Caro Diego, si tratta sempre di punti di vista.
Negli anni 80 io facevo fuoristrada in moto sulle montagne del Pistoiese e all'improvviso sono comparsi i primi divieti.
Tanta rabbia e tanta frustrazione.
Quei difensori dell'ambiente di allora li chiamavamo "i talebani dell'ecologia", perché volevano limitare l'uso anche delle
scarpe con la suola scolpita.
Arrivato a Bergamo, patria dei più grandi campioni della regolarità (poi chiamata enduro), mi sono meravigliato che i divieti fossero ancor più restrittivi.
Le grandi manifestazioni non competitive (prima il Minetti Trophy e poi la Cavalcata) sono state decimate nel giro di pochi anni.
Nonostante questo, le moto da enduro vengono vendute normalmente, da sempre.
Non si tratta di moto da cross, ma di moto targate, che devono essere assicurate, per le quali si deve pagare la tassa di proprietà e si devono fare le revisioni.
Per farci cosa ? Solo gare ? Per allenarsi in pista ?
Siamo alle solite.
Si deve condannare il singolo individuo, il comportamento incivile, non una categoria.
Nell'era digitale poi, ci vuole poco a "mappare" i sentieri per così dire "permessi" o "permissibili" e limitare invece quelli meno adatti a questo sport.
Se poi si parla solo di manifestazioni, al limite ritorneranno la Cavalcata e cose simili.
Sempre che i singoli comuni diano il loro consenso.
Io la vedo così e mi rendo conto di espormi a critiche anche pesanti, ma tant'è...
Invece sul tagliare gli alberi non mi pronuncio, perché non conosco l'argomento e io se taglio, taglio quello che è ormai caduto a terra.