Posto questo piccolo resoconto qui nella sezione toscana e non in "emozioni" perché sono convinto che sia più interessante per i bikers che spesso girano da queste parti.
Lunedì mattina, sono libero grazie al fatto di essere stato reperibile tutta la giornata di domenica, ho una voglia matta di uscire in bici. La miglior cosa sarebbe fare un giretto qui sulla mia montagna, il Montalbano, ma oramai mi è entrato il tarlo della Roveta e dei suoi single-track.
Decido. Impacchetto i pargoli e li spedisco sullo scuolabus, dopo pochi secondi ho già caricato tutto in macchina e dirigendomi verso est mi accingo a salire fino alla Taverna del Diavolo. Avendo visto le previsioni del tempo ho preferito venire in Roveta perchè si prospettavano alcuni rovesci di pioggia che renderanno intransitabili i single-track per "X" giorni quindi voglio approfittare delle perfette condizioni del terreno per spararmi i più bei sentieri in discesa di questo "angolo magico" alle porte di Firenze.
Parto, cielo grigio, atmosfera plumbea, temperatura fredda, entro nel bosco, i colori dell'autunno ed il profumo di resine mi avvolgono come una coperta, sono solo, solo con i miei pensieri, l'unico rumore è lo scricchiolio delle foglie schiacciate dalle grosse Nevegal.
Arrivo alla prima discesa, la "Poggiona". Parto, il cuore va a mille, l'aderenza è perfetta allora oso, veloce disegno traiettorie spostando il bacino, la bici mi segue.
Mi esalto.
Tutte le volte che percorro questi sentieri penso al bel lavoro che hanno fatto, e che continuano a fare, i ragazzi dell'Aurora, per un attimo mi sento come un intruso, un usurpatore, come se stessi violando il giardino del vicino. Il tempo di focalizzare questi pensieri e sono già al "bucone", lo prendo senza neanche rallentare, un secondo e mezzo di adrenalina pura!
Galvanizzatissimo proseguo, stacco le ruote da terra sulla piccola rampa, tutto perfetto, giù sempre più veloce...è bellissimo.
Arrivo in fondo, il tempo di congratularmi con me stesso e devo già ripartire, non ho tutta la giornata a disposizione, decido di andare a fare il Pistino....non ricordo il nome, quindi di buona lena inizio a risalire. Durante il tragitto non mi lascio scappare il single che corre lungo i pali della luce, mollo i freni; dopo la Poggiona questo è niente.
Risalgo. Arrivo al "pistino", neanche il tempo di pensare e sono già in un orgia di curve e controcurve immerse nella folta vegetazione, giù, i freni mollati senza pensare a niente, un'infinita serie di serpentine da perdere il fiato.
Fine, arrivo sull'asfalto, l'ennesima salita, inizio a sentire le gambe, non mi sono ancora fermato a riposarmi, passo la villa di Zubin Metha e decido di scendere al lago delle ninfee, entro in un sentiero e vedo una macchina che occupa tutto il lume dello stradello,
da dove passo? maledetti cacciatori! caxxo se gliela graffio a passarci, cavoli suoi!
Una borsa da donna sul cruscotto? Una maglia? Sono oramai vicinissimo. Una coscia nuda!!!
Azz.. torno sui miei passi imbarazzatissimo e decido di cambiare sentiero
Scendo al lago delle ninfee, ma le ninfee non ci sono più! Mah? Prendo un bel single-track nel bosco e sono di nuovo sulla provinciale. Rientro nel campo del Luchini, discesa, salita e sono da Fiore, ora le gambe mi fanno male ma lumore è ottimo,
mi aspetta la ciliegina sulla torta il mitico SuLeVa.
Salgo le ripide rampe della Racchetta ed adesso sono allimbocco della discesa. Mi fermo bevo/mangio/piscio perdo tempo, abbasso la sella, girello. Me la sto godendo, mi succhiello lattesa, ricarico lenergie e mi butto, il primo tratto, il Rosticciana è fantastico, peccato che in un attimo sia già finito.
Attraverso la strada ed entro nella Leccia, scendo, salto, sbando, piego, rilancio, vorrei che il tempo si fermasse, sono in pieno trance !
Arrivo alle pozze guardo lorologio, è tardi, Vallemorta dovrà aspettare unaltra occasione, riparto in salita.
Sono alla Taverna con un sorriso ebete stampato in faccia, rimetto dentro tutte le carabattole, mi rivesto, monto in macchina e..... come dincanto inizia a piovere.
