Venerdì scorso mi telefona il mio rivenditore di fiducia e mi dice se voglio provare la NINER R.I.P. 9, che l'hanno proposta a lui, ma non ha tempo questo weekend e non è neppure la sua taglia. Solo che bisogna andarla a prendere presso il tester di una rivista MTB ché pubblicherà la prova nel numero di dicembre, così facciamo anche un piacere al rappresentante che poi passa qui a riprenderla. La NINER FULL ??? … e come si fa a rifiutare ??? Anche se tra andata e ritorno sono più di 300 km, la curiosità di poterla provare per 2 giorni è TANTA !!! Dopo il viaggio sabato mattina presto, nel pomeriggio 2 ore di pedalata sono il minimo da fare anche se il terreno è ancora bello umido per le piogge dei giorni precedenti. Chiamo anche il mio amico Max, meglio essere in 2 e poi è da qualche tempo che non usciamo più insieme, anche perché lui da questa primavera va a cercare pane per i denti della sua nuova Specialized Enduro. E’ diventato supertecnico e la mia front anche se 29er ha solo 80 mm di escursione e non può certo “accompagnare” una Enduro che ne ha 150 + 150. Infatti mi “pompa” perché anche io passi ad una nuova full (dopo aver venduto la Fisher Cake DLX che avevo nel 2006) ma lo sa bene che per me ormai si parla solo di 29er !
Quindi essendo già “assuefatto” alle ruote da 29” con la mia front, quello che voglio capire è solo come si comportano le “ruotone” sotto ad una full, e che full !!! Da subito mi rendo conto che la maneggevolezza dello sterzo è molto meglio che sulla mia front. L’angolo sterzo della Niner più chiuso, abbinato alla forcella “diritta” fa praticamente sparire il tanto temuto difetto di scarsa maneggevolezza delle 29er. Sarà anche il manubrio largo ben 71 cm, ma la RIP9 con questo assetto è praticamente neutra, anzi addirittura leggermente sottosterzante !
La MTB è montata come vedete nelle foto:
Forcella Maverik DUC32 escursione 100 mm
Ruote con cerchi WTB DUAL DUTY 27 mm
Pneus WTB EXIWOLF 2,3 con camere aria
Cambio SRAM X9 con comandi Trigger
Pedivelle Race face – Freni Hayes 160mm
I pedali rossi che stonano sono dei vecchi TIME che ho recuperato nel cassetto, per non stare a montare / smontare dalla mia MTB.
Cmq, riassumo le mie impressioni:
Salita sconnessa: Il peso delle ruote belle massicce si fa sentire, il che vuol dire usare un pignone in più rispetto alla front. Pur non essendo la mia posizione ideale causa piantone manubrio un po’ corto, nessun problema, la ruota da 29” garantisce già una notevole trazione che nella RIP viene coadiuvata ed esaltata al meglio dalla sospensione che permette di copiare qualsiasi asperità compreso grosse pietre fisse o smosse anche bagnate. Mi sento un po’ tester e appositamente vado a passare nella parte più brutta e sconnessa e come mi aspettavo, sento solo la sospensione lavorare per bene, quindi salgo stando comodamente seduto in sella anche sugli ostacoli più grandi.
Salita scorrevole: in questo frangente la RIP è penalizzata dalle ruote che con le gomme da 2.3 belle scolpite non sono certo di aiuto. Con il propedal chiuso cmq la
sospensione è praticamente bloccata e non viene influenzata dalla pedalata, ma anche dimenticandosi del propedal la sospensione resta neutra anche in frenata.
Discesa veloce: L’angolo sterzo chiuso e la forcella in piedi danno una sensazione a cui non sono abituato con la mia rigida. La RIP è molto reattiva ad ogni minimo spostamento del largo manubrio da 71cm, ma non si scompone minimamente ed anche in curva è sempre ben piantata in terra. Dopo aver “preso le misure” è anche divertente sfruttare ogni avvallamento per tentare dei salti.
Discesa sconnessa: Per discesa sconnessa intendo un sentiero molto brutto, con rocce affioranti, scalini, radici … un single track che ho già affrontato con la front, ma che anche in condizioni ottimali di asciutto richiede molta attenzione. Lascio passare avanti Max con la sua Enduro e mi “butto” dietro. Sono stupito di quanto la RIP sia stabile e ho una gran bella sensazione di sicurezza, anche nelle condizioni di aderenza precaria dovute al terreno bagnato, tanto che pur non conoscendo bene la nuova MTB riesco a stare attaccato a Max che scende veloce avendo piena confidenza della sua MTB che tra l’altro monta delle Kenda Nevegal Stick E = massima aderenza.
