Alla ricerca dell'endless summer
Quando penso alle Canarie mi vengono in mente, in ordine sparso, mio nonno che ci è andato una volta con un viaggio organizzato, tedeschi con sandali e calzini bianchi, voli charter super affollati da bambini piangenti e madri disperate, spiagge nere di detriti vulcanici.
Bene, è tutto vero. Così sono le Canarie, è inutile fare tanti giri di parole. Sono state la prima vera meta degli “all inclusive” europei, visto il loro clima più che mite e la relativa vicinanza al vecchio continente. In teoria dovrebbero essere una parte dell’Africa, ma gli spagnoli, come in tante altre parti del mondo, ci hanno messo su la loro bandiera ancora prima dell’invasione dei sandali con calzino.
È però giunta l’ora dell’invasione pacifica delle mountainbike. Esatto, una delle isole, quella che vedete in queste foto, La Palma, offre un terreno ideale per gli amanti dei singletrack. Quando da noi le nebbie e l’inverno ci costringono al letargo sul divano, laggiù splende il sole, si possono fare i bagni nell’oceano Atlantico e, soprattutto, si può pedalare in maniche corte.
Uno piccolo spartiacque sull'isola: di qual bello, di là pioggia
Siamo stati due settimane in giro con due ragazzi tedeschi, Daniel e Philipp, che lavorano già da più di 7 anni come guide MTB a La Palma, e dal 2005 hanno deciso di mettersi in proprio puntando più su una clientela freeride. Non ci sono trucchi nelle foto, non si è usato Photoshop: i sentieri sono proprio così, ereditati dalle carrarecce reali fatte costruire secoli orsono per rendere accessibile l’isola. Lunghi serpenti di pietre che partono da quote alpine per arrivare in spiaggia, fra topless nordici e panze da birra, nordiche pure loro.
Pedalando sotto l'arcobaleno
Una mattina alle 6 siamo partiti con il furgone, prima dell’alba, per arrivare in vetta alla Roque de los Muchachos - con i suoi 2400 metri il punto più alto dell’isola - proprio quando il sole stava nascendo dalla vastità dell’oceano. La temperatura si aggirava intorno allo zero, la brina copriva le rocce vulcaniche, le nuvole si tingevano di un rosa a tratti minaccioso. I primi raggi del sole hanno riportato la vita e l’energia nei nostri corpi intirizziti dal freddo e abbiamo cominciato l’interminabile discesa che ci avrebbe portato al livello del mare. All’inizio un terreno roccioso e difficile ci ha costretto a scendere dalla bici più volte, poi un bellissimo bosco di pini ha reso il fondo morbido e pieno di flow, prima di sputarci fuori nella macchia su un mostro di pietre che sembrava non voler finire mai. Tre ore dopo la partenza ci troviamo in spiaggia. Dietro di noi, ben visibili, gli ultimi 400 metri di dislivello su uno scosceso sentiero a serpentine. Lo ammiriamo a mollo nell’oceano.
All'alba a quota 2400
Da 2400 a 0 metri sul livello del mare
Qualcuno (io) credeva che le banane venissero per la maggior parte da posti esotici e lontani. La Palma è piena di piantagioni di banane, insieme al turismo è una delle risorse principali dell’isola. Los platanos, così le chiamano qui. Per guadagnare di più le mettono, insieme agli alberi, in enormi specie di serre che rovinano il paesaggio. Energia per i biker ad ogni angolo.
La Palma: il nome dice tutto
Le eruzioni vulcaniche hanno segnato quest’isola da sempre. Alcuni sentieri si snodano su enormi distese di detriti dove le prime piante trovano lo spazio per riprovare a crescere. Tutto è nero, anche il mare sullo sfondo sembra diventato una distesa di petrolio. L’ultima eruzione si è avuta alla fine degli anni settanta, da allora è rimasto tutto più o meno tranquillo. Noi ci godiamo una discesa al tramonto dove, di nuovo, il sole e le nuvole ci viziano con i loro giochi di colore. Puravida.
Discesa al mare
Sentieri vulcanici
Per chi vuole recarsi a La Palma: www.atlanticcycling.de (tracce GPS) , email: info@atlanticcycling.de
Testo e foto: Marco Toniolo
Video dei Vertrider a La Palma:
http://www.youtube.com/watch?v=6kfI2KOQ24A&feature=related
Quando penso alle Canarie mi vengono in mente, in ordine sparso, mio nonno che ci è andato una volta con un viaggio organizzato, tedeschi con sandali e calzini bianchi, voli charter super affollati da bambini piangenti e madri disperate, spiagge nere di detriti vulcanici.
