L'altra sardegna

casum72

Biker tremendus
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Spero di non essere OT e non voglio fare considerazioni politiche. La denuncia presente in questo articolo è a noi nota mi ha colpito sapere che la fonte non è italiana e volevo condividerlo in questo forum dove sebbene la mtb sia in primo piano, almeno nella nostra sezione, non saprei dire di altre, il nostro territorio-risorsa economica-parco giochi-casa e vita stessa ne è il fondamento indispensabile e spesso motivo di dibattito.
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http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=9783
 

casum72

Biker tremendus
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Spero di non essere OT e non voglio fare considerazioni politiche. La denuncia presente in questo articolo è a noi nota ma mi ha colpito sapere che la fonte non è italiana e volevo condividerlo in questo forum dove sebbene la mtb sia in primo piano, almeno nella nostra sezione, non saprei dire di altre, il nostro territorio-risorsa economica-parco giochi-casa e vita stessa ne è il fondamento indispensabile e spesso motivo di dibattito.

[url]http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=9783[/URL]


Qualora l'articolo venisse considerato in contrasto col regolamento del forum ne prenderò atto e mi scuso già da adesso. E' mia intenzione del tutto benevola richiamare l'attenzione su questo problema, cruciale per la sopravvivenza di quest'isola meravigliosa
 

DD81

Biker celestialis
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spero che le indagini della Magistratura sollevino il velo ai tanti anni di silenzio sulle servitù militari in Sardegna e che non finisca tutto nel solito pantano del segreto e della "ragion di stato" (volutamente con la esse minuscola)
 

Excalib65

Moderatur GPSensis
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Mi raccomando... se la discussione rimane "civile" ed "apolitica", non ho niente da obiettare... anche se di queste discussioni ne ho già viste parecchie finire male, vediamo se stavolta riuscirete a smentirmi!
 
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cesare RBO

Biker perfektus
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l'argomento è assai interessante e praticamente sconosciuto fuori dai confini dell'isola... anche a chi di "militare" (vedi mov "no dal molin" o "sbilanciamoci") si occupato di persona...
anche da noi non si è affatto consci (ed in molti casi non si vuole esserlo!) della reale portata del problema. la magistratura è intervenuta (con ritardo e su iniziativa personale, vedremo quanto coraggiosa e quanto determinata...) a seguito della totale inerzia della classe politica sarda e continentale (a prescindere dagli schieramenti) che in diversi casi ha anche usato la cosa in chiave elettorale o comunque per consolidare un consenso (ed anche qui indipendentemente dal colore politico e persino dalla posizione in merito, pro o contro)... anche a livello di movimenti e "società civile" poco si è mosso e quel poco in maniera (a voler essere "benevoli") confusa... sono davvero pochissime (ma proprio pochissime, non è un modo di dire) le persone che si sono mosse limpidamente e/o con reale cognizione di causa...
anche sul versante giornalistico/divulgativo l'imprecisione e/o la "vaghezza" di molti articoli (e l'articolo succitato ne è una conferma*) e scritti in materia lo attesta senza tema di smentite.
del resto l'argomento è di quelli non facili e "pesanti", ci vogliono palle (oltreché competenze) per portarlo avanti sul serio... gli interessi (non solo quelli direttamente economici) sono, come è facile immaginare, giganteschi...
da un punto di vista prettamente storico e sociologico il caso Sardegna (e non mi riferisco solo alla “questione militare” è ovvio…) sarebbe da considerarsi come un tipico caso di neocolonialismo… è brutto da dirsi me ne rendo conto perfettamente ma “tecnicamente” ne possiede tutti i crismi…
ciao
Cesare

*- è sempre bene che se ne parli piuttosto che il contrario, anche a costo di qualche imprecisione… ma sono io troppo pipinco a pensare (e desiderare) che se ne possa parlare in modo più preciso e ficcante? Nel mio piccolo quando scrivo mi sono sempre fatto un mazzo tanto per documentarmi e fare ricerca…
 
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cesare RBO

Biker perfektus
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Mi raccomando... se la discussione rimane "civile" ed "apolitica", non ho niente da obiettare... anche se di queste discussioni ne ho già viste parecchie finire male, vediamo se stavolta riuscirete a smentirmi!

