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le salite: sono io oppure..

tacito

Biker imperialis
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Catania
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da sempre ci si allena con rappori agili per fare fiato e con rapporti duri per la potenza (sintetizzando in modo tanto brutale quanto riduttivo)...
theDRaKKaR nel post di apertura ha detto che aveva problema più di fiato che di gambe... da qui il mio suggerimento di usare rapporti più duri in attesa che si faccia anche un pò di fiato...
 

koffo

Biker velocissimus
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Guidonia (Roma)
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Altro piccolo consiglio: la salita va "rispettata", non bisogna partire subito a mille, altrimenti arrivi a metà che hai dato tutto, io preferisco partire prudente, e se sento di stare bene spingo dopo.

P.S.: ma a Roma dove le trovi le salite? Al massimo c'è qualche strappo!
 

tacito

Biker imperialis
23/9/04
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Catania
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per chi comincia anche un cavalcavia sembra cima Coppi...
me lo ricordo bene....
 

andrea1966

Biker incredibilis
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veneto pedecollinare
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TREK FULL STACHE 8 e specialized enduro comp 26'
scusa ma io per esperienza ho notato che in salita usando rapporti un pò meno lunghi, dunque più agili, salgo meglio, ho meno fiatone e il cardio segna battiti più bassi. ecco perchè ho scritto quel che ho scritto.

se in pianura vai con un rapporto medio raggiungi tot battiti, se metti un rapporto più duro i battiti aumentano perchè aumenta lo sforzo e resti a corto di fiato. o no?
 

koffo

Biker velocissimus
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Guidonia (Roma)
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Non lo so se funziona così.
Dopo quasi un anno e mezzo di stop forzato causa problemi di schiena mi sono rimesso in sella seriamente dopo l'estate scorsa. Quando ho iniziato non avevo ne le gambe e tantomeno il fiato.

Quello che ho notato è che all'inizio è molto meglio (ed anche più facile) fare il fiato (e quindi pedalare agili), inizi a resistere meglio alla fatica, e a quel punto ti fai la gamba, e inizi a salire con rapporti più duri. Non ho elementi scientifici per dimostrarlo, ma solo empirici...con me ha funzionato!
 

devo dire che effettivamente per paura di bloccarmi metto i rapporti sempre più morbidi... proverò a fare diversamente per vedere cosa cambia...
 

tarcy

Biker assatanatus
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mazzano (BS)
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avete ragione entrambi. ognuno ha la propria cadenza che gli consente maggior risparmio energetico. un rapporto troppo corto mulina ed alza i battiti con una resa scarsa. uno troppo lungo costringe ad un impegno (spesso anche di braccia tirando sul manubrio) troppo elevato alzando i battiti. ma se abbiamo poco allenamento dobbiamo comunque utilizzare un rapporto leggermente più lungo del dovuto per risparmiare il "cuore" mentre se siamo impegnati in un giro (oppure gara) molto lungo ed abbiamo davanti ancora molta salita se abbiamo un buon allenamento utilizzeremo un rapporto leggremente più agile per non trovarci con le gambe imballate verso fine giro.
 

sharkita

Biker serius
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Gela (CL)
www.bikersmania.com
allenati tranquillamente piano piano acquisti fiato e fai le salite, inizialmente mi sembravano dele salite vertiginose, piano piano sono slite normali, quando porto altri con me poco allenati arrancano moltissimo e li aspetto, in loro mi rivedo io mesi addietro!
 

Clab04

Biker grossissimus
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Roma Est
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Aggiungo alcune considerazioni.
La prima è che in effetti Roma è infame.
Cioé, la cima (aehm..) più alta è Montemario e non credo che raggiunga i 200 metri.
Però chi l'ha fatta mi venga a dire la fatica che si fa a salirla dal sentiero all'interno del Parco.
E di situazioni simili ce ne sono molte.
Roma è un continuo saliscendi, i parchi e i sentieri sono spesso su dei colli (Villa Ada, Monte Antenne, Villa Pamphili) e così i dislivelli sono assicurati.
Non sono salite proibitive, ma non sono semplici cavalcavia, e vanno affrontate con la giusta mentalità e con un minimo di preparazione.
L'allenamento è fondamentale, non c'è dubbio, e il non farcela ad una salita va visto nel suo significato positivo, ovvero aver faticato e quindi essersi allenati.
La mentalità è altrettanto fondamentale, e si traduce semplicisticamente nella consapevolezza che la salita non è un ostacolo, non va fatta pensando di liberarsene quanto prima, ma è parte fondamentale dell'esperienza.
Bisogna essere consapevoli che la difficoltà della salita è in funzione della propria preparazione, quindi non è sempre e solo un ostacolo fisso, ma una realtà in divenire che domani potrà essere affrontata diversamente rispetto a ieri.
Non la prendere in apnea, scegli il rapporto che ti fa sentire la spinta ma che ti dia l'idea di poter gestire per un pò quella stessa spinta.
Se non ce la fai ti fermi, pace, hai già fatto qualcosa di buono.
Daje.
Claudio
 
ovvio non mi pare ma mi taccio....


quoto... a far frullare le gambe ci vuole fiato... tanto. questo e' il mio problema. Anche dove giro io ci sono tante salitelle che non sono niente in termini di pendenza assoluta, ma sfiancano se non si ha la tecnica. Il problema da me, ma anche a roma da quel che ho capito, sono anche i cambi di ritmo: saperli gestire, sapere quando cambiare, che rapporto usare. Non c'e' una scuola, bisogna fare pratica sul campo. io ho un percorso fisso e cerco di imparare su quelle salite e quei cambi di ritmo.

