Le gambe in curva

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david_jcd

Redazione
11/8/05
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Fortezza (BZ)
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Ciao!
Che io sappia, la posizione corretta in curva sarebbe col pedale esterno in fondo (e il peso che grava su di lui) e il pedale interno alto.
E' veramente così importante? Lo chiedo perchè, cercando di fare le curve nella posizione più corretta, spesso faccio un po' di cunfusione (braccio su, piede giù, peso qua, sguardo la...).
Ad esempio, curvare con i pedali allo stesso livello (pedivelle orizzontali) va bene? Se si, fa lo stesso quale piede si tiene davanti?

Grazie!
 

ale87fr

Biker superis
19/1/08
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Molini di Triora
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Ciao!
Che io sappia, la posizione corretta in curva sarebbe col pedale esterno in fondo (e il peso che grava su di lui) e il pedale interno alto.
E' veramente così importante? Lo chiedo perchè, cercando di fare le curve nella posizione più corretta, spesso faccio un po' di cunfusione (braccio su, piede giù, peso qua, sguardo la...).
Ad esempio, curvare con i pedali allo stesso livello (pedivelle orizzontali) va bene? Se si, fa lo stesso quale piede si tiene davanti?

Grazie!

Il piede che tieni davanti non influenza la curva, ognuno di noi per abitudine tiene in avanti sempre lo stesso piede, e se provi a tenere davanti l'altro ti troverai parecchio in difficoltà.
La posizione dei piedi in basso o alto in curva è invece fondamentale! E' un pò come sciare...il piede esterno in basso che spinge sul pedale e l'interno in alto con il ginocchio lievemente in fuori, e per completare la descrizione della posizione corretta, peso in avanti a caricare la ruota anteriore in modo da aumentarne il grip, bici lievemente più piegata del rider, sedere in fuori verso il lato esterno della curva, e sguardo alla curva, ostacolo successivo! Più accentui questi movimenti (sempre nei limiti della logica, quindi senza esagerare da non scompensare troppo i pesi) più grip e velocità avrai in percorrenza di curva, anche su fondi sdruciolevoli o scivolosi!
Qui una foto esplicativa! [URL]http://www.mtbvaldisole2008.it/documenti/Test%20Event/Immagini/DOWNHILL%20BAREL%20FABIEN%20foto%20Daniele%20Mosna9516.jpg
Naturalmente se la curva è lieve o il raggio molto ampio le pedivelle non saranno verticali, ma in posizione meno inclinata perchè non è necessario caricare molto la bici per curvare a sufficienza![/URL]
 

rxman

Biker serius
20/12/07
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dueville
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per le curve, non occorre pensare quale pedale deve andare su e quale giu, il peso deve sempre essere tutto sul pedale esterno alla curva (potresti anche togliere il piede interno), tieni il corpo un pò più dritto e pieghi la bici.
naturalmente, dando peso al pedale esterno questo va giù, ma se la curva viene fatta con il pedale esterno giù e l'altro su, quindi giusto, ma senza mettere peso sull'esterno, allora non serve a niente.
 

david_jcd

Redazione
11/8/05
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per le curve, non occorre pensare quale pedale deve andare su e quale giu, il peso deve sempre essere tutto sul pedale esterno alla curva (potresti anche togliere il piede interno), tieni il corpo un pò più dritto e pieghi la bici.
naturalmente, dando peso al pedale esterno questo va giù, ma se la curva viene fatta con il pedale esterno giù e l'altro su, quindi giusto, ma senza mettere peso sull'esterno, allora non serve a niente.
esatto, per aiutarmi in questo cerco addirittura di sollevare un po' il piede interno, nel senso che non ci sia proprio peso.
Solo che in curva penso troppo:
Peso sul piede esterno, peso sulla mano interna, gomiti piegati e peso in avanti ma non troppo, ginocchio esterno che schiaccia in giù il telaio, sella contro la coscia interna alla curva, busto un po' più dritto delle bici, bici inclinata all'interno della curva, niente freno davanti, semmai appena un pochino solo dietro, sguardo fuori.
Faccio fatica a far diventare istintivo tutto ciò!
La differenza più grossa a dire la verità l'ho notata nell'ultima uscita quando ho cercato di stare più basso sulla bici.
 

