[MENTION=4871]modoloale[/MENTION] mi ha consigliato una capatina al Faudo. Ispirandomi a un paio di percorsi indicati sul sito www.mtbsanremo.it, ieri ho provato questa opzione
Che bellezza! A cominciare dalla scoperta del santuario di Nostra Signora di Lampedusa:
Un posto magico, incantato, come c'è scritto sui cartelli: di pace. Non si è ancora in alto, ma la vista sulla piana di Taggia è già magnifica:
Poco dopo mi sono dovuto fermare a consultare la mappa. Non bisogna andare dritti, ma prendere la salita cementata a destra, che risale il vallone. C'è pure sul cemento la classica freccia MTB/VTT dei percorsi di Alpi Del Mare In Bici. Si inizia a salire sul serio! Arghh, la salita sterrata fino a S. Salvatore è parecchio dura, eh eh, poi col ventazzo di ieri spesso contro!
Alla cappella di S. Salvatore inizia un piacevole tratto di quasi 3 km che dà il tempo di riprendere fiato. Occhio che a S. Salvatore c'è una strada sulla dx che scende a Pietrabruna, da non seguire (ma viene naturale!)
Al bivio successivo di nuovo un attimo di incertezza, ma poi ho puntato al Faudo e ho quindi deciso di andare correttamente a sinistra. Si riprende a salire, anche se non come prima, ma il fondo è a tratti molto ma molto accidentato e sconnesso. Infine, si sale sul Faudo per l'ultima faticosa salita, dove anche questa volta ho avuto il piacere di incontrare i cavalli che pascolano liberi sui prati:
La vetta non è niente di che. Anzi, io la trovo proprio brutta, con tutte quelle antenne e l'orribile edificio che è stato costruito. Per non parlare della cappella che è stata anch'essa trasformata in una casupola con qualche strumento elettrico--fa un ronzio! Ma la vista vale!! Ieri poi c'era un vento di tramontana che portava via, se non pedalavi ti spingeva avanti lo stesso! E si vedeva tutto, non come la volta precedente in mezzo alle nubi..
Porto Maurizio, piccolo piccolo:
Arma di Taggia:
Scusate, mi manca la foto delle Alpi innevate, non volevo essere portato via dal vento
La discesa freeride per le tracce sui prati (cavalli straniti!) porta all'imbocco del sentiero che scende al Casone dei Partigiani. Qualche tratto era un po' sporco e difficile da fare in sella, ma complessivamente è piuttosto godurioso.
Dal casone si arriva al passo di Bastia con una corta strada. Lì, sulla destra, ho notato un sentiero invitante che sembrava essere stato appena pulito. Ma andava in una direzione sbagliata e non avevo tempo di esperimenti. Cosa sarà?
Dal passo Bastia ho continuato invece secondo programmi fino a Santa Brigida. Anche se [MENTION=10447]resina65[/MENTION] non concorda, per me il trail di cresta è fantastico, io amo le creste liguri e questo rientra nei classici. Facile, ma perfettamente pulito. E i tratti di mulattiera, che opere di ingegneria!
Un monumento naturale (no, non è una creazione di Penone!) in una radura che si incontra a sinistra del trail; sullo sfondo il Pizzo d'Evigno, una prossima meta:
Che divertimento i perfetti tornanti finali lastricati!
Da S. Brigida risalita su sterratone, dolce per fortuna, fino a poco prima del passo di Bastia. E giù per il Sasslong, perfetto (fin troppo largo, in qualche tratto). I salti sono invitanti, per chi si cimenta (io ne ho fatto solo uno, ma sarebbe bello studiarsi un po' meglio la linea e farseli, sembrano proprio ben costruiti, anche per chi come me non è avvezzo).
Dopo il tratto di sterrata ho imboccato sulla sinistra la continuazione del single track. Mi ero fatto un'idea diversa, leggendo dell'ambiente quasi irreale con cui era stato descritto questo posto. Invece a me è sembrato un bosco normale. Ma forse mi sono perso qualche dettaglio paesaggistico, troppo preso a stare all'occhio dei super-ripidi del sentiero? O forse la rarità di cui avevo letto si riferisce al trail dal fondo terroso, invece che duro e pietroso come i tipici sentieri liguri?
Dopo il nuovo e più lungo tratto su una sterrata, sono arrivato al tavolo di legno e ho preso il sentiero Pettirosso. Pietroso ma non così scassato come mi pareva di aver sentito dire. Tra l'altro, poco prima del tavolo c'è una mulattiera diretta a Lecchiore (non Bellissimi) che sembra interessante: segnata con le faccine sorridenti in rosso e apparentemente ben pulita. Da provare alla prossima.
Invece il Pettirosso dopo un po' l'ho perso (v. la mia traccia rossa nella mappa sotto) e così mi sono imbattuto in un po' di sentieri selvaggi fino a una cementata che, in direzione nord-ovest, mi ha portato a Bellissimi:
Gli uliveti sopra Bellissimi:
Ultima salita, su asfalto e diretta nuovamente a S. Brigida, poi ancora divertimento, salendo su e scendendo da una collinetta a fianco della Provinciale che scende a Civezza; e per la mulattiera che porta al centro di Civezza, percorso della Civezza Cup (!).
Il sole si stava abbassando. Civezza è stato l'ultimo gioiello della giornata. Che paese da urlo!
--UPDATE--Tracce GPX--
Ecco le tracce dell'itinerario, che qualcuno mi ha chiesto.
