meglio il bosco o l'asfalto?

rovermtb

Moderatur Beatus
Pedalare su sterrato spezza la gamba e quindi è più faticoso.... all'inizio, pedalare su asfalto è meglio perché riesci a fare movimenti più rotondi...

Tutto dipende anche dal tipo di fondo dello sterrato...

Certo, se poi parliamo di piacere è tutta un'altra cosa..... quando sono giù di allenamento cerco sempre di prediligere percorsi con salite su asfalto e discese su sterrato... :spetteguless:
 
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Peter Griffin

Biker velocissimus
16/8/07
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prov Milano
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la gamba va fatta assolutamente su asfalto.
il bosco all'inizio ti ammazza, devi arrivarci già rodato..
poi ovviamente tutta la vita bosco; le sensazioni, il divertimento e l'aria pulita (zanzare a parte) che trovi nel bosco sono impareggiabili!
 
secondo voi per cominciare e quindi per farsi un poco di fiato e di gamba è meglio fare più strada, quindi più km, che bosco?

Solo una precisazione :
la quantità di chilometri affrontati non è di per sè un buon indicatore di allenamento svolto , perchè nella bici ci ssono troppe variabili legate al mezzo : la differenza di peso o gomme tra una bici e l'altra oppure i diversi rapporti ineribili in una stessa bici . La distanza va bene per nuoto e corsa ma nel tuo caso è meglio fare riferimento al tempo passato in sella stando attento a quello che ti dice il tuo corpo ai diversi ritmi ; fai riferimento ,con le dovute proporzioni , a questo articolo nato per i podisti e ottimo anche per i ciclisti :

Dietro a tre sigle una intera filosofia
La spiegazione di CRF, CRLI, CRI


Ecco la spiegazione delle tre sigle: CRF, CRLI, CRI:
CRF = Corsa con Respirazione Facile
CRLI = Corsa con Respirazione Leggermente Impegnata
CRI = Corsa con Respirazione impegnata.

La conoscenza del loro significato e del loro uso è basilare per capire e fare propria una certa filosofia della corsa.
CRF rappresenta un ritmo di corsa blando, al quale risulta facile parlare, a questa intensità dovresti, ad esempio, poter essere tranquillamente in grado di raccontare barzellette ai tuoi compagni di corsa e riderci sopra.
CRLI indica invece un ritmo un po’ meno rilassato, che ti consente ancora di raccontare barzellette, ma che rende difficoltoso il riderci sopra. Le sensazioni indotte dalla CRLI sono uguali a quelle che avverti quando inizi a correre senza riscaldamento, quindi a una velocità troppo elevata per il livello di attivazione del tuo organismo. A questo ritmo puoi comunque fare molti chilometri.
CRI, rappresenta un ritmo che consente ancora di parlare agli amici, ma solo con difficoltà. Quando sei impegnato in uno sforzo di quest’intensità, le barzellette non hai né la voglia né la possibilità di raccontarle. È la classica andatura delle gare brevi o delle prove ripetute. Quando lavori a CRI fai sempre attenzione a non esagerare. Va bene avere il fiato corto, ma devi sempre essere in grado di scambiare qualche parola.

Non rimanere mai senza parole
Lo scopritore del rapporto fra capacità di parlare e intensità dell’attività fisica fu il medico-allenatore Ernest Van Aaken, che rifletté a lungo sull’uso della respirazione come metodo per determinare l’andatura di corsa, suggerendone la ragione scientifica.
Correndo lentamente possiamo parlare tranquillamente perché gli atti respiratori sono più profondi e accelerati di quando siamo a riposo. L’organismo produce poco acido lattico e poca anidride carbonica. Se aumentiamo la velocità della nostra corsa, aumenta la concentrazione dell’anidride carbonica nel sangue e di conseguenza la profondità degli atti e anche la loro frequenza. A un incremento ulteriore della velocità, la quantità di acido lattico aumenta sempre più producendo un aumento dei tempi di espirazione e rendendo sempre più difficile parlare (Arcelli- Massini 2003), fino a impedirlo del tutto.
Quest’ultima situazione va assolutamente evitata perché non è adatta allo sviluppo di quelle capacità fisiche che servono per la corsa prolungata.

