Giro molto panoramico nel parco naturale dell’Adamello. La salita è per buona parte a spinta fino al passo boccafredda. La discesa è decisamente tosta ed impegnativa con Il fondo sconnesso e alcuni tornanti molto esposti. Quindi per affrontare questo giro, si raccomanda l’uso delle protezioni e di avere una bici dalle escursioni generose (o almeno una full) ed inoltre, di non essere troppo “schizzinosi” per i tratti da affrontare con la bici a spinta, visto che poi giunti a destinazione, verrete accolti da uno scenario incantevole.
Accesso: si segue la statale del caffaro fino alla fine del lago d’idro, si seguono le indicazioni per bagolino e gaver (localita sciistica). Quattro km dopo bagolino, si raggiunge Val Dorizzo che è il punto di partenza.
Quota massima: 2361m (passo della Vacca) 2353m (rifugio Tita Secchi)
Periodo consigliato: giugno (inoltrato) – settembre
Cartografia: kompass N103 “le Tre valli Bresciane” scala 1:50000 – Ingenia “carta dei sentieri della Valle sabbia” foglio Alta Valle, scala 1:35000
Roadbook:
Si lascia l’auto a Val Dorizzo, nell’ampio parcheggio dell’hotel ristorante “Stella Alpina”. Si comincia a salire per l’unica strada possibile con direzione Gaver – passo Crocedomini. E’ una lunga salita asfaltata ma immersi in un bellissimo ambiente e poco trafficata soprattutto nei giorni infrasettimanali. Si passa la località Gaver al cospetto dell’imponente cornone di Blumone, la Malga cadino dove si riprendono un po di forze, e poi inizia la serpentina asfaltata fino al goletto di Cadino (1938m). Uno breve e veloce discesa ci porta al passo crocedomini (1892m) con annesso l’omonimo rifugio. Qui c’è un grosso incrocio e noi dobbiamo mantenere la destra rimanendo sulla strada asfaltata seguendo le indicazioni per Edolo – Breno. Ancora un breve tratto di discesa su asfalto fino ad incontrare un ampio parcheggio sulla destra nei pressi del rifugio e dalla malga bazena (1802m). qui giriamo a destra ed imbocchiamo la strada sterrata in salita. Sulla cartografia di riferimento questo è il sentiero N18, ma ora è stato numerato come sentiero n1 (il famoso sentiero dell’adamello che unisce il rif. Tita secchi al rif. Garibaldi). La salita è da subito parecchio dura e via via diventerà sempre più tecnica fino a diventare nei pressi della malga Fredda (2081m), un singletrack. Si continua a salire a destra ignorando lo stradello che va verso la malga, e poco dopo sarà visibile anche il lago Di valfredda. Qui si alternano tratti pedalabili a tratti con bici a spinta anche a causa delle lunghe “lingue” di neve che abbiamo incontrato il 22 giugno 2008, ma poi in estate il sentiero dovrebbe essere un po più agevole. Si raggiunge finalmente il passo di Valfredda (2338m) e da qui il sentiero comincia ad essere un po più agevole perché, anche se sconnesso, procede alternando tratti piani a lievi salite e discese e diventa un ottimo esercizio di equilibrio. Il fondo peggiora ulteriormente fino a diventare impraticabile in sella ma siamo ormai nei pressi del passo della vacca, il punto più alto del giro posto a quasi 2400m di quota. Da qui si apre uno scenario veramente mozzafiato con il lago della vacca immerso in una culla granitica. Sulla destra del lago è ben visibile il rifugio tita secchi (possibilità di ristoro) e il rifugio rosa(? Mi pare…).
Meglio lasciare le bici in prossimità del lago e scendere al rifugio a piedi, viso che poi risalire con le bici è decisamente poco agevole.