Che bellezza! A cominciare dalla scoperta del santuario di Nostra Signora di Lampedusa:
Un posto magico, incantato, come c'è scritto sui cartelli: di pace. Non si è ancora in alto, ma la vista sulla piana di Taggia è già magnifica:
Poco dopo mi sono dovuto fermare a consultare la mappa. Non bisogna andare dritti, ma prendere la salita cementata a destra, che risale il vallone. C'è pure sul cemento la classica freccia MTB/VTT dei percorsi di Alpi Del Mare In Bici. Si inizia a salire sul serio! Arghh, la salita sterrata fino a S. Salvatore è parecchio dura, eh eh, poi col ventazzo di ieri spesso contro!
Alla cappella di S. Salvatore inizia un piacevole tratto di quasi 3 km che dà il tempo di riprendere fiato. Occhio che a S. Salvatore c'è una strada sulla dx che scende a Pietrabruna, da non seguire (ma viene naturale!)
Al bivio successivo di nuovo un attimo di incertezza, ma poi ho puntato al Faudo e ho quindi deciso di andare correttamente a sinistra. Si riprende a salire, anche se non come prima, ma il fondo è a tratti molto ma molto accidentato e sconnesso. Infine, si sale sul Faudo per l'ultima faticosa salita, dove anche questa volta ho avuto il piacere di incontrare i cavalli che pascolano liberi sui prati:
La vetta non è niente di che. Anzi, io la trovo proprio brutta, con tutte quelle antenne e l'orribile edificio che è stato costruito. Per non parlare della cappella che è stata anch'essa trasformata in una casupola con qualche strumento elettrico--fa un ronzio! Ma la vista vale!! Ieri poi c'era un vento di tramontana che portava via, se non pedalavi ti spingeva avanti lo stesso! E si vedeva tutto, non come la volta precedente in mezzo alle nubi..
Porto Maurizio, piccolo piccolo:
Arma di Taggia:
Scusate, mi manca la foto delle Alpi innevate, non volevo essere portato via dal vento
La discesa freeride per le tracce sui prati (cavalli straniti!) porta all'imbocco del sentiero che scende al Casone dei Partigiani. Qualche tratto era un po' sporco e difficile da fare in sella, ma complessivamente è piuttosto godurioso.
Dal casone si arriva al passo di Bastia con una corta strada. Lì, sulla destra, ho notato un sentiero invitante che sembrava essere stato appena pulito. Ma andava in una direzione sbagliata e non avevo tempo di esperimenti. Cosa sarà?
Dal passo Bastia ho continuato invece secondo programmi fino a Santa Brigida. Anche se [MENTION=10447]resina65[/MENTION] non concorda, per me il trail di cresta è fantastico, io amo le creste liguri e questo rientra nei classici. Facile, ma perfettamente pulito. E i tratti di mulattiera, che opere di ingegneria!
Un monumento naturale (no, non è una creazione di Penone!) in una radura che si incontra a sinistra del trail; sullo sfondo il Pizzo d'Evigno, una prossima meta:
Che divertimento i perfetti tornanti finali lastricati!
Da S. Brigida risalita su sterratone, dolce per fortuna, fino a poco prima del passo di Bastia. E giù per il Sasslong, perfetto (fin troppo largo, in qualche tratto). I salti sono invitanti, per chi si cimenta (io ne ho fatto solo uno, ma sarebbe bello studiarsi un po' meglio la linea e farseli, sembrano proprio ben costruiti, anche per chi come me non è avvezzo).
Dopo il tratto di sterrata ho imboccato sulla sinistra la continuazione del single track. Mi ero fatto un'idea diversa, leggendo dell'ambiente quasi irreale con cui era stato descritto questo posto. Invece a me è sembrato un bosco normale. Ma forse mi sono perso qualche dettaglio paesaggistico, troppo preso a stare all'occhio dei super-ripidi del sentiero? O forse la rarità di cui avevo letto si riferisce al trail dal fondo terroso, invece che duro e pietroso come i tipici sentieri liguri?
Dopo il nuovo e più lungo tratto su una sterrata, sono arrivato al tavolo di legno e ho preso il sentiero Pettirosso. Pietroso ma non così scassato come mi pareva di aver sentito dire. Tra l'altro, poco prima del tavolo c'è una mulattiera diretta a Lecchiore (non Bellissimi) che sembra interessante: segnata con le faccine sorridenti in rosso e apparentemente ben pulita. Da provare alla prossima.
Invece il Pettirosso dopo un po' l'ho perso (v. la mia traccia rossa nella mappa sotto) e così mi sono imbattuto in un po' di sentieri selvaggi fino a una cementata che, in direzione nord-ovest, mi ha portato a Bellissimi:
Gli uliveti sopra Bellissimi:
Ultima salita, su asfalto e diretta nuovamente a S. Brigida, poi ancora divertimento, salendo su e scendendo da una collinetta a fianco della Provinciale che scende a Civezza; e per la mulattiera che porta al centro di Civezza, percorso della Civezza Cup (!).
Il sole si stava abbassando. Civezza è stato l'ultimo gioiello della giornata. Che paese da urlo!
--UPDATE--Tracce GPX--
Ecco le tracce dell'itinerario, che qualcuno mi ha chiesto.
- Questa è la traccia che ho preparato in QLandkarte GT, per studiarmi il percorso. L'ho derivata partendo da un'altra traccia e le informazioni su data e ora non sono reali: traccia GPX pianificata;
- Questa, invece, è la traccia effettiva del mio giro, che ho registrato col GPS. Attenzione che, come ho segnalato sopra, l'ultimo tratto del Pettirosso l'ho perso e, quindi, la traccia è un po' incasinata, prima di Bellissimi: traccia GPX effettiva.