Bene, è tutto vero. Così sono le Canarie, è inutile fare tanti giri di parole. Sono state la prima vera meta degli “all inclusive” europei, visto il loro clima più che mite e la relativa vicinanza al vecchio continente. In teoria dovrebbero essere una parte dell’Africa, ma gli spagnoli, come in tante altre parti del mondo, ci hanno messo su la loro bandiera ancora prima dell’invasione dei sandali con calzino.
È però giunta l’ora dell’invasione pacifica delle mountainbike. Esatto, una delle isole, quella che vedete in queste foto, La Palma, offre un terreno ideale per gli amanti dei singletrack. Quando da noi le nebbie e l’inverno ci costringono al letargo sul divano, laggiù splende il sole, si possono fare i bagni nell’oceano Atlantico e, soprattutto, si può pedalare in maniche corte.
Uno piccolo spartiacque sull'isola: di qual bello, di là pioggia
Siamo stati due settimane in giro con due ragazzi tedeschi, Daniel e Philipp, che lavorano già da più di 7 anni come guide MTB a La Palma, e dal 2005 hanno deciso di mettersi in proprio puntando più su una clientela freeride. Non ci sono trucchi nelle foto, non si è usato Photoshop: i sentieri sono proprio così, ereditati dalle carrarecce reali fatte costruire secoli orsono per rendere accessibile l’isola. Lunghi serpenti di pietre che partono da quote alpine per arrivare in spiaggia, fra topless nordici e panze da birra, nordiche pure loro.
Pedalando sotto l'arcobaleno
Una mattina alle 6 siamo partiti con il furgone, prima dell’alba, per arrivare in vetta alla Roque de los Muchachos - con i suoi 2400 metri il punto più alto dell’isola - proprio quando il sole stava nascendo dalla vastità dell’oceano. La temperatura si aggirava intorno allo zero, la brina copriva le rocce vulcaniche, le nuvole si tingevano di un rosa a tratti minaccioso. I primi raggi del sole hanno riportato la vita e l’energia nei nostri corpi intirizziti dal freddo e abbiamo cominciato l’interminabile discesa che ci avrebbe portato al livello del mare. All’inizio un terreno roccioso e difficile ci ha costretto a scendere dalla bici più volte, poi un bellissimo bosco di pini ha reso il fondo morbido e pieno di flow, prima di sputarci fuori nella macchia su un mostro di pietre che sembrava non voler finire mai. Tre ore dopo la partenza ci troviamo in spiaggia. Dietro di noi, ben visibili, gli ultimi 400 metri di dislivello su uno scosceso sentiero a serpentine. Lo ammiriamo a mollo nell’oceano.
All'alba a quota 2400
Da 2400 a 0 metri sul livello del mare
Qualcuno (io) credeva che le banane venissero per la maggior parte da posti esotici e lontani. La Palma è piena di piantagioni di banane, insieme al turismo è una delle risorse principali dell’isola. Los platanos, così le chiamano qui. Per guadagnare di più le mettono, insieme agli alberi, in enormi specie di serre che rovinano il paesaggio. Energia per i biker ad ogni angolo.
La Palma: il nome dice tutto
Le eruzioni vulcaniche hanno segnato quest’isola da sempre. Alcuni sentieri si snodano su enormi distese di detriti dove le prime piante trovano lo spazio per riprovare a crescere. Tutto è nero, anche il mare sullo sfondo sembra diventato una distesa di petrolio. L’ultima eruzione si è avuta alla fine degli anni settanta, da allora è rimasto tutto più o meno tranquillo. Noi ci godiamo una discesa al tramonto dove, di nuovo, il sole e le nuvole ci viziano con i loro giochi di colore. Puravida.
Discesa al mare
Sentieri vulcanici
Per chi vuole recarsi a La Palma: www.atlanticcycling.de (tracce GPS) , email: info@atlanticcycling.de
Testo e foto: Marco Toniolo
Video dei Vertrider a La Palma:
http://www.youtube.com/watch?v=6kfI2KOQ24A&feature=related