Provata la Kona Satori 2013. Preso il telaio (taglia16”) a 1.400 € e montato con Fox Float 34 da 140; headset Nukeprof; freni Formula The One 200-180; movimento centrale Shimano press fit 92 mm, corona singola da 22 su guarnitura Deore con bash da 32 fresata; pedali Wellgo B-25. Pacco pignoni 11-36 10 vel SLX, deragliatore posteriore SLX Shadow Plus gabbia corta, comando SLX. Ruota anteriore: cerchio e mozzo pp20 Sun Ringlè Charger Expert, gomma Hans Dampf Trialstar(latticizzata) ; ruota posteriore: cerchio Pacenti TL28, mozzo Superstar Switch EVO pp 142/12, gomma Specialized Purgatory Control (latticizzata); stem Funn 40 mm zero stack; manubrio Nukeprof 720 mm. Reggisella Thomson, a breve ci sarà un telescopico KS Dropzone; sella Specialized Henge. Parte dei componenti provengono dalla FSR che avevo prima, parte sono nuovi. Il peso non era una priorità ma ugualmente, complice il telaio in taglia 16”, si attesta ben sotto i 13 kg, non ho una bilancia digitale per questo sono prudente ma è evidentissima la differenza con la FSR cha avevo prima (taglia M). Temevo la caduta della catena ma il sistema Shadow Plus ha mantenuto le promesse evitando questo problema (almeno oggi).
Quanto riferito, giocoforza riconduce ad un paragone con la Specialized FSR che ho usato con molto piacere per quasi quattro anni, che adottando un sistema di sospensione posteriore decisamente diverso consente a mio avviso una buona interpretazione di quanto la Kona esprime sul terreno. Sono senza falsa modestia un biker decisamente medio, pertanto vogliate riferire il test al valore che esso rappresenta.
Provata su un giro ben noto che con una durissima salita, parte cementata parte sterrata, conduce ad un single meraviglioso che alterna tratti di velocissimo flow su sottobosco ricco di radici ad altri di scassatissimo gradonato roccioso, mancano solo i passaggi di trial lento e manovrato per il resto è un ottimo banco di prova per una bici. La salita tecnicamente è zero ma il 99% dei partecipanti, vista la ripidezza, sale a piedi: la Kona, ma anche la FSR, sale senza impennarsi . In discesa parto con circospezione conscio che il carro non ha il magico sistema FSR, attivo anche in frenata, per cui temo una certa perdita di efficienza nelle staccate, cosa che invece non si verifica, anzi, la sensazione di assorbimento è ottima senza rendere la bici sonnolenta ( era quello che non mi piaceva della Specialized). Senza entrare nel merito delle misure del telaio, mi preme sottolineare che nelle curve a raggio ridotto la bici risulta molto più agile e sveglia (passatemi il termine poco tecnico)e soprattutto in uscita dalle curve si avverte che non si è persa molta velocità nell’ingresso curva. Merito di questo penso di poterlo attribuire al carro molto più rigido e ovviamente all’insieme delle misure. A velocità elevate sullo scassato medio, si avverte una minor stabilità rispetto alla Stumpj (un po’ più lunga) ma niente di che preoccuparsi anzi quando lo scassato si fa deciso emerge la superiore rigidità torsionale della Kona, la piacevole sensazione di agilità si avverte sui pochi passaggi manovrati che incontro dove giocando con il freno posteriore si riesce a spostare lateralmente la bici con facilità. Conscio di essere sotto l’effetto della” bici nuova” posso però garantire che quello che cercavo rispetto alla Specy , e cioè una maggior vivacità generale in primis, l’ho perfettamente trovato nella Satori. La Stumpjumper FSR è ottima per garantire un primo ingresso nel trail/AM ad un novizio, la Satori è un ottimo upgrade generale apportando quella vivacità che si pensava di aver perso con una 29.
Quanto riferito, giocoforza riconduce ad un paragone con la Specialized FSR che ho usato con molto piacere per quasi quattro anni, che adottando un sistema di sospensione posteriore decisamente diverso consente a mio avviso una buona interpretazione di quanto la Kona esprime sul terreno. Sono senza falsa modestia un biker decisamente medio, pertanto vogliate riferire il test al valore che esso rappresenta.
Provata su un giro ben noto che con una durissima salita, parte cementata parte sterrata, conduce ad un single meraviglioso che alterna tratti di velocissimo flow su sottobosco ricco di radici ad altri di scassatissimo gradonato roccioso, mancano solo i passaggi di trial lento e manovrato per il resto è un ottimo banco di prova per una bici. La salita tecnicamente è zero ma il 99% dei partecipanti, vista la ripidezza, sale a piedi: la Kona, ma anche la FSR, sale senza impennarsi . In discesa parto con circospezione conscio che il carro non ha il magico sistema FSR, attivo anche in frenata, per cui temo una certa perdita di efficienza nelle staccate, cosa che invece non si verifica, anzi, la sensazione di assorbimento è ottima senza rendere la bici sonnolenta ( era quello che non mi piaceva della Specialized). Senza entrare nel merito delle misure del telaio, mi preme sottolineare che nelle curve a raggio ridotto la bici risulta molto più agile e sveglia (passatemi il termine poco tecnico)e soprattutto in uscita dalle curve si avverte che non si è persa molta velocità nell’ingresso curva. Merito di questo penso di poterlo attribuire al carro molto più rigido e ovviamente all’insieme delle misure. A velocità elevate sullo scassato medio, si avverte una minor stabilità rispetto alla Stumpj (un po’ più lunga) ma niente di che preoccuparsi anzi quando lo scassato si fa deciso emerge la superiore rigidità torsionale della Kona, la piacevole sensazione di agilità si avverte sui pochi passaggi manovrati che incontro dove giocando con il freno posteriore si riesce a spostare lateralmente la bici con facilità. Conscio di essere sotto l’effetto della” bici nuova” posso però garantire che quello che cercavo rispetto alla Specy , e cioè una maggior vivacità generale in primis, l’ho perfettamente trovato nella Satori. La Stumpjumper FSR è ottima per garantire un primo ingresso nel trail/AM ad un novizio, la Satori è un ottimo upgrade generale apportando quella vivacità che si pensava di aver perso con una 29.