai giorni d’oggi un patrimonio formato da circa 600 km di tracciati ferroviari costituito da linee secondarie a scartamento ridotto dismesse e prive di rotaie .....

ovvero: e fu cosi che ci ritrovammo senza l'uno e le altre ..... :offtopic:

Perche' il GranMegaSupMagniEgrIllustrissimo giornalista (detto Mezcal) che milita caldo caldo alla nostra latitudine non medita sul caso di un intervento giornalistico? Dato che da tempo c'e' chi si occupa di non far passare in secondo piano questa situazione, ovvero di darla in pasto con facilita ai soliti sciacalli, si potrebbe cercare, allora, di mettere su un minimo di coordinamento tra gruppi ed associazioni dedite alla MTB ......
 

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