Grazie a Cannondale ed al concessionario di zona Broccardo, lo scorso week-end ho avuto lopportunità di testare la Cannondale Jekyll hi-mod 2.
Non voglio soffermarmi sulle caratteristiche tecniche del modello che comunque potete trovare qui.
La mia intenzione è quella di riportare le mie impressioni di questo modello in particolare se confrontate con la mia attuale Specialized Stumpjumper FSR Comp del 2009 le cui caratteristiche sono qui.
Durante il test svoltosi in due giornate ho percorso circa 90 chilometri, superati 2500 metri di dislivello e percorso la maggior parte dei possibili fondi stradali che questo tipo di mountain-bike affronta. Nulla ovviamente se confrontati con i tre anni in sella alla seconda.
Rispetto ai modelli di serie le modifiche effettuate sono marginali, Reverb per la Jekyll e manubrio leggermente più largo (Demo) per la Specialized.
Ad una prima verifica statica le due bike appaiono molto simili per geometrie e posizione di guida e ciò mi ha aiutato non poco nel prendere la necessaria confidenza.
Anche con laiuto del metro non ho riscontrato particolari variazioni, tutte comprese in una decina di millimetri. Unica eccezione le escursioni e, a vedere dalla foto sopra, linclinazione del tubo sella. La bilancia ha segnato 13,1 per la Cannondale e 12,7 per la Specialized, entrambe in taglia L.
La prova sul campo.
Montaggio:
La Jekyll è curata in ogni particolare, sembra proprio che nulla sia stato lasciato al caso. Il colore è impeccabile, il cambio scorre benissimo, la sospensione è raffinata, il telaio è esteticamente ben proporzionato. Specialized un po meno, il deragliatore da nuova ha faticato ad ottimizzare il suo funzionamento a causa del montaggio sul telaio, il mozzo posteriore pecca in qualità e solidità. Grafiche discrete.
Jekyll: 9
Stumpjumper: 7
Salita asfaltata:
Entrambe si comportano bene, naturalmente il paragone va fatto in modalità 90 mm per la prima e propedal o bloccato per la seconda.
La forcella accorciabile della Jekyll aiuta poco ma il telaio veramente molto rigido aiuta quando si sta in piedi sui pedali. Nessun movimento del carro e ciò regala unottima impressione.
La Stumpy più leggera tende a dondolare maggiormente con il propedal mentre in modalità bloccato lascia flettere il telaio limitando il trasferimento di potenza alla ruota posteriore. In questo caso il blocco della forcella sembra aiutare di più.
Jekyll: 7,5
Stumpjumper FSR: 6,5
Salita sterrata dal fondo regolare:
In questo contesto la Specialized, grazie alla posizione intermedia di propedal, risulta più confortevole, ma ritengo che sostanzialmente la sensazione sia dovuta perlopiù alla diversa taratura degli ammortizzatori. Sulla Jekyll sembra poco redditizio abbassare la forcella ma entrambe si comportano discretamente.
Jekyll: 7,5
Stumpjumper FSR: 7,5
Salita scassata tecnica:
Buona la trazione di entrambe, più leggera da sollevare la Stumpy e più precisa e reattiva la Jekyll.
La tripla resta comunque un buon aiuto. In questo contesto ho potuto testare poco.
Jekyll: 7,5
Stumpjumper FSR: 8
Discesa sterrata veloce:
Con entrambe le bike il settaggio è regolato sul tutto aperto.
La Jekyll è precisa come una lama di rasoio, ancora una volta si apprezza il telaio che non flette di un millimetro, freni potenti e ben bilanciati. Il vero handicap sembrano essere le gomme dalla sezione apparentemente limitata. In realtà monta entrambe le coperture nella misura 2.3 ma allanteriore una maggiore impronta a terra darebbe ulteriore sicurezza.