in teoria (appunto, in teoria... hehehehe) ci sarebbe poco da temere essendo un argomento la cui trattazione dovrebbe essere prettamente tecnico/documentale...
inoltre, come accennavo, il comportamento "reale" (non le dichiarazioni ma gli atti concreti) delle forze politiche (sia sarde che nazionali) non è stato affatto dissimile...
ma come dicevo questa è la teoria... hehehehe...
ciao
 

casum72

Biker tremendus
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anche sul versante giornalistico/divulgativo l'imprecisione e/o la "vaghezza" di molti articoli (e l'articolo succitato ne è una conferma*) e scritti in materia lo attesta senza tema di smentite.


l'articolo è vago ma quello che mi ha colpito è l'origine della fonte


credo senza paura di essere smentito che la Sardegna abbia pagato molto di più rispetto ad altre regioni in termini di servitù militari nel silenzio assoluto della popolazione e delle istituzioni, per non parlare delle conseguenze ancora poco studiate della "chimica"
quello che non capisco è l'ostinazione dei pastori di quelle zone in cui sono in corso indagini per accertare un eventuale contaminazione ad utilizzare quei territori
http://www.regione.sardegna.it/j/v/491?s=171245&v=2&c=1489&t=1
avrei di certo preteso che gli accertamenti avvenissero in tempi brevi ed un eventuale indenizzo
certo è gente che vive del territorio ma se il suo territorio viene contaminato quello che produce è contaminato
dobbiamo difendere prima il territorio poi il lavoro
in tutti questi anni abbiamo abbandonato l'agricoltura per altri lavori come l'industria petrolchimica e in parte militare con conseguenze che non saprei quantificare
ho letto il libro "Il paese dei Moratti" ed ha aperto in me una ferita prendendo consapevolezza della nostra intrinseca sudditanza e dei possibili danni che porta che ha portato e che porterà
ben vengano progetti come quelli di Peter ed altri di piccoli comuni che vogliono rilanciare un turismo ecosostenibile ma c'è molto da fare ed è importante parlarne
il mondo della mtb entra nelle viscere del territorio per esplorarne la bellezza senza doppi fini sennò la sua condivisione e quando ho attraversato il salto di Quirra ho percepito la sua bellezza ma anche la triste immagine di una palestra di guerra e quindi di morte
 

Excalib65

Moderatur GPSensis
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in teoria (appunto, in teoria... hehehehe) ci sarebbe poco da temere essendo un argomento la cui trattazione dovrebbe essere prettamente tecnico/documentale...
inoltre, come accennavo, il comportamento "reale" (non le dichiarazioni ma gli atti concreti) delle forze politiche (sia sarde che nazionali) non è stato affatto dissimile...
ma come dicevo questa è la teoria... hehehehe...
ciao

Lo so Cesare, ma sai meglio di me che chi è schierato politicamente da una parte la vede sempre in quel modo, e viceversa. E' sempre difficile mantenere il discorso all'interno delle regole imposte dal forum (che comunque rimane un forum dedicato alla MTB!), nonostante io stesso sia assolutamente d'accordo con te sul fatto che il comportamento "reale" delle forze politiche, da una parte e dall'altra, non sia stato molto dissimile... e qui mi fermo... he he he
 

Excalib65

Moderatur GPSensis
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l'articolo è vago ma quello che mi ha colpito è l'origine della fonte