Si ritorna al passo della vacca e si scende mantenendo la sinistra sul sentiero N19 che scende in direzione della corna Bianca. La discesa è decisamente adrenalinica con la prima parte in leggera discesa sul fianco della parete. Poi inizia una serie di tornantini “aerei” dove il fondo non proprio compatto partecipa a complicare le cose. Terminati i tornantini inizia un tratto tecnico su rocce che richiede un’ottima padronanza del mezzo per essere affrontato tutto in sella, che termina nei pressi di un piccolo pianoro prativo ai piedi della corna bianca. Si prosegue mantenedo la corna bianca sulla nostra sinistra ed ora il sentiero si fa sabbioso con un paio di passaggi tecnici e sempre più scorrevole fino a diventare un’ampia carrareccia. Si scende velocemente fino ad incontrare l’asfalto nei pressi della località “goletto di gaver – malga cadino” dove eravamo saliti in precedenza. A questo punto, per raggiungere l’auto senza fare tratti asfaltati in discesa, ci sono varie possibilità e una è la seguente:
Si risale al passo crocedomini che sono altri 150m di dislivello tranquilli. Si entra nell’area del parcheggio alla destra del rifugio e si noterà sul fondo, l’imbocco del sentiero 424 per val dorizzo (ben segnato).
Inizia la seconda e meravigliosa discesa su singletrack che in breve ci porterà in piena val sanguinera nei pressi della malga Rondenino Basso (1664m). Lasciamo la malga sulla destra e proseguiamo in discesa a sinistra sempre su sentiero. Si passa la località tovaioli, malga sanguinera, si continua in discesa fino ad incontrare la cascina serese, ove il nostro sentiero sbuca su un ampia sterrata. A sinistra sale una cementata con indicazione sentiero Cai 429, guardate invece a destra e vedrete l’imbocco di un sentiero (nessuna indicazione)che vi porterà dritti a val dorizzo a recuperare l’auto.
Considerazioni importanti: La parte alta dell’itinerario verso il lago della vacca, è molto frequentata dagli escursionisti a piedi. I bikers sono ben tollerati ma è fondamentale ricordarsi che loro hanno la precedenza. So che è superfluo ricordarlo ma so anche cosa vuol dire essere carichi di adrenalina lungo queste discese L’unica raccomandazione che ci ha fatto il gestore del rifugio è stata quella di evitare le derappate al fine di conservare il sentiero. Ma tanto queste cose le sappiamo tutti vero?
Accesso: si segue la statale del caffaro fino alla fine del lago d’idro, si seguono le indicazioni per bagolino e gaver (localita sciistica). Quattro km dopo bagolino, si raggiunge Val Dorizzo che è il punto di partenza.
Quota massima: 2361m (passo della Vacca) 2353m (rifugio Tita Secchi)
Periodo consigliato: giugno (inoltrato) – settembre
Cartografia: kompass N103 “le Tre valli Bresciane” scala 1:50000 – Ingenia “carta dei sentieri della Valle sabbia” foglio Alta Valle, scala 1:35000
Roadbook:
Si lascia l’auto a Val Dorizzo, nell’ampio parcheggio dell’hotel ristorante “Stella Alpina”. Si comincia a salire per l’unica strada possibile con direzione Gaver – passo Crocedomini. E’ una lunga salita asfaltata ma immersi in un bellissimo ambiente e poco trafficata soprattutto nei giorni infrasettimanali. Si passa la località Gaver al cospetto dell’imponente cornone di Blumone, la Malga cadino dove si riprendono un po di forze, e poi inizia la serpentina asfaltata fino al goletto di Cadino (1938m). Uno breve e veloce discesa ci porta al passo crocedomini (1892m) con annesso l’omonimo rifugio. Qui c’è un grosso incrocio e noi dobbiamo mantenere la destra rimanendo sulla strada asfaltata seguendo le indicazioni per Edolo – Breno. Ancora un breve tratto di discesa su asfalto fino ad incontrare un ampio parcheggio sulla destra nei pressi del rifugio e dalla malga bazena (1802m). qui giriamo a destra ed imbocchiamo la strada sterrata in