La Stumpjumper si difende. Il telaio flette e si fatica a tenere la traiettoria in curva, freni e coperture invece sembrano allaltezza della situazione. Nelle staccate più violente oltre al telaio anche la forcella mostra i suoi limiti torsionali.
Jekyll: 8,5
Stumpjumper FSR: 6,5
Discesa medio-veloce scassata:
In questo contesto la differenza si va assotigliando, probabilmente a causa di una migliore taratura delle sospensioni addirittura sembra primeggiare la Stumpjumper che diventa più precisa e sincera.
Anche le coperture sembrano migliori sulla Specialized e la differenza di escursioni sembra contare poco.
Jekyll: 7,5
Stumpjumper FSR: 8
Discesa medio-veloce con profondi avvallamenti ma dal fondo regolare:
Come per la sterrata veloce la Jekyll diventa precisa ed invita a correre. Le ruote rimangono ben attaccate al terreno grazie ai 150mm e le gomme non perdono aderenza un solo istante. Il Reverb aiuta nei continui cambi di pendenza. La Stumpy risente della limitata escursione alleggerendo fin troppo spesso le gomme da terra.
Jekyll: 9
Stumpjumper FSR: 8
Discesa tecnica:
Anche in questo caso non ho potuto testare in maniera adeguata i due mezzi, la Sumpy permette sicuramente di più di quanto ci si aspetterebbe da questo tipo di bici concedendoci passaggi davvero impegnativi e spettacolari. Non bisogna però farsi impressionare dalle flessioni della forcella. Da quanto ho potuto testare anche la Jekyll dovrebbe comportarsi bene dando maggiore fiducia grazie alla buona rigidità dellavantreno.
Jekyll: 7,5
Stumpjumper FSR: 7,5
Salti:
Ho avuto limpressione che in questo contesto la Jekyll si comporti meglio grazie a sospensioni e telaio, ancora una volta la Stumpy mostra la fragilità del complesso telaio-forcella.
Jekyll: 8
Stumpjumper: 6,5
In sintesi:
Pro
Stumpjumper: leggerezza e semplicità delle regolazioni.
Jekyll: rigidità del telaio, raffinatezza della sospensione posteriore.
Contro
Stumpjumper: torsioni di telaio e forcella.
Jekyll: gomme e per alcuni versi il peso.
Conclusioni:
Sulla carta questo confronto non lasciava dubbi, tutto sembrava a favore della Cannondale, a partire dal telaio in carbonio, la raffinatezza della sospensione, le escursioni, la solidità della forcella e per alcuni versi anche la prova su strada ha confermato queste impressioni.
In salita le due bici sono molto simili e pur con sensazioni diverse regalano la medesima prestazione.
In discesa invece primeggia sicuramente la Jekyll il cui telaio risulta talmente rigido da lasciarla immaginare montata con forcelle con steli da 35-36mm a discapito però del peso e quindi delle prestazioni in salita. Ricordo che questo test si è svolto in due sole uscite non lasciandomi il tempo di settare adeguatamente il Dyad posteriore. Sicuramente il potenziale è ancora maggiore.
Il Reverb ancora una volta si è rivelato quasi indispensabile su questo tipo di bike. Le forcelle potrebbero sembrare sorelle ma il perno passante fa la differenza tanto da risultare molto più solido di quanto mi sarei aspettato.
Levoluzione della tecnica il casa Fox quindi si sente soprattutto per la migliorata rigidità e per le molteplici regolazioni. Entrambi gli impianti frenanti Avid sono allaltezza della situazione, sulla Specy però troppo spesso le pastiglie raschiano sui dischi richiedendo una frequente regolazione. I cambi, entrambi di casa Sram, funzionano egregiamente.
Ultima nota riguardante il prezzo di vendita: la Specy nel 2009 superava di poco i 2100 Euro, oggi per avere una Jekyll come quella in prova, ne servono più del doppio per poi aggiungerne altri se si vuole il Reverb.
Ne val la pena?