credo senza paura di essere smentito che la Sardegna abbia pagato molto di più rispetto ad altre regioni in termini di servitù militari nel silenzio assoluto della popolazione e delle istituzioni, per non parlare delle conseguenze ancora poco studiate della "chimica"
quello che non capisco è l'ostinazione dei pastori di quelle zone in cui sono in corso indagini per accertare un eventuale contaminazione ad utilizzare quei territori
[url]http://www.regione.sardegna.it/j/v/491?s=171245&v=2&c=1489&t=1[/URL]
avrei di certo preteso che gli accertamenti avvenissero in tempi brevi ed un eventuale indenizzo
certo è gente che vive del territorio ma se il suo territorio viene contaminato quello che produce è contaminato
dobbiamo difendere prima il territorio poi il lavoro
in tutti questi anni abbiamo abbandonato l'agricoltura per altri lavori come l'industria petrolchimica e in parte militare con conseguenze che non saprei quantificare
ho letto il libro "Il paese dei Moratti" ed ha aperto in me una ferita prendendo consapevolezza della nostra intrinseca sudditanza e dei possibili danni che porta che ha portato e che porterà
ben vengano progetti come quelli di Peter ed altri di piccoli comuni che vogliono rilanciare un turismo ecosostenibile ma c'è molto da fare ed è importante parlarne
il mondo della mtb entra nelle viscere del territorio per esplorarne la bellezza senza doppi fini sennò la sua condivisione e quando ho attraversato il salto di Quirra ho percepito la sua bellezza ma anche la triste immagine di una palestra di guerra e quindi di morte

Il tuo discorso non fa una grinza, ma quando il tuo lavoro (e quindi il fatto che riesci a mangiare oppure no!) dipende da una situazione come quella, quasi ti autoconvinci che la contaminazione non esista affatto o sia assolutamente trascurabile. Ci crederesti se ti dicessi che conosco persone che sanno benissimo il livello di inquinamento generato dalla fabbrica dove lavorano (opportunamente mascherato da analisi falsificate), ma non dicono nulla perchè altrimenti, se la cosa fosse di dominio pubblico, la fabbrica chiuderebbe e si troverebbero sulla strada? E questo nonostante nella stessa zona ci vivano pure le loro famiglie, sotto gli effetti dello stesso inquinamento! E' paradossale... e non lo condivido affatto, ma capisco il perchè si arrivi a dei comportamenti così esasperati.
 

casum72

Biker tremendus
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Il tuo discorso non fa una grinza, ma quando il tuo lavoro (e quindi il fatto che riesci a mangiare oppure no!) dipende da una situazione come quella, quasi ti autoconvinci che la contaminazione non esista affatto o sia assolutamente trascurabile. Ci crederesti se ti dicessi che conosco persone che sanno benissimo il livello di inquinamento generato dalla fabbrica dove lavorano (opportunamente mascherato da analisi falsificate), ma non dicono nulla perchè altrimenti, se la cosa fosse di dominio pubblico, la fabbrica chiuderebbe e si troverebbero sulla strada? E questo nonostante nella stessa zona ci vivano pure le loro famiglie, sotto gli effetti dello stesso inquinamento! E' paradossale... e non lo condivido affatto, ma capisco il perchè si arrivi a dei comportamenti così esasperati.


Perchè non vediamo alternative!!!
 

cesare RBO

Biker perfektus
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Il tuo discorso non fa una grinza, ma quando il tuo lavoro (e quindi il fatto che riesci a mangiare oppure no!) dipende da una situazione come quella, quasi ti autoconvinci che la contaminazione non esista affatto o sia assolutamente trascurabile. Ci crederesti se ti dicessi che conosco persone che sanno benissimo il livello di inquinamento generato dalla fabbrica dove lavorano (opportunamente mascherato da analisi falsificate), ma non dicono nulla perchè altrimenti, se la cosa fosse di dominio pubblico, la fabbrica chiuderebbe e si troverebbero sulla strada? E questo nonostante nella stessa zona ci vivano pure le loro famiglie, sotto gli effetti dello stesso inquinamento! E' paradossale... e non lo condivido affatto, ma capisco il perchè si arrivi a dei comportamenti così esasperati.

