Le mie montagne 2: la parodia

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Clab04

Biker grossissimus
25/8/08
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Roma Est
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Ieri ero nostalgico, e di conseguenza ho ammantato di connotati da melodramma napoletano i miei sette giorni sulle Dolomiti.
Alcuni passaggi erano così melensi che a confronto le interpretazioni di Mario Merola sembrano scarne, minimaliste e degne della migliore documentaristica cinematografica.
Per riequilibrare un po’ le cose ricorderò ora i miei episodi ciclistici con un occhio più cinico, che è quello che alla lunga preferisco.
Allora, al mio arrivo, sabato, ho fatto un salto a Villabassa, dove c’era la Dolomiti Superbike e ho conosciuto Annalisa, che, per chi ha una Canyon, è come la Marcegaglia per un industriale, onnipresente e ammantata di mistero.
Le ho chiesto subito informazioni su telai della Nerve XC, lei mi ha risposto di non preoccuparmi perché la Canyon li ha rinforzati, io le ho detto che invece mi preoccupo perché io c’ho il telaio precedente a quello che la Canyon ha rinforzato, lei ci ha messo una toppa (alla gaffe, non al telaio), ha subito trovato un altro buon motivo per tranquillizzarmi e da lì è andato tutto bene, una ragazza sveglia, dinamica e con due occhi azzurri come il collarino della Strive 9.0.
Il martedì seguente era il giorno dell’impresa, la conquista di Prato Piazza.
Il nome può ingannare, a Roma un prato è un prato, una piazza è una piazza e quasi sempre sia uno che l’altra li sono stati collocati in pianura.
Sulle Dolomiti invece Prato Piazza l’hanno messo a 2.000 metri di altitudine.
Ma su un depliant di percorsi MTB del luogo la salita era data come facile, io non ho fatto caso che le recensioni erano di Reinhold Messner, e sono andato.
Vi dico solo che a un certo punto passavo il tempo contando i secondi intercorrenti tra un goccia di sudore e un’altra che cadevano sul top tube, e questi secondi diminuivano.
Un po’ come i secondi che passano tra il lampo e il rumore del tuono, che se diminuiscono sono cazzi perché il temporale si avvicina, così io mi preoccupavo della sinistra velocità di caduta delle mie gocce di sudore.
Vabbé, passati così allegramente circa 30 minuti, e arrivato ad una specie di pedaggio chiedo ad un local (che ho scoperto più tardi essere Caronte di guardia all’Ade) se la salita fino alla vetta era altrettanto faticosa.
Mi ha detto di no, ma non ho capito se era sempre Messner, se era un sadico o se pensava che lasciavo lì la bici e andavo su con la navetta.
Comunque, ho sempre dato troppa fiducia alla gente, e ho proseguito.
Gli ultimi 500 metri sono sempre i più faticosi ed io per la prima volta ho dato un senso alla cassetta da 10 che non ho, ma lo avrei dato anche a quella da 20, se fosse esistita.
Comunque ce l’ho fatta, e mi sono fatto immortalare sullo sfondo del rifugio con la scritta “2.000 mt. slm” da circa 157 turisti, per essere sicuro che la foto venisse.
Addirittura ho invitato parecchia gente a fotografarmi con la loro, di macchina fotografica.
Dentro al rifugio mi ha raggiunto un ciclista da strada.
Gli ho chiesto se era stata dura e mi ha risposto con un espressione tanto affermativa quanto sboccata.
Gli ho detto che era stato sincero nella risposta, sinceramente stupito perché di solito tra ciclisti ma tra simili in generale si tende a fare un po’ i gradassi e gli si è dipinta sul volto un espressione di terrore: “Ma sei in bici pure tu?”.
“E certo, faccio trailbiking, ho i pantaloni larghi, la bandana e il casco è fuori sul manubrio, ma sto in bici pure io!” e gli ho sorriso.
Lui se n’è andato incazzato, e ho capito che non era stato sincero, ma mi aveva preso per uno a piedi e aveva esagerato al contrario dicendo che era stata durissima perché lui se l’era fatta in bici.
Pazienza, non finirò mai di stupirmi della scarsa empatia del genere umano, nemmeno in cima al mondo.
La discesa l’ho fatta in compagnia di Alex, un ragazzo di Brunico che credeva di parlare italiano ma che alla fine ho smascherato perché a 42 all’ora in piena discesa gli ho urlato se una mucca che ci tagliava la strada in mezzo al sentiero era la Sardegna e lui mi ha detto di ya.
Mi sto dilungando, i miei migliori episodi ciclistici finiscono praticamente qui.
Ah, un accenno alla Dobbiaco-Lienz fatta con mia moglie lo devo fare.
Per quei pochi che non lo sanno, si tratta di una ciclabile in sostanziale discesa, meravigliosa e lunga una cinquantina di chilometri.
Io ho studiato le altimetrie, ho preso la macchina, portato mia moglie a Dobbiaco, affittato la bici più comoda (una Harley), caricato il mio zaino anche del doposole e di una forcella di ricambio, l’ho fatta salire sulla bici, le ho fatto un corso e l’ho lanciata.
La discesa ha fatto il resto.
A Lienz era fresca come una rosa le avevo fatto il book, l’ho portata a pranzo tra birra, wurstel e formaggi, e verso le 15.00 l’ho messa in treno.
Ha sonnecchiato fino all’albergo, dove si è addormentata felice.
Sarebbe tutto stupendo se non fosse che ora lei ha una percezione completamente distorta rispetto a cosa è la bici in realtà.
Lei ora pensa che andare in bici sia:
- gratis
- comodo
- riposante
- senza traffico
- in mezzo al paradiso
- con il pranzo al ristorante a metà strada
- con un sonnellino durante il ritorno
Non devo dire a voi che spesso la bici è proprio il contrario, e onestamente non sono stato a dirlo neanche a lei.
Certo, ora vedo che quando le racconto le mie imprese mi guarda con più scetticismo di prima, la vedo pensare “e che sarà mai, io ho fatto 50 chilometri senza allenamento!”, ma ci faccio un sorriso su, ripenso a Prato Piazza e soprattutto ripenso che quando siamo tornati in albergo mi ha detto che è stata una delle giornate più belle della sua vita, e a questo non c’è prezzo che non sarei disposto a pagare (vade retro Merola!).
Claudio
 

