Ahahaha noto che la discussione la stiamo proseguendo noi due, gli altri se ne vanno per i fatti loro :P
Comunque...
A me sembra un'opinione piuttosto ingenua e decisamente non rispondente ai fatti. Le aziende vendono quello che conviene loro vendere, nel senso che consente loro di ottimizzare i profitti: magari facendocelo desiderare e facendoci credere che siano noi ad indirizzare il mercato. E questo non lo dicono i noglobal, ma i testi di marketing.
Certo mi allineo a ciò che dici e questo è ciò che accade.
Ma quello che io ho indicato è che in ultima istanza siamo NOI a deciderlo non loro. Il fatto che poi questo non accada è semplicemente indice di quanto le persone si siano annichilite e si siano lasciate plagiare dalla superficialità, dal marketing od altre mille questioni.
Cosa accade se ad una azienda viene richiesto un prodotto non sostenibile? Chiude.
Ma credete questo sia sbagliato? VI sono quintali di aziende che si reggono sul niente, o con fondi pubblici, o con sovvenzioni di tipo diverso, e se vi fosse un consumo decentemente informato sarebbero tutte chiuse.
Il che non sarebbe un bene per i dipendenti, ma lo sarebbe per l'economia che magari potrebbe iniziare ad assestarsi e a competere ralmente con altri paesi.
Sulla questione che gli economisti parlano bene e razzolano male ho i miei dubbi.
Questo accade spesso ma perchè la maggior parte degli economisti sono conniventi con un sistema (vedi Monti se vuoi un esempio conosciuto).
Ti assicuro che vi sono economisti che parlavano della crisi dei mutui subprime, o dell'argentina, o il collasso di certi mercati, o altro, anni prima che il problema si palesasse. Ovviamente non li senti in televisione o sul sole 24 ore questi..
Le opinioni sono tutte valide, i fatti sono un'altra cosa. Se rimpiangi le auto di 20-30 anni fa significa che non le hai guidate
Cerchiamo di non generalizzare però!
Un conto è se mi parli di una Lancia Prisma rapportata ad una Lancia Delta attuale. Vi sono comfort differenti, sicurezze maggiori, abitabilità etc etc.
Io (per un aspetto) mi riferivo a piccoli periodi che caratterizzano le medesime tecnologie qualitative e di evoluzione ingegneristica, mentre per un altro aspetto anche a grandi periodi, spiego in breve.
Piccoli periodi nell'esempio delle auto viene più facile, perchè c'è una evoluzione più continua e complessa rispetto al ciclismo.
Su un'audi di 12 anni fa, avevi pannellature di insonorizzazione, pedanine, plastiche, stoffe, SUPERIORI indiscutibilmente a quelle attuali, più durature e meglio disposte. GLi strati di insonorizzazione agli sportelli erano maggiori, e tante accortezze che vi erano, ora sono state rimosse.
Questo non lo dico io, ma è stato ammesso sia dall'audi sia da tante case automobilistiche. Si devono contenere i costi, a fronte di non si sa quale efficienza, e quindi seppur tu veda auto più leggere, belle, veloci, e sicure, la qualità dei singoli prodotti è diminuita.
E qui vi è il rapporto col lungo periodo, ossia che determinati componenti singoli, trent'anni, quarant'anni fa, erano destinati a durare molto di più di oggi.
Una plastica, una molla, un bullone, una candela, un motore di un frigo, e così via.
Su determinati aspetti la ricerca e l'ingegneristica ha fatto zero passi, e la tecnologia è appunto quella di trent'anni fa. Solamente che si fa durare meno il prodotto.
Temo che si tratti di nuovo di opinioni, assolutamente rispettabili ma che son cosa diversa dai fatti. Se la produzione di un telaio in Italia ti costa tre-quattro volte quello che ti costa a TW, o lo fai pagare parecchio di più di quelli di TW (e rischi di non venderli) o non ci guadagni abbastanza da pagare le spese dell'azienda (e chiudi).
L'equilibrio è fine. Intanto siamo certi costi 3/4 volte?
Cosa si può fare per farlo costare un po' di meno?
E' il materiale giusto per le nostre tecnologie e il nostro indotto?
Può uscirci solo un prodotto di nicchia? Che costa troppo rispetto agli altri? Se lo vendi bene sarà bramato e ambito e tu avrai un giro di affari differente ma comunque ampiamente sufficiente a sostenere l'azienda. Se così non fosse non esisterebbero ferrari, pagani e company (scusami se faccio i paragoni con le auto ma ti assicuro che non ne sono nemmeno appassionato, ma abito in una zona che è influenzata da queste aziende).