Casum72
Perchè non vediamo alternative!!!

esatta la prima ed esatta anche la seconda....
non si vuol vedere perché la realtà è disperante, perché i sensi di colpa sarebbero inaffrontabili (essendomi occupato molto a fondo del problema in questione ho potuto constatarlo con i miei occhi...) e soprattutto perché non vedendo nessuna reale alternativa ci si tiene stretti quello che si ha... in più questi territori hanno ancora vivida nella memoria "la fame" che c'era prima dell'arrivo dei poligoni o della chimica...
è ovvio che chiunque sia appena appena "studiato" e abbia messo il naso fuori dalla porta di casa possa rendersi conto da se come sia a dir poco miope pensare che le uniche alternative di sviluppo per quest'isola passino attraverso l'asservimento a logiche non solo estranee (a questi territori) ma addirittura nocive e distruttive per l'uomo come per l'ambiente...(e qui il discorso si amplierebbe a dismisura non riguardando più solo "il militare" o la petrolchimica)
hanno fatto (artificiosamente) in modo da ridurre le opzioni a due... o "sa fammini o unu traballu de merda"...
 

cesare RBO

Biker perfektus
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regola aurea del far politica all'italiana: tienili in stato di bisogno così saranno perennemente sotto scacco, dipenderanno da te e dalle tue scelte, potrai promettere 100 e dare lo 0,001 facendoci comunque un figurone, darai impulso al sistema clientelare e metterai in competizione tra loro i "clientes", ridurrai i loro orizzonti e le loro aspettative ad un semplice "o così o pomì"...
sul caso Sardegna si innestano poi anche un'altra serie di specificità storiche e ci sarebbero quindi da fare delle interessanti e "tutte nostre" considerazioni...
ciao
 

cesare RBO

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c'è da costruire (o ricostruire) una mentalità, un modo di sentirsi Sardi ma anche (contemporaneamente) cittadini del mondo, c'è da studiare (e non mi riferisco, o almeno non necessariamente, all'escursus scolastico) e c'è da "vedere", da fare, da capire, per uscire da questa condizione di sudditanza (psicologica prima ancora che concreta)...
il lavoro (mi pare ovvio) è dal basso, completamente... non servono (ed è inutile aspettarli...) uomini della provvidenza, caudillos o salvatori della patria...
non è impresa facile, anzi... e non riguarda certo solo noi e la nostra "isoletta"... qualcuno ha già iniziato (da un bel po' a dire il vero...) ma si è comunque ancora una goccia nel mare e a poco vale la fondatezza delle argomentazioni o la giustezza delle analisi e/o tesi... almeno per il momento.
ciao
 

cesare RBO

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tanto per capirci sulle effettive dimensioni territoriali del fenomeno, questa immagine fa capire bene le effettive dimensioni degli spazi aerei e marittimi a disposizione dei poligoni.
la zona 1 è dove c'era la base USA della Maddalena/S. Stefano con sottomarini nucleari ora dismessa (ma i problemi di inquinamento sono tutt'altro che risolti).
la zona 2 è utilizzata per l'addestramento al volo a bassa quota.
le zone 3,4 e 5 sono relative al poligono di Capo Frasca.
le zone 6 e 7 afferiscono al Poligono Interforze di Salto di Quirra (PISQ), esistente da 56 anni ormai.
la zona 8 è relativa al poligono di Capo Teulada.

59299.jpg
 

casum72

Biker tremendus
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tanto per capirci sulle effettive dimensioni territoriali del fenomeno, questa immagine fa capire bene le effettive dimensioni degli spazi aerei e marittimi a disposizione dei poligoni.
la zona 1 è dove c'era la base USA della Maddalena/S. Stefano con sottomarini nucleari ora dismessa (ma i problemi di inquinamento sono tutt'altro che risolti).
la zona 2 è utilizzata per l'addestramento al volo a bassa quota.
le zone 3,4 e 5 sono relative al poligono di Capo Frasca.
le zone 6 e 7 afferiscono al Poligono Interforze di Salto di Quirra (PISQ), esistente da 56 anni ormai.
la zona 8 è relativa al poligono di Capo Teulada.

