Il mio clic.

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Clab04

Biker grossissimus
25/8/08
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Roma Est
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Io l'ho sentito.
Ho sempre la maglia del principiante, per carità, eppure un bel giorno in me scattò qualcosa.
Fu il passaggio da un certo tipo di ciclista ad un altro tipo di ciclista.
Niente di fantascientifico, non diventai un iron man né fino a quel momento ero un ciclista della domenica (che brutta definizione, come se ci fosse qualcosa di male ad andare in bici la domenica che magari è l'unico giorno libero).
Però qualcosa scattò e fece clic.
Mi successe su una salita che oggi, dopo quasi tre anni giudico facile, che porta a Tivoli da Roma.
Non saranno neanche 250 metri di dislivello, ed è lunga 5 km., quindi con pendenze modeste.
Eppure era il mio muro.
Una volta arrivai fin dove iniziava e tornai indietro senza neanche pensarci un attimo, pensando che non era cosa.
Un'altra volta misi il piede a terra, arrivai su contento, non contentissimo ma fiducioso.
La volta dopo il piede lo misi giù due volte, e mi depressi, non fosse altro perché era il giorno in cui arrivava una tappa del Giro d'Italia, e mi superavano persone in moto senza motore.
Poi un giorno ci riprovai.
Le gambe erano più o meno quelle, il fiato pure, credo nella media di un trentottenne che non si è sfasciato sotto i colpi del lavoro, della famiglia e della vita.
Però avevo un'altra testa.
Fino ad allora prendevo le difficoltà, una salita ma qualunque altra cosa, in apnea.
Un imprevisto da superare di corsa.
Era sempre stato così, anche nella vita, ho sempre cercato di superare come un treno i problemi, ma li ho sempre vissuti con sofferenza e preoccupazione, come se la vita dovesse essere sempre in discesa.
Questa fretta però alle volte si strutturava, diventava ansia da prestazione, e il mio senso di responsabilità faceva il resto.
Così mi ritrovavo spesso mentalmente in attesa, come se aspettassi sempre qualche rogna da saltare, preoccupandomi anche quando da preoccuparsi non c'era.
Niente di grave, un tipo sanamente apprensivo.
E con la bici era uguale: pensavo alla prossima salita, e non alla prossima discesa, o semplicemente a pedalare.
Ma quel giorno capii, fu veramente come sentire un clic, perché mi si svuotò la mente, presi a fregarmene di tutto e a pensare solo ad andare, e arrivai in cima felice.
Da quel giorno non mi sono più fermato, i dislivelli sono aumentati e ogni tanto mi ritrovo a fare quella che io chiamo l'impresa, cioé qualcosa di più, che per molti sarà poco ma non per me.
Nella vita di tutti i giorni mi capita ancora di preoccuparmi un pò troppo (chi nasce tondo....), ma ci sto lavorando e devo dire che funziona, penso che l'importante sia andare, proprio come in bici, e che la destinazione non conti poi così tanto.
E poi che ci saranno sempre le salite, magari sempre di più, ma che è inutile starci su a pensare mentre voli in discesa, o semplicemente te la godi in un bel single-track spinto in pianura.
Ammazza che pilotto! ;-)
Claudio
Dimenticavo: ma voi avete mai sentito un clic?
--- EDIT: Argh! pensavo di essere su Emozioni, non su Principianti! Spostatemi, prima che quei pochi che mi credono esperto rimangano sconvolti dal mio outing!! ;-)
 

vassanam

Biker cesareus
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la zoppa
:-? memento audere semper.
sfidare se stessi, andare oltre le proprie capacità migliorandole volta per volta, non porsi limiti ma capire che con l'allenamento possiamo arrivare dove mai potevamo immaginare...e non mollare mai. in questo modo cresciamo anche dentro.
 

