MTB-Forum sul Corriere

[Federico62]

Ciao a tutti, urge una precisazione in merito a quanto scritto dai colleghi: innanzitutto un intervista è un botta e risposta in cui il giornalista è al telefono e prende appunti sommari, fa milioni di domande e poi scrive una sunto dell'idea che si è fatto... quindi: io non ho testualmente detto: "tutine sfigate" o peggio ancora tutine da sfigate... (ne tanto meno hche il nostro abbigliamento è copiato dallo snowboard) è l'eufemismo che ha usato la redazione per rendere bene il concetto dei nuovi materiali e della nuova moda... poi io melo ricordo bene come tornavo a casa ai tempi in cui si faceva dh con le tutine!!!! piena di graffi e lividoni!

A parte ciò un articolo così soprattutto sulle pagine del tempo libero non può che giovare al movimento in generale...

Cordialità Sara Mologni

se ritieni che quanto scritto dal giornalista è errato, scrivi al caporedattore e chiedi rettifica: è un tuo diritto farlo anche per correttezza in coloro che si mettono le "tutine sfigate", ecc. Se non rispondono...ricordagli che esiste una "deontologia professionale" , da rispettare

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[nonnocarb]

se ritieni che quanto scritto dal giornalista è errato, scrivi al caporedattore e chiedi rettifica: è un tuo diritto farlo anche per correttezza in coloro che si mettono le "tutine sfigate", ecc. Se non rispondono...ricordagli che esiste una "deontologia professionale" , da rispettare

E' un diritto, ma con i giornalisti è una battaglia persa

 

[Federico62]

E' un diritto, ma con i giornalisti è una battaglia persa

non far un erba un fascio...poichè, come direttore di una agenzia di stampa posso dirti che, in vent'anni di giornalismo, quando c'è stato da far rettifiche le ho fatte, senza ma e senza se. Se poi i colleghi non seguono il codice deontologico...sbagliano perchè le testate campano anche con i lettori che le comprano in edicola. In qualsiasi caso ricordo che c'è un articolo ben preciso nel codice, ovvero: "Rettifica e replica". In pratica il giornalista "rispetta" il diritto inviolabile del cittadino alla rettifica delle notizie inesatte o ritenute ingiustamente lesive. Rettifica quindi con tempestività e appropriato rilievo..."

 

[nonnocarb]

non far un erba un fascio...poichè, come direttore di una agenzia di stampa posso dirti che, in vent'anni di giornalismo, quando c'è stato da far rettifiche le ho fatte, senza ma e senza se. Se poi i colleghi non seguono il codice deontologico...sbagliano perchè le testate campano anche con i lettori che le comprano in edicola. In qualsiasi caso ricordo che c'è un articolo ben preciso nel codice, ovvero: "Rettifica e replica". In pratica il giornalista "rispetta" il diritto inviolabile del cittadino alla rettifica delle notizie inesatte o ritenute ingiustamente lesive. Rettifica quindi con tempestività e appropriato rilievo..."

Infatti sulla rettifica non ho dubbi, due righe non si negano a nessuno, la battaglia persa era riferita al fatto che il prossimo articolo sarà di nuovo farcito di "trovate giornalistiche", ma forse sono solo pessimista

 

[Federico62]

Infatti sulla rettifica non ho dubbi, due righe non si negano a nessuno, la battaglia persa era riferita al fatto che il prossimo articolo sarà di nuovo farcito di "trovate giornalistiche", ma forse sono solo pessimista

quando ci sono le "trovate giornalistiche" ed uno ritiene che non sono veritiere (documentandole) allora è consigliato nel ricordare alla testata di fare l'opportuna rettifica.

Il lavoro del giornalista è regolato dall'articolo 2 della legge n. 69 del 3 febbraio 1963: «E' diritto insopprimibile dei giornalisti la libertà d'informazione e di critica, limitata dall'osservanza delle norme di legge dettate a tutela della personalità altrui ed è loro obbligo inderogabile il rispetto della verità sostanziale dei fatti, osservati sempre i doveri imposti dalla lealtà e della buona fede. Devono essere rettificate le notizie che risultino inesatte e riparati gli eventuali errori.