E notte. Piove. E vento forte, che fa sbattere le tapparelle. Neanche quattro ore di sonno. Mi sveglio di soprassalto. Per un attimo non connetto. Dove sono, che ore sono, ma specialmente, io chi sono? Qualche secondo di panico, poi mi ricollego. Lorologio digitale ha suonato puntuale alle 4. Mi alzo, mi sciacquo la faccia e comincio a vestirmi. Per fortuna ho preso la buona abitudine di preparare tutto alla sera, cosi in un attimo sono pronto e salgo in auto. Nessuno in giro. Imbocco la superstrada mentre sgranocchio un po di biscotti. La colazione in auto fa risparmiare altro tempo prezioso. Arrivo in autostrada, come da previsioni la pioggia cessa e verso est cominciano le prime luci dellaurora. Bene, si prepara unottima giornata.
Dopo unora e mezza arrivo a Campo Tures, 870 m, parcheggio e tiro fuori la fida Torque. Accendo il gps e imposto il giro che ho scelto per oggi: il passo dei Bovi (Ochsenlenke). Si tratta di un passo a quasi 2600 m. di quota, situato fra le valli di Riva e Aurina, e dalle indicazioni che ho raccolto su vecchie guide dovrebbe essere quasi completamente ciclabile. Vedremo.
Comincio a salire verso il bel castello di Tures e da qui prendo la forestale 33 che sale ripidissima (che goduria per le mie gambe ancora fredde!) fino al maso soprastante. Da qui si segue la strada verso Acereto, dove, passato il centro del paese, si raggiunge il sentiero 10, che in realtà è una forestale che sale, sale e sale ancora, ho già fatto 1000 m di dislivello, ma quando è che si comincia a scendere verso Riva di Tures? Si esce dal bosco, siamo quasi a 2000 m, il panorama è magnifico ed ecco che la strada comincia a scendere. Dopo un po si imbocca un divertente sentiero che porta fino in centro al paese di Riva (1600 m) , dove trovo anche una rinfrescante fontana.
Continuo a sx verso la Knuttental (valle dei dossi), dove con una comoda forestale si arriva alla malga Knutten, (1870 m) punto di arrivo di famigliole in scarpe da tennis. E lultima malga prima del passo, per chi arriva nel giusto orario un pranzo tipico è caldamente consigliato. Ma io ho poco tempo, e poi è passata da poco lora della colazione. Mi mangio uno dei due panini che mi sono portato e riparto. Subito dopo trovo un bivio, a destra si sale al passo di Gola (2294 m) , molto usato dai bikers che passano in Austria nel parco nazionale degli Alti Tauri e poi ritornano in Italia attraverso il passo Stalle e la valle di Anterselva. Ma io ho altri programmi, giro a sinistra e vado alla scoperta di questo sentiero che sale fino al passo dei Bovi.
Pedalo facilmente il primo tratto, poi una rampa micidiale mi costringe a mettere il piede a terra un paio di volte, anche per il fondo sconnesso. Alla fine di questo tratto, per fortuna, la stradina comincia a salire con le classiche serpentine di stampo militare e la pendenza si addolcisce un po.
Il paesaggio comincia a diventare selvaggio, siamo ormai oltre i 2200 m e la valle è sempre più lontana.
Dopo avere passato una piccola baita, la mulattiera diventa più sconnessa, lerosione dovuta a pioggia e neve riduce la stradina ad uno stretto sentiero, ma la pedalabilità, tranne che in certi tratti, resta sempre buona, anche se al limite. Sono a 2400 m, guardo in alto e non riesco ad individuare dove si nasconde il passo,
finche ad un certo punto il sentiero, passata una valletta, piega a sinistra e comincia a salire fra le rocce.
Qualche breve tratto a spinta per superare dei tornanti e finalmente ecco li in fondo il passo, attorniato da prati e picchi di superba bellezza, a sinistra la Croda Bianca e a destra la Punta della Neve a quasi 3000 m di altezza.
In breve raggiungo il passo situato a 2585 m, grossi nevai in scioglimento formano un bel laghetto dalta quota,
e con un ultimo intenso sforzo raggiungo il valico
e dallalto vedo il sentiero che scende con infinite serpentine lungo la valle della Lepre verso la valle Aurina.
