Partecipanti:Marco23, Maurizio62, Pes
Partenza da Nuova Olonio, ciclabile fino a Verceia, salita su asfalto e sterrato fino al Tracciolino, da lì in piano fino a Codera, discesa a Novate Mezzola e rientro sempre su ciclabile fino alla partenza circa 45 Km per 1100 Mt. di dislivello.
Giorni fa, leggendo i report di bikers ben più blasonati di me, mi son reso conto che ultimamente pur uscendo spesso non stavo realizzando sogni, non stavo togliendomi quelle piccole soddisfazioni che trasformano una giornata normale in una indimenticabile.
In quel momento è nato questo progetto, e senza dover fare affidamento alla buona sorte abbiamo deciso giorno e meta in funzione delle previsioni, in modo tale da avere finalmente la possibilità di goderci una giornata in sella di quelle coi fiocchi.
La data scelta è il 25 Novembre, la meta il mitico Tracciolino
"Ok, ci vediamo al bar a destra subito dopo la rotonda verso le 8:45-9:00!"
Giovedì mattina, ore 8:47, un auto proveniente da Como mette la freccia a destra, svolta verso il bar ed incrocia, anzi quasi stira, un biker proveniente DALLA DESTRA del parcheggio......il Dio Crono sogghigna dal suo celeste giaciglio....
Dopo le presentazioni di rito e una dose di doping dei poveri a base di caffeina, i baldi comaschi procedono allo svuotamento dell'auto, tappezzando il marciapiede a mò di vucumprà e suscitando la curiosità della proprietaria della "boutique" che subito si affaccia sull'ingresso ingombro:"Andate a sciare?"........rapido sguardo perplesso tra di noi.....e giù, testa china a sistemare zaini e bici....
Uno della combriccola, sceso in braca corta dalla macchina, suscita perplessità che però svanisce subito dopo aver notato la folta peluria sulle gambe.....
Si parte, alcuni minuti di pianura per raggiungere l'inizio della salita che ci porterà su uno dei più suggestivi percorsi che si possano intraprendere dalle nostre parti, ma appena giunti sulle rive del lago di Mezzola, succede qualcosa che si rivelerà leit-motiv della giornata:il buon Pes si ferma e con tono grave annuncia "Scusate ma devo proprio farla....", scende dalla bici e, anzichè appartarsi nel solito angolo, toglie dallo zaino qualcosa che assomiglia più ad un bazooka che ad una Reflex e spara una raffica di foto da fare invidia ad un Kalashnikov....
I primi raggi di sole che cominciano a scaldare il percorso che andremo a fare ci fanno ben sperare, anche perchè al momento la temperatura si aggira intorno allo 0...
Si riparte e pochi minuti dopo la strada si impenna verso l'alto,
le chiacchiere consuete diminuiscono proporzionalmente all'aumentare della pendenza, ma il buon umore non ne risente minimamente...
anche perchè con un panoroma come quello che ci accompagna durante la prima parte di salita è difficile non essere contenti di essere quì.
Finito l'asfalto ci troviamo a faticare su un'impegnativa sterrata, che però ci permetterà di evitare un bel pezzo a piedi.
Alla fine della parte pedalabile, saliamo per sentiero con bici a spalla in un bellissimo bosco di castani nel più totale silenzio.
Dopo meno di 10 minuti arriviamo al rifugio degli Alpini,
dove, seguendo il loro esempio, è d'obbligo bere un sorso d'acqua gelida dalla famosa fontana,
e visto che non ci vogliamo far mancare nulla, incantati dalla magia del luogo, rivolgiamo un pensiero anche a chi dall'alto ci protegge.
Ripartiamo ben ristorati per l'ultimo breve tratto a spinta e in poco tempo posiamo le ruote sulle traversine della decauville.
Dopo alcune foto artistiche,
che però lasceranno segni indelebili sulle nostre due ruote,
finalmente la vera avventura ha inizio e iniziamo a sobbalzare fra le rotaie,
fino al punto in cui il più furbo dei tre esce a fianco e fa notare agli altri che esistono modi meno impervi di procedere....
