seguendo le orme di mhulo vi racconto la mia storia:
Sembrava un sabato pomeriggio qualsiasi
Leggo: appuntamento alle 15:30 ok ci sarò; era da molto che ci volevo andare. Da previdente parto unora prima e arrivo alle 3, mezzora prima dellappuntamento ma va be non devo aspettare molto perché dopo un quarto dora arriva il primo rider. Si presenta come CaioMario e aspettiamo chiacchierando che si arricampi Fierottolo. Alle 15:40 vediamo arrivare un furgoncino particolarmente decorato e scendono dal furgoncino Fierottolo e Chiddici. Veloci presentazioni-saluti e saliamo in macchina per un centinaio di metri di asfalto sino allingesso del bosco. Rimonto la bici mentre iniziano le battute e le risate e carichiamo le bici e le attrezzature nel cascione chiuso del furgoncino insieme a chiddici! I restanti tre ci sediamo davanti(un po stretti veramente) e il furgoncino inizia la sua salita su per una strada sterrata un po dissestata. Tra le risate e le testate di salvo contro il cascione saliamo per diversi chilometri attraverso una natura bellissima e un panorama mozzafiato. Saliamo sino a circa 900 metri sul livello del mare tra curve e tornanti in stile Rally con il furgoncino che derapa a destra e a sinistra e già si pregusta la discesa. Il Manolfo appare ai miei occhi come un immenso parco giochi aperto a tutti. Ci imbardiamo di ginocchiere gomitiere e casco (ringrazio Fiero e Chiddici per avermi prestato le protezioni che mi hanno salvato la pelle) e ci avviamo verso la prima dose di adrenalina. Il primo percorso mi dicono essere il più facile alla fine della discesa non ne sono poi così convinto. Tra cadute, errori, e una serie di miei dritti finiamo il percorso con il tratto finale formato da una serie di salti da prendere a tutto. E già ho il sorriso stampato in faccia!!!! Adrenalina a mille, emozioni a mai finire, il percorso più bello che abbia mai fatto fino ad ora! Per non parlare della rigidona di Chiddici, evidentemente è lui ad essere ammortizzato. Lo dobbiamo rifare assolutamente! e di nuovo tornanti gradini radici e curve e cadute e risate i salti che nemmeno si vedevano. Pure emozioni. Ritorniamo al furgoncino estremamente soddisfatti e pregustiamo laltra discesa denominata la pietraia. Le pendenze si fanno maggiori, è un tratto davvero tecnico ed estremamente adrenalinico. Tornanti in continuo pietre ovunque e odore di pastiglie bruciate, siamo allapice della lussuria. Non mi sono mai divertito tanto. Il ritorno alle macchine lo facciamo seguendo i sentieri della forestale grazie allistinto di Caio. Un po ammuttando e un po pedalando (e un po cadendo aggiungerei ho scoperto un nuovo modo per farmi la barba) seguiamo sentieri poco percorsi ma molto divertenti fino al punto dove avevamo lasciato le auto. Sono le 7 e io sono un po sporco(tanto sporco), un po indolenzito, e felice come un bambino che ha appena scoperto di saper pedalare senza rotelle. Il pomeriggio più bello che io abbia mai passato sulla sella, a contatto con la natura e davanti a panorami sempre estremamente unici del Manolfo. Non posso fare altro che complimentarmi con i ragazzi che hanno lavorato ai percorsi, e un grazie va soprattutto ai ragazzi di ieri che hanno dimostrato tanta disponibilità e mi hanno mostrato uno dei lati più unici delle ruote grasse, il freeride. Picciotti grazie!
Sembrava un sabato pomeriggio qualsiasi
Leggo: appuntamento alle 15:30 ok ci sarò; era da molto che ci volevo andare. Da previdente parto unora prima e arrivo alle 3, mezzora prima dellappuntamento ma va be non devo aspettare molto perché dopo un quarto dora arriva il primo rider. Si presenta come CaioMario e aspettiamo chiacchierando che si arricampi Fierottolo. Alle 15:40 vediamo arrivare un furgoncino particolarmente decorato e scendono dal furgoncino Fierottolo e Chiddici. Veloci presentazioni-saluti e saliamo in macchina per un centinaio di metri di asfalto sino allingesso del bosco. Rimonto la bici mentre iniziano le battute e le risate e carichiamo le bici e le attrezzature nel cascione chiuso del furgoncino insieme a chiddici! I restanti tre ci sediamo davanti(un po stretti veramente) e il furgoncino inizia la sua salita su per una strada sterrata un po dissestata. Tra le risate e le testate di salvo contro il cascione saliamo per diversi chilometri attraverso una natura bellissima e un panorama mozzafiato. Saliamo sino a circa 900 metri sul livello del mare tra curve e tornanti in stile Rally con il furgoncino che derapa a destra e a sinistra e già si pregusta la discesa. Il Manolfo appare ai miei occhi come un immenso parco giochi aperto a tutti. Ci imbardiamo di ginocchiere gomitiere e casco (ringrazio Fiero e Chiddici per avermi prestato le protezioni che mi hanno salvato la pelle) e ci avviamo verso la prima dose di adrenalina. Il primo percorso mi dicono essere il più facile alla fine della discesa non ne sono poi così convinto. Tra cadute, errori, e una serie di miei dritti finiamo il percorso con il tratto finale formato da una serie di salti da prendere a tutto. E già ho il sorriso stampato in faccia!!!! Adrenalina a mille, emozioni a mai finire, il percorso più bello che abbia mai fatto fino ad ora! Per non parlare della rigidona di Chiddici, evidentemente è lui ad essere ammortizzato. Lo dobbiamo rifare assolutamente! e di nuovo tornanti gradini radici e curve e cadute e risate i salti che nemmeno si vedevano. Pure emozioni. Ritorniamo al furgoncino estremamente soddisfatti e pregustiamo laltra discesa denominata la pietraia. Le pendenze si fanno maggiori, è un tratto davvero tecnico ed estremamente adrenalinico. Tornanti in continuo pietre ovunque e odore di pastiglie bruciate, siamo allapice della lussuria. Non mi sono mai divertito tanto. Il ritorno alle macchine lo facciamo seguendo i sentieri della forestale grazie allistinto di Caio. Un po ammuttando e un po pedalando (e un po cadendo aggiungerei ho scoperto un nuovo modo per farmi la barba) seguiamo sentieri poco percorsi ma molto divertenti fino al punto dove avevamo lasciato le auto. Sono le 7 e io sono un po sporco(tanto sporco), un po indolenzito, e felice come un bambino che ha appena scoperto di saper pedalare senza rotelle. Il pomeriggio più bello che io abbia mai passato sulla sella, a contatto con la natura e davanti a panorami sempre estremamente unici del Manolfo. Non posso fare altro che complimentarmi con i ragazzi che hanno lavorato ai percorsi, e un grazie va soprattutto ai ragazzi di ieri che hanno dimostrato tanta disponibilità e mi hanno mostrato uno dei lati più unici delle ruote grasse, il freeride. Picciotti grazie!