Vantaggi e avvertenze per l’uso
Il sistema della respirazione presenta due grandi vantaggi:
necessita solo di un orologio, per controllare di rimanere nei tempi previsti dal programma e non far tardi a qualche appuntamento;
rafforza la conoscenza e il rapporto che abbiamo con noi stessi, perché ci consente di controllare l’organismo attraverso il respiro.
Per utilizzarlo basta tenere presenti alcuni accorgimenti:
1. Quando corri in salita è inevitabile che la tua CRF si tramuti in CRLI; stesso discorso se ti trovi ad affrontare un dislivello mentre stai girando a ritmo CRLI: in pochi metri ti scoprirai ad andare a ritmo CRI.
2. Man mano che il tuo livello di allenamento cresce ti accorgerai che, a parità d’impegno respiratorio, andrai più forte.
3. Per verificare a quale ritmo di corsa corrisponde un certo impegno respiratorio, corri ogni tanto in pista o su un percorso misurato, questo soprattutto se in gara pensi di regolarti sulla respirazione.
4. Non metterti mai nella condizione di dover “rompere il fiato”. Inizia sempre a un ritmo CRF, anche se questa andatura comporta il dover “camminare” per qualche centinaio di metri e termina sempre l’allenamento correndo qualche minuto a ritmo CRF, per ritornate lentamente a uno stato di normalità.
5. Se sei un principiante, nei primi tre mesi della tua avventura nel mondo della corsa corri esclusivamente a ritmo CRF, poi piano piano, inizia anche a variare le andature.
6. Se ti capita di doverti allenare in bici, con lo sci di fondo o lo skiroll, puoi utilizzare il sistema della respirazione per continuare a sviluppare correttamente le tue caratteristiche cardiocircolatorie. Un’ultima nota: con i podisti più evoluti sto usando un metodo misto che consiste nell’eseguire, durante la settimana, alcuni allenamenti basati sul sistema della respirazione e altri su quello dei classici “minuti al chilometro”. Lascio la libertà di gestire l’andatura a sensazione durante i giorni dedicati al lento e alle varie forme di progressivo, mentre invito a rispettare i tempi nelle prove ripetute, nei medi e negli altri mezzi di allenamento più specifici.
A questo punto tocca a te. Come avrai capito io mi alleno con il metodo della respirazione perché mi consente di divertirmi, sia quando sono da solo, sia quando sono con i miei amici. Buon divertimento anche a te!
Fulvio Massini
 
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gargagel

Biker tremendus
27/9/05
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L'omonima ha una "r" in più, è più famosa, ci fann
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Bike
Meta Am v4.2 black, Torque TraiFlow , BolderS
Bosco e solo sterrato, al massimo scelgo il percorso in funzione del fondo.... ma è raro, affronto tutto quello che mi capita sotto le ruote anche quando sono veramente poco allenato.. diminuisco i ritmi e controllo la respirazione.... ma sempre e solo sterrato, l'asfalto è per i trasferimenti...
La mia opinione è solo perchè non voglio perdere tempo e sprecare tempo su asfalto (mi annoia da morire), ma sono consapevole che un pò di bdc aiuta a farsi la gamba..... mi viene l'urticaria solo al pensiero di fare un giro solo su strada....
 

Zakknero

Biker infernalis
19/9/05
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PARMA
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vai prima su asfalto,possibilmente con una bici da strada oppure con la mtb montata con ruote slick..una volta fatti un po di km(c'è chi dice 600\700 chi 1000)puoi tranquillamnete passare alla mtb vera e propria che è più divertente..fidati ottieni miglior risultati e quindi ti appassioni sempre più..
 