Danybiker88

Redazione
4/9/04
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Torino
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E' normale... Prima si deve pensare, poi dopo un po l'impostazione viene in automatico.

In curva l'impostazione corretta dei pedali è fondamentale. Chiaro se si scende a velocità basse o su curve poco accentuate si possono anche tenere i piedi paralleli (un gran numero di biker non sa impostare le curve eppure scende lo stesso. Se scendi piano manco ti accorgi della differenza!), ma se si vuole andare più forte o si imposta la curva bene o si va per terra.

La posizione è stata spiegata già da ale87fr: peso in avanti braccia che caricano bene il manubrio, soprattutto la manopola interna, piede esterno in basso, bici piegata verso interno curva e peso portato all'esterno sulla verticale delle gomme.

Quello che in molti sbagliano (e su cui pure io sto lavorando) è la posizione dei piedi quando si imposta la curva. Infatti generalmente si tende a tenere in avanti il piede dominante, quando si avvicina la curva si abbassa il piede esterno, spesso con una pedalata all'indietro. Qui sta l'errore. Dando la pedalata all'indietro ci sono diversi problemi. Innanzitutto si porta il peso all'indietro, scaricando l'anteriore e con conseguente problema di tenuta dell'anteriore stesso. Secondo si rischia di far cadere la catena, cosa che su fondi scassati è quasi una certezza. Terzo non si carica la bici in curva. La soluzione migliore è quindi quella di posizionare prima della curva il piede esterno in avanti e quando si entra in curva dare 1/4 di di colpo di pedalata in avanti per portare il piede in basso. In questo modo, aiutandosi naturalmente anche con le braccia, si comprime letteralmente la bici nella curva assicurandosi un ottimo grip e una velocità di uscita elevata, senza contare lo slancio dato dal colpo di pedale in entrata e dalla posizione dei piedi che si trovano subito in posizione ottimale per rilanciare .
 

ale87fr

Biker superis
19/1/08
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Molini di Triora
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per le curve, non occorre pensare quale pedale deve andare su e quale giu, il peso deve sempre essere tutto sul pedale esterno alla curva (potresti anche togliere il piede interno), tieni il corpo un pò più dritto e pieghi la bici.
naturalmente, dando peso al pedale esterno questo va giù, ma se la curva viene fatta con il pedale esterno giù e l'altro su, quindi giusto, ma senza mettere peso sull'esterno, allora non serve a niente.

Se il peso è tutto sul pedale esterno questo và giù, punto. Se non va giù e perchè parte del peso è sul pedale inerno, a meno che la ruota dietro non sia bloccata dal freno! E non ci sono altre possibilità. Vero è che se il piede è giù non è detto che sia carico! Tra l'altro il piede esterno giù aumenta la possibilità di piega della bici, perchè è ben noto che piegando con il pedale interno in basso questo ben presto tocca a terra.
Insisto comunque nel sostenere, perchè comunque risaputo oggettivamente che soprattutto in curve con raggio stretto è indispensabile la posizione del piede esterno in basso per poterle affrontare in velocità caricando in maniera ottimale la bici. Tutto questo è riferito a un ambito "racing" o sportiveggiante :smile:in quanto andando a passeggio si può girare un pò come si vuole!
 

cestobike

Biker cesareus
2/3/09
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Ovviamente bisogna prima imparare e pensarci come frenare con un dito: prima si fa fatica dopo si migliora e dopo si frena sempre con un dito anche con le bici da antiquariato rischiando di uccidersi...... :smile::smile:
Secondo me non è così indispensabile certo più tecnica si ha e meglio e più forte si va, non c'è nulla da fare.... :medita:
Io personalmente nelle curve in discesa veloce uso la gamba interna alta perchè mi aiuta meglio a bilanciarsi evitando immaginate cosa.....
C'è da dire e da mettere in conto anche la tecnicità del sentiero......
nei sentieri tecnici quando si sta sui pedali e con le chiappe non appoggiate alla sella io (ma penso tutti) per fare le curve ci si ritrova con le pedivelle parallele al terreno..... poi tutto sta negli stili di guida: se lo chiedi a Martino Fruet lui ti dirà che in curva (oltre a non frenare :maremmac: ) utilizza il piede......