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Rende bene l'idea. Aggiungiamo le zone usate come discariche, le zone della petrolchimica, le zone usate per fotovoltaico ed eolico che ci rimane???
 

cesare RBO

Biker perfektus
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lieve OT (ma non necessariamente)...
occhio però a non pensare che il fotovoltaico o l'eolico siano un problema... tutto l'opposto semmai... il problema sorge quando lasci campo libero alle multinazionali dell'energia e agli avvoltoi più o meno furbetti che calano famelici... i nostri amministratori (a qualunque livello) non hanno un'idea di futuro, una progettualità a medio/lungo termine, vivono alla giornata come animali opportunisti...
anni fa con degli amici presentammo un progetto di massima inerente l'eolico che avrebbe ribaltato il rapporto di forza con le multinazionali dell'energia favorendo i territori interessati (e tutta la Sardegna) e la sostenibilità ambientale, anziché le logiche di profitto... sarebbe partito un serio studio di integrazione tra fonti rinnovabili ed ovviamente anche la localizzazione dei parchi eolici era considerata fondamentale sì da evitare gli scempi a cui abbiamo assistito negli anni.
applicando certe regole avresti ottenuto costi energetici bassissimi per gli utenti, un introito annuo non disprezzabile per i comuni interessati, un impatto praticamente nullo, anzi la valorizzazione di aree già irrimediabilmente (o quasi) compromesse (vedi chimica, alluminio, zone industriali ecc) il tutto pubblico (o a maggioranza pubblica) con i comuni in prima fila, con gestione diffusa e trasparente... quindi zero accordi sottobanco, mazzette, amici degli amici, appalti e subappalti, lievitazioni dei costi, varianti in corso d'opera ecc ecc...
ovviamente i sindaci e gli amministratori preferirono le offerte dei grandi gestori... chissà come mai???:smile:
anche per il solare/fotovoltaico c'erano in cantiere progetti simili... e si stavano studiando le possibilità dello sfruttamento di mare e correnti (altra risorsa di cui disponiamo largamente) sempre per la produzione di energia elettrica...
 

casum72

Biker tremendus
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lieve OT (ma non necessariamente)...
occhio però a non pensare che il fotovoltaico o l'eolico siano un problema... tutto l'opposto semmai... il problema sorge quando lasci campo libero alle multinazionali dell'energia e agli avvoltoi più o meno furbetti che calano famelici... i nostri amministratori (a qualunque livello) non hanno un'idea di futuro, una progettualità a medio/lungo termine, vivono alla giornata come animali opportunisti...
anni fa con degli amici presentammo un progetto di massima inerente l'eolico che avrebbe ribaltato il rapporto di forza con le multinazionali dell'energia favorendo i territori interessati (e tutta la Sardegna) e la sostenibilità ambientale, anziché le logiche di profitto... sarebbe partito un serio studio di integrazione tra fonti rinnovabili ed ovviamente anche la localizzazione dei parchi eolici era considerata fondamentale sì da evitare gli scempi a cui abbiamo assistito negli anni.
applicando certe regole avresti ottenuto costi energetici bassissimi per gli utenti, un introito annuo non disprezzabile per i comuni interessati, un impatto praticamente nullo, anzi la valorizzazione di aree già irrimediabilmente (o quasi) compromesse (vedi chimica, alluminio, zone industriali ecc) il tutto pubblico (o a maggioranza pubblica) con i comuni in prima fila, con gestione diffusa e trasparente... quindi zero accordi sottobanco, mazzette, amici degli amici, appalti e subappalti, lievitazioni dei costi, varianti in corso d'opera ecc ecc...
ovviamente i sindaci e gli amministratori preferirono le offerte dei grandi gestori... chissà come mai???:smile:
anche per il solare/fotovoltaico c'erano in cantiere progetti simili... e si stavano studiando le possibilità dello sfruttamento di mare e correnti (altra risorsa di cui disponiamo largamente) sempre per la produzione di energia elettrica...


infatti di se per se non sono un problema ma lo diventano quando sono in balia delle multinazionali dello sfruttamento energetico arrivando al paradosso di togliere terreni coltivabili per dei pannelli invece che terreni contaminati o simili. la mia idea sarebbe un agricoltura senza petrolio basata sulle energie rinnovabili, ma bisognerebbe che qualcuno ritorni alla terra invece che in un caldo comodo ufficio
 

cesare RBO

Biker perfektus
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concordo con te... e magari non solo un agricoltura (senza petrolio) ma anche le altre attività umane... al momento non è semplice poter pensare di tornare alla terra date le condizioni imposte "dal mercato" (quando il latte costa meno dell'acqua....) ed anzi c'è una fuga dalle campagne... purtroppo...
 

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