LAutore:
Ermes
Età: 40 anni
Esperienza: 30 anni in sella di cui 25 in mountain-bike
Contatto: [email protected]
Non voglio soffermarmi sulle caratteristiche tecniche del modello che comunque potete trovare qui.
La mia intenzione è quella di riportare le mie impressioni di questo modello in particolare se confrontate con la mia attuale Specialized Stumpjumper FSR Comp del 2009 le cui caratteristiche sono qui.
Durante il test svoltosi in due giornate ho percorso circa 90 chilometri, superati 2500 metri di dislivello e percorso la maggior parte dei possibili fondi stradali che questo tipo di mountain-bike affronta. Nulla ovviamente se confrontati con i tre anni in sella alla seconda.
Rispetto ai modelli di serie le modifiche effettuate sono marginali, Reverb per la Jekyll e manubrio leggermente più largo (Demo) per la Specialized.
Ad una prima verifica statica le due bike appaiono molto simili per geometrie e posizione di guida e ciò mi ha aiutato non poco nel prendere la necessaria confidenza.
Anche con laiuto del metro non ho riscontrato particolari variazioni, tutte comprese in una decina di millimetri. Unica eccezione le escursioni e, a vedere dalla foto sopra, linclinazione del tubo sella. La bilancia ha segnato 13,1 per la Cannondale e 12,7 per la Specialized, entrambe in taglia L.
La prova sul campo.
Montaggio:
La Jekyll è curata in ogni particolare, sembra proprio che nulla sia stato lasciato al caso. Il colore è impeccabile, il cambio scorre benissimo, la sospensione è raffinata, il telaio è esteticamente ben proporzionato. Specialized un po meno, il deragliatore da nuova ha faticato ad ottimizzare il suo funzionamento a causa del montaggio sul telaio, il mozzo posteriore pecca in qualità e solidità. Grafiche discrete.
Jekyll: 9
Stumpjumper: 7
Salita asfaltata:
Entrambe si comportano bene, naturalmente il paragone va fatto in modalità 90 mm per la prima e propedal o bloccato per la seconda.
La forcella accorciabile della Jekyll aiuta poco ma il telaio veramente molto rigido aiuta quando si sta in piedi sui pedali. Nessun movimento del carro e ciò regala unottima impressione.
La Stumpy più leggera tende a dondolare maggiormente con il propedal mentre in modalità bloccato lascia flettere il telaio limitando il trasferimento di potenza alla ruota posteriore. In questo caso il blocco della forcella sembra aiutare di più.
Jekyll: 7,5
Stumpjumper FSR: 6,5
Salita sterrata dal fondo regolare:
In questo contesto la Specialized, grazie alla posizione intermedia di propedal, risulta più confortevole, ma ritengo che sostanzialmente la sensazione sia dovuta perlopiù alla diversa taratura degli ammortizzatori. Sulla Jekyll sembra poco redditizio abbassare la forcella ma entrambe si comportano discretamente.
Jekyll: 7,5
Stumpjumper FSR: 7,5
Salita scassata tecnica:
Buona la trazione di entrambe, più leggera da sollevare la Stumpy e più precisa e reattiva la Jekyll.
La tripla resta comunque un buon aiuto. In questo contesto ho potuto testare poco.
Jekyll: 7,5
Stumpjumper FSR: 8
Discesa sterrata veloce:
Con entrambe le bike il settaggio è regolato sul tutto aperto.
La Jekyll è precisa come una lama di rasoio, ancora una volta si apprezza il telaio che non flette di un millimetro, freni potenti e ben bilanciati. Il vero handicap sembrano essere le gomme dalla sezione apparentemente limitata. In realtà monta entrambe le coperture nella misura 2.3 ma allanteriore una maggiore impronta a terra darebbe ulteriore sicurezza.
La Stumpjumper si difende. Il telaio flette e si fatica a tenere la traiettoria in curva, freni e coperture invece sembrano allaltezza della situazione. Nelle staccate più violente oltre al telaio anche la forcella mostra i suoi limiti torsionali.