Spero di essere stato chiaro buon anno a tutti coloro che leggeranno..... :celopiùg:
 

Danybiker88

Redazione
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Tutto questo è riferito a un ambito "racing" o sportiveggiante :smile:in quanto andando a passeggio si può girare un pò come si vuole!

Più che ambito racing, direi che saper impostare una curva è fondamentale per chiunque voglia andare un minimo in discesa, gare o non gare...
Coi piedi paralleli la velocità di percorrenza di una curva è bassissima, appena forzi un po di più sei per terra.
 

eliografo

Biker superioris
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Ponente ligure
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Bike
Intense Primer s
Quanto detto mi è chiaro, almeno in teoria, poi in pratica sono abbastanza schiappa :hahaha:

Ma nello stretto stretto e ripido, da fare quasi in surplace non sono meglio i piedi paralleli? E se sì qui mi riaggancio la discorso di Dany: il piede avanzato deve essere quello esterno, così che se la velocità lo permette appena impostata la curva si può eventualmente dare quella piccola pedalata e portarlo in basso?
 

Aleploch

Biker superis
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esatto, per aiutarmi in questo cerco addirittura di sollevare un po' il piede interno, nel senso che non ci sia proprio peso.
Solo che in curva penso troppo:
Peso sul piede esterno, peso sulla mano interna, gomiti piegati e peso in avanti ma non troppo, ginocchio esterno che schiaccia in giù il telaio, sella contro la coscia interna alla curva, busto un po' più dritto delle bici, bici inclinata all'interno della curva, niente freno davanti, semmai appena un pochino solo dietro, sguardo fuori.
Faccio fatica a far diventare istintivo tutto ciò!
La differenza più grossa a dire la verità l'ho notata nell'ultima uscita quando ho cercato di stare più basso sulla bici.

Io non sono discesista...e lo premetto. Ma come diceva il mio prof di musica: ascolta quello che ti dico, studia pensando a quello che ti ho detto ma quando SUONI non pensare a niente e lasciati andare.
Credo che con esercizi su esercizi cercando di applicare la teoria (facendo tutto a velocità non max) ma lasciandoti andare quando decidi di raidare e divertirti, raggiungerai risultati inaspettati. E ti ritroverai a fare una curva da dio, pensando solo a quella che verrà dopo.
Suonare, suonare, suonare... :-)
 

Bowlofbeauty

Biker velocissimus
14/10/08
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Veneto
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Io non sono discesista...e lo premetto. Ma come diceva il mio prof di musica: ascolta quello che ti dico, studia pensando a quello che ti ho detto ma quando SUONI non pensare a niente e lasciati andare.
Credo che con esercizi su esercizi cercando di applicare la teoria (facendo tutto a velocità non max) ma lasciandoti andare quando decidi di raidare e divertirti, raggiungerai risultati inaspettati. E ti ritroverai a fare una curva da dio, pensando solo a quella che verrà dopo.
Suonare, suonare, suonare... :-)
Mi trovo abbastanza daccordo con quello che affermi, anche se, musica e sport sono un pochino diversi. Credo che nella musica esistano delle regole fondamentali per eseguire dei buoni lavori, ma che i capolavori arrivino dal genio di chi si lascia trasportare dal proprio talento e dalle capacità spesso stupefacenti. Nello sport in parte è uguale, è vero come dici è necessario lasciarsi andare, però la tecnica è essenziale, e penso che il lasciarsi andare debba avvenire solo dopo la conoscenza della tecnica riconosciuta da tutti, altrimenti c'è il rischio di assumere dei vizi sbagliatissimi che ci danneggiano molto e che difficilmente poi ci si toglie.
 

