Realtà amara tutta italiana (o no?)... basta solo vedere tutti gli stadi del mondiale italiano che fine hanno fatto!
Ma la soluzione per me è semplice: tu comitato organizzatore vuoi creare queste cattedrali nel deserto anche se puoi immaginare che nel futuro saranno abbandonate? Bene ma poi sappi che ne sarai responsabile e perseguibile in caso di abbandono o degradamento per non uso negli anni a venire... ti farai un pò di sana galera "attiva" con prestazioni nel sociale e nell'ambiente a gratis! Solo il vitto assicurato se lavori...
Purtroppo è utopia e sia che arrivi da destra, centro o sinistra i "giochetti" politici/economici saranno portati avanti... fino al giorno in cui si raggiungerà il colmo della misura
questa è una lotta vera e propria contro i mulini a vento...
per questo mi piace.
Una volta, prima delle Olimpiadi, c'era una bellissima strada bianca che dalla borgata Gleise (sopra Bardonecchia) saliva su fino ai bacini dello Jaffreau.. ora...asfalto in nome di un albergo olimpico...
nell'articolo si legge che a Pragelato poteva essere realizzata una struttura provvisoria smontabile...ci hanno regalato un trampolino in cemento armato, notoriamente materiale proprio della tradizione costruttiva alpina delle valli occitane...da ben 34 milioni di euro...
io mi sto chiedendo con che cavolo devono averlo armato il cemento del trampolino perchè, mediamente un metro cubo di cemento gettato costa intorno ai 150-200€ tutto compreso... lì le armature devono averle messe in tondi d'oro zecchino...
la pista di bob...
è noto che il bob sia lo sport nazionale italiano, è altrettanto noto che gli impianti esistenti in Italia (tutti costruiti per altre olimpiadi) registravano e registrano incassi record e sono strutture in grande attivo...
La parte bella è che a detta di atleti e tecnici della disciplina la pista è una delle più belle e tecniche che siano mai state create...
di tutti gli impianti olimpici, forse, è quello che è stato ri-utilizzato maggiormente anche solo per il fatto che atleti del calibro di Zoggeler venivano ad allenarsi a Cesana per almeno 15 gg l'anno oltre che alle gare e tutto il resto...
Quest'anno un guasto all'impianto di raffeddamento della pista (basato sulla gasificazione e condensazione di ecologicissima ammoniaca) ha fatto saltare tutti i programmi di allenamento non potendosi garantire la creazione di un sufficiente ed adeguato strato ghiacciato utile... e con tempi previsti per la riparazione e riapertura dell'impianto tali da precludere praticamente la stagione.
la ciliegina però...almeno per me... è sempre stata l'impianto del free-style a Sauze... una pista a bassa quota ed esposta in pieno Sud... intorno, anche l'anno scorso di eccezionale innevamento, c'erano i prati fioriti... sulla pista no C'ERANO ROVI E STERPI...perchè dalle olimpiadi più nessuno ci ha messo piede, tanto che per non buttare via proprio tutto era o è allo studio un progetto per trasferirla a Clotesse un po' più in alto e in esposizione più favorevole.
Max parlava degli stadi ... il delle alpi smontato pezzo a pezzo... gli altri faraonici, ciclopici, tutti a memento dei nostri soldi 'svulazzati via'...
il prezzo che il Paese ha pagato alla Grandeur di molte menti governanti di qualsivoglia colore è stato un prezzo ambientale ed, ancor di più economico, spesso perseguito richiedendo alla cittadinanza sacrifici sempre maggiori in nome di una supposta 'ricaduta economica' che qui a Torino è durata dalla nomina a Città Olimpica fino al giorno di chiusura dei giochi: finita l'euforia, finito il clima di festosa accoglienza, finito l'ottimismo, finita la Torino Cosmopolita, discreta, lavoratrice, sabauda, cortese...finiti i soldi... per tutti.
Le Olimpiadi non sono state un male assoluto, io confesso di essermi emozionato di fronte alle vittorie Italiane, di fronte al tributo che il mondo ha reso a Torino, di fronte al sogno mero ed illusorio che la nostra mentalità pedemontana riuscisse a fare il salto di qualità verso un europeismo che è sempre stato solo verbale e cartaceo.
Nel bar appiccicato al fianco della montagna, con la tenda di plastica sulla porta, la vetrina unta e con la foto del Grande Torino sopra lo scaffale dei liquori nemmeno le Olimpiadi sono riuscite a cambiare niente... nelle sera di Inverno quando il vento inizia a soffiare forte giù dalla valle i vecchi se ne stanno lì di fronte al loro bicchiere, tutti hanno pagato il loro prezzo all'Italia...chi su uno o più fronti di Guerra, chi sulle montagne con le sue mucche a studiarsi qualche disciplinare europeo sulla produzione del formaggio... chi in una vita di lavoro e sacrifici in qualcuna delle fabbriche che occupavano la bassa vallata e che degli effetti della 'ricaduta olimpica' hanno purtroppo ben poco risentito. In queste sere stanno lì a raccontarsi le loro vecchie storie e a cercare di masticarci insieme qualche risata e un po' meno di amarezza.
Fino a quando saremo noi a pagare, fino a quando chi ci amministra non potrà mai essere messo di fronte alle responsabilità delle sue scelte e delle decisioni prese, ci sarà un qualche bar più o meno unto dove la sera ci ritroveremo a fare i conti con le nostre giornate e con il sapore amaro che non riusciamo a toglierci dalla bocca se non per i brevi momenti in cui un Italiano sale su un podio e piange di fronte alla sua medaglia d'oro.
questo intervento è dedicato a tutti coloro che hanno pagato il prezzo dei successi italiani, in termini di sacrifici e di condizioni di lavoro talvolta inumane (ricordiamo i 200 cinesi che lavoravano per appaltatrici e sub-appaltatrici olimpiche e che dormivano tutti insieme in una struttura idonea a 25 o 30 persone) e che dalla 'ricaduta olimpica' hanno ricavato soltanto quanto bastava a superare un breve periodo della loro vita.
W L'ITALIA SEMPRE!