La sospensione post sembra non temere nessun ostacolo ed alla fine dei 300 metri di dislivello del sentiero il primo pensiero è che forse sono sceso troppo piano !!! Eppure Max è stato un bel riferimento ed anche lui è stupito perché non si è risparmiato. Vorrebbe avere gli stessi pedali per provare la RIP …
Il giorno dopo voglio provarla ancora, il terreno è sempre umido. Mi sento sempre un po’ tester ed allora sostituisco la ruota posteriore con la mia che monta un Kenda Karma da 2.2 tubeless, anche abbastanza usurato. La differenza si fa sentire positivamente e riesco a pedalare in salita quasi come con la front. Vado a cercare appositamente dei passaggi impegnativi, faccio su e giù, in particolare provo a salire da un sentiero che noi chiamiamo “radical” perché oltre ad essere ripido è pieno di radici dei pini messe di traverso. La gomma post non è certo delle più grippanti, eppure non ho problemi, anche sulle radici umide dove con la front bisognava fare attenzione a non sgommare, con la RIP devo solo pedalare stando seduto che la ruotona e la sospensione “appiattiscono tutto”. Rifaccio la discesa del giorno prima e mi rendo conto che trovare il limite della RIP è cosa molto difficile perché sembra sempre a suo agio Anche su due punti molto ripidi e sconnessi, quelli dove devi praticamente sederti sulla ruota post, con la RIP basta solo spostare il peso del corpo un po’ indietro e lasciarla andare senza quasi toccare il freno. Già i freni … quelli montati non sono dei più potenti, ma proprio questo mi fa capire che la RIP non ha bisogno di essere frenata troppo, basta lasciarla andare e va “rollando” sopra ogni ostacolo come se il fondo fosse piatto.
R.I.P. = Roll In Peace.
In conclusione posso dire che questa NINER è un gran bel giocattolo !!! I vantaggi delle ruote da 29” sono ulteriormente esaltati, con una trazione notevole in salita ed in discesa stabilità ed aderenza sorprendenti anche in condizioni limite. Una vera MTB molto divertente, che viene voglia di usare sempre. Montata in questo modo poi (magari cambiando i freni con altri più potenti) è una Trail bike con la quale si possono affrontare anche percorsi impegnativi e free-ride (tipo il bike park di Sauze-Oulx) senza sfigurare a confronto con MTB a escursione maggiore, anzi i limiti di questa full sono tutti da scoprire.
Difficile trovare dei difetti, se non uno bello grande: dopo averla usata, viene voglia di comprarla subito !!! Perché ritornare ad usare altre MTB non sarà mai più come prima.
Quindi essendo già “assuefatto” alle ruote da 29” con la mia front, quello che voglio capire è solo come si comportano le “ruotone” sotto ad una full, e che full !!! Da subito mi rendo conto che la maneggevolezza dello sterzo è molto meglio che sulla mia front. L’angolo sterzo della Niner più chiuso, abbinato alla forcella “diritta” fa praticamente sparire il tanto temuto difetto di scarsa maneggevolezza delle 29er. Sarà anche il manubrio largo ben 71 cm, ma la RIP9 con questo assetto è praticamente neutra, anzi addirittura leggermente sottosterzante !
La MTB è montata come vedete nelle foto:
Forcella Maverik DUC32 escursione 100 mm
Ruote con cerchi WTB DUAL DUTY 27 mm
Pneus WTB EXIWOLF 2,3 con camere aria
Cambio SRAM X9 con comandi Trigger
Pedivelle Race face – Freni Hayes 160mm
I pedali rossi che stonano sono dei vecchi TIME che ho recuperato nel cassetto, per non stare a montare / smontare dalla mia MTB.
Cmq, riassumo le mie impressioni:
Salita sconnessa: Il peso delle ruote belle massicce si fa sentire, il che vuol dire usare un pignone in più rispetto alla front. Pur non essendo la mia posizione ideale causa piantone manubrio un po’ corto, nessun problema, la ruota da 29” garantisce già una notevole trazione che nella RIP viene coadiuvata ed esaltata al meglio dalla sospensione che permette di copiare qualsiasi asperità compreso grosse pietre fisse o smosse anche bagnate. Mi sento un po’ tester e appositamente vado a passare nella parte più brutta e sconnessa e come mi aspettavo, sento solo la sospensione lavorare per bene, quindi salgo stando comodamente seduto in sella anche sugli ostacoli più grandi.
