Atterrato
. Dopo 7 ore di volo da Roma a Nuova Delhi, talmente carico di adrenalina che non sono riuscito a chiudere occhio neanche un minuto in aereo nonostante abbia tentato più volte il suicidio cerebrale con i vari giochini e film presenti, fortunatamente, nel display della mio sedile.
Limpatto è fortissimo, non tanto con laereoporto che è moderno e confortevole, quanto con lambiente esterno ..35°C con il 95% di umidità. Devo abituarmi a respirare ..
Mi aspetta un taxi guidato da un indiano mooOOoolto assonnato e dal nome assolutamente impronunciabile che lagenzia ha inviato a prendermi per portarmi in albergo .. non dormo da oramai 23 ore ed ho paura che me ne aspettino altrettante prima di poter riposare veramente . Il viaggio dallaereoporto alla mia provvisoria sistemazione dura circa unora ed un quarto, nella quale mi rendo conto dellincredibile contraddizione della città in cui mi trovo. Povertà da me mai vista in periferia, case diroccate, gente che dorme per strada e ricchezza in centro con palazzi e macchine di lusso.
Quello che più mi colpisce sono i volti delle persone, volti sereni e spesso anche sorridenti, nonostante levidente stato di povertà assoluta. Il mio assonnato taxista mi spiega che il mangiare costa veramente poco anche per i locali e quindi, per quanto povero tu possa essere, non ti mancherà mai il mangiare, per questo non si legge la disperazione nei loro visi.
Il mio tour dura poco, arriviamo in albergo, rimango colpito dalle vie della città, che sono affollate oltre limmaginazione, penso alle nostre città in periodo di Natale, dove si chiede permesso per passare sui marciapiedi. Oltre la folla spicca anche lapparente degrado del luogo, che, ad un occhiata più attenta, non è affatto tale.
Mi riposo unora circa nella mia stanza e poi decido per un giro turistico in taxi, passo 4 ore in giro per Nova Delhi a fare il turista standard, intanto il mio nuovo taxista mi racconta aneddoti dei luoghi e di se stesso .in un inglese che faccio fatica a decifrare, il mio, probabilmente, è indecifrabile anche per lui .
Mi spiega che la città è sicura e che se voglio posso fare una passeggiata di notte senza che nessuno mi importuni. E vero, dopo cena mi avvio per le strade della città, alcune buie e deserte ed altre affollatissime, ancor più che di giorno, mi sento tranquillo e mi godo il bagno di folla.
SVEGLIA!!!!!! E luna e mezza del mattino ed il telefono squilla, il mio assonnato taxista del mattino, sempre più assonnato (comincio a preoccuparmi) mi chiama allordine per andare allaereoporto. Mi ero addormentato mezzora prima, probabilmente la mia faccia è peggiore della sua in questo momento.
Limbarco è veloce ed indolore. Quello che salta subito allocchio sono le differenze tra i voli locali e quelli internazionali, qui la gente è rilassata, tutti in piedi ed al telefono, anche durante il decollo, mi fa strano, ma paese che vai usanza che trovi. Mi aspetta unora e mezza di volo fino a Leh, la capitale della regione del Ladakh, il piccolo Tibet, la mia destinazione finale. Limpatto con lHimalaya è incredibile, laereo vola a 9km di altezza, sopra un manto uniforme di nubi, che, ad un tratto, viene rotto da qualcosa che non riesco ad identificare, è lontana, ma pochi minuti ed una cima di montagna appare appena sotto di noi ..INCREDIBILE Più ci addentriamo nella regione più frequenti sono le cime delle montagne che, bucando la coltre di nubi, si affacciano sul tetto del mondo.
Si scende . Laereo inizia la sua discesa e mi rendo conto che, essendo la città di Leh a 3500mt slm, dovremo passare tra quelle montagne maestose che la circondano. La realtà supera limmaginazione quando il nostro Boeing fa slalom tra le valli come un piccolo aereo da turismo.
