Ho letto e gustato sia la prima che la seconda parte dell'avventura gardesana, inedita e giallistica con l'incontro finale con il tutore dell'ordine, che sinceramente non mi sento assolutamente da recriminare (a parte alcune apostrofature "colorite"), e nonnocarb è stato corretto nel modo di porsi.
Sono un biker, non sono mai stato un trekker e la legge che vieta indiscriminatamente TUTTI i sentieri con queste caratteristiche alle mtb, è assurda e profondamente discriminatoria per i biker, anche se non amo le questioni affrontate per partito preso: a volte cerco di mettermi nei panni del pedone che potrei trovare dietro la prossima curva cieca, mentre io sono in pendenza e a forte velocità tiro bene la leva del freno (non sempre...), sapendo che potrei per causa mia fare realmente del male, un problema oggettivo c'è percorrendo determinati sentieri (parlare di autodisciplina è più facile a dirsi, che a farsi). La cosa che spesso mi viene contestata dai miei amici trekker e che non sempre riesco a controbattere efficacemente, è la seguente: "io me ne vado tranquillamente con la mia famiglia a piedi sui sentieri creati per noi (sentieri contrassegnati), non dovrei camminare in piena serenità senza la paura di poter essere travolto da un bicicletta che butta a terra me o il mio ragazzo, magari da un matto in bici?"
La Provincia ha pensato di "risolvere" il problema, non tanto secondo me per una questione di tutela ambientale ma più per una questioni di responsabilità, nella maniera più drastica ed apparentemente "semplice": vietando. Con buona pace degli innumerevoli biker appassionati presenti sul territorio, in una regione che ha avuto nel ciclismo ottime tradizioni sportive. Con un pò di buon senso e volontà da parte delle aministrazioni, biker e pedoni potrebbero convivere, basta organizzarsi.