Seguiamo tutti il guru del luogo, in religioso silenzio, finche non scopriamo che anche lui è umano...
quando si rende conto che la linea di binari che sta seguiendo non porta da nessuna parte, capiamo che forse non siamo in buone mani.
Giunti alla galleria più lunga, azioniamo l'interruttore sulla destra ed una serie di lampadine illuminano saltuariamente il percorso,
trasportadoci in un sadico gioco di luci ed ombre fino alla fine della linea ferrata.
Meno male che non siamo così stupidi e siamo dotati di ultramoderni sistemi di illuminazione.
Qui comincia il bello, una serie infinita di curve e controcurve,
gallerie scavate nella roccia dove, a dispetto dell'ampio ingresso,
sembra che le pareti ti vengano addosso (e a volte succede....) ed il soffitto incombe minaccioso a pochi centimetri dal casco, passaggi verticali che denotano l'ardire e l'ingegno dell'essere umano....
Durante il passaggio su di un ponticello ghiacciato molto scivoloso Marco ci fa capire che quello che lo lega alla sua Pitch non è un semplice affetto, infatti procede tenendo la bici a monte e rimanendo lui in viscido equilibrio sull'orlo del baratro...
Dopo l'ennesima curva, ci si presenta davanti agli occhi la cosa forse più bella della giornata:una stupenda ed enorme struttura di ghiaccio,
fatta di miriadi di candele e vegetali imprigionati in tutta la loro originaria bellezza.
Il problema è che incombe, anzi invade completamente uno dei tanti ponticelli che dobbiamo attraversare.
Quindi se da un lato siamo estasiati da quello che la Natura ha creato, dall'altro siamo consci che non è il momento di scivolare,
Poche pedalate e giungiamo alla deviazione obbligatoria causa frana che ci fa scendere verso il nucleo di Cii (la leggenda vuole che il nome derivi dallo stridio dei freni surriscaldati della creatura cavalcata dal mitologico Muldox...).
Questo tratto, nella maggior parte pedalabile, permette a chi è dotato di tecnica ed ammortizzatori di divertirsi parecchio.
Dopo un pò di discesa arriviamo ai bellissimi ponti sul fiume Codera, che fungono da portale all'omonimo paesino.
Appurata la chiusura dei rifugi, ci addentriamo nella valle fino alla briglia, naturale punto di arrivo del Tracciolino, e consumiamo un lauto pasto a base di pane e schifezze varie......(che buono che era quel simil torrone a base di miele e noci!!!!)
Il tutto consumato sotto il sempre vigile sguardo del maestoso Legnone.
A questo punto al vecchio del gruppo, viene l'improvvisa voglia di suicidarsi e dopo essersi flagellato tra i rovi si cimenta in una sfida di equilibrismo estremo sopra un masso, in perfetto stile MacAskill...
Fatto anche questo exploit, l'imminente calar del sole ci invita a dirigere i nostri destrieri verso valle.
L'opzione più gettonata è quella di scendere verso Novate, quindi riattraversiamo Codera,
e vsiccome noi siamo avanti, troviamo il rifugio vicino alla chiesa, non visto prima, aperto !
Scambiamo quattro parole con il gestore...
e ci lanciamo verso la discesa.
Dopo alcuni saliscendi, inizia una lunga scalinata da affrontare bici in spalla,
che ci farà raggiungere un pulpito dal quale possiamo salutare per l'ultima volta questa selvaggia valle che oggi ci ha accolti in tutto il suo splendore.
Da quì inizia la discesa vera e prorpia verso Novate Mezzola, la voglia di divertimento è ancora tanta e la luce del tramonto rende magica ogni cosa...
chi resta indietro, non lo fa perchè imbranato ma semplicemente perchè da questi panorami si resta incantati.
Questo è l'inizio del tratto tosto, tutto gradoni e tornantini, dove si riesce (poco...) a stare in sella,
e dove (molto...) si procede bici al fianco.
Giunti al paese, ci avviamo verso il sole che tramonta e, dopo un'ultima raffica della Reflex-Kalashnikov...
arriviamo da Amici dove eravamo partiti alcune ore prima come sconosciuti...