Leccitazione è tanta che non mi preoccupo delle manovre del mastodonte, in più gli altri passeggeri sono tranquilli e passeggiano e telefonano come se niente fosse fino allapertura delle porte.
Leffetto è quello di un pugno nel petto, siamo partiti da 210 slm fino a 3500 slm in un aereo pressurizzato, la prima impressione è di non riuscire a gonfiare i polmoni abbastanza per riempirli daria, ma il fisico si abitua in pochi minuti e la sensazione sparisce.
E unambiente quasi alieno, esco dal terminal e trovo il mio capo ad aspettarmi. Naomi è già la da 8 giorni, si è acclimatata e stà bene, io non dormo da 40 ore, sono appena sbarcato e faccio schifo.
Siamo a 3500 mt e ci sono 35°C, laria è secca e le nuvole assenti. Il sole di alta montagna picchia duro. Saliamo sul taxi che ci porta vicino alla guest house che sarà la nostra casa per i prossimi 7 giorni, prima che arrivi il gruppo di coraggiosi che affronteranno il Kardung la, il passo più alto del mondo (5608mt slm).
Son tornato indietro nel tempo. Questo è il primo pensiero che ha attraversato la mia mente appena arrivato in città. Limpressione è quella di vivere in un paradosso temporale, uno di quei romanzi steam punk dove la civiltà si è fermata, per molti versi al 1800, ma sono presenti mezzi come moto ed auto. Vedo macchine mai viste, autobus con persone sul tetto ed appese ai lati, automobili con 10 persone dentro ed un paio fuori, motociclette bellissime anni 70, insomma un mix tra presente e passato che mi ha affascinato dal primo istante che lho vissuto.
Passeggiare per Leh è incredibile, la gente è molto particolare, la città è particolare. I negozi si aprono sulle strade, sono negozi antichi, anche quelli che vendono attrezzature da trekking modernissime, sono i bazar di sempre, solo con merce diversa. Ogni giorno cammino per circa 7km tra andare a pranzo, andare a comprare lacqua bollita (per noi occidentali la loro acqua è micidiale) ed andare a cena. Rovo diversi ristoranti da proporre poi al gruppo in arrivo, nessuno mi delude, sono tutti ottimi, particolari, incredibilmente economici. La città è piena di trekker e bikers e motociclisti, persone che, come noi, vogliono viver questa esperienza unica e coinvolgente. Gli internet point sono numerosissimi, ognuno con la sua particolarità. Io mi affeziono subito ad un IP in centro dove i proprietari sono fantastici, passo diverso tempo a chiacchierare con loro che mi raccontano della loro vita in quella incredibile città.
In giro per le strade ci sono tantissimi cani che si godono la vita nel vero senso della parola, girano tranquillamente per le strade del centro assieme a mucche, asini e qualche Yak.
La mattina dopo il mio arrivo inizio il mio lavoro di manutenzione alle nostre MTB, che sono la da un anno che aspettano. Sostituzione cavetti e guaine, manutenzione movimenti centrali e serie sterzo, qualche ruota libera e tutte le manopole ed i freni da spurgare. Un lavoraccio. Con Naomi lavoriamo per 2 giorni e poi lei deve andare a Delhi a prendere i ragazzi, io proseguo senza sosta fino a che anche lultima MTB non suona come uno strumento musicale ben accordato . Che soddisfazione.
Prima che Naomi parta per la sua missione ci concediamo una passeggiata per riposarci e chiarire gli ultimi punti. Vediamo un certo fermento intorno a noi e chiediamo informazioni, un personaggio legato al Dalai lama è a Leh, si trova nel tempio buddista nel centro della città e noi ne approfittiamo per seguire la cerimonia. E affascinante, mi spiegano che la gente è venuta anche da molto lontano. Vedo volti che appartengono ad un passato remoto, segnati dalla vita, ma non tristi o derelitti, semplicemente vecchi, segnati da una vita dura ma sana, senza le frenesie e le brame che caratterizzano la nostra realtà, o il nostro piano dimensionale mi viene sovente da pensare.
