paolo ha scritto:
iuppareppa ha scritto:
I giornali e la pubblicità vogliuono convincerci che invece importa la bici che hai :???:
Quello che dici è vero, però è anche vero che spesso ci facciamo ambidolare, se la pubblicità "racconta balle" è anche vero che noi alle balle che ci vengono raccontate ci crediamo, agiamo di conseguenza, e contraccambiamo "felici" con denaro sonante. :?
Sono d'accordo al 50%. Premesso che anch'io mi sono divertito con una Bianchi acquistata al supermercato su cui ho anche imparato a montare/smontare tutto (prima me la cavavo con i motori)... bici che e` ancora perfettamente in efficienza con il suo gruppo GS220.
Pero` da qui a dire che le novita` tecnologiche servono solo a spillarci euri... beh, andiamoci piano!
Per la bici, come per qualunque oggetto, ci sono essenzialmente tre fasce (semplificando al massimo):
1) fregature: oggetti che costano solo perche` costa produrli e distribuirli ma che, di per se, valgono pressoche` zero.
2) prodotti onesti: oggetti che sono fatti con tecnologie assodate, processi industrializzati e materiali "comuni" per cui il costo rispecchia i costi effettivi di produzione/distribuzione/marketing e cresce piu` o meno linearmente con la qualita`.
3) prodotti di punta: oggetti prodotti con tecnologie "sperimentali", processi quasi artigianali e con materiali "esoterici" per cui il costo cresce in modo esponenziale per ogni minimo aumento di qualita`.
Nella terza fascia ci sono anche prodotti con prezzi "assurdi" perche` il progettista pensa di aver scoperto l'arma finale ma, dopo averla prodotta con costi allucinanti, si accorge che era solo un'emerita str****ta.
Questo si puo` ridurre investendo in ricerca e simulazione come si fa in altri campi (aeronautica, automotive, costruzioni ferroviarie) ma non mi sembra che sia ancora entrato bene in testa a chi produce bici... forse anche perche` costa meno costruire dieci bici prototipo e distruggerle durante le prove che acquistare il software di simulazione e pagare i tecnici che dovrebbero utilizzarlo.
Non scordiamoci che il costo finale di un prodotto non deve coprire solo il costo di produzione ma anche e soprattutto la ricerca e sviluppo che c'e` dietro. Inltre, meno "pezzi" si vendono e piu` il costo di sviluppo incide sul singolo pezzo... sarei curioso di sapere quante ETS-X o quante Lefty sono state vendute al mondo e quanti anni/uomo dei progettisti sono stati investiti da Rocky Mountain o da
Cannondale... oppure i costruttori devono essere degli enti di beneficienza?
Concludendo (mi sono un po lasciato andare): divertiamoci anche con i "ramarri", che imho sono comunque all'inizio della fascia 2, oppure troviamo il nostro compromesso sempre nella fascia 2 e lasciamo la fascia 3 agli agonisti (tanto paga lo sponsor).
L'importante e` sapere qual e` il limite del proprio mezzo ed evitare di lanciarsi in imprese che piu` che divertenti sarebbero pericolose.