Itinerario GPS: http://itinerari.mtb-forum.it/tours/view/968
Partenza da Nuova Olonio, ciclabile fino a Verceia, salita su asfalto e sterrato fino al Tracciolino, da lì in piano fino a Codera, discesa a Novate Mezzola e rientro sempre su ciclabile fino alla partenza circa 45 Km per 1100 Mt. di dislivello.
Giorni fa, leggendo i report di bikers ben più blasonati di me, mi son reso conto che ultimamente pur uscendo spesso non stavo realizzando sogni, non stavo togliendomi quelle piccole soddisfazioni che trasformano una giornata normale in una indimenticabile.
In quel momento è nato questo progetto, e senza dover fare affidamento alla buona sorte abbiamo deciso giorno e meta in funzione delle previsioni, in modo tale da avere finalmente la possibilità di goderci una giornata in sella di quelle coi fiocchi.
La data scelta è il 25 Novembre, la meta il mitico Tracciolino
"Ok, ci vediamo al bar a destra subito dopo la rotonda verso le 8:45-9:00!"
Giovedì mattina, ore 8:47, un auto proveniente da Como mette la freccia a destra, svolta verso il bar ed incrocia, anzi quasi stira, un biker proveniente DALLA DESTRA del parcheggio......il Dio Crono sogghigna dal suo celeste giaciglio....
Dopo le presentazioni di rito e una dose di doping dei poveri a base di caffeina, i baldi comaschi procedono allo svuotamento dell'auto, tappezzando il marciapiede a mò di vucumprà e suscitando la curiosità della proprietaria della "boutique" che subito si affaccia sull'ingresso ingombro:"Andate a sciare?"........rapido sguardo perplesso tra di noi.....e giù, testa china a sistemare zaini e bici....
Uno della combriccola, sceso in braca corta dalla macchina, suscita perplessità che però svanisce subito dopo aver notato la folta peluria sulle gambe.....
Si parte, alcuni minuti di pianura per raggiungere l'inizio della salita che ci porterà su uno dei più suggestivi percorsi che si possano intraprendere dalle nostre parti, ma appena giunti sulle rive del lago di Mezzola, succede qualcosa che si rivelerà leit-motiv della giornata:il buon Pes si ferma e con tono grave annuncia "Scusate ma devo proprio farla....", scende dalla bici e, anzichè appartarsi nel solito angolo, toglie dallo zaino qualcosa che assomiglia più ad un bazooka che ad una Reflex e spara una raffica di foto da fare invidia ad un Kalashnikov....
I primi raggi di sole che cominciano a scaldare il percorso che andremo a fare ci fanno ben sperare, anche perchè al momento la temperatura si aggira intorno allo 0...
Si riparte e pochi minuti dopo la strada si impenna verso l'alto,
le chiacchiere consuete diminuiscono proporzionalmente all'aumentare della pendenza, ma il buon umore non ne risente minimamente...
anche perchè con un panoroma come quello che ci accompagna durante la prima parte di salita è difficile non essere contenti di essere quì.
Finito l'asfalto ci troviamo a faticare su un'impegnativa sterrata, che però ci permetterà di evitare un bel pezzo a piedi.
Alla fine della parte pedalabile, saliamo per sentiero con bici a spalla in un bellissimo bosco di castani nel più totale silenzio.
Dopo meno di 10 minuti arriviamo al rifugio degli Alpini,
dove, seguendo il loro esempio, è d'obbligo bere un sorso d'acqua gelida dalla famosa fontana,
e visto che non ci vogliamo far mancare nulla, incantati dalla magia del luogo, rivolgiamo un pensiero anche a chi dall'alto ci protegge.
Ripartiamo ben ristorati per l'ultimo breve tratto a spinta e in poco tempo posiamo le ruote sulle traversine della decauville.
Dopo alcune foto artistiche,
che però lasceranno segni indelebili sulle nostre due ruote,
finalmente la vera avventura ha inizio e iniziamo a sobbalzare fra le rotaie,
fino al punto in cui il più furbo dei tre esce a fianco e fa notare agli altri che esistono modi meno impervi di procedere....