Gira la ruota

Biker superis
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leggendo il to post mi è venuto in mente il salitone con pendenze assurde che feci molti anni fa, in pratica è un monte vicino a casa,dove ci sono dei ripetitori della tv, la prima rampa è la più tremenda, non ti dico bugie se ti dico(scusa il giro di parole) che la ruota anteriore ogni mia pedalata si sollevava... ero con un amico, lui circa 60 kg e magro, io circa 100 e molto robusto seppur alto, mi invitò a quella tremenda passeggiata, io andai e non ti dico quante volte misi i piedi a terra, ed invece il mio amico andava e andava, tantè che feci la cosa più brutta... presi la bici e la lancia a terra :arrabbiat:,dopo ci risalì sopra e me ne tornai a casa tristissimo, ho continuato ad andare in bici, ed il mio amico mi invitò di nuovo ad andare proprio li con altri, accettai e li venne il clic, a metà rampa sembrava dovessi mollare,poi strinsi i denti e mi isolai dal mondo, eravamo IO - LA BICI - E LA SALITA, tantè che arrivai su seppur morto ma tanto orgoglioso, e pure il mio amico lo era, gli altri si fermarono come feci la prima volta io e tornarono indietro. Quello è stato il clic che mi fece capire che potevo salire dappertutto, seppur nei limiti delle mie prestazioni, adesso la ragiono diversamente, anche se non sono un missile in salita , cerco di farle tutte anche se piano,in cima ci voglio arrivare comunque, infatti dopo otto mesi di inattività ho ripreso la bici e sono stanco,pure troppo,ma mi fa godere questa stanchezza, ieri mi son fatto una salita che adoro in asfalto(alterno asfalto e sterrato), e devo dire che non ne avevo più però sono arrivato in cima lo stesso.
 

tostarello

Moderatur ologrammaticus
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Moderatur
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bel racconto, mentre lo leggevo pensavo sarebbe stato bene in "emozioni", quasi quasi lo sposto, magari prima glielo chiedo... e poi ho letto l'edit... spostato :mrgreen:

ciao o-o
 

Clab04

Biker grossissimus
25/8/08
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bel racconto, mentre lo leggevo pensavo sarebbe stato bene in "emozioni", quasi quasi lo sposto, magari prima glielo chiedo... e poi ho letto l'edit... spostato :mrgreen:

ciao o-o
Sì, ti ringrazio, mi hai salvato.
Qui sul forum, per usare dei paralleli musicali, cavalco la tigre come Jim Morrison nella sezione principianti, mentre sono struggente come Mario Merola nella sezione emozioni.
;-)
A presto
Claudio
 

Clab04

Biker grossissimus
25/8/08
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leggendo il to post mi è venuto in mente il salitone con pendenze assurde che feci molti anni fa, in pratica è un monte vicino a casa,dove ci sono dei ripetitori della tv, la prima rampa è la più tremenda, non ti dico bugie se ti dico(scusa il giro di parole) che la ruota anteriore ogni mia pedalata si sollevava... ero con un amico, lui circa 60 kg e magro, io circa 100 e molto robusto seppur alto, mi invitò a quella tremenda passeggiata, io andai e non ti dico quante volte misi i piedi a terra, ed invece il mio amico andava e andava, tantè che feci la cosa più brutta... presi la bici e la lancia a terra :arrabbiat:,dopo ci risalì sopra e me ne tornai a casa tristissimo, ho continuato ad andare in bici, ed il mio amico mi invitò di nuovo ad andare proprio li con altri, accettai e li venne il clic, a metà rampa sembrava dovessi mollare,poi strinsi i denti e mi isolai dal mondo, eravamo IO - LA BICI - E LA SALITA, tantè che arrivai su seppur morto ma tanto orgoglioso, e pure il mio amico lo era, gli altri si fermarono come feci la prima volta io e tornarono indietro. Quello è stato il clic che mi fece capire che potevo salire dappertutto, seppur nei limiti delle mie prestazioni, adesso la ragiono diversamente, anche se non sono un missile in salita , cerco di farle tutte anche se piano,in cima ci voglio arrivare comunque, infatti dopo otto mesi di inattività ho ripreso la bici e sono stanco,pure troppo,ma mi fa godere questa stanchezza, ieri mi son fatto una salita che adoro in asfalto(alterno asfalto e sterrato), e devo dire che non ne avevo più però sono arrivato in cima lo stesso.
Lo sapevo che anche altri avevano sentito il loro clic!
;-)
Claudio
 

margherita7642

Biker infernalis
31/12/08
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a me veniva l'ansia da prestazione solo a vedere un cavalcavia:specc:ora dopo il "CLIC", sono ancora lenta come un bradipo:hahaha:,qualsiasi salita mi fa soffrire fisicamente ma mentalmente sono serena,e con "i miei tempi" arrivo sino in cima, con tutta la mia fierezza!!!:celopiùg:
bravo Clab!!o-o
 