Limpatto è fortissimo, non tanto con laereoporto che è moderno e confortevole, quanto con lambiente esterno ..35°C con il 95% di umidità. Devo abituarmi a respirare ..
Mi aspetta un taxi guidato da un indiano mooOOoolto assonnato e dal nome assolutamente impronunciabile che lagenzia ha inviato a prendermi per portarmi in albergo .. non dormo da oramai 23 ore ed ho paura che me ne aspettino altrettante prima di poter riposare veramente . Il viaggio dallaereoporto alla mia provvisoria sistemazione dura circa unora ed un quarto, nella quale mi rendo conto dellincredibile contraddizione della città in cui mi trovo. Povertà da me mai vista in periferia, case diroccate, gente che dorme per strada e ricchezza in centro con palazzi e macchine di lusso.
Quello che più mi colpisce sono i volti delle persone, volti sereni e spesso anche sorridenti, nonostante levidente stato di povertà assoluta. Il mio assonnato taxista mi spiega che il mangiare costa veramente poco anche per i locali e quindi, per quanto povero tu possa essere, non ti mancherà mai il mangiare, per questo non si legge la disperazione nei loro visi.
Il mio tour dura poco, arriviamo in albergo, rimango colpito dalle vie della città, che sono affollate oltre limmaginazione, penso alle nostre città in periodo di Natale, dove si chiede permesso per passare sui marciapiedi. Oltre la folla spicca anche lapparente degrado del luogo, che, ad un occhiata più attenta, non è affatto tale.
Mi riposo unora circa nella mia stanza e poi decido per un giro turistico in taxi, passo 4 ore in giro per Nova Delhi a fare il turista standard, intanto il mio nuovo taxista mi racconta aneddoti dei luoghi e di se stesso .in un inglese che faccio fatica a decifrare, il mio, probabilmente, è indecifrabile anche per lui .
Mi spiega che la città è sicura e che se voglio posso fare una passeggiata di notte senza che nessuno mi importuni. E vero, dopo cena mi avvio per le strade della città, alcune buie e deserte ed altre affollatissime, ancor più che di giorno, mi sento tranquillo e mi godo il bagno di folla.
SVEGLIA!!!!!! E luna e mezza del mattino ed il telefono squilla, il mio assonnato taxista del mattino, sempre più assonnato (comincio a preoccuparmi) mi chiama allordine per andare allaereoporto. Mi ero addormentato mezzora prima, probabilmente la mia faccia è peggiore della sua in questo momento.
Limbarco è veloce ed indolore. Quello che salta subito allocchio sono le differenze tra i voli locali e quelli internazionali, qui la gente è rilassata, tutti in piedi ed al telefono, anche durante il decollo, mi fa strano, ma paese che vai usanza che trovi. Mi aspetta unora e mezza di volo fino a Leh, la capitale della regione del Ladakh, il piccolo Tibet, la mia destinazione finale. Limpatto con lHimalaya è incredibile, laereo vola a 9km di altezza, sopra un manto uniforme di nubi, che, ad un tratto, viene rotto da qualcosa che non riesco ad identificare, è lontana, ma pochi minuti ed una cima di montagna appare appena sotto di noi ..INCREDIBILE Più ci addentriamo nella regione più frequenti sono le cime delle montagne che, bucando la coltre di nubi, si affacciano sul tetto del mondo.
Si scende . Laereo inizia la sua discesa e mi rendo conto che, essendo la città di Leh a 3500mt slm, dovremo passare tra quelle montagne maestose che la circondano. La realtà supera limmaginazione quando il nostro Boeing fa slalom tra le valli come un piccolo aereo da turismo.
Leccitazione è tanta che non mi preoccupo delle manovre del mastodonte, in più gli altri passeggeri sono tranquilli e passeggiano e telefonano come se niente fosse fino allapertura delle porte.