loiety

Biker superis
16/5/05
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piemonte
web.tiscali.it
Guarda, io la metto al contrario. All'inizio non credo sia necessario allenarsi con degli "obbiettivi", quella è una fase successiva. All'inizio bisogna abituare il corpo al nuovo movimento, imparando anche la tecnica, per cui pedalerei in libertà, dove ti porta il tuo divertimento, possibilmente su itinerari magari non molto faticosi ma possibilmente gratificanti.
Solo dopo ragionarei anche da solo sul cosa fare
 

BattleStone

Biker serius
9/2/07
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Alice Castello (vc)
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io passo qualche mase all'anno in cui non mi dedico all mtb ma ad altri sport, quando rinizio per rimettermi in forma alla prima uscita faccio del misto tipo 5 km iniziali su asfalto poi 10km di sterrato senza salite esagerate e 20 di asfalto,questo per due uscite. Dovresti gia sentire un pò di benza che entra.
Poi incomincio a dedicare l'allenamento facendo due uscite sui 40 km di mtb, poi ne faccio altre due da 50km su asfalto.
Continuando ad alternare 3 o 4 volte a due uscite alla volta modifica il percorso in modo che sia più duro ma con gli stessi km(più salite)fatto questo 3 giorni di recupero totale e poi poniti un'obbiettivo difficile che so raggiungere la madonna di... o la salita del monte xxxx tale che sia al limite delle tue possibilità.
Arrivato al traguardo fai sempre mtb e ogni 10 uscite fanne magari 2 su asfalto(almeno due per far entrare l'allenamento nella gamba).Prova e vedrai...
 

pol hogan

Biker extra
16/7/07
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a casa mia
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..ciao...
io ho la fortuna di abitare in un posto dove ci sono splendidi e ripeto splendidi percorsi sia su asfalto che su sterrato.....alterno un po' uno e un po' l'altro ...dando preferenza (anche quando non sono in super allenamento) allo sterrato....
ma se dovessi scegliere ........sterrato...sempre...molto piu' divertente ....e la gamba te la fai lo stesso.....perche' hai mille cambi di ritmo dovuto al diverso fondo e tipo di percorso che puoi incontrare ...cosa che sull'asfalto...raramente trovi.....
 

R80

Biker celestialis
10/10/07
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Aprilia (LT)
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Diciamo che diventa un pò una scelta personale,
ma anche io ho preferito inziare su strada e per di più in pianura,
in modo da riuscire con facilità a fare un pò di gambe e fiato,
uscite in solitario per capire un pò il proprio ritmo.
Quando ho iniziato ad ingranare un pochino,
mi sono aggregato al gruppo,
e via per boschi!!!
 

mbmtb

Biker extra
Solo una precisazione :
la quantità di chilometri affrontati non è di per sè un buon indicatore di allenamento svolto , perchè nella bici ci ssono troppe variabili legate al mezzo : la differenza di peso o gomme tra una bici e l'altra oppure i diversi rapporti ineribili in una stessa bici . La distanza va bene per nuoto e corsa ma nel tuo caso è meglio fare riferimento al tempo passato in sella stando attento a quello che ti dice il tuo corpo ai diversi ritmi ; fai riferimento ,con le dovute proporzioni , a questo articolo nato per i podisti e ottimo anche per i ciclisti :

Dietro a tre sigle una intera filosofia
La spiegazione di CRF, CRLI, CRI


Ecco la spiegazione delle tre sigle: CRF, CRLI, CRI:
CRF = Corsa con Respirazione Facile
CRLI = Corsa con Respirazione Leggermente Impegnata
CRI = Corsa con Respirazione impegnata.

La conoscenza del loro significato e del loro uso è basilare per capire e fare propria una certa filosofia della corsa.
CRF rappresenta un ritmo di corsa blando, al quale risulta facile parlare, a questa intensità dovresti, ad esempio, poter essere tranquillamente in grado di raccontare barzellette ai tuoi compagni di corsa e riderci sopra.
CRLI indica invece un ritmo un po’ meno rilassato, che ti consente ancora di raccontare barzellette, ma che rende difficoltoso il riderci sopra. Le sensazioni indotte dalla CRLI sono uguali a quelle che avverti quando inizi a correre senza riscaldamento, quindi a una velocità troppo elevata per il livello di attivazione del tuo organismo. A questo ritmo puoi comunque fare molti chilometri.
CRI, rappresenta un ritmo che consente ancora di parlare agli amici, ma solo con difficoltà. Quando sei impegnato in uno sforzo di quest’intensità, le barzellette non hai né la voglia né la possibilità di raccontarle. È la classica andatura delle gare brevi o delle prove ripetute. Quando lavori a CRI fai sempre attenzione a non esagerare. Va bene avere il fiato corto, ma devi sempre essere in grado di scambiare qualche parola.