Jekyll: 8,5
Stumpjumper FSR: 6,5
Discesa medio-veloce scassata:
In questo contesto la differenza si va assotigliando, probabilmente a causa di una migliore taratura delle sospensioni addirittura sembra primeggiare la Stumpjumper che diventa più precisa e sincera.
Anche le coperture sembrano migliori sulla Specialized e la differenza di escursioni sembra contare poco.
Jekyll: 7,5
Stumpjumper FSR: 8
Discesa medio-veloce con profondi avvallamenti ma dal fondo regolare:
Come per la sterrata veloce la Jekyll diventa precisa ed invita a correre. Le ruote rimangono ben attaccate al terreno grazie ai 150mm e le gomme non perdono aderenza un solo istante. Il Reverb aiuta nei continui cambi di pendenza. La Stumpy risente della limitata escursione alleggerendo fin troppo spesso le gomme da terra.
Jekyll: 9
Stumpjumper FSR: 8
Discesa tecnica:
Anche in questo caso non ho potuto testare in maniera adeguata i due mezzi, la Sumpy permette sicuramente di più di quanto ci si aspetterebbe da questo tipo di bici concedendoci passaggi davvero impegnativi e spettacolari. Non bisogna però farsi impressionare dalle flessioni della forcella. Da quanto ho potuto testare anche la Jekyll dovrebbe comportarsi bene dando maggiore fiducia grazie alla buona rigidità dellavantreno.
Jekyll: 7,5
Stumpjumper FSR: 7,5
Salti:
Ho avuto limpressione che in questo contesto la Jekyll si comporti meglio grazie a sospensioni e telaio, ancora una volta la Stumpy mostra la fragilità del complesso telaio-forcella.
Jekyll: 8
Stumpjumper: 6,5
In sintesi:
Pro
Stumpjumper: leggerezza e semplicità delle regolazioni.
Jekyll: rigidità del telaio, raffinatezza della sospensione posteriore.
Contro
Stumpjumper: torsioni di telaio e forcella.
Jekyll: gomme e per alcuni versi il peso.
Conclusioni:
Sulla carta questo confronto non lasciava dubbi, tutto sembrava a favore della Cannondale, a partire dal telaio in carbonio, la raffinatezza della sospensione, le escursioni, la solidità della forcella e per alcuni versi anche la prova su strada ha confermato queste impressioni.
In salita le due bici sono molto simili e pur con sensazioni diverse regalano la medesima prestazione.
In discesa invece primeggia sicuramente la Jekyll il cui telaio risulta talmente rigido da lasciarla immaginare montata con forcelle con steli da 35-36mm a discapito però del peso e quindi delle prestazioni in salita. Ricordo che questo test si è svolto in due sole uscite non lasciandomi il tempo di settare adeguatamente il Dyad posteriore. Sicuramente il potenziale è ancora maggiore.
Il Reverb ancora una volta si è rivelato quasi indispensabile su questo tipo di bike. Le forcelle potrebbero sembrare sorelle ma il perno passante fa la differenza tanto da risultare molto più solido di quanto mi sarei aspettato.
Levoluzione della tecnica il casa Fox quindi si sente soprattutto per la migliorata rigidità e per le molteplici regolazioni. Entrambi gli impianti frenanti Avid sono allaltezza della situazione, sulla Specy però troppo spesso le pastiglie raschiano sui dischi richiedendo una frequente regolazione. I cambi, entrambi di casa Sram, funzionano egregiamente.
Ultima nota riguardante il prezzo di vendita: la Specy nel 2009 superava di poco i 2100 Euro, oggi per avere una Jekyll come quella in prova, ne servono più del doppio per poi aggiungerne altri se si vuole il Reverb.
Ne val la pena?
LAutore:
Ermes
Età: 40 anni
Esperienza: 30 anni in sella di cui 25 in mountain-bike
Contatto: [email protected]