Lodi E Dintorni Off Road - parte seconda

e va bè lo ammetto. Visto che quest'anno dovevo partire tardi con la preparazione. Per non farvi allenare troppo, ho fatto un paio di danze della pioggia .... solo che mi è scappata la mano

yukyk ha scritto:

Come la va sciur Bove? Il tallone si è sistemato?

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wellaaaaa

si sembrerebbe meglio. Da ancora un po fastidio ma spero siano i postumi dell' intervento. Tu la tua gamba?

ma dove sono le foto dell'infangata che dicevi?

FONTE IL CITTADINO:

LODI Com'era prevedibile la notizia della positività di Eddy Ratti all'Epo ricombinante ha avuto uno strascico di comunicati stampa. Già venerdì notte la sua squadra, la De Rosa Stac Plastic, ha annunciato di “sospendere momentaneamente l'atleta, in attesa delle controanalisi: se queste saranno positive Ratti verrà licenziato”. Sabato sul corridore di Retegno, professatosi innocente, è intervenuta anche l'Uci (Unione ciclistica internazionale), che l'ha escluso, almeno temporaneamente, dalle competizioni.
Ratti però non si è chiuso in un muro di silenzio come spesso capita in questi casi. L'ha ribadito ieri pomeriggio, quando ha rispettato in pieno l'impegno preso in precedenza (era stato contattato l'8 febbraio, quattro giorni prima di sapere della positività) con Radio Lodi e con la trasmissione domenicale “Diretta Sport”, presentandosi puntuale all'appuntamento con il programma di Aldo e Barbara Onofri, con l'allegra compagnia della moglie Geovana Clea e dei suoi figli. Nel raccontare quanto successogli il 21 gennaio scorso, il giorno del test a sorpresa poi risultato positivo, Ratti ha ribadito la sua innocenza: «Ho persino “inseguito” fino a San Giuliano i controllori dell'Uci che mi volevano testare a domicilio al di fuori dell'ora prevista per i prelievi fuori competizione. Se avessi voluto saltare il test avrei potuto farlo senza incorrere in alcuna sanzione: invece ho voluto farlo a tutti i costi perché sono pulito e ho la coscienza a posto. La mia dignità è intatta».
Il corridore della De Rosa Stac Plastic ha accennato anche ad altre incongruenze nella sua vicenda doping: «Nel ciclismo c'è grande volontà di combattere il doping, ma spesso ci sono metodi di analisi poco chiari. Non sono un medico, ma mi hanno detto che anche l'individuazione dell'Epo ricombinante è soggettiva e varia da laboratorio a laboratorio. Poi c'è l'assenza di pene certe: basta dire che dopo l'Operacion Puerto su una sessantina di corridori coinvolti sono stati condannati solo in cinque, tutti italiani o tedeschi».Un'altra contraddizione sta nella questione economica: “trattare” il sangue con questi prodotti di nuova generazione costa somme di denaro molto alte, alla portata spesso solo di atleti che hanno già guadagnato tanto in carriera. Non è questo il caso di Ratti, che tra l'altro recentemente si è visto non pagare ben 22 mensilità (nel 2009 per il dissolvimento della sua squadra, l'Amica Chips) e che ha ammesso serenamente che in caso di positività alle controanalisi non passerà alle vie legali (come invece sta facendo per esempio il più affermato Di Luca). Troppi punti oscuri: l'auspicio è che si faccia luce al più presto possibile.

ooooo e falla girare !!!!!