La percezione del pericolo in montagna.

  • La Pinarello Dogma XC è finalmente disponibile al pubblico! Dopo averla vista sul gradino più alto del podio dei campionati del mondo di XC 2023 con Tom Pidcock (con la full) e Pauline Ferrand-Prevot (con la front), Stefano Udeschini ha avuto modo di provarla sui sentieri del Garda
    Iscriviti al canale se non l'hai ancora fatto (clicca qui).


Diavoletto

Biker superioris
30/12/18
981
653
0
CN
Visita sito
Bike
MTB
mah...secondo me questo è concetto che poteva essere valido fino a una ventina di anni fa.
oggi non direi...basta vedere quanti oggi praticano l'arrampicata, l'alpinismo in generale e soprattutto lo scialpinismo.
Essendo cresciuto in zona montana, ricordo quando da bambino uscivo in montagna con mio nonno. Si andava a prendere l'acqua alla fontana, a cercare funghi o posti buoni per la legna, non per fare turismo. Conosceva ogni singola pietra, prevedeva il tempo in base a da dove arrivavano le nuvole, al vento o a come volavano gli uccelli. E mi ha sempre fatto sentire come un ospite della montagna, comese lei fosse la "padrona" (passatemi il termine), e noi degli ospiti che la devono rispettare e capire che puo' essere tanto buona e utile quanto cattiva e pericolosa.

Quanti di noi ora (me compreso) hanno certe capacita' e conoscenze?
Ormai per molti e' un parco giochi, o come andare in spiaggia. Il semplice turista inconsapevole o ignorante (nel senso che non sa), come fa a percepire il pericolo? Fa una passeggiata in montagna con pantaloncini corti e scarpette da tennis, accende il fuoco per fare le costine sotto ai pini pieni di resina. Non ha le conoscenze per valutarlo. Come al contrario, lo stesso puo' succedere per la troppa sicurezza quando ci si sente esperti. Ed ecco che succede qualcosa.
ecco perchè secondo me la montagna va frequentata con una certa capacità di rinuncia: cioè anche se si è sicuri di quel che si sta facendo, bisogna saper dire di tanto in tanto "oggi scelgo di non andare".
Vero, e' difficile, ma molto spesso la cosa migliore da fare.
 

ant1606

Biker superis
16/12/14
357
218
0
Torino
Visita sito
Bike
Scott Scale Premium
La distinzione la colgo in due aspetti:
- Pericoli oggettivi e pericoli soggettivi. Oggettivi in quanto imprescindibili, ad esempio distacco/caduta rocce. Soggettivi: "ma si, ce la faccio" oppure: "no, non rinuncio" dove la percezione e' individuale.
- Attivita' individuale o in coppia/gruppo. Quando facevo motocross (poi anche trial), fino ai primi anni '80, per capire il limite era necessario trovarlo ovvero cadere in tutti i modi possibili. Per le attivita' in coppia/gruppo entra in gioco la fiducia dell'altro/altri e/o la percezione della stessa. Ho imparato ad arrampicare facendo da secondo a un "socio" molto forte ma soprattutto saggio. Da secondo si va dappertutto.

Quando si impara l'arte sta poi al singolo capire se e quando rinunciare o fermarsi.
Con la complicita' dell'eta' evito le discese impegnative in MTB, non ho alcuna velleita' di trovare il limite. Modalita' coniglio con tratti a piedi e coscienza a posto :)
 

Maiella

Biker Maiellensis
3/2/15
2.645
3.039
0
42
Maiella/Abruzzo
Visita sito
Bike
Black Forest Pro/Whistler Pro by Focus
Bella discussione.
Un fattore che altera la percezione del rischio é la troppa sicurezza che si ripone in se stessi. Molti incidenti accadono nonostante le avvisaglie dei rischi si manifestano palesemente, ma vengono ignorati.
 

Andrea80bz

Biker ciceronis
4/12/21
1.462
1.113
0
Bolzano
endtimes.video
Bike
Giant Fathom, Cannondale Topstone, Specialized Demo DH, NoName Cr-Mo
Ci sono sostanzialmente 2 estremi da evitare in montagna:
1) fare il passo più lungo della gamba e lanciarsi in una impresa al di sopra delle proprie possibiltà specialmente in luoghi che non si conoscono.
2) prendere sotto gamba un tracciato (sentiero esposto, ferrata, parete etc.) che si conosce bene e che si è già fatto tante volte.
In altre parole ci vuole un equilibrio tra l'acquisizione di una necessaria familiarità con un certo luogo e al tempo stesso non frequentarlo troppo spesso per evitare un atteggiamento "abitudinarista".
Cioè la montagna è un posto pericoloso, non si può frequentarla come se fosse un campo sportivo.
 

