Ser in azione sul Garda con la 55 del test
Diciamolo pure, l'opinione che ci eravamo fatti della Marzocchi 55 non era delle migliori. Risultati non esaltanti nei test di alcune riviste, una serie di casi capitati sotto i nostri occhi, e non ultimo alcune esperienze negative testimoniate sul forum stesso, avevano contribuito a creare l'immagine di un prodotto dal funzionamento mediocre e soprattutto inaffidabile. E' anche vero però che il nostro diretur ha utilizzato una 55 per una settimana di sola discesa a Portes du Soleil senza riscontrare il minimo problema. E' perciò con una certa curiosità che montiamo la 55 RC3 inviataci dai ragazzi di Marzocchi su una Rocky Mountain Slayer.
Il test sarà di più giorni con parecchie migliaia di metri di dislivello. Per quanto possibile nel poco tempo concesso per una valutazione in tal senso, ci piacerebbe infatti testarne anche l'affidabilità, oltre che la qualità di funzionamento.
Da notare che la forcella pervenutaci non è nuova (lo si nota da alcuni graffi sui foderi), ma comunque in perfette condizioni.
Prima di procedere al montaggio passiamo in zona bilancia, dove la 55 RC3 fa segnare 2708g (perno passante e ragnetto per montaggio inclusi - cannotto tagliato a 22 cm). Non esaltante, visto che gran parte delle concorrenti fanno di meglio anche su modelli a travel variabile. Va però riconosciuta l'onestà di Marzocchi nel dichiarare il peso, sul sito indicato in 2800g, addirittura più di quanto da noi rilevato.
La Marzocchi 55 RC3 oggetto del nostro test
Durante il montaggio si fa notare il morsetto di fissaggio del cavo freno, ben fatto e felicemente posizionato (non saranno necessarie ulteriori fascettature). Estremamente comodo e veloce anche il serraggio del perno passante: si trattta semplicemente di avvitare il perno fino a quando un netto "clack" non indicherà che abbiamo raggiunto la coppia necessaria. E' però possibile avvitare ulteriormente sino a portare la leva nella posizione desiderata, visto che il sistema è dotato di una sorta di frizione che impedisce l'eccessivo serraggio. Un po' come avviene con i tappi del serbatoio carburante in certe automobili, per capirci. Il raggiungimento della coppia di serraggio corretta richiede un po' d'energia, nonostante l'aiuto offerto dalla lunga impugnatura del perno.
Ben realizzato e felicemente posizionato il morsetto di fissaggio del cavo freno
Il precarico dell'aria avviene tramite una valvola Schrader alla quale si accede svitando il coperchietto rosso che si trova in cima allo stelo sinistro. In realtà una seconda valvola di precarico si trova in cima allo stelo dx e vi si accede svitando il coperchietto color argento situato all'interno del registro del ritorno. La funzione delle due valvole è identica, e possono essere utilizzate singolarmente oppure in accoppiata. Sul manuale scaricabile on-line questa seconda valvola non è menzionata, ed effettivamente è una sorta di inutile doppione di quella "ufficiale" (fra l'altro servirebbe l'attacco dedicato, non essendo di tipo Schrader). I tecnici Marzocchi ci hanno spiegato che la possibilità di regolare la pressione dell'aria è una caratteristica comune a tutte le cartucce RC3, e quindi è stata mantenuta anche su questo modello. La pressione d'esercizio è piuttosto contenuta (fra 0 e 45psi) essendo l'aria di semplice ausilio alla molla.
Svitando il tappo rosso in foto si accede alla valvola Schrader di precarico dell'aria
Precaricata la forcella sino ad ottenere il SAG desiderato, ci dedichiamo al classico "test da garage" consistente nel dare una serie di pompate a bici ferma. La prima cosa che notiamo è la presenza di gioco fra steli e foderi. Niente di drammatico, ma chiaramente percepibile. In base a quanto scritto sul sito Marzocchi sembrerebbe che la cosa sia normale per certi modelli, ma a "livello di sensazione" è una cosa che lascia un po' perplessi. La forcella non sembra inoltre particolarmente sensibile, essendo l'attrito di stacco ben marcato e l'affondamento un po' ruvido. Del lubrificante al Teflon spruzzato sugli steli non riesce a cambiare la situazione.