salita. Sulla cartografia di riferimento questo è il sentiero N18, ma ora è stato numerato come sentiero n1 (il famoso sentiero dell’adamello che unisce il rif. Tita secchi al rif. Garibaldi). La salita è da subito parecchio dura e via via diventerà sempre più tecnica fino a diventare nei pressi della malga Fredda (2081m), un singletrack. Si continua a salire a destra ignorando lo stradello che va verso la malga, e poco dopo sarà visibile anche il lago Di valfredda. Qui si alternano tratti pedalabili a tratti con bici a spinta anche a causa delle lunghe “lingue” di neve che abbiamo incontrato il 22 giugno 2008, ma poi in estate il sentiero dovrebbe essere un po più agevole. Si raggiunge finalmente il passo di Valfredda (2338m) e da qui il sentiero comincia ad essere un po più agevole perché, anche se sconnesso, procede alternando tratti piani a lievi salite e discese e diventa un ottimo esercizio di equilibrio. Il fondo peggiora ulteriormente fino a diventare impraticabile in sella ma siamo ormai nei pressi del passo della vacca, il punto più alto del giro posto a quasi 2400m di quota. Da qui si apre uno scenario veramente mozzafiato con il lago della vacca immerso in una culla granitica. Sulla destra del lago è ben visibile il rifugio tita secchi (possibilità di ristoro) e il rifugio rosa(? Mi pare…).
Meglio lasciare le bici in prossimità del lago e scendere al rifugio a piedi, viso che poi risalire con le bici è decisamente poco agevole.
Si ritorna al passo della vacca e si scende mantenendo la sinistra sul sentiero N19 che scende in direzione della corna Bianca. La discesa è decisamente adrenalinica con la prima parte in leggera discesa sul fianco della parete. Poi inizia una serie di tornantini “aerei” dove il fondo non proprio compatto partecipa a complicare le cose. Terminati i tornantini inizia un tratto tecnico su rocce che richiede un’ottima padronanza del mezzo per essere affrontato tutto in sella, che termina nei pressi di un piccolo pianoro prativo ai piedi della corna bianca. Si prosegue mantenedo la corna bianca sulla nostra sinistra ed ora il sentiero si fa sabbioso con un paio di passaggi tecnici e sempre più scorrevole fino a diventare un’ampia carrareccia. Si scende velocemente fino ad incontrare l’asfalto nei pressi della località “goletto di gaver – malga cadino” dove eravamo saliti in precedenza. A questo punto, per raggiungere l’auto senza fare tratti asfaltati in discesa, ci sono varie possibilità e una è la seguente:
Si risale al passo crocedomini che sono altri 150m di dislivello tranquilli. Si entra nell’area del parcheggio alla destra del rifugio e si noterà sul fondo, l’imbocco del sentiero 424 per val dorizzo (ben segnato).
Inizia la seconda e meravigliosa discesa su singletrack che in breve ci porterà in piena val sanguinera nei pressi della malga Rondenino Basso (1664m). Lasciamo la malga sulla destra e proseguiamo in discesa a sinistra sempre su sentiero. Si passa la località tovaioli, malga sanguinera, si continua in discesa fino ad incontrare la cascina serese, ove il nostro sentiero sbuca su un ampia sterrata. A sinistra sale una cementata con indicazione sentiero Cai 429, guardate invece a destra e vedrete l’imbocco di un sentiero (nessuna indicazione)che vi porterà dritti a val dorizzo a recuperare l’auto.
Considerazioni importanti: La parte alta dell’itinerario verso il lago della vacca, è molto frequentata dagli escursionisti a piedi. I bikers sono ben tollerati ma è fondamentale ricordarsi che loro hanno la precedenza. So che è superfluo ricordarlo ma so anche cosa vuol dire essere carichi di adrenalina lungo queste discese L’unica raccomandazione che ci ha fatto il gestore del rifugio è stata quella di evitare le derappate al fine di conservare il sentiero. Ma tanto queste cose le sappiamo tutti vero?