Paoloderapage

Biker perfektus
1/9/14
2.853
2.514
0
Pistoia
Visita sito
Bike
Transition Spur & XC500
Onestamente, che il rischio sia mal percepito (sottovalutato) da molti non mi sorprende. Che mi sorprende, è che gli incidenti per rapporto agli sprovveduti siano tutto sommato pochi .... si sà, la fortuna del principiante ... :pirletto:
forse sono di più rispetto a quanto percepito....
 

Mauro-TS

Biker tremendus
7/5/04
1.162
962
0
Ticino (CH)
www.ticinosentieri.ch
Bike
Spectral 29 LTD
forse sono di più rispetto a quanto percepito....
I dati mostrano alcuni aspetti interessanti e, in parte, "sorprendenti".

" incapacità durante l’attività svolta (26,3%)" ossia, più di un quarto ha sopravvalutato le proprie capacità (?) se ho capito giusto.
 
  • Mi piace
Reactions: Paoloderapage

Paoloderapage

Biker perfektus
1/9/14
2.853
2.514
0
Pistoia
Visita sito
Bike
Transition Spur & XC500
I dati mostrano alcuni aspetti interessanti e, in parte, "sorprendenti".

" incapacità durante l’attività svolta (26,3%)" ossia, più di un quarto ha sopravvalutato le proprie capacità (?) se ho capito giusto.
quello che non sorprende invece è:
', “l’identikit medio della persona soccorsa è rappresentato da un uomo italiano tra i 50 e i 60 anni, leggermente ferito dopo essere scivolato in un’escursione durante il mese di agosto”.''
Lo stereotipo del Merendero distratto...

il 9%(in aumento) di interventi legati alla MTB invece è un valore enorme considerando il rapporto numerico tra escursionisti e ciclisti.
 
Ultima modifica:

tostarello

Moderatur ologrammaticus
Membro dello Staff
Moderatur
15/11/05
39.066
5.114
0
67
roma
Visita sito
Bike
Stereo hybrid One55 slx
quello che non sorprende invece è:
', “l’identikit medio della persona soccorsa è rappresentato da un uomo italiano tra i 50 e i 60 anni, leggermente ferito dopo essere scivolato in un’escursione durante il mese di agosto”.''
Lo stereotipo del Merendero distratto...

...
Dicesi ageismo o age shaming


 
  • Mi piace
Reactions: ANDREAMASE

MAX80BO

Biker popularis
24/6/19
46
100
0
43
Molinella
Visita sito
Bike
STJ 2017
la cosa che mi spaventa di più non è tanto la valutazione di un rischio(quella ha molte variabili e può essere errata su 2 piedi), ma la sbagliata valutazione delle proprie capacità. Io quando vado in montagna sto sempre sulla difensiva, in caso di percorsi nuovi ancora di più. Mi fermo, valuto scendo, guardo il passaggio a poi decido. Mi capita spesso di parlare e a volte girare con persone che son convinte di poter far tutto e poi magari dopo 5 metri scopri che non hanno mai percorso un metro in mtb, ma dove la prendono questa sicurezza?
Cosa davanti ad una difficoltà e mancanza totale o parziale delle tecniche basilari ti fa arrivare alla conclusione che comunque in un modo o nell'altro la svanghi? Sarò strano io, ma solitamente la mia reazione è apposta..soprattutto quanto ti trovi in contesti dolomitici dove basta guardarsi attorno per vedere quanto sei piccolo..
 
  • Mi piace
Reactions: Andrea80bz

Paoloderapage

Biker perfektus
1/9/14
2.853
2.514
0
Pistoia
Visita sito
Bike
Transition Spur & XC500
È la statistica ad aver scritto "Lo stereotipo del Merendero distratto"?
La gente che va in montagna ad agosto inciampa e si sbuccia un ginocchio per distrazione o incapacità come va definita? Alpinista esperto?
L'età è nella frase perchè c'è nell'articolo, avrei scritto la stessa cosa se la statistica avesse indicato la fascia d'età 40-50 o meno.
Mica ho scritto ''i vecchi devono starsene in casa''. Che poi se trovo sul sentiro un 70enne sono sicuro che sia più esperto e preparato di me.
 