Il fattore psicologico frega pure me: aaaaaah salita!!! scala scala, rampichino rampichino e mi ritrovo ad andare pianissimo e a frullacchiare le gambine ansimando come un ossesso
 

Clab04

Biker grossissimus
25/8/08
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Roma Est
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questo dovremmo impararlo noi alle prime armi e non vedere la fermata o il tratto a spinta come l'onta massima! ma e' dura
Se la vuoi vedere come un'onta, l'unico modo per cancellarla è fare meglio la volta dopo e non mettere il piede a terra.
Quindi devi allenarti, e per allenarti devi forzare.
E forzando rischi di dover mettere il piede a terra.
Quindi non scappi.
Invece, se fai come me, la prima volta che arrivi a 300 metri di altezza e ti sei fermato 2 volte a ritorno fischietti tutto contento.
La volta dopo metterai il piede giù una sola volta e così via.
Oggi salgo 6/700 metri senza drammi (neanche mi diverto, se è per questo) e sono soddisfatto allo stesso modo.
E sempre, sia allora che oggi, c'è qualcuno che mi sega le orecchie, e va bene così.
Ciao
Claudio
 
Se la vuoi vedere come un'onta, l'unico modo per cancellarla è fare meglio la volta dopo e non mettere il piede a terra.
Claudio

ora non piu', ma nelle prime uscite il morale andaza a zero, perche' come ripeto, non sono salite alpine!
ora non la vedo piu' come un'onta, se capita la volta che mi fermo a boccheggiare a fine salita...
non ce n'e'... l'unica e'
 

ellery

Biker popularis
30/10/09
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Per esperienza personale, le prime volte la difficoltà aumenta perchè si sbaglia rapporto. Trovare il giusto ritmo per una salita non è semplice e viene naturale solo dopo un pò che vai in bici.

La prima cosa è fare fiato, perchè senza quello non vai da nessuna parte. Quindi giri medio lunghi con poca salita a ritmo allegro ma senza strafare.

Poi trova una salita "di riferimento", che magari all'inizio sembra difficile o impossibile ed affrontala più di una volta cercando di utilizzare il giusto rapporto che sia sufficientemente agile da non scoppiare, ma non troppo da frullare a vuoto: prova più rapporti, alzati (se sei capace) nei tratti più duri o scala se vedi che il cuore va a mille. Cronometra (anche approssimativamente) e senti le reazioni del corpo allo sforzo. Vedrai che col tempo migliori, ma son progressi lenti.

Io facevo l'errore di usare rapporti troppo duri, con la conseguenza di esaurire il fiato a metà salita (e dopo son dolori).

Dopo un'annetto di pazienza e sacrificio ora vado molto meglio: percorro la mia salita (asfalto) di 11 km con un dislivello di 830 mt in circa un'ora e 15. C'è un tratto di 700 mt con pendenza media del 11,5% che trovo abbastanza impegnativo. Ma sono un cinquantenne che porta su 86 Kg....
 

Eraclitus

biker semi-serio
10/11/08
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San Gemini
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full dagli occhi a mandorla e monster (Stambek gravelizzata)
I "vecchi" bitumari delle mie parti raccontano che, ai loro tempi, facevano 1000 km di pianura (e con la ruota fissa, ma questa è un'altra storia!) prima di iniziare ad affrontare le salite. Aggiungono anche che si deve sfruttare prima di tutto l'agilità, perché è la risorsa che si esaurisce per prima (con la stanchezza si perde agilità e rimane solo la potenza - per chi ce l'ha!); altra perla di saggezza degli ultrasettantenni che incontro in primavera con la bdc: quando sei in debito d'ossigeno, metti un rapporto più duro e fai girare meno le gambe, così la frequenza cardiaca diminuisce e riesci a recuperare (con la bdc viene meglio, perché magari ti metti a ruota di qualcuno e ti fai anche tirare e, comunque, le pendenze non eccessive ed il fondo sempre regolare ti aiutano a gestire lo sforzo).
Personalmente posso illustrarti la mia esperienza: anch'io soffro la salita (soffro pure la discesa, ma questo non c'entra) e, in quasi 3 anni, sono passato da soffrire gli strappi dei cavalcavia a soffrire le pendenze sconnesse che superano il 10% (sopra il 20% vado in crisi mistica!), ma, in buona sostanza, più mi alleno e più mi ritrovo a cimentarmi in situazioni più impegnative di quelle per cui sono allenato. Occasionalmente ho qualche crisi di sconforto (e occasionalmente trovo qui sul forum qualcuno che spende una buona parola d'incoraggiamento), ma ormai mi sono convinto che la biga è sofferenza e che, probabilmente, questa passione comporta anche una certa vena di masochismo.
In ogni modo, dopo soli 3 mesi ed una vita piuttosto sedentaria , non puoi aspettarti chissà quali risultati. Continua ad impegnarti con costanza e già tra qualche altro mese potrai cominciare a vedere le cose con un'altra prospettiva: quando comincerai a preoccuparti del tempo che hai a disposizione e non più della distanza che devi percorrere, sarà la prima grande soddisfazione tra quelle che questo sport può offrirti! (forse non sono stato chiaro: all'inizio si dice "devo arrivare fin lì? ma sono XX kilometri!" poi inizi a dire "devo arrivare fin lì? ma forse non ce la faccio ad andare e venire entro l'ora di pranzo e se faccio tardi mia moglie s'incaxxa!" e già quando cominci a pensarla così, è una grande libidine). Ciao e buone pedalate!
 
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