Seguiamo tutti il guru del luogo, in religioso silenzio, finche non scopriamo che anche lui è umano...
quando si rende conto che la linea di binari che sta seguiendo non porta da nessuna parte, capiamo che forse non siamo in buone mani.
Giunti alla galleria più lunga, azioniamo l'interruttore sulla destra ed una serie di lampadine illuminano saltuariamente il percorso,
trasportadoci in un sadico gioco di luci ed ombre fino alla fine della linea ferrata.
Meno male che non siamo così stupidi e siamo dotati di ultramoderni sistemi di illuminazione.
Qui comincia il bello, una serie infinita di curve e controcurve,
gallerie scavate nella roccia dove, a dispetto dell'ampio ingresso,
sembra che le pareti ti vengano addosso (e a volte succede....) ed il soffitto incombe minaccioso a pochi centimetri dal casco, passaggi verticali che denotano l'ardire e l'ingegno dell'essere umano....
Durante il passaggio su di un ponticello ghiacciato molto scivoloso Marco ci fa capire che quello che lo lega alla sua Pitch non è un semplice affetto, infatti procede tenendo la bici a monte e rimanendo lui in viscido equilibrio sull'orlo del baratro...
Dopo l'ennesima curva, ci si presenta davanti agli occhi la cosa forse più bella della giornata:una stupenda ed enorme struttura di ghiaccio,
fatta di miriadi di candele e vegetali imprigionati in tutta la loro originaria bellezza.
Il problema è che incombe, anzi invade completamente uno dei tanti ponticelli che dobbiamo attraversare.
Quindi se da un lato siamo estasiati da quello che la Natura ha creato, dall'altro siamo consci che non è il momento di scivolare,
Poche pedalate e giungiamo alla deviazione obbligatoria causa frana che ci fa scendere verso il nucleo di Cii (la leggenda vuole che il nome derivi dallo stridio dei freni surriscaldati della creatura cavalcata dal mitologico Muldox...).
Questo tratto, nella maggior parte pedalabile, permette a chi è dotato di tecnica ed ammortizzatori di divertirsi parecchio.
Dopo un pò di discesa arriviamo ai bellissimi ponti sul fiume Codera, che fungono da portale all'omonimo paesino.
Appurata la chiusura dei rifugi, ci addentriamo nella valle fino alla briglia, naturale punto di arrivo del Tracciolino, e consumiamo un lauto pasto a base di pane e schifezze varie......(che buono che era quel simil torrone a base di miele e noci!!!!)
Il tutto consumato sotto il sempre vigile sguardo del maestoso Legnone.
A questo punto al vecchio del gruppo, viene l'improvvisa voglia di suicidarsi e dopo essersi flagellato tra i rovi si cimenta in una sfida di equilibrismo estremo sopra un masso, in perfetto stile MacAskill...
Fatto anche questo exploit, l'imminente calar del sole ci invita a dirigere i nostri destrieri verso valle.
L'opzione più gettonata è quella di scendere verso Novate, quindi riattraversiamo Codera,
e vsiccome noi siamo avanti, troviamo il rifugio vicino alla chiesa, non visto prima, aperto !
Scambiamo quattro parole con il gestore...
e ci lanciamo verso la discesa.
Dopo alcuni saliscendi, inizia una lunga scalinata da affrontare bici in spalla,
che ci farà raggiungere un pulpito dal quale possiamo salutare per l'ultima volta questa selvaggia valle che oggi ci ha accolti in tutto il suo splendore.
Da quì inizia la discesa vera e prorpia verso Novate Mezzola, la voglia di divertimento è ancora tanta e la luce del tramonto rende magica ogni cosa...
chi resta indietro, non lo fa perchè imbranato ma semplicemente perchè da questi panorami si resta incantati.
Questo è l'inizio del tratto tosto, tutto gradoni e tornantini, dove si riesce (poco...) a stare in sella,
e dove (molto...) si procede bici al fianco.
Giunti al paese, ci avviamo verso il sole che tramonta e, dopo un'ultima raffica della Reflex-Kalashnikov...
arriviamo da Amici dove eravamo partiti alcune ore prima come sconosciuti...
Itinerario GPS: http://itinerari.mtb-forum.it/tours/view/968