Leffetto è quello di un pugno nel petto, siamo partiti da 210 slm fino a 3500 slm in un aereo pressurizzato, la prima impressione è di non riuscire a gonfiare i polmoni abbastanza per riempirli daria, ma il fisico si abitua in pochi minuti e la sensazione sparisce.
E unambiente quasi alieno, esco dal terminal e trovo il mio capo ad aspettarmi. Naomi è già la da 8 giorni, si è acclimatata e stà bene, io non dormo da 40 ore, sono appena sbarcato e faccio schifo.
Siamo a 3500 mt e ci sono 35°C, laria è secca e le nuvole assenti. Il sole di alta montagna picchia duro. Saliamo sul taxi che ci porta vicino alla guest house che sarà la nostra casa per i prossimi 7 giorni, prima che arrivi il gruppo di coraggiosi che affronteranno il Kardung la, il passo più alto del mondo (5608mt slm).
Son tornato indietro nel tempo. Questo è il primo pensiero che ha attraversato la mia mente appena arrivato in città. Limpressione è quella di vivere in un paradosso temporale, uno di quei romanzi steam punk dove la civiltà si è fermata, per molti versi al 1800, ma sono presenti mezzi come moto ed auto. Vedo macchine mai viste, autobus con persone sul tetto ed appese ai lati, automobili con 10 persone dentro ed un paio fuori, motociclette bellissime anni 70, insomma un mix tra presente e passato che mi ha affascinato dal primo istante che lho vissuto.
Passeggiare per Leh è incredibile, la gente è molto particolare, la città è particolare. I negozi si aprono sulle strade, sono negozi antichi, anche quelli che vendono attrezzature da trekking modernissime, sono i bazar di sempre, solo con merce diversa. Ogni giorno cammino per circa 7km tra andare a pranzo, andare a comprare lacqua bollita (per noi occidentali la loro acqua è micidiale) ed andare a cena. Rovo diversi ristoranti da proporre poi al gruppo in arrivo, nessuno mi delude, sono tutti ottimi, particolari, incredibilmente economici. La città è piena di trekker e bikers e motociclisti, persone che, come noi, vogliono viver questa esperienza unica e coinvolgente. Gli internet point sono numerosissimi, ognuno con la sua particolarità. Io mi affeziono subito ad un IP in centro dove i proprietari sono fantastici, passo diverso tempo a chiacchierare con loro che mi raccontano della loro vita in quella incredibile città.
In giro per le strade ci sono tantissimi cani che si godono la vita nel vero senso della parola, girano tranquillamente per le strade del centro assieme a mucche, asini e qualche Yak.
La mattina dopo il mio arrivo inizio il mio lavoro di manutenzione alle nostre MTB, che sono la da un anno che aspettano. Sostituzione cavetti e guaine, manutenzione movimenti centrali e serie sterzo, qualche ruota libera e tutte le manopole ed i freni da spurgare. Un lavoraccio. Con Naomi lavoriamo per 2 giorni e poi lei deve andare a Delhi a prendere i ragazzi, io proseguo senza sosta fino a che anche lultima MTB non suona come uno strumento musicale ben accordato . Che soddisfazione.
Prima che Naomi parta per la sua missione ci concediamo una passeggiata per riposarci e chiarire gli ultimi punti. Vediamo un certo fermento intorno a noi e chiediamo informazioni, un personaggio legato al Dalai lama è a Leh, si trova nel tempio buddista nel centro della città e noi ne approfittiamo per seguire la cerimonia. E affascinante, mi spiegano che la gente è venuta anche da molto lontano. Vedo volti che appartengono ad un passato remoto, segnati dalla vita, ma non tristi o derelitti, semplicemente vecchi, segnati da una vita dura ma sana, senza le frenesie e le brame che caratterizzano la nostra realtà, o il nostro piano dimensionale mi viene sovente da pensare.