Mi cambio con calma e mi concedo il secondo panino mentre mi godo lincantevole panorama. Mi attende una discesa da 1800m di dislivello e già me la pregusto.
Dopo i primi tornanti in serie, un lungo rettilineo mi porta dallaltro lato della valle, incontro un nevaio e non resisto alla tentazione di cercare di passarlo alla massima velocità senza toccare i freni,
naturalmente a metà la scivolata è assicurata.
Mi diverto come un bambino, tantè che torno indietro e ripeto il giochino, tanto fa caldo anche qui in alto e una rinfrescata fa solo piacere. Continuo a scendere, ogni tanto mi fermo e mi giro indietro per ammirare il panorama che continua a mutare,
il passo è sempre più lontano.
Il sentiero si trasforma ben presto in mulattiera, sempre con comodi tornanti e poi in strada forestale. Incrocio alcuni bikers tedeschi che salgono lentamente, un saluto e via, tanto la strada è obbligata, non ci si può sbagliare. Io invece sto attento, perché non mi va di scendere fino in valle sulla forestale e ho perciò individuato sulla carta un sentiero, il numero 1, che dopo la metà della discesa taglia a sinistra passando il rio della Lepre e scende verso la valle Aurina.
Eccolo, faccio riposare un attimo i freni e mi butto nel bosco, il sentiero scende piuttosto ripido ma senza tratti tecnici e in breve arrivo in valle Aurina. Continuo sul n° 13 verso sinistra, poi sulla pista ciclabile e poi sul sentiero di valle lungo il torrente Aurino. Ormai sono quasi arrivato, la stradina è tutta in leggera discesa anche se Campo Tures è ancora lontano Qualche tratto in leggera salita mi fa faticare più del previsto, del resto dopo oltre 50 km e più di duemila m. di dislivello comincio ad essere un po stanco. Oltrepasso lultimo ponticello sulla ciclabile ed eccomi di ritorno a Campo Tures dopo sei ore dallinizio del giro. E mezzogiorno, mi concedo un rinfrescante gelato nel bar vicino al parcheggio e riparto verso Dobbiaco, dove la famiglia mi sta aspettando per il (spero abbondante) pranzo
Itinerario: [URL="http://itinerari.mtb-forum.it/tours/view/2785"][URL="http://itinerari.mtb-forum.it/tours/view/2785"][URL="http://itinerari.mtb-forum.it/tours/view/2785"][URL="http://itinerari.mtb-forum.it/tours/view/2785"][URL="http://itinerari.mtb-forum.it/tours/view/2785"][URL="http://itinerari.mtb-forum.it/tours/view/2785"][URL="http://itinerari.mtb-forum.it/tours/view/2785"][URL="http://itinerari.mtb-forum.it/tours/view/2785"][URL="http://itinerari.mtb-forum.it/tours/view/2785"][url]http://itinerari.mtb-forum.it/tours/view/2785[/URL][/URL][/URL][/URL][/URL][/URL][/URL][/URL][/URL][/URL]
Dopo unora e mezza arrivo a Campo Tures, 870 m, parcheggio e tiro fuori la fida Torque. Accendo il gps e imposto il giro che ho scelto per oggi: il passo dei Bovi (Ochsenlenke). Si tratta di un passo a quasi 2600 m. di quota, situato fra le valli di Riva e Aurina, e dalle indicazioni che ho raccolto su vecchie guide dovrebbe essere quasi completamente ciclabile. Vedremo.
Comincio a salire verso il bel castello di Tures e da qui prendo la forestale 33 che sale ripidissima (che goduria per le mie gambe ancora fredde!) fino al maso soprastante. Da qui si segue la strada verso Acereto, dove, passato il centro del paese, si raggiunge il sentiero 10, che in realtà è una forestale che sale, sale e sale ancora, ho già fatto 1000 m di dislivello, ma quando è che si comincia a scendere verso Riva di Tures? Si esce dal bosco, siamo quasi a 2000 m, il panorama è magnifico ed ecco che la strada comincia a scendere. Dopo un po si imbocca un divertente sentiero che porta fino in centro al paese di Riva (1600 m) , dove trovo anche una rinfrescante fontana.
