Approfitto dell'angolo delle emozioni per parlare ancora di tandem fuoristrada.
La settimana scorsa sono venuti a trovarci due amici francesi, tandemisti esperti, allenati, giovani.
(Finalmente! Una volta tanto non siamo usciti da soli...)
Abbiamo pedalato per una sessantina di chilometri, saliscendi, 1800 m di dislivello totale, fra cercatori di funghi allibiti nel vedere due di quegli strani "cosi" insieme in mezzo ai boschi, e qualche cinghialetto del tutto indifferente...
Mentre andiamo ci parlano del loro club, delle uscite, dei raduni, di gare fatte e da fare...
La Forestiere, la Roc d'Azur, manifestazioni con decine e decine di tandem iscritti, coi loro bei single tracks, il fango, lo spirito con cui si partecipa a questi eventi: ognuno al proprio livello, nelle proprie possibilità. L'importante è arrivare, superare la prova con se stessi, prima ancora che con (ovvero contro) gli altri.
E come guidano! Tra i vari saliscendi che affrontiamo insieme, li vediamo derapare nelle curve più strette. Penso che abbiamo tanto da imparare... ma forse per noi è un pò tardi.
Mi chiedo se, e quando, vedremo dalle nostre parti diffondersi l'uso di questo mezzo speciale soprattutto tra i giovani; se ci sarà mai un vero movimento di base e se mai le federazioni sportive se ne accorgeranno, e incentiveranno uno sport che è faticoso ma anche divertente, dove occorrono capacità tecniche ma anche molto cervello, e dove allo spirito di squadra si affianca il piacere dell'amicizia.
Si, perchè il tandem ha anche questo benefico effetto: la gente che incontri ti sorride, ti guarda con benevolenza. Anche per i bikers più accaniti non sei un avversario, non rappresenti mai una minaccia: se per caso vai più veloce non è un disonore per loro: in fondo siete in due. E se andate più lenti, beh, è logico: è perchè siete in due! Quindi non c'è competizione, solo curiosità e simpatia.
"Mi piacerebbe portarci mia moglie" "Certo dev'essere difficile fare le curve strette" "Ma come fate nei single tracks?" ti dicono rilassàti.
I bambini ti indicano festanti commentando ad alta voce: "guarda, la bicicletta a due!" e non sai se sono più attratti loro o i loro genitori, che ti guardano con aria trasognata...
La settimana scorsa sono venuti a trovarci due amici francesi, tandemisti esperti, allenati, giovani.
(Finalmente! Una volta tanto non siamo usciti da soli...)
Abbiamo pedalato per una sessantina di chilometri, saliscendi, 1800 m di dislivello totale, fra cercatori di funghi allibiti nel vedere due di quegli strani "cosi" insieme in mezzo ai boschi, e qualche cinghialetto del tutto indifferente...
Mentre andiamo ci parlano del loro club, delle uscite, dei raduni, di gare fatte e da fare...
La Forestiere, la Roc d'Azur, manifestazioni con decine e decine di tandem iscritti, coi loro bei single tracks, il fango, lo spirito con cui si partecipa a questi eventi: ognuno al proprio livello, nelle proprie possibilità. L'importante è arrivare, superare la prova con se stessi, prima ancora che con (ovvero contro) gli altri.
E come guidano! Tra i vari saliscendi che affrontiamo insieme, li vediamo derapare nelle curve più strette. Penso che abbiamo tanto da imparare... ma forse per noi è un pò tardi.
Mi chiedo se, e quando, vedremo dalle nostre parti diffondersi l'uso di questo mezzo speciale soprattutto tra i giovani; se ci sarà mai un vero movimento di base e se mai le federazioni sportive se ne accorgeranno, e incentiveranno uno sport che è faticoso ma anche divertente, dove occorrono capacità tecniche ma anche molto cervello, e dove allo spirito di squadra si affianca il piacere dell'amicizia.
Si, perchè il tandem ha anche questo benefico effetto: la gente che incontri ti sorride, ti guarda con benevolenza. Anche per i bikers più accaniti non sei un avversario, non rappresenti mai una minaccia: se per caso vai più veloce non è un disonore per loro: in fondo siete in due. E se andate più lenti, beh, è logico: è perchè siete in due! Quindi non c'è competizione, solo curiosità e simpatia.
"Mi piacerebbe portarci mia moglie" "Certo dev'essere difficile fare le curve strette" "Ma come fate nei single tracks?" ti dicono rilassàti.
I bambini ti indicano festanti commentando ad alta voce: "guarda, la bicicletta a due!" e non sai se sono più attratti loro o i loro genitori, che ti guardano con aria trasognata...
[to be continued]