Gira la ruota

Biker superis
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mannaggia mi arrivano a stento le notifiche delle mail, meno male che ci entro nel forum!! si il clic è qualcosa che ti/ci spinge oltre, il mio immane problema è che ingrasso rapidamente anche se mangio pochissimo, quando ho avuto la prima mtb mettevo sempre il piede a terra, all'inizio me ne fregavo, poi è diventata un ossessione non mettere il piede a terra, la cosa brutta per era che ero sempre l'ultima ruota del carro,seppur utile ero ultimo... :arrabbiat:
Dopo quell'evento del salitone mi sono impegnato davvero con la bici,tantè che quando andavo al mare con mio fratello e mio cugino partiva la bagarre per arrivare primi in cima ad una salitella che però continuava come falsopiano, i prim ierano mio frate e mio cugino e si alternavano, poi sono arrivato io... alla fine hanno rinunciato a tenermi testa! MUAH AHAH AH AH AH AH!!
si i blocchi c'è li creiamo noi in testa,il bello è abbatterli!! io in discesa su asfalto ho solo paura che mi vengano addosso le macchine, perchè poi devo mantenere la destra, in campagna invece cerco di tirare, a volte però devo fare delle correzzioni assurde che quasi ci sbatto a terra!!
 

Teo66

Biker Cazzaribus
30/6/10
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1 nera 1 elettrica
Bel post Claudio, nel mio caso il click avviene quasi ad ogni uscita, mi avventuro su una salita e inizio a pensare che non ce la farò, mi dico ancora un pezzettino e piano piano (mooolto piano :hahaha:) arrivo in cima. Una delle ultime uscite c'erano gli ultimi 400 metri al 25%, ho messo il piede a terra 3 o 4 volte pensando:"adesso giro e torno indietro". Poi mi aggrappavo al manubrio e avanzavo un pezzo, alla fine ce l'ho fatta.
Lo considero un allenamento mentale a non mollare :duello:
a dimostrazione che i limiti spesso sono nella nostra testa

Vero,a volte le gambe vanno ancora (magari maluccio ma vanno) ma la testa non ce la fa più e la tentazione di tornare indietro prende il sopravvento:rosik:
 

Clab04

Biker grossissimus
25/8/08
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Bel post Claudio, nel mio caso il click avviene quasi ad ogni uscita, mi avventuro su una salita e inizio a pensare che non ce la farò, mi dico ancora un pezzettino e piano piano (mooolto piano :hahaha:) arrivo in cima. Una delle ultime uscite c'erano gli ultimi 400 metri al 25%, ho messo il piede a terra 3 o 4 volte pensando:"adesso giro e torno indietro". Poi mi aggrappavo al manubrio e avanzavo un pezzo, alla fine ce l'ho fatta.
Lo considero un allenamento mentale a non mollare :duello:


Vero,a volte le gambe vanno ancora (magari maluccio ma vanno) ma la testa non ce la fa più e la tentazione di tornare indietro prende il sopravvento:rosik:
Grazie.
Hai ragione, quella fatica spesa ha un alto potere specifico, ci torna utile in un sacco di occasioni, soprattutto magari quando siamo in giacca e cravatta e stiamo facendo qualcosa di diversissimo rispetto all'andare in bici.
Ciao
Claudio
Ps. perdonami, ma ho una curiosità: ma è vero che nella Svizzera italiana il cellulare lo chiamate natel?
 

Teo66

Biker Cazzaribus
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Grazie.
Hai ragione, quella fatica spesa ha un alto potere specifico, ci torna utile in un sacco di occasioni, soprattutto magari quando siamo in giacca e cravatta e stiamo facendo qualcosa di diversissimo rispetto all'andare in bici.
Ciao
Claudio
Ps. perdonami, ma ho una curiosità: ma è vero che nella Svizzera italiana il cellulare lo chiamate natel?

Vero, il nome si riferisce ai primi sistemi (natel B, natel C ...) anche se, pian piano "cellulare" sta prendendo il suo posto.
C'è pure la pagina wiki [url]http://it.wikipedia.org/wiki/Natel[/URL]

Ciao
 

Clab04

Biker grossissimus
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Vero, il nome si riferisce ai primi sistemi (natel B, natel C ...) anche se, pian piano "cellulare" sta prendendo il suo posto.
C'è pure la pagina wiki [URL="http://it.wikipedia.org/wiki/Natel"][url]http://it.wikipedia.org/wiki/Natel[/URL][/URL]

Ciao
Grazie mille!
Il dilemma rinveniva da un quesito sulla Settimana Enigmistica di questa settimana che mi ha tolto il sonno.
Praticamente un tipo sale con un amico in auto, si addormenta e al risveglio, guardando solo un manifesto con la pubblicità di un telefonino, capisce che è in Svizzera.
Come ha fatto?
Alla fine naturalmente la soluzione era tanto semplice quanto irraggiungibile (per me): sul manifesto c'era scritto natel.
Ciao
Claudio
 

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