david_jcd

Redazione
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Io non sono discesista...e lo premetto. Ma come diceva il mio prof di musica: ascolta quello che ti dico, studia pensando a quello che ti ho detto ma quando SUONI non pensare a niente e lasciati andare.
Credo che con esercizi su esercizi cercando di applicare la teoria (facendo tutto a velocità non max) ma lasciandoti andare quando decidi di raidare e divertirti, raggiungerai risultati inaspettati. E ti ritroverai a fare una curva da dio, pensando solo a quella che verrà dopo.
Suonare, suonare, suonare... :-)
Anch'io suono, quindi capisco cosa vuoi dire (credo). Insomma posso fare esercizi mirati ad esempio prendendo una curva e ripetendola 20 volte, ma quando sono a fare un giro conta di più cercare di divertirmi, è questo che stai dicendo?
Solo che con la chitarra tutto ciò mi viene più facile.
Una volta sono andato su un sentiero e sono stato più di un'ora sulla stessa curva, eppure non mi ha giovato come credevo.
 

Aleploch

Biker superis
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Mi trovo abbastanza daccordo con quello che affermi, anche se, musica e sport sono un pochino diversi. Credo che nella musica esistano delle regole fondamentali per eseguire dei buoni lavori, ma che i capolavori arrivino dal genio di chi si lascia trasportare dal proprio talento e dalle capacità spesso stupefacenti. Nello sport in parte è uguale, è vero come dici è necessario lasciarsi andare, però la tecnica è essenziale, e penso che il lasciarsi andare debba avvenire solo dopo la conoscenza della tecnica riconosciuta da tutti, altrimenti c'è il rischio di assumere dei vizi sbagliatissimi che ci danneggiano molto e che difficilmente poi ci si toglie.

Non tutti nascono geni, eppure ci sono un sacco di buoni musicisti in circolazione...ma proprio un sacco. Vedrai che se leggerai attentamente quello che ho scritto ho detto che bisogna lasciarsi andare solo dopo tanto studio. La tecnica è essenziale in tutto: fosse musica, scultura o quant'altro. Ma quando si studia si studia, mentre se devi suonare, scolpire, pedalare allora conviene lasciarsi andare. Con questo, e mi scuso se non l'ho specificato, vuol dire che quello che hai imparato nelle sessioni di allenamento si deve applicare alla tua "arte" (qualsiasi essa sia) in automatico. Davvero è il metodo che usano i professionisti in tutti i campi!
Come se un calciatore dovesse pensare a tutti i movimenti che deve fare quando lancia un compagno... C'è tempo per l'allenamento mirato e c'è tempo per la prestazione. Ovvio che all'inizio il lancio ti riesce così così, ma poi con l'allenamento non potrà che migliorare. Ovviamente nei limiti delle tue capacità e del tuo talento.

Anch'io suono, quindi capisco cosa vuoi dire (credo). Insomma posso fare esercizi mirati ad esempio prendendo una curva e ripetendola 20 volte, ma quando sono a fare un giro conta di più cercare di divertirmi, è questo che stai dicendo?
Solo che con la chitarra tutto ciò mi viene più facile.
Una volta sono andato su un sentiero e sono stato più di un'ora sulla stessa curva, eppure non mi ha giovato come credevo.

Esatto!! Si studia pensando ma si suona liberamente!!
Se suoni saprai anche tu che i passaggi veloci e tecnici si devono studiare lentissimamente prendendoli uno alla volta, per un sacco di volte. Poi aumento il ritmo e altrettante volte lo ripeto. Ma alla fine metti il metronomo al tempo giusto e vai con l'esercizio completo. I passaggi difficili non appariranno più così inarrivabili. Ovviamente ribadisco nel limite delle proprie capacità.
 

Bowlofbeauty

Biker velocissimus
14/10/08
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Veneto
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...quando si studia si studia, mentre se devi suonare, scolpire, pedalare allora conviene lasciarsi andare.
Si ok...giustissimo, ma lo studio si applica anche praticamente, quindi penso che (esempio bici), studio teorico (conoscenza della tecnica) studio pratico (applicazione sul campo, e in questi momenti sì che penso a ciò che sto facendo), infine per ottenere il miglior risultato (per esempio in gara), non pensare a nulla essere concentrati e lasciarsi andare.
 

bikerciuc

Biker infernalis
Ma nello stretto stretto e ripido, da fare quasi in surplace non sono meglio i piedi paralleli? E se sì qui mi riaggancio la discorso di Dany: il piede avanzato deve essere quello esterno, così che se la velocità lo permette appena impostata la curva si può eventualmente dare quella piccola pedalata e portarlo in basso?

be' sullo stretto e ripido il discorso del carico della bici è un po' più relativo, la velocità è comunque molto bassa e oltretutto con un piede basso potresti incastrarti in qualcosa ai lati del sentiero...

