I report del forum Il Passo Dordona la vendetta

I Segni.

Capita a volte che si manifestino segni premonitori che ci avvisano che di li a poco succederà una disgrazia.
Certe volte li ascoltiamo e tutto va per il meglio ma certe altre non ne teniamo conto e poi sono cazzi.

Sto percorrendo la strada che scende dal Passo Dordona, mancano pochi km alla fine del giro da 42 km per 1834 metri di ascesa che abbiamo organizzato io e Gianni, la velocità è di circa 40 o 50 km orari, sono appoggiato al manubrio, rilassato, tanto è tutto asfalto adesso, improvvisamente prendo una buca piccola ma profonda, perdo la presa di entrambe le mani sul manubrio e finisco col gomito destro sulla manopola e col sinistro sotto la manopola, contemporaneamente si alza la ruota posteriore e la bici comincia a serpeggiare. Penso che mi farò tanto, ma tanto male, penso che è finita, invece no, non so come, riesco a rialzarmi dal manubrio e a riprendere il controllo del mezzo, questo è il segno che avrei dovuto ascoltare prima di provare a fare l'inizio della mulattiera che taglia la strada asfaltata del Passo Dordona.

Ma andiamo con ordine.

Sono mesi che mi alleno per la Gravel Marathon della Valle Spluga quasi 120 km per 3000 metri di ascesa, sono nel periodo dei lunghi, ho i muscoli allenati e sono pieno di energia ma 9 giorni prima mi arriva una mail, la gara è annullata.

Effettueranno il rimborso ma quelli dell'albergo non sentono ragioni, gli 88 euro che ho pagato se li terranno.
Che fare con tutto questo allenamento in corpo?

Lo stesso giorno che arriva la mail mi chiama Gianni, avevamo in programma di fare un giro e quale occasione migliore?
Dordona? si.

Lui ha la mtb elettrica e 82 anni, era andato a farlo tempo fa ma aveva forato a 1500 metri e non era riuscito a riparare la gomma ed era dovuto tornare indietro, io lo avevo fatto con la Jekyll da 26 un anno fa e non ero così allenato, avevamo entrambi un desiderio di rivalsa verso il Passo Dordona.

Domenica sera, ingrassando la catena della bici pesto una merda, sono contento, porterà fortuna.

Ore 7.00 Gianni arriva e carichiamo la mia scott scale 970, ho dormito 4 ore scarse, il giorno prima ho mangiato: tris di antipasti,tris di risotto,bis di secondi,tris di dolce, il tutto annaffiato da una bozza di rosso da 14 gradi e un paio di grappe.
Diciamo che ho fatto un po' fatica a digerire e anche la colazione non è stata facile da mandare giù.

Arrivati a Fusine scarichiamo e partiamo, piano piano, nessuno ci corre dietro, quando cominciano pendenze oltre il 10 lui va avanti e mi aspetta quando vuole farsi una sosta, in 4 ore siamo quasi arrivati al rifugio ma la batteria è KO. Gli ultimi 300 metri li facciamo a spinta, mi secca lasciarlo spingere da solo.
Al rifugio mangiamo dei pizzoccheri discutibili con del vino tremendo e per consolarmi mangio anche una discreta polenta coi funghi.
Gianni non può proseguire ma io voglio arrivare in vetta e così, appena finito di mangiare riparto e percorro i 2,36 km rimanenti in 25 minuti, faccio un po' di foto e video e torno bello spedito al rifugio.

La discesa è sempre bella, avrei voluto la Jekyll ma l'avrei maledetta per più di 4 ore in salita, devo accontentarmi.
Prima di cominciare la discesa sgonfio le ruote che erano a oltre 2 bar per non soffrire sui 10 km di asfalto iniziali, ora è un burro.
Faccio le rampe da oltre 15% a cannone, aspettando Gianni di tanto in tanto fino a che non arriviamo all'asfalto, li aumento la velocità e faccio anche delle belle pieghe sui tornanti,sfrutto tutta la strada e in un punto faccio il pelo alla fine dell'asfalto passando a pochi centimetri da un vero e proprio baratro.
Gianni mi ricorda che salendo avevo espresso la volontà di provare a fare la mulattiera che si vedeva e che tagliava la strada in più punti, al che mi prodigo per trovare l'inizio.

Ma ecco "il segno" che forse dovrei stare più attento e portare le chiappe a casa sane visto che fino ad adesso è andato tutto bene.

Comincio il semplice sentiero e arrivato al raccordo con la strada noto il gradino con sotto il canale di scolo, ma è basso e non presenta difficoltà, faccio l'altro taglio che potrebbe essere anche evitato, taglia solo il tornante di pochi metri.

Ed ecco il disastro.

Arrivato alla fine del sentierino c'è un gradino molto più alto del primo, anche il sentiero è più in pendenza del primo e il canale di scolo è più largo, commetto l'errore di non prenderlo perpendicolarmente, sia perchè stavo per immettermi in contromano e guardavo che non arrivasse nessuno a sinistra sia perchè vedevo che stavo per finire in un angolo molto acuto e mi sembrava che se l'avessi preso diretto forse si sarebbe bloccato l'anteriore, invece finisco con l'anteriore nel canale che è obliquo a sua volta e al posto di proseguire dritta la ruota sterza piantandosi.

Capisco subito che l'impatto sarà duro e porto entrambe le braccia davanti, cado lievemente ruotato a destra e, in questo preciso ordine picchio forte: il gomito e la mano destra, poi il palmo sinistro,la testa (ma ho il casco) il petto non so dove, l'esterno del ginocchio destro e l'interno del sinistro.

La prima cosa che ho pensato è stata che mi ero rotto o il dito o il gomito, la seconda che qualcosa si fosse infilzata tra le costole del petto perchè sembrava una pugnalata.
Cerco di muovermi, Gianni arriva e mi chiede se sto bene, devo rialzarmi, devo reagire, rotolo da una parte e mi sollevo da terra, funziona tutto, la bici ha il manubrio storto e la sella tagliata, l'asfalto è duro anche per lei.

I guanti mi hanno salvato i palmi della mani ma il mignolo della mano destra è grattato e dolorante nella parte superiore, il gomito insanguinato, mi è andata di lusso, la botta che ho preso, se attutita male mi avrebbe potuto spaccare ossa varie come anche i denti visto che ho il casco aperto.
La cacca di cane ha fatto il suo lavoro.

Raddrizzo il manubrio e monto in sella, percorro il resto della strada velocemente, voglio arrivare alla fontanella dove è parcheggiata la macchina e lavare le ferite.

Il giro è finito, io e Gianni scherziamo e parliamo d'altro, ora è il momento di mandare le foto delle ferite alla fidanzata per potersi far coccolare all'arrivo a casa, alla mamma, per farle venire l'ansia e ai vari gruppi di amici per vantarsi delle ferite di guerra.

Tornerò Dordona, non credere di aver vinto.

Video della giornata
 

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