"Bel bidone", starà già pensando qualcuno. Vi confessiamo che a quel punto della vicenda quello è stato anche il nostro pensiero, ma per evitare che passiate ad un altro thread senza leggere oltre, vi anticipiamo che una volta sul campo avremo modo di ricrederci ampiamente. Un'ultima considerazione, prima di metterci veramente sui pedali: la risposta in affondamento, dopo la resistenza iniziale di cui si è detto, sembra molto lineare per poi diventare nettamente progressiva nell'ultima parte di travel. Motivo questo, oltre alle preferenze personali già in quella direzione, che ci fa optare per un valore di SAG piuttosto scarso.
Il nostro tracciato-test parte con una bella salita. Travel fisso, peso elevato e nessuna piattaforma stabile rendono questo ambito poco favorevole alla 55 RC3. Se sulla mancanza di piattaforma e sul peso un po' sopra la media si può chiudere un occhio, l'impossibilità di ridurne l'altezza è un punto a sfavore non indifferente per una forcella il cui utilizzo è previsto anche in ambito all mountain ed enduro. Per nostra fortuna la Slayer se la cava dignitosamente anche con la forcella settata a 160mm, ma non tutte le bici hanno questo comportamento. Nonostante la mancanza di piattaforma stabile o di un blocco, la forcella è praticamente ferma finchè si sale stando in sella, sia a causa dell'attrito di stacco di cui si è detto che per via del settaggio piuttosto "duro" che abbiamo impostato. Ovviamente la situazione cambia se ci si mette in piedi sui pedali, ma tutto sommato è il minore dei mali visto il genere di utilizzo previsto.
Rivolto il muso verso il basso, bastano poche decine di metri per farci capire che in discesa la 55 non è quella Cenerentola che ci è parsa sino ad ora. Nonostante il fondo piuttosto scorrevole di questi primi metri, la scarsa sensibilità rilevata nelle prove "a secco" scompare, e la forcella offre un comfort inaspettato. Nei tratti più sconnessi che incontriamo poco più avanti e che affrontiamo a velocità piuttosto sostenuta, la 55 non fa una piega e l'avantreno è sempre perfettamente stabile. Ottima la risposta dell'idraulica, con il ritorno sempre ben controllato anche su occasionali impatti più rilevanti nonostante il settaggio piuttosto aperto.
Sempre a proposito del rebound, degna di nota è l'efficacia del registro: ben realizzato, comodo da azionare e con un range di variazione ottimale fra uno scatto e l'altro.
Il registro del ritorno, ben accessibile e facilmente azionabile.
All'interno del registro stesso si nota il coperchietto color argento che nasconde la seconda valvola di precarico
Nei singletracks veloci e guidati non notiamo imprecisioni di traiettoria. Evidentemente la forcella non pecca in rigidità.
Decidiamo a questo punto di giocare un po' con il registro della compressione, sino ad ora tenuto a pochi click dal tutto aperto. La 55 RC3 non prevede la regolazione separata della compressione alle alte e basse velocità, demandandone la gestione ad un unico registro. Il pomello di regolazione è ben realizzato ma l'accesso è piuttosto scomodo, vista la posizione incassata. Andando verso il "tutto chiuso" il registro tende inoltre ad indurisrsi, rendendone ulteriormente difficoltosa la rotazione. Ciò detto, la regolazione è efficace e l'effetto percepibile anche comprimendo la forcella a bici ferma.
Un dettaglio del perno passante e del registro della compressione.
Comodo e veloce il serraggio del primo, ben realizzato ma un po' scomodo da azionare il secondo
Una maggior frenatura in compressione ci verrà particolarmente utile in due frangenti: nel caso di impatti di forte intensità e sul molto ripido, specie se tecnico e lento. In entrambe le situazioni, infatti, la risposta estremamente lineare nella parte centrale della corsa mostra il rovescio della medaglia. Negli impatti violenti la forcella si comprime infatti molto velocemente, salvo "murare" nell'ultima parte di travel, fatto che si traduce in un contraccolpo piuttosto violento sulle braccia del biker.