Ultima modifica:

Andrea80bz

Biker ciceronis
4/12/21
1.462
1.113
0
Bolzano
endtimes.video
Bike
Giant Fathom, Cannondale Topstone, Specialized Demo DH, NoName Cr-Mo
Vorrei aggiungere una considerazione specialmente in riferimento allo scialpinismo, ma anche in riferimento all'escursionismo impegnativo estivo (escludo qui l'alpinismo vero e proprio che generalmente non può essere fatto in solitaria).
Si sostiene che in montagna (diciamo nell'ambito di una gita scialpinistica) si debba andare in più persone.
Io ritengo che questa sia almeno in parte una convinzione errata: se sei in compagnia è molto più facile farti influenzare dalle decisioni di altri e farti trascinare in situazioni che se tu fossi da solo eviteresti. In montagna conta molto l'intuito individuale. Andare in gruppo dà spesso un senso di falsa sicurezza che può essere molto pericolosa. Inoltre un gruppo di persone sovraccarica il pendio di più di un singolo scialpinista. Poi è vero, se sei in gruppo e si stacca una valanga c'è maggiore possibilità di ritrovare persone eventualmente travolte. Comunque mi ricordo una gita scialpinistica che feci sul Sass de Putia (Dolomiti di Puez) nel 2012. Ero partito da solo, poi nel tratto ripido finale incontro per caso 4 persone, tra cui una guida alpina. Nel tratto finale i 4 prendono il pendio sulla sinistra. Io prendo quello a destra che era effettivamente un po' più ripido. Stessa cosa in discesa. La guida alpina mi dice: "comunque anche quello che hai fatto tu è giusto". Io ne sono più che convinto: i quattro sul pendio di sinistra hanno sovraccaricato il manto nevoso certamente più di me che ero da solo su un tratto un po' più ripido.
Racconto questa cosa semplicemente per esaminare la complessità dell'andare in montagna e di quanto sia importante poter prendere decisioni in autonomia.
 
Ultima modifica:

marika.f

Biker superis
1/8/15
312
676
0
Visita sito
Bike
Orbea
Oddio, non sono affatto daccordo con quest'ultimo intervento.

Nelle gite di scialpinismo è consigliabile muoversi in un gruppo di 3-4 persone per avere un giusto equilibrio tra capacità di intervenire in caso di incidente in valanga MA consentire un adeguato alleggerimento del pendio senza che si allunghi il gruppo di km, rendendo difficoltosa la comunicazione tra i partecipanti e/o portando inevitabilmente ad una contrazione delle distanze di sicurezza.

Certo, possono innescarsi le c.d. "trappole euristiche", i meccanismi di inferenza negativa nel processo decisionale, quelli che portano ad una certa inerzia a rinunciare, a tornare indietro, ma da soli non c'è nessuno che ti può spalare fuori o soccorrere se cadi. E' come arrampicare senza corda!

Tanto, a ben vedere, con tutti questi social del cavolo, dove è gara a chi fa la sciata più epica in polvere, dove se non ti muovi perchè è appena nevicato e il bollettino è "dubbio" la sera trovi centinaia di post canzonatori "eh, che sfigati! prima traccia"... Le trappole euristiche ci sono anche muovendosi da soli!

Qualcuno ha già tirato fuori il tema dell'emulazione e della falsa sicurezza data dalla (over)disponibilità di materiale in rete.

Lo scialpinismo è la disciplina che ne soffre di più in assoluto.
 

Fermo80

Biker forumensus
4/5/22
2.016
1.254
0
Brescia
Visita sito
Bike
Scarsa
Non faccio scialpinismo, e per diverse ragioni (compreso il fatto che non ho voluto fare il "salto di qualità" da escursionista della domenica ad alpinista del weekend, perché sono pigro, comodista e perché ritengo di non esserne portato) ormai esco quasi sempre da solo.

Uscire soli comporta ovviamente dei rischi evidenti, ovvero non hai nessuno che ti possa supportare in caso di problemi. Ovviamente c'è solo e solo, su certi sentieri da traffico in A1 in giorno di esodo non si è davvero soli, ma su altri...