Non rimanere mai senza parole
Lo scopritore del rapporto fra capacità di parlare e intensità dell’attività fisica fu il medico-allenatore Ernest Van Aaken, che rifletté a lungo sull’uso della respirazione come metodo per determinare l’andatura di corsa, suggerendone la ragione scientifica.
Correndo lentamente possiamo parlare tranquillamente perché gli atti respiratori sono più profondi e accelerati di quando siamo a riposo. L’organismo produce poco acido lattico e poca anidride carbonica. Se aumentiamo la velocità della nostra corsa, aumenta la concentrazione dell’anidride carbonica nel sangue e di conseguenza la profondità degli atti e anche la loro frequenza. A un incremento ulteriore della velocità, la quantità di acido lattico aumenta sempre più producendo un aumento dei tempi di espirazione e rendendo sempre più difficile parlare (Arcelli- Massini 2003), fino a impedirlo del tutto.
Quest’ultima situazione va assolutamente evitata perché non è adatta allo sviluppo di quelle capacità fisiche che servono per la corsa prolungata.

Vantaggi e avvertenze per l’uso
Il sistema della respirazione presenta due grandi vantaggi:
necessita solo di un orologio, per controllare di rimanere nei tempi previsti dal programma e non far tardi a qualche appuntamento;
rafforza la conoscenza e il rapporto che abbiamo con noi stessi, perché ci consente di controllare l’organismo attraverso il respiro.
Per utilizzarlo basta tenere presenti alcuni accorgimenti:
1. Quando corri in salita è inevitabile che la tua CRF si tramuti in CRLI; stesso discorso se ti trovi ad affrontare un dislivello mentre stai girando a ritmo CRLI: in pochi metri ti scoprirai ad andare a ritmo CRI.
2. Man mano che il tuo livello di allenamento cresce ti accorgerai che, a parità d’impegno respiratorio, andrai più forte.
3. Per verificare a quale ritmo di corsa corrisponde un certo impegno respiratorio, corri ogni tanto in pista o su un percorso misurato, questo soprattutto se in gara pensi di regolarti sulla respirazione.
4. Non metterti mai nella condizione di dover “rompere il fiato”. Inizia sempre a un ritmo CRF, anche se questa andatura comporta il dover “camminare” per qualche centinaio di metri e termina sempre l’allenamento correndo qualche minuto a ritmo CRF, per ritornate lentamente a uno stato di normalità.
5. Se sei un principiante, nei primi tre mesi della tua avventura nel mondo della corsa corri esclusivamente a ritmo CRF, poi piano piano, inizia anche a variare le andature.
6. Se ti capita di doverti allenare in bici, con lo sci di fondo o lo skiroll, puoi utilizzare il sistema della respirazione per continuare a sviluppare correttamente le tue caratteristiche cardiocircolatorie. Un’ultima nota: con i podisti più evoluti sto usando un metodo misto che consiste nell’eseguire, durante la settimana, alcuni allenamenti basati sul sistema della respirazione e altri su quello dei classici “minuti al chilometro”. Lascio la libertà di gestire l’andatura a sensazione durante i giorni dedicati al lento e alle varie forme di progressivo, mentre invito a rispettare i tempi nelle prove ripetute, nei medi e negli altri mezzi di allenamento più specifici.
A questo punto tocca a te. Come avrai capito io mi alleno con il metodo della respirazione perché mi consente di divertirmi, sia quando sono da solo, sia quando sono con i miei amici. Buon divertimento anche a te!
Fulvio Massini



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