Dopo mesi e mesi dal mio ultimo post serio (intitolato "Di poseraggio e carenze") rieccomi con una nuova riflessione/provocazione.
La paura del migliore.
Qualche giorno fa, guardando il video di una gara in Nuova Zelanda, mi ha colpito una scena in cui c'è una sorta di road gap/drop il cui landing era del tipo "O giri a destra oppure cadi nel burrone e muori".
E la prima cosa che mi è venuta in mente è stata: "Urca, se fosse stato qua in Italia qualcuno avrebbe cominciato a lamentarsi della sicurezza, del fatto che si potesse finire giù, del fatto che chi non è capace sarebbe incorso nelle ire di Odino - o chi per lui - perché avrebbe vissuto il resto della propria vita nell'inferno dei biker, dove, è risaputo, un ciclista si ritrova a fare una risalita di 2000 metri di dislivello a cui non segue nessuna discesa ma ricomincia la salita."
Quindi rigiro la domanda a voi, gente onniscente del forum: perché, in Italia, dobbiamo sempre farci menate sulla sicurezza in modo esagerato? Perchè, se c'è un salto grosso, dobbiamo farlo chiudere in gara che "sennò la gente si fa male"? Perché dobbiamo fare i genitori di quelli che si iscrivono a una gara, decidendo noi cosa si può e cosa non si può fare?
Sarà forse invidia, perché Robimaldo Starimaldo riesce a fare quel doppio di 6 metri e quel drop alto 5 mentre noi non ci riusciamo, quindi "Eh no, Robimaldo, se non lo faccio io non lo puoi fare nemmeno tu!"?
A voi la parola, che tanto siete più bravi a scrivere che a pedalare :)
La paura del migliore.
Qualche giorno fa, guardando il video di una gara in Nuova Zelanda, mi ha colpito una scena in cui c'è una sorta di road gap/drop il cui landing era del tipo "O giri a destra oppure cadi nel burrone e muori".
E la prima cosa che mi è venuta in mente è stata: "Urca, se fosse stato qua in Italia qualcuno avrebbe cominciato a lamentarsi della sicurezza, del fatto che si potesse finire giù, del fatto che chi non è capace sarebbe incorso nelle ire di Odino - o chi per lui - perché avrebbe vissuto il resto della propria vita nell'inferno dei biker, dove, è risaputo, un ciclista si ritrova a fare una risalita di 2000 metri di dislivello a cui non segue nessuna discesa ma ricomincia la salita."
Quindi rigiro la domanda a voi, gente onniscente del forum: perché, in Italia, dobbiamo sempre farci menate sulla sicurezza in modo esagerato? Perchè, se c'è un salto grosso, dobbiamo farlo chiudere in gara che "sennò la gente si fa male"? Perché dobbiamo fare i genitori di quelli che si iscrivono a una gara, decidendo noi cosa si può e cosa non si può fare?
Sarà forse invidia, perché Robimaldo Starimaldo riesce a fare quel doppio di 6 metri e quel drop alto 5 mentre noi non ci riusciamo, quindi "Eh no, Robimaldo, se non lo faccio io non lo puoi fare nemmeno tu!"?
A voi la parola, che tanto siete più bravi a scrivere che a pedalare :)