Continuo a sx verso la Knuttental (valle dei dossi), dove con una comoda forestale si arriva alla malga Knutten, (1870 m) punto di arrivo di famigliole in scarpe da tennis. E lultima malga prima del passo, per chi arriva nel giusto orario un pranzo tipico è caldamente consigliato. Ma io ho poco tempo, e poi è passata da poco lora della colazione. Mi mangio uno dei due panini che mi sono portato e riparto. Subito dopo trovo un bivio, a destra si sale al passo di Gola (2294 m) , molto usato dai bikers che passano in Austria nel parco nazionale degli Alti Tauri e poi ritornano in Italia attraverso il passo Stalle e la valle di Anterselva. Ma io ho altri programmi, giro a sinistra e vado alla scoperta di questo sentiero che sale fino al passo dei Bovi.
Pedalo facilmente il primo tratto, poi una rampa micidiale mi costringe a mettere il piede a terra un paio di volte, anche per il fondo sconnesso. Alla fine di questo tratto, per fortuna, la stradina comincia a salire con le classiche serpentine di stampo militare e la pendenza si addolcisce un po.
Il paesaggio comincia a diventare selvaggio, siamo ormai oltre i 2200 m e la valle è sempre più lontana.
Dopo avere passato una piccola baita, la mulattiera diventa più sconnessa, lerosione dovuta a pioggia e neve riduce la stradina ad uno stretto sentiero, ma la pedalabilità, tranne che in certi tratti, resta sempre buona, anche se al limite. Sono a 2400 m, guardo in alto e non riesco ad individuare dove si nasconde il passo,
finche ad un certo punto il sentiero, passata una valletta, piega a sinistra e comincia a salire fra le rocce.
Qualche breve tratto a spinta per superare dei tornanti e finalmente ecco li in fondo il passo, attorniato da prati e picchi di superba bellezza, a sinistra la Croda Bianca e a destra la Punta della Neve a quasi 3000 m di altezza.
In breve raggiungo il passo situato a 2585 m, grossi nevai in scioglimento formano un bel laghetto dalta quota,
e con un ultimo intenso sforzo raggiungo il valico
e dallalto vedo il sentiero che scende con infinite serpentine lungo la valle della Lepre verso la valle Aurina.
Mi cambio con calma e mi concedo il secondo panino mentre mi godo lincantevole panorama. Mi attende una discesa da 1800m di dislivello e già me la pregusto.
Dopo i primi tornanti in serie, un lungo rettilineo mi porta dallaltro lato della valle, incontro un nevaio e non resisto alla tentazione di cercare di passarlo alla massima velocità senza toccare i freni,
naturalmente a metà la scivolata è assicurata.
Mi diverto come un bambino, tantè che torno indietro e ripeto il giochino, tanto fa caldo anche qui in alto e una rinfrescata fa solo piacere. Continuo a scendere, ogni tanto mi fermo e mi giro indietro per ammirare il panorama che continua a mutare,
il passo è sempre più lontano.
Il sentiero si trasforma ben presto in mulattiera, sempre con comodi tornanti e poi in strada forestale. Incrocio alcuni bikers tedeschi che salgono lentamente, un saluto e via, tanto la strada è obbligata, non ci si può sbagliare. Io invece sto attento, perché non mi va di scendere fino in valle sulla forestale e ho perciò individuato sulla carta un sentiero, il numero 1, che dopo la metà della discesa taglia a sinistra passando il rio della Lepre e scende verso la valle Aurina.
Eccolo, faccio riposare un attimo i freni e mi butto nel bosco, il sentiero scende piuttosto ripido ma senza tratti tecnici e in breve arrivo in valle Aurina. Continuo sul n° 13 verso sinistra, poi sulla pista ciclabile e poi sul sentiero di valle lungo il torrente Aurino. Ormai sono quasi arrivato, la stradina è tutta in leggera discesa anche se Campo Tures è ancora lontano Qualche tratto in leggera salita mi fa faticare più del previsto, del resto dopo oltre 50 km e più di duemila m. di dislivello comincio ad essere un po stanco. Oltrepasso lultimo ponticello sulla ciclabile ed eccomi di ritorno a Campo Tures dopo sei ore dallinizio del giro. E mezzogiorno, mi concedo un rinfrescante gelato nel bar vicino al parcheggio e riparto verso Dobbiaco, dove la famiglia mi sta aspettando per il (spero abbondante) pranzo
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