Ladak, in cima al mondo 1 parte....

Sirbon_biker

Biker novus
7/3/12
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Uta
www.skedaddleitalia.it
……Atterrato…. Dopo 7 ore di volo da Roma a Nuova Delhi, talmente carico di adrenalina che non sono riuscito a chiudere occhio neanche un minuto in aereo nonostante abbia tentato più volte il suicidio cerebrale con i vari giochini e film presenti, fortunatamente, nel display della mio sedile.
L’impatto è fortissimo, non tanto con l’aereoporto che è moderno e confortevole, quanto con l’ambiente esterno…..35°C con il 95% di umidità. Devo abituarmi a respirare…..
Mi aspetta un taxi guidato da un indiano mooOOoolto assonnato e dal nome assolutamente impronunciabile che l’agenzia ha inviato a prendermi per portarmi in albergo …….. non dormo da oramai 23 ore ed ho paura che me ne aspettino altrettante prima di poter riposare veramente…. Il viaggio dall’aereoporto alla mia provvisoria sistemazione dura circa un’ora ed un quarto, nella quale mi rendo conto dell’incredibile contraddizione della città in cui mi trovo. Povertà da me mai vista in periferia, case diroccate, gente che dorme per strada e ricchezza in centro con palazzi e macchine di lusso.

Quello che più mi colpisce sono i volti delle persone, volti sereni e spesso anche sorridenti, nonostante l’evidente stato di povertà assoluta. Il mio assonnato taxista mi spiega che il mangiare costa veramente poco anche per i locali e quindi, per quanto povero tu possa essere, non ti mancherà mai il mangiare, per questo non si legge la disperazione nei loro visi.
Il mio tour dura poco, arriviamo in albergo, rimango colpito dalle vie della città, che sono affollate oltre l’immaginazione, penso alle nostre città in periodo di Natale, dove si chiede permesso per passare sui marciapiedi. Oltre la folla spicca anche l’apparente degrado del luogo, che, ad un occhiata più attenta, non è affatto tale.
Mi riposo un’ora circa nella mia stanza e poi decido per un giro turistico in taxi, passo 4 ore in giro per Nova Delhi a fare il turista standard, intanto il mio nuovo taxista mi racconta aneddoti dei luoghi e di se stesso….in un inglese che faccio fatica a decifrare, il mio, probabilmente, è indecifrabile anche per lui….
Mi spiega che la città è sicura e che se voglio posso fare una passeggiata di notte senza che nessuno mi importuni. E’ vero, dopo cena mi avvio per le strade della città, alcune buie e deserte ed altre affollatissime, ancor più che di giorno, mi sento tranquillo e mi “godo” il bagno di folla.
SVEGLIA!!!!!! E’ l’una e mezza del mattino ed il telefono squilla, il mio assonnato taxista del mattino, sempre più assonnato (comincio a preoccuparmi) mi chiama all’ordine per andare all’aereoporto. Mi ero addormentato mezz’ora prima, probabilmente la mia faccia è peggiore della sua in questo momento.
L’imbarco è veloce ed indolore. Quello che salta subito all’occhio sono le differenze tra i voli locali e quelli internazionali, qui la gente è rilassata, tutti in piedi ed al telefono, anche durante il decollo, mi fa strano, ma paese che vai usanza che trovi. Mi aspetta un’ora e mezza di volo fino a Leh, la capitale della regione del Ladakh, il piccolo Tibet, la mia destinazione finale. L’impatto con l’Himalaya è incredibile, l’aereo vola a 9km di altezza, sopra un manto uniforme di nubi, che, ad un tratto, viene rotto da qualcosa che non riesco ad identificare, è lontana, ma pochi minuti ed una cima di montagna appare appena sotto di noi……..INCREDIBILE…… Più ci addentriamo nella regione più frequenti sono le cime delle montagne che, bucando la coltre di nubi, si affacciano sul tetto del mondo.
Si scende…. L’aereo inizia la sua discesa e mi rendo conto che, essendo la città di Leh a 3500mt slm, dovremo passare tra quelle montagne maestose che la circondano. La realtà supera l’immaginazione quando il nostro Boeing fa slalom tra le valli come un piccolo aereo da turismo.
L’eccitazione è tanta che non mi preoccupo delle manovre del mastodonte, in più gli altri passeggeri sono tranquilli e passeggiano e telefonano come se niente fosse fino all’apertura delle porte.
L’effetto è quello di un pugno nel petto, siamo partiti da 210 slm fino a 3500 slm in un aereo pressurizzato, la prima impressione è di non riuscire a gonfiare i polmoni abbastanza per riempirli d’aria, ma il fisico si abitua in pochi minuti e la sensazione sparisce.
E’ un’ambiente quasi alieno, esco dal terminal e trovo il mio capo ad aspettarmi. Naomi è già la da 8 giorni, si è acclimatata e stà bene, io non dormo da 40 ore, sono appena sbarcato e faccio schifo.
Siamo a 3500 mt e ci sono 35°C, l’aria è secca e le nuvole assenti. Il sole di alta montagna picchia duro. Saliamo sul taxi che ci porta vicino alla guest house che sarà la nostra casa per i prossimi 7 giorni, prima che arrivi il gruppo di coraggiosi che affronteranno il Kardung la, il passo più alto del mondo (5608mt slm).
Son tornato indietro nel tempo. Questo è il primo pensiero che ha attraversato la mia mente appena arrivato in “città”. L’impressione è quella di vivere in un paradosso temporale, uno di quei romanzi steam punk dove la civiltà si è fermata, per molti versi al 1800, ma sono presenti mezzi come moto ed auto. Vedo macchine mai viste, autobus con persone sul tetto ed appese ai lati, automobili con 10 persone dentro ed un paio fuori, motociclette bellissime anni ’70, insomma un mix tra presente e passato che mi ha affascinato dal primo istante che l’ho vissuto.
Passeggiare per Leh è incredibile, la gente è molto particolare, la città è particolare. I negozi si aprono sulle strade, sono negozi antichi, anche quelli che vendono attrezzature da trekking modernissime, sono i bazar di sempre, solo con merce diversa. Ogni giorno cammino per circa 7km tra andare a pranzo, andare a comprare l’acqua bollita (per noi occidentali la loro acqua è micidiale) ed andare a cena. Rovo diversi ristoranti da proporre poi al gruppo in arrivo, nessuno mi delude, sono tutti ottimi, particolari, incredibilmente economici. La città è piena di trekker e bikers e motociclisti, persone che, come noi, vogliono viver questa esperienza unica e coinvolgente. Gli internet point sono numerosissimi, ognuno con la sua particolarità. Io mi affeziono subito ad un IP in centro dove i proprietari sono fantastici, passo diverso tempo a chiacchierare con loro che mi raccontano della loro vita in quella incredibile città.
In giro per le strade ci sono tantissimi cani che si godono la vita nel vero senso della parola, girano tranquillamente per le strade del centro assieme a mucche, asini e qualche Yak.
La mattina dopo il mio arrivo inizio il mio lavoro di manutenzione alle nostre MTB, che sono la da un anno che aspettano. Sostituzione cavetti e guaine, manutenzione movimenti centrali e serie sterzo, qualche ruota libera e tutte le manopole ed i freni da spurgare. Un lavoraccio. Con Naomi lavoriamo per 2 giorni e poi lei deve andare a Delhi a prendere i ragazzi, io proseguo senza sosta fino a che anche l’ultima MTB non suona come uno strumento musicale ben accordato…. Che soddisfazione.
Prima che Naomi parta per la sua missione ci concediamo una passeggiata per riposarci e chiarire gli ultimi punti. Vediamo un certo fermento intorno a noi e chiediamo informazioni, un personaggio legato al Dalai lama è a Leh, si trova nel tempio buddista nel centro della città e noi ne approfittiamo per seguire la cerimonia. E’ affascinante, mi spiegano che la gente è venuta anche da molto lontano. Vedo volti che appartengono ad un passato remoto, segnati dalla vita, ma non tristi o derelitti, semplicemente vecchi, segnati da una vita dura ma sana, senza le frenesie e le brame che caratterizzano la nostra realtà, o il nostro piano dimensionale mi viene sovente da pensare.
 