Le regole descritte sono relative a curve di percorrenza, più o meno veloci...ma comunque tali da consentire una qualche traiettoria più o meno raccordata tra inserimento, corda e uscita...

dove fondo e pendenza ti obbligano a scegliere la traiettoria con maggior grip e con minor possibilità di impuntamenti conta molto di più l'equilibrio statico che sai tenere sulla bici cioè la capacità di mantenere ferma la bici quel tanto che basta (surplace/track stand) a sterzare e a mollare i freni per inserirla in curva... o il saper applicare tecniche più evolute come il nose-press...

inoltre se sei davvero sul ripido facilmente conterà anche molto saper mantenere una posizione arretrata o molto arretrata del baricentro (fuorisella) utile di fatto ad alleggerire un po' l'avantreno per evitare impuntamenti e conseguenti capottoni...
di fatto un fuorisella da discesa ripida è molto difficile da effettuare con un pedale alto e uno basso..
 

kaio

Biker assatanatus
Io non sono discesista...e lo premetto. Ma come diceva il mio prof di musica: ascolta quello che ti dico, studia pensando a quello che ti ho detto ma quando SUONI non pensare a niente e lasciati andare.
Credo che con esercizi su esercizi cercando di applicare la teoria (facendo tutto a velocità non max) ma lasciandoti andare quando decidi di raidare e divertirti, raggiungerai risultati inaspettati. E ti ritroverai a fare una curva da dio, pensando solo a quella che verrà dopo.
Suonare, suonare, suonare... :-)


Concordo solo in parte, nel senso che il divertimento è sicuramente alla base del freeride e del nostro sport...

però... le rare volte che sono riuscito a scendere al MIO meglio (più veloce e senza errori) ci sono riuscito perchè ho ricordato a me stesso, nelle varie situazioni che mi si presentavano, di caricare maggiormente il peso sul manubrio, di piegare le braccia, di rimanere morbido sulle gambe, di portare tutto il peso sul pedale esterno, di non toccare il freno... ecc, ecc,

in quelle occasioni mi accorgo che sto "parlando a me stesso"...

tutte le volte che invece scendo divertendomi senza pensieri, mi accorgo che non sto scendendo al massimo, magari sbaglio pure qualche traiettoria e la velocità è certamente più bassa... ma non m'importa perchè mi sto solo divertendo ;-)
 

topix

Biker assatanatus
11/11/08
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Fiorenza
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Anch'io suono, quindi capisco cosa vuoi dire (credo). Insomma posso fare esercizi mirati ad esempio prendendo una curva e ripetendola 20 volte, ma quando sono a fare un giro conta di più cercare di divertirmi, è questo che stai dicendo?
Solo che con la chitarra tutto ciò mi viene più facile.
Una volta sono andato su un sentiero e sono stato più di un'ora sulla stessa curva, eppure non mi ha giovato come credevo.

Io ho fatto solo sport molto tecnici ( pallavolo, sci , mtb ) e ti confermo che sono le ripetizioni continuative del gesto giusto che ti portano a farlo diventare un automatismo.

Oltretutto, se sai sciare, quello di caricare il peso a valle in curva è già un automatismo.

Non mi dirai che abiti in Alto Adige e non scii ... :rosik:

Concordo con chi dice che è anche bene lasciarsi andare e non pensare ... se il movimento tecnico è già digerito però.
 

Danybiker88

Redazione
4/9/04
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Quanto detto mi è chiaro, almeno in teoria, poi in pratica sono abbastanza schiappa :hahaha:

Ma nello stretto stretto e ripido, da fare quasi in surplace non sono meglio i piedi paralleli? E se sì qui mi riaggancio la discorso di Dany: il piede avanzato deve essere quello esterno, così che se la velocità lo permette appena impostata la curva si può eventualmente dare quella piccola pedalata e portarlo in basso?

