Tra l’aneddoto divertente e la satira ecclesiale c’è una differenza sostanziale, che purtroppo non sempre viene colta. Come pure dovrebbe esserci una grande differenza tra la formazione etica e morale (anche solo accademica) che mediamente possiede un carabiniere e quella che normalmente possiede un prete: ciò che si tollera dal carabiniere non si può allo stesso modo accettare dal prete, fermo restando che vi possano essere alcuni carabinieri integerrimi come e più di certi preti.
Con ciò voglio dire che sorridere di sé e dei propri difetti è diverso che coprire di ridicolo la propria immagine e quella degli altri, perché quella immagine è strettamente collegata alle persone fisiche e al ruolo che queste hanno nella società visibile (e in quella invisibile, ovviamente per chi crede). Non si può fare la satira del conclave senza ottenere l’effetto di influenzare in qualche modo negativamente e falsamente l’idea che in generale gli altri hanno della Chiesa e dei suoi responsabili presenti, passati e futuri. Pensate, per debole analogia, se qualcuno, senza nominarvi ma riferendosi evidentemente a voi, si mettesse a fare la satira della vostra famiglia. Come vi sentireste voi e i vostri figli? Pensate che avreste la stessa immagine e lo stesso rispetto agli occhi degli altri? E questo per la Chiesa in generale non è da ora che avviene…
Purtroppo, in un mondo in cui sembra che nulla possa sottrarsi ad un certo tipo di satira, ci stiamo abituando ad equiparare l’immagine e il ruolo di un pagliaccio, di un carabiniere e del Vicario di Cristo, con il risultato che un pagliaccio o un delinquente si possono vestire da papa o da carabiniere senza suscitare in noi nessuna reazione morale. Così come pure diventa sempre più difficile distinguere la differenza che c’è tra un’offesa fatta da un ragazzo a un compagno di gioco e quella fatta dallo stesso ragazzo ai suoi genitori. Gli offesi sono sempre esseri umani, ma è forse la stessa cosa?
Queste ultime considerazioni sono ovviamente fatte in generale e senza riferirmi all’autore del thread, che mi sembra di aver capito si chiami Andrea e che spero sinceramente di avere l’occasione di conoscere di persona in uno dei miei prossimi viaggi a Roma.
Cercate di capirmi, non è per essere gratuitamente severo o scontroso, ma in questo particolare momento, in cui ci sono milioni di persone che umanamente e sopranaturalmente sperano e offrono la loro vita perché i responsabili della Chiesa siano sempre più modelli di moralità e di fedeltà, si dovrebbe tutti insieme, credenti e non credenti, incoraggiare questo rinnovamento perennemente in atto, perché alla fine i benefici di chi si sforza di perfezionarsi nella carità sono veramente necessari e tornano a vantaggio di tutti.
Perciò, Andrea, senza offesa o-o