ilcentaurorosso

Biker dantescus
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Paperopoli
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...Sarebbe tutto stupendo se non fosse che ora lei ha una percezione completamente distorta rispetto a cosa è la bici in realtà.
Lei ora pensa che andare in bici sia:
- gratis
- comodo
- riposante
- senza traffico
- in mezzo al paradiso
- con il pranzo compreso alla fine...
...ma no che non mentiva... il vero problema è che crede che le ciclabili siano tutte così... invece quella è unica.
La mia passione per la bici è rinata lì, in quei posti... quindi li metterei tra le otto meraviglie del mondo... anzi ce li ho già messi!
:prost:
 

Clab04

Biker grossissimus
25/8/08
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Roma Est
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non farti illusioni...mentiva. :smile::celopiùg:
Non puoi fare di tutta l'erba un fascio.
Io ho accuratamente preparato l'uscita di mia moglie per rendergliela gradevole, facile e confortevole.
Tu quella volta hai preso la tua, le hai messo il casco che usavi quando avevi la Lambretta, l'ha fatta salira sulla verdona di Pininfarina e l'hai lanciata giù per il Montefogliano.
E' ovvio che lei potrebbe non essere stata sincera quando ti ha detto che le era piaciuto.
;-)
 

motobimbo

Biker nirvanensus
30/9/08
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Cimino
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Non puoi fare di tutta l'erba un fascio.
Io ho accuratamente preparato l'uscita di mia moglie per rendergliela gradevole, facile e confortevole.
Tu quella volta hai preso la tua, le hai messo il casco che usavi quando avevi la Lambretta, l'ha fatta salira sulla verdona di Pininfarina e l'hai lanciata giù per il Montefogliano.
E' ovvio che lei potrebbe non essere stata sincera quando ti ha detto che le era piaciuto.
;-)

sei un uomo d'oro.
 

ciciu

Biker superioris
Bellissimo racconto , colorito e con un tocco di malinconia ; quel lato nostalgico che si porta a casa dopo aver vissuto le Dolomiti a Luglio .

Poi , a casa , a Novembre inoltrato , cominci a leggere i report del Nonno e ti rendi conto che a -20° centigradi , Brunico è più bella in cartolina che in bicicletta .

:smile:


Ti (vi) auguro tanti traguardi come Prato Piazza .

Mi sa che la prossima volta che mi capita la fortuna di passare qualche giorno in Val Pusteria , porto anche io la famigliola sulla Dobbiaco-Lienz .
 

Clab04

Biker grossissimus
25/8/08
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Roma Est
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Bellissimo racconto , colorito e con un tocco di malinconia ; quel lato nostalgico che si porta a casa dopo aver vissuto le Dolomiti a Luglio .

Poi , a casa , a Novembre inoltrato , cominci a leggere i report del Nonno e ti rendi conto che a -20° centigradi , Brunico è più bella in cartolina che in bicicletta .

:smile:


Ti (vi) auguro tanti traguardi come Prato Piazza .

Mi sa che la prossima volta che mi capita la fortuna di passare qualche giorno in Val Pusteria , porto anche io la famigliola sulla Dobbiaco-Lienz .
Grazie del bellissimo augurio.
la Dobbiaco-Lienz rivoluziona completamente il rapporto donna-bicicletta, gliela devi far fare.
I figli possono avere qualsiasi età, c'è sempre un marchingegno che affittano che può contenerli, secondo me hanno anche il carrellino di ostetricia per le donne che se la fanno al nono mese.
Ciao
Claudio

ps: se hai trovato una vena malinconica nel racconto, in questo ce n'è un giacimento.
 

ciciu

Biker superioris
...ps: se hai trovato una vena malinconica nel racconto, in questo ce n'è un giacimento.
per correttezza , ho letto Le mie montagne , poi il secondo, la parodia , nell'ordine giusto .

Sempre per correttezza , ti devo dire che il primo non son riuscito a finirlo , mi saliva troppo la carogna dietro . Sapendo che c'era il 2 , la parodia , ho saltato a piè pari . E cavolo ! mi ha fatto scendere la carogna !
 

Clab04

Biker grossissimus
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per correttezza , ho letto Le mie montagne , poi il secondo, la parodia , nell'ordine giusto .

Sempre per correttezza , ti devo dire che il primo non son riuscito a finirlo , mi saliva troppo la carogna dietro . Sapendo che c'era il 2 , la parodia , ho saltato a piè pari . E cavolo ! mi ha fatto scendere la carogna !
Ti capisco, è peggio della scena quando L'incompreso muore.
;-)
Claudio
 

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