Domenica 06 Luglio 2014...questa volta tocca alla Val di Fassa...è da un bel po' che non ci passo e allora mi torna alla mente un antico cruccio, il giro di Passo delle Selle che collega la Val di San Pellegrino con la bellissima Val San Nicolò.
Siamo in forza minima, io e Mauro (Soto)...parcheggiamo appena a monte del Lago di Soraga.
Decidiamo di salire per la Val di San Pellegrino da stradine secondarie e forestali per cui da subito ci dirigiamo verso l'abitato di Someda dove ha inizio la carrozzabile asfaltata che con bel tratto rilassante sbuca sulla principale per il Passo di San Pellegrino a circa 1400 m di quota.
A questo punto inversione di marcia, si scende di qualche decina di metri in direzione di Moena attraversando il ponte sul Rio San Pellegrino piegando subito a sx lungo la lunga forestale
che con ultimo tratto su sentiero in zona semi paludosa sbuca in prossimità del passo.
Dal passo inizia la salita vera e propria per il Passo delle Selle, dapprima su bitume fino all'albergo Cima Uomo
e poi con alcune secche rampe al vicino ristorante Paradiso (quota 2150 m).
L'ascesa a questo punto si fa sentire eccome
anche se per un discreto tratto si riesce a rifiatare.
Gli ultimi 150-200 metri di dislivello si ricorderanno a lungo soprattutto i metri finali...bisogna avere una gran gamba per pedalarli tutti d'un fiato...il tempo tiene, sembra che possa buttare in acqua da un momento all'altro...scattiamo diverse foto nel grigiume generale ma la voglia di scoprire che cosa c'è oltre il passo è tanta.
Giungiamo al soprastante Rifugio Passo delle Selle (2528 m) anche abbastanza in vantaggio rispetto alle previsioni
per cui ci concediamo una bella sosta con minestrone annesso.
Fuori intanto ha iniziato a piovere, che fortuna, e anche molto per cui la nostra sosta si allunga giocoforza.
Studiamo la mappa del percorso da lì in poi anche se ho scaricato la traccia dei "brothers veneti" che hanno fatto un tour ben più impegnativo nel 2012 che includeva anche l'ascesa al Passo San Nicolò.
A dir la verità la mia idea iniziale, una volta arrivati in Valle dei Monzoni, era quella di andare in explo sul sentiero 635 aggirando le pendici del Sass Da Le Doudesh ritornando in Val di Fassa dall'alto...niente...la pioggia e la mancanza di tempo ci ha fatto desistere dal progetto preventivato.
Decidiamo così di goderci per bene la sconosciuta quanto temuta discesa verso il sottostante Rifugio Taramelli...ho letto, infatti, dai vari report che ci dovrebbe essere un tratto a spinta di circa 30 minuti.
Smesso di piovere iniziamo a scendere scattando foto a gogò,
l'ambiente è di quelli che ci piacciono, di alta montagna, il sentiero che scende è tosto quasi tutto fattibile, solo qualche singolo passaggio richiede prudenza e qualche metro a piedi...i più tecnici sicuramente si potrebbero bere tutti i passaggi.
Impieghiamo molto a scendere perchè il paesaggio è spettacolare.
Arriviamo a picco sul bel Laghetto delle Selle e anche qui non ci facciamo mancare le foto.
Scendiamo ora più velocemente attendendo con un po' di ansia il famigerato tratto a spinta, ma incredibilmente e con lieta sorpresa scorgiamo lì sotto già il Rifugio Taramelli a portata di tiro.
Il sentiero in alcuni punti è bello tosto e tecnico ma se si esclude qualche metro in cui si porta la bike è bello filante fino al rifugio...probabilmente il sentiero con gli anni è stato sistemato e non poco a quanto pare...meglio così.
Giungiamo al rifugio con molti escursionisti che rimangono piacevolmente sorpresi e increduli nel veder sopraggiungere dei bikers.
Molti si complimentano e ci chiedono come sia il sentiero, anche perchè guardandoci alle spalle il versante da dove siamo scesi è davvero bello ripido e selvaggio.
C'è comunque anche chi è fuori dal coro e che ci dice che in bike non si possono fare i sentieri...gli diciamo che lo sappiamo e che la nostra filosofia di andare in bike è quella dell'escursionismo in bici e niente di più...ma niente...il tipo alquanto ottuso non vuol capire ragione e allora non approfondiamo più di tanto l'argomento.
Poco sotto il Rifugio Taramelli, inizia la comoda forestale che in sequenza e velocità ci porta dapprima alla Malga Monzoni e successivamente alla sottostante Baita Monzoni.
Di filata giungiamo poi a Pozza di Fassa dove arriviamo anche a salutare mio cugino che era lì in ferie rientrando in un battibaleno alla macchina con la bella ciclabile di fondo valle.
In conclusione un bel giro non molto lungo (36 km) e con dislivello non eccessivo (1360 m) ma di buon impegno sia in salita che in discesa e dall'ambiente sempre spettacolare come da copione d'altronde quando ci si immerge in queste splendide vallate. o-o
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