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Mission Mauritius: 3 naufraghi in mtb

marco

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Mi sa che è la prima volta che qui si vedono delle mountain bikes...

Un'isola in passato adibita a lazzaretto per malati di tubercolosi e malaria, di notte deserta, se si eccettuano i due uomini della guardia costiera che, fra le altre cose, si prendono cura del faro situato in cima all'unica montagna che sovrasta il solito mare di color turchese. Tre mountain biker che vi arrivano con un motoscafo, dopo un'ora di traversata sull'oceano Indiano mai veramente calmo. Di giorno diverse barche di turisti approdano all'isola, dove la gente fa un pic-nic e poi riprende il largo. Noi decidiamo di passarvi la notte, per beccare la luce più bella per fare le foto. Infatti tutte le barche lasciano l'isola alle 16:30, quando la marea comincia a scendere pregiudicando la possibilità di uscire dalla barriera corallina. Proprio a quell'ora la luce si fa interessante.


Sullo sfondo un'altra isola e poi Mauritius

Non abbiamo programmato il pernottamento sull'isola, così non abbiamo niente da mangiare e solo 3 bottiglie d'acqua con noi. Non abbiamo neanche una coperta o un maglione. Avventura. Solo per un colpo di fortuna abbiamo conosciuto due ragazzi che lavorano per un albergo che ogni tanto organizza dei pranzi in una specie di ristorante all'aperto appena costruito (o meglio, hanno arredato la spiaggia). Loro passeranno la notte in una tenda vicino al ristorante e si offrono di farci una pasta. Speriamo di trovarli.


Vicino al faro

Risaliamo la strada sterrata che porta al faro. Ad un certo punto questa si trasforma in sentiero, dove spingiamo le bici sotto il sole. Arrivati al faro, il panorama è impressionante. Si vede l'isola principale di Mauritius e le altre piccole e disabitate isole intorno alla nostra. La porta del faro è aperta, entriamo e troviamo l'appartamento dell'addetto alla manutenzione che probabilmente viveva qui in passato. Ora, al suo posto, c'è una catasta di batterie che tengono in vita il faro di notte.


Nessuno in giro - un'esperienza alla Robinson Crusoe

Facciamo le foto intorno al faro e su un secondo sentiero che porta ad un promontorio, finché il sole cala e diventa buio. Ovviamente non abbiamo delle torce elettriche con noi, scendiamo sul sentiero lentamente tentando di ricordarci se ci siano ostacoli. Comincia a piovere e tira vento. A parte quella del faro non si vedono luci sull'isola. Più in basso passiamo vicino alle casette diroccate che facevano parte del lazzaretto per i malati. Lugubre è la parola più indicata per descriverle, ora, di notte, con noi tre che cerchiamo i ragazzi del ristorante ma non li troviamo. Per fortuna smette di piovere, i vestiti si asciugano subito con il vento secco che tira qui. Ci stiamo rassegnando a dover dormire a stomaco vuoto quando troviamo una stradina che costeggia la spiaggia e, dopo circa 20 minuti di cammino, ci porta da Sebastian e dal suo amico.


Sullo sfondo la spiaggia dove abbiamo attraccato

Hanno acceso un fuoco vicino ad una delle case diroccate, ora adibita a cucina per il ristorante. Ci offrono subito un bicchiere di rum e coca e mentre ci sediamo accanto al fuoco Sebastian prepara la migliore pasta col tonno che io abbia mai mangiato. O è solo per via della fame (a parte la colazione non abbiamo mangiato niente oggi)?
La serata continua a rum, per poi passare a del vino rosso - probabilmente proprietà del ristorante - per terminare sul pavimento di una seconda tenda presente. Dormiremo come dei sassi.


Ristorante di lusso per naufraghi sporchi e puzzolenti - prima del bagno in mare

All'alba ci svegliamo e sfruttiamo al luce per altre foto, non senza aver visto il fantastico ristorante per cui Sebastian e il suo amico lavorano. È stato inserito nella natura senza toccarla minimamente, pur avendo un design molto moderno e a dir poco fantastico. Troppo bello.
Più tardi tiriamo fuori la maschera subacquea dagli zaini e andiamo a nuotare vicino alla barriere corallina: pesci di tutti i colori, grandi e grossi, ci nuotano attorno. Troviamo anche un astice che la marea ha portato a riva la scorsa notte. A detta i Sebastian ci sono anche tanti squali che "non fanno niente". La maggior parte di loro vive intorno ad uno scoglio a nord dell'isola.
Siamo cotti e brasati quando torniamo a Mauritius dopo un'altra ora di motoscafo sulle onde dell'oceano Indiano.


L'avessimo trovato ieri sera l'avremmo mangiato crudo


Guido si dirige verso la spiaggia e lo snorkeling
 

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