Anche nei tornantini stretti è importante impostare bene la curva.
Però distinguerei due situazioni, a seconda del fondo.

Nel tornante tecnico, con fondo molto irregolare, magari molto stretto, a cui si arriva a velocità bassa, non è fondamentale abbassare il piede esterno, anzi spesso è d'impiccio perchè vai ad urtare contro il terreno (non puoi data la bassa velocità di percorrenza piegare molto la bici, quindi la pedivella rimane bassa). In questi casi quindi piede esterno in avanti, pronto a dare il colpo di pedale in caso di necessità e pedivelle orizzontali.

In un tornante più scorrevole, su fondo più compatto, seppur stretto, se si vuole affrontare la curva con una certa velocità è importante la posizione dei piedi ed in particolare dare il cossidetto colpo di pedale.
Ti avvicini col piede esterno in avanti. Arrivato nella curva dai una mezza pedalata, portando il piede esterno in basso. In questo modo il peso viene trasferito automaticamente in avanti aumentando il carico sull'anteriore, mentre il movimento della pedivella verso il basso carica il posteriore.
Se il tornante ha un po di appoggio e tu riesci a schiacciare con decisione la bici durante la curva grazie al colpo di pedalata e alla pressione delle braccia sul manubrio, garantisci innanzitutto un'ottima tenuta anche a velocità sostenute e poi letteralmente schizzi via in uscita di curva (si libera tutta l'energia accumulata durante al curva) con un guadagno in termini di velocità notevole.
Se il tornante è invece in contropendenza o senza appoggio, allora ovviamente non puoi pompare la bici eccessivamente, ma il trasferimento di carico in avanti garantisce la tenuta dell'anteriore. Se il posteriore, alleggerito, derapa non succede nulla, anzi può aiutarti a chiudere meglio la curva. L'importante è che l'anteriore mantenga la direzione e non perda grip, cosa che dando il colpo di pedale a metà curva è quasi automatica in quanto è inevitabile che il baricentro si sposti verso il manubrio.
 

david_jcd

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Io ho fatto solo sport molto tecnici ( pallavolo, sci , mtb ) e ti confermo che sono le ripetizioni continuative del gesto giusto che ti portano a farlo diventare un automatismo.

Oltretutto, se sai sciare, quello di caricare il peso a valle in curva è già un automatismo.

Non mi dirai che abiti in Alto Adige e non scii ... :rosik:

Concordo con chi dice che è anche bene lasciarsi andare e non pensare ... se il movimento tecnico è già digerito però.
scio eccome! Non nel senso che sono un campione, ma che se avessi tempo e denaro sarei tutto il giorno sulle piste! Però ho l'impressione di fare più fatica ad imparare a guidare la bicicletta. Forese è solo perchè con gli sci ho cominciato da giovane, e la mia capacità di apprendimento era molto migliore. In mtb avrò cominciato a 18-19 anni. Il mio cervello è già vecchio! :loll:
Però effettivamente ci posso provare. Dici che potrebbe aiutare andare in bici pensando (un pochino) come se si sciasse?

Forse avrebbe senso... così come metto giù la racchetta interna carico il manubrio con la mano interna, e con le gambe viceversa. Ginocchia piegate, sguardo in avanti... forse forse...


Se il posteriore, alleggerito, derapa non succede nulla, anzi può aiutarti a chiudere meglio la curva.

Un altro mio problema (ma forse vado OT?) è che appena una delle ruote (anche quella dietro) perde aderenza mi irrigidisco. E' istintivo, non ci posso fare niente, e mi viene altrettanto istintivo di spostare il peso indietro per recuperare la tenuta. E' grave?
Sono quasi riuscito a risolvere quel giorno di cui parlavo sopra, in cui ho continuato con gran noia a rifare la stessa curva tutto il tempo. Verso la fine dell' "allenamento" ero riuscito ad ottenere che, se avevo paura di perdere grip o lo perdevo proprio, caricavo ancora di più la ruota davanti. Adesso però mi sembra di essere di nuovo regredito...
Mi sa che l'unica cosa da fare è insistere con allenamenti mirati, o sbaglio?
 

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