shardana

Biker superioris
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Ti seguirò con attenzione e curiosità... e un pizzico d'invidia.
Io sono stato in Ladak nel '94 per fare un trekking di 8 giorni.
Mi conforta sentire che Leh in fondo non sia cambiata, dopo quasi 20 anni.
Le moto di cui parli immagino siano le mitiche Royal Enfield, vero?
 

Sirbon_biker

Biker novus
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Uta
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Ti seguirò con attenzione e curiosità... e un pizzico d'invidia.
Io sono stato in Ladak nel '94 per fare un trekking di 8 giorni.
Mi conforta sentire che Leh in fondo non sia cambiata, dopo quasi 20 anni.
Le moto di cui parli immagino siano le mitiche Royal Enfield, vero?

Ciao....si le Royal Enfield, veramente fantastiche..... Non riesco nemmeno ad immaginare cosa doveva essere il Ladakh nel '94, c'era ancora la guerra tra India e Pakistan vero???
 

shardana

Biker superioris
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Monserrato
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Ciao....si le Royal Enfield, veramente fantastiche..... Non riesco nemmeno ad immaginare cosa doveva essere il Ladakh nel '94, c'era ancora la guerra tra India e Pakistan vero???

Si c'era ancora la guerra, o meglio, delle frequenti "scaramucce".
Un giorno magari ci racconteremo a 4occhi le nostre esperienze, ma ti anticipo che il trekking di 8 giorni in quota (noi siamo arrivati a 5500) è stato una fesseria rispetto all'avventura quiotidiana sulle strade kashmire e ladake!
 

Felipe75

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Sirbon_biker

Biker novus
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Uta
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Ciao Sirbon!! ho letto anche la seconda parte e la tua esperienza mi affascina sempre più dopo ogni rigo che leggo, la curiosità di vedere
le immagini e' tanta, riusciresti a rendere fruibile le immagini anche per
chi come me non ha un profilo su facebook??
Grazie
A presto

Ciao, in questo link ci sono una serie di fotografie relative al Ladakh fatte da un'altra guida.
Stò cercando di caricare le mie foto sul forum, così da renderle visibili a tutti....

http://www.flickr.com/photos/7234381@N05/sets/72157622670500845/
 

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