Sul molto ripido e lento, specie se tecnico e gradonato, la chiusura della compressione aiuta ad evitare un eccessivo affondamento, anch'esso accentuato dalla parte centrale di travel piuttosto "vuota" la quale innesca anche qualche dondolamento di troppo nelle situazioni prossime al surplace (attenuabile chiudendo opportunamente il rebound). Siamo però a livello di pelo nell'uovo, ed in verità la precisione ed efficacia della 55 RC3 ha permesso di rivalutare ampiamente il comportamento della Slayer sul tecnico, terreno sul quale non avevamo mai trovato un buon feeling con questo mezzo.
http://www.youtube.com/watch?v=MFla4cRAWb8
Ser testa la 55 nell'entrata del sentiero di Corna Vecchia sul Garda
Links ed info:
Forcella testata su Slayer SXC 50 (152mm di escursione posteriore, angolo sterzo 67°)
Lunghezza forcella: 541mm
Diametro steli: 35mm
Peso rilevato: 2708g completa di perno passante e ragnetto - cannotto tagliato a 22cm
Prezzo di listino: 929 Euro
Marzocchi sul web: http://www.marzocchi.it/spa/mtb/?LN=IT&Sito=ita-mtb
La 55 RC3 sul sito Marzocchi: http://www.marzocchi.it/Template/de...Folder=564&IDOggetto=56502&LN=IT&Sito=ita-mtb
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Il parere di Ser:
Condividendo tutto quello scritto nellottima recensione di Muldox (obbligato a scrivere questa riga altrimenti bannato dal forum ihihih) posso solo aggiungere le mie impressioni
Taratura forcella (peso biker pari a 75 kg, compresi di zaino):
Pressione aria cartuccia RC3 (stelo destro): completamente sfiatata
Pressione aria precarico molla (stelo sinistro): 15 psi (da prendere con le pinze perchè gonfiata con pompa per alte pressioni)
SAG ottenuto: 35/40 mm
Rebound (dal tutto aperto, -): 20/25
Compression RC3 (dal tutto aperto, -): 15/15 per la salita e 12/15 giri per la fase di discesa
Note: leggero gioco tra steli e foderi. Ottimo il sistema di chiusura dellasse passante via chiave dinanometrica (più veloce di un classico quick release)
In salita:
se questa è una forcella per AM ho solo note dolenti :
-Travel fisso: 160mm (che equivalgono ad un angolo sterzo di 67°) son veramente troppi per salite su fondo sconnesso. Solo attivando lefficace propedal (FOX RP23) della Rocky Mountain sulla posizione 2 (con gli svantaggi che ne derivano) e riducendo (-) il valore del registro di compressione RC3 si riesce a diminuire la leggerezza dello sterzo fastidioso/faticoso che si percepisce nelle vere salite fuoristrada.
-Sistema di bloccaggio assente: su trasferte via asfalto saltare sui pedali è molto dispendioso se non si vuole metter mano a registro RC3 e Rebound (chiudendoli).
-Peso: eccessivo (più di 2700 g)
In discesa:
la prima sensazione è quella di non linearità nellaffondamento della forcella. Nella parte centrale della corsa si ha la sensazione di vuoto che viene però compensata con la chiusura del registro RC3.
Questultimo settaggio non ha permesso di utilizzare la corsa totale di 160 mm (se non in un salto con atterraggio scomposto verso lanteriore).
Per il resto pieni voti sia su percorsi tecnici sia su single tracks veloci. Prima di tutto: il gioco tra steli e foderi che si avverte con il mezzo fermo non si sente in marcia.
La forcella è molto precisa, permette di posizionare la ruota proprio lì, dove la si vuole, senza esitazioni. Chirurgica. Non entra mai in crisi, anzi aiuta il biker quando lo è. Scioltezza nei movimenti copiando la morfologia del terreno a basse velocità. Virtù forse meno apparente a velocità più elevate (a mio avviso: riducendo la compressione RC3 il senso di vuoto a metà della corsa ammortizzante non trasmette molta sicurezza).