Mi spiace niente foto
gheo
Lunedì mattina, sono libero grazie al fatto di essere stato reperibile tutta la giornata di domenica, ho una voglia matta di uscire in bici. La miglior cosa sarebbe fare un giretto qui sulla mia montagna, il Montalbano, ma oramai mi è entrato il tarlo della Roveta e dei suoi single-track.
Decido. Impacchetto i pargoli e li spedisco sullo scuolabus, dopo pochi secondi ho già caricato tutto in macchina e dirigendomi verso est mi accingo a salire fino alla Taverna del Diavolo. Avendo visto le previsioni del tempo ho preferito venire in Roveta perchè si prospettavano alcuni rovesci di pioggia che renderanno intransitabili i single-track per "X" giorni quindi voglio approfittare delle perfette condizioni del terreno per spararmi i più bei sentieri in discesa di questo "angolo magico" alle porte di Firenze.
Parto, cielo grigio, atmosfera plumbea, temperatura fredda, entro nel bosco, i colori dell'autunno ed il profumo di resine mi avvolgono come una coperta, sono solo, solo con i miei pensieri, l'unico rumore è lo scricchiolio delle foglie schiacciate dalle grosse Nevegal.
Arrivo alla prima discesa, la "Poggiona". Parto, il cuore va a mille, l'aderenza è perfetta allora oso, veloce disegno traiettorie spostando il bacino, la bici mi segue.
Mi esalto.
Tutte le volte che percorro questi sentieri penso al bel lavoro che hanno fatto, e che continuano a fare, i ragazzi dell'Aurora, per un attimo mi sento come un intruso, un usurpatore, come se stessi violando il giardino del vicino. Il tempo di focalizzare questi pensieri e sono già al "bucone", lo prendo senza neanche rallentare, un secondo e mezzo di adrenalina pura!
Galvanizzatissimo proseguo, stacco le ruote da terra sulla piccola rampa, tutto perfetto, giù sempre più veloce...è bellissimo.
Arrivo in fondo, il tempo di congratularmi con me stesso e devo già ripartire, non ho tutta la giornata a disposizione, decido di andare a fare il Pistino....non ricordo il nome, quindi di buona lena inizio a risalire. Durante il tragitto non mi lascio scappare il single che corre lungo i pali della luce, mollo i freni; dopo la Poggiona questo è niente.
Risalgo. Arrivo al "pistino", neanche il tempo di pensare e sono già in un orgia di curve e controcurve immerse nella folta vegetazione, giù, i freni mollati senza pensare a niente, un'infinita serie di serpentine da perdere il fiato.
Fine, arrivo sull'asfalto, l'ennesima salita, inizio a sentire le gambe, non mi sono ancora fermato a riposarmi, passo la villa di Zubin Metha e decido di scendere al lago delle ninfee, entro in un sentiero e vedo una macchina che occupa tutto il lume dello stradello,
da dove passo? maledetti cacciatori! caxxo se gliela graffio a passarci, cavoli suoi!
Una borsa da donna sul cruscotto? Una maglia? Sono oramai vicinissimo. Una coscia nuda!!!
Azz.. torno sui miei passi imbarazzatissimo e decido di cambiare sentiero
Scendo al lago delle ninfee, ma le ninfee non ci sono più! Mah? Prendo un bel single-track nel bosco e sono di nuovo sulla provinciale. Rientro nel campo del Luchini, discesa, salita e sono da Fiore, ora le gambe mi fanno male ma lumore è ottimo,
mi aspetta la ciliegina sulla torta il mitico SuLeVa.
Salgo le ripide rampe della Racchetta ed adesso sono allimbocco della discesa. Mi fermo bevo/mangio/piscio perdo tempo, abbasso la sella, girello. Me la sto godendo, mi succhiello lattesa, ricarico lenergie e mi butto, il primo tratto, il Rosticciana è fantastico, peccato che in un attimo sia già finito.
Attraverso la strada ed entro nella Leccia, scendo, salto, sbando, piego, rilancio, vorrei che il tempo si fermasse, sono in pieno trance
Arrivo alle pozze guardo lorologio, è tardi, Vallemorta dovrà aspettare unaltra occasione, riparto in salita.
Sono alla Taverna con un sorriso ebete stampato in faccia, rimetto dentro tutte le carabattole, mi rivesto, monto in macchina e..... come dincanto inizia a piovere.
Mi spiace niente foto
gheo