Vi presento un'altra scalata classica dello Stretto, questa volta più impegnativa, più extreme e più adventure:
Monte Scuderi - Il panettone.
Solito drappello di persone, si parte da casa in direzione Itala (uno dei comuni colpiti dalle numerose alluvioni), un po' di asfalto tra strade principali e qualche mattonella fra le abitazioni del paese, ve le risparmio e andiamo subito al dunque, si entra nella riserva naturale Fiumedinisi e Montescuderi.
Comincia lo sterrato (brutalmente devastato, pieno di roccia sgretolata e con una lunga spaccatura nel terreno stile terremoto apocalittico che ci accompagna fino a su), guardate la montagna, atipica: poi non ditemi che non ci assomiglia ad un panettone!
Da adesso in poi la salita è tutto un divertimento, forse per me che sono il primo ad essermi convertito alla full, un po' meno per i miei compagni.
Prima di mostrarvi la cima vi riassumo brevemente il mito che accompagna questa montagna: si narra che una giovane principessa, figlia del sovrano che abitava sul Monte, fu messa dal padre a guardia del suo immenso tesoro e che in virtù di un incantesimo fu costretta a vegliare su di esso per l'eternità. Pare che queste immense ricchezze fossero costituite da tre grossi cumuli di monete: uno d'oro, uno d'argento e uno di rame; farebbero parte di esso anche una chioccia e ventuno pulcini d'oro che corrono qua e là come pulcini veri, pigolano e saltellano tanto da rendere impossibile la cattura a chiunque vi tenti.
Non vi racconto quali assurdi procedimenti bisognerebbe compiere per ottenere il tesoro, ci potremmo ridere per ore ma non amo perdermi in chiacchiere. Morale della favola arriviamo ai piedi del monte, imboschiamo le nostre biciclette in mezzo agli ultimi cespugli di erica e cominciamo la scalata (vera e propria).
La giornata non è delle migliori, molte nuvole non ci permettono di apprezzare il panorama stupendo a 360° sulla Sicilia orientale. L'Etna per fortuna si fa vedere lo stesso!
Ma veniamo al punto: la realtà di questa fantastica cima è di ritrovarsi su di un enorme terrapieno roccioso popolato da capre e cavalli selvatici (si dice non riescano più a scendere da li...ma come ci sono arrivati resta un mistero) ricco di grotte e anfratti e qui e li le rocce sono disposte in perfetti rettangoli o quadrati (resti di vecchie abitazioni?). Sono un tipo più scientifico e mi piace credere alla teoria secondo la quale Monte Scuderi sia un antico vulcano, il che ne giustifica la forma e la presenza di cavità interne. La verità resta però che adesso non è altro che un enorme serbatoio naturale, ricca fonte d'acqua per la zona.
Si scende, e come chiunque, dopo una faticosa salita ci vuole una discesa all'altezza, imbocchiamo una serie di Singletrack che ci riportano sulla Dorsale dei Peloritani e non contenti degli altri Singletrack ci portano nel Comune di Fiumedinisi ancora più a sud della città, da qui una tirata in asfalto fino a casa, giusto per non perdere il vizio di pedalare. Vi lascio con l'ultima foto e i dettagli tecnici, spero vi sia piaciuto il racconto!
Monte Scuderi - Il panettone.
Solito drappello di persone, si parte da casa in direzione Itala (uno dei comuni colpiti dalle numerose alluvioni), un po' di asfalto tra strade principali e qualche mattonella fra le abitazioni del paese, ve le risparmio e andiamo subito al dunque, si entra nella riserva naturale Fiumedinisi e Montescuderi.
Comincia lo sterrato (brutalmente devastato, pieno di roccia sgretolata e con una lunga spaccatura nel terreno stile terremoto apocalittico che ci accompagna fino a su), guardate la montagna, atipica: poi non ditemi che non ci assomiglia ad un panettone!
Da adesso in poi la salita è tutto un divertimento, forse per me che sono il primo ad essermi convertito alla full, un po' meno per i miei compagni.
Prima di mostrarvi la cima vi riassumo brevemente il mito che accompagna questa montagna: si narra che una giovane principessa, figlia del sovrano che abitava sul Monte, fu messa dal padre a guardia del suo immenso tesoro e che in virtù di un incantesimo fu costretta a vegliare su di esso per l'eternità. Pare che queste immense ricchezze fossero costituite da tre grossi cumuli di monete: uno d'oro, uno d'argento e uno di rame; farebbero parte di esso anche una chioccia e ventuno pulcini d'oro che corrono qua e là come pulcini veri, pigolano e saltellano tanto da rendere impossibile la cattura a chiunque vi tenti.
Non vi racconto quali assurdi procedimenti bisognerebbe compiere per ottenere il tesoro, ci potremmo ridere per ore ma non amo perdermi in chiacchiere. Morale della favola arriviamo ai piedi del monte, imboschiamo le nostre biciclette in mezzo agli ultimi cespugli di erica e cominciamo la scalata (vera e propria).
La giornata non è delle migliori, molte nuvole non ci permettono di apprezzare il panorama stupendo a 360° sulla Sicilia orientale. L'Etna per fortuna si fa vedere lo stesso!
Ma veniamo al punto: la realtà di questa fantastica cima è di ritrovarsi su di un enorme terrapieno roccioso popolato da capre e cavalli selvatici (si dice non riescano più a scendere da li...ma come ci sono arrivati resta un mistero) ricco di grotte e anfratti e qui e li le rocce sono disposte in perfetti rettangoli o quadrati (resti di vecchie abitazioni?). Sono un tipo più scientifico e mi piace credere alla teoria secondo la quale Monte Scuderi sia un antico vulcano, il che ne giustifica la forma e la presenza di cavità interne. La verità resta però che adesso non è altro che un enorme serbatoio naturale, ricca fonte d'acqua per la zona.
Si scende, e come chiunque, dopo una faticosa salita ci vuole una discesa all'altezza, imbocchiamo una serie di Singletrack che ci riportano sulla Dorsale dei Peloritani e non contenti degli altri Singletrack ci portano nel Comune di Fiumedinisi ancora più a sud della città, da qui una tirata in asfalto fino a casa, giusto per non perdere il vizio di pedalare. Vi lascio con l'ultima foto e i dettagli tecnici, spero vi sia piaciuto il racconto!