E' però vero che, almeno in escursionismo, anche l'uscita di gruppo qualche insidia la presenta, e richiderebbe l'avere gruppetti piccoli (odio i club vacanze, non ci posso fare niente) ben bilanciati. I rischi sono quelli noti: il non mollare perché non si vuole fare la figura dei pivelli, o il venir piantati in asso perché non si riesce a tenere il passo.
Io di mio, se ho maggior esperienza, tendo sempre ad aiutare chi ne ha meno e/o mostra delle difficoltà, ma non tutti lo fanno, e quindi capita di essere trascinati in escursioni in cui non ci si sente a proprio agio e per di più non si viene nemmeno aiutati.

Al solito, la soluzione perfetta non è facile da trovare.

Quanto ai soccorsi, io che sono un merendero trovo la MTB nettamente più pericolosa dell'escursionismo. E faccio praticamente solo argini asfaltati a doppia corsia :mrgreen:
 

Andrea80bz

Biker ciceronis
4/12/21
1.462
1.113
0
Bolzano
endtimes.video
Bike
Giant Fathom, Cannondale Topstone, Specialized Demo DH, NoName Cr-Mo
Non faccio scialpinismo, e per diverse ragioni (compreso il fatto che non ho voluto fare il "salto di qualità" da escursionista della domenica ad alpinista del weekend, perché sono pigro, comodista e perché ritengo di non esserne portato) ormai esco quasi sempre da solo.

Uscire soli comporta ovviamente dei rischi evidenti, ovvero non hai nessuno che ti possa supportare in caso di problemi. Ovviamente c'è solo e solo, su certi sentieri da traffico in A1 in giorno di esodo non si è davvero soli, ma su altri...

E' però vero che, almeno in escursionismo, anche l'uscita di gruppo qualche insidia la presenta, e richiderebbe l'avere gruppetti piccoli (odio i club vacanze, non ci posso fare niente) ben bilanciati. I rischi sono quelli noti: il non mollare perché non si vuole fare la figura dei pivelli, o il venir piantati in asso perché non si riesce a tenere il passo.
Io di mio, se ho maggior esperienza, tendo sempre ad aiutare chi ne ha meno e/o mostra delle difficoltà, ma non tutti lo fanno, e quindi capita di essere trascinati in escursioni in cui non ci si sente a proprio agio e per di più non si viene nemmeno aiutati.

Al solito, la soluzione perfetta non è facile da trovare.

Quanto ai soccorsi, io che sono un merendero trovo la MTB nettamente più pericolosa dell'escursionismo. E faccio praticamente solo argini asfaltati a doppia corsia :mrgreen:
L'ideale secondo me è andare sì da soli (cioè per conto proprio) ma in luoghi che siano almeno moderatamente frequentati: questo in riferimento a escursionismo/trail-running in alta quota, ferrate e scialpinismo (e tutto sommato anche MTB-trail su tracciati difficili/esposti). Questo compensa i pro e contro delle 2 situazioni cioè l'andar da soli o in gruppo. Per la MTB XC praticata su forestali, sentieri non esposti e a quote non eccessive (come faccio io), di solito ci si trova sempre in zone più o meno antropizzate quindi lì questo problema normalmente non si pone.
 

Andrea80bz

Biker ciceronis
4/12/21
1.462
1.113
0
Bolzano
endtimes.video
Bike
Giant Fathom, Cannondale Topstone, Specialized Demo DH, NoName Cr-Mo
Questo invece è il perfetto esempio di autentica idiozia:
 

marika.f

Biker superis
1/8/15
312
676
0
Visita sito
Bike
Orbea
L'ideale secondo me è andare sì da soli (cioè per conto proprio) ma in luoghi che siano almeno moderatamente frequentati: questo in riferimento a escursionismo/trail-running in alta quota, ferrate e scialpinismo (e tutto sommato anche MTB-trail su tracciati difficili/esposti). Questo compensa i pro e contro delle 2 situazioni cioè l'andar da soli o in gruppo. Per la MTB XC praticata su forestali, sentieri non esposti e a quote non eccessive (come faccio io), di solito ci si trova sempre in zone più o meno antropizzate quindi lì questo problema normalmente non si pone.

Guarda che stai proprio cadendo in uno dei due casi "da evitare" che hai esposto sopra.
Stai sottostimando tutta una serie di pericoli per giustificare la tua scelta di andare da solo.

Soprattutto per lo scialpinismo. Non si può sentire.
 

Classifica mensile dislivello positivo