Salita scorrevole: in questo frangente la RIP è penalizzata dalle ruote che con le gomme da 2.3 belle scolpite non sono certo di aiuto. Con il propedal chiuso cmq la
sospensione è praticamente bloccata e non viene influenzata dalla pedalata, ma anche dimenticandosi del propedal la sospensione resta neutra anche in frenata.
Discesa veloce: L’angolo sterzo chiuso e la forcella in piedi danno una sensazione a cui non sono abituato con la mia rigida. La RIP è molto reattiva ad ogni minimo spostamento del largo manubrio da 71cm, ma non si scompone minimamente ed anche in curva è sempre ben piantata in terra. Dopo aver “preso le misure” è anche divertente sfruttare ogni avvallamento per tentare dei salti.
Discesa sconnessa: Per discesa sconnessa intendo un sentiero molto brutto, con rocce affioranti, scalini, radici … un single track che ho già affrontato con la front, ma che anche in condizioni ottimali di asciutto richiede molta attenzione. Lascio passare avanti Max con la sua Enduro e mi “butto” dietro. Sono stupito di quanto la RIP sia stabile e ho una gran bella sensazione di sicurezza, anche nelle condizioni di aderenza precaria dovute al terreno bagnato, tanto che pur non conoscendo bene la nuova MTB riesco a stare attaccato a Max che scende veloce avendo piena confidenza della sua MTB che tra l’altro monta delle Kenda Nevegal Stick E = massima aderenza.
La sospensione post sembra non temere nessun ostacolo ed alla fine dei 300 metri di dislivello del sentiero il primo pensiero è che forse sono sceso troppo piano !!! Eppure Max è stato un bel riferimento ed anche lui è stupito perché non si è risparmiato. Vorrebbe avere gli stessi pedali per provare la RIP …
Il giorno dopo voglio provarla ancora, il terreno è sempre umido. Mi sento sempre un po’ tester ed allora sostituisco la ruota posteriore con la mia che monta un Kenda Karma da 2.2 tubeless, anche abbastanza usurato. La differenza si fa sentire positivamente e riesco a pedalare in salita quasi come con la front. Vado a cercare appositamente dei passaggi impegnativi, faccio su e giù, in particolare provo a salire da un sentiero che noi chiamiamo “radical” perché oltre ad essere ripido è pieno di radici dei pini messe di traverso. La gomma post non è certo delle più grippanti, eppure non ho problemi, anche sulle radici umide dove con la front bisognava fare attenzione a non sgommare, con la RIP devo solo pedalare stando seduto che la ruotona e la sospensione “appiattiscono tutto”. Rifaccio la discesa del giorno prima e mi rendo conto che trovare il limite della RIP è cosa molto difficile perché sembra sempre a suo agio Anche su due punti molto ripidi e sconnessi, quelli dove devi praticamente sederti sulla ruota post, con la RIP basta solo spostare il peso del corpo un po’ indietro e lasciarla andare senza quasi toccare il freno. Già i freni … quelli montati non sono dei più potenti, ma proprio questo mi fa capire che la RIP non ha bisogno di essere frenata troppo, basta lasciarla andare e va “rollando” sopra ogni ostacolo come se il fondo fosse piatto.
R.I.P. = Roll In Peace.
In conclusione posso dire che questa NINER è un gran bel giocattolo !!! I vantaggi delle ruote da 29” sono ulteriormente esaltati, con una trazione notevole in salita ed in discesa stabilità ed aderenza sorprendenti anche in condizioni limite. Una vera MTB molto divertente, che viene voglia di usare sempre. Montata in questo modo poi (magari cambiando i freni con altri più potenti) è una Trail bike con la quale si possono affrontare anche percorsi impegnativi e free-ride (tipo il bike park di Sauze-Oulx) senza sfigurare a confronto con MTB a escursione maggiore, anzi i limiti di questa full sono tutti da scoprire.
Difficile trovare dei difetti, se non uno bello grande: dopo averla usata, viene voglia di comprarla subito !!! Perché ritornare ad usare altre MTB non sarà mai più come prima.