I prodotti di nicchia sono sempre piaciuti, e nel mondo del ciclismo molti, ti assicuro, possono permetterseli.
Anzi, ti dirò di più, considerando quanto attualmente sia diventato omogeneo il mercato ciclistico, il prodotto di nicchia è un qualcosa che accoglierebbe certamente una buona fetta di acquirenti.
Personalmente non uso prodotti Apple perchè per me hanno un rapporto qualità/prezzo sfavorevole: ma non credo assolutamente che gli operai che hanno prodotto il pc windows da cui scrivo se la passino meglio, anzi credo che siano trattati nello stesso identico modo.
Inoltre nel ragionamento, che in linea di teoria potrei anche condividere, trovo delle falle logiche non indifferenti.
In primo luogo ce n'è una "economica": se i prodotti si vendono vuol dire che valgono il prezzo che costano visto che l'unico valore è quello che il compratore è disposto a riconoscere. Anche questa è una regola di base, molto semplice e quasi infantile, per usare le tue parole.
Beh gli operai che hanno prodotto il pc windows fortunatamente non esistono perchè windows non assembla computer.
Rimane il fatto che nel panorama dell'elettronica, vi sono casi più o meno gravi di sfruttamento ed inquinamento. Ogni anno vengono redatte classifiche sulla ecosostenibilità delle aziende, sulla qualità di vita negli stabilimenti e così via. Apple è ultima insieme a tante altre aziende.
Quindi sempre tornando all'oculatezza dell'acquirente..
Hai a cuore l'ambiente? i tuoi simili?
Ottimo, anche se ti piace il prodotto boicotti quella azienda, affinchè si allinei alle altre oppure che sparisca dal mercato. Solo così si creerebbe una vera meritocrazia nelle aziende, cosa che ora non accade.
Ora sta sul mercato chi sfrutta di più, chi paga più tangenti e chi evade più il fisco, fateci due conti se vi sembra normale.
Secondo, al consumatore magari non interessa essere coscienzioso, interessa avere un prodotto che risponde alle sue esigenze, che siano effettive o indotte dal marketing.
Appunto, ed è qui che abbiamo subito il fallimento. Il consumatore non sa più quale è la sua esigenza ed è per questo che andiamo alla deriva.
CI sono persone che acquistano auto di lusso a rate e poi non ci saltano fuori. Abiti a rate, vestiti a rate, tv a rate.
E' l'ignoranza e l'aridità che da anni viene pompata e iniettata dai vari medium negli stati avanzati che ha portato a questo.
Davvero, è un assioma, non è tanto discutibile!
Mcdonald, se esistessero consumatori minimamente informati non avrebbe all'attivo neppure UNA
catena. Invece ha i fatturati in aumento, questo è un dato che rende vano qualsiasi altro confronto o indagine..
Allora, i prodotti li scegliamo noi o li scelgono i reparti marketing delle aziende? Decidiamoci...
Questo non è il luogo per fare trattati di economia, ed ho espresso le mie idee condensandole e anche compatibilmente con il tempo a disposizione.
La questione che avevo posto si differenziava su due canali e non li ho spiegati a sufficienza.
Nel mio discorso vi è una scissione tra ciò che E' LA REGOLA, ossia che i prodotti NON li scegliamo noi, bensì il marketing e noi siamo totalmente vittima di questo, e ciò che si può fare (non troppo utopisticamente) sul mercato.
Si può invertire questa tendenza ma è fattibile con sforzi e con volontà che agli italiani manca, ma in certe regioni e luoghi è stato fatto, in vari ambiti, da quello politico a quello finanziario etc. E i risultati si sono visti e sentiti.
Per questo quando ho detto che per lanciare il nuovo prodotto serve un mktg forte, l'ho esposto in relazione allo status quo attuale, che non prevede il mio ideale filosofico ma lo sfruttamento del medium attuale.
Però nel mio ragionamento vi è un marketing che pompa per un prodotto realmente di qualità, e che vale tutti i centesimi investiti, e non per prodotti dal valore di 20 euro (apple
iphone 5) venduti a 700... E' questo che intendo dire
Se vogliamo dire che nè la Zetec nè la full carbon nè la 29 salgono da sole credo che chiunque sia d'accordo. Al di là di questo trattasi di boutade da bar.
Nessuna boutade.
Dire che la 29 è una mossa di marketing rispetto alle 26 per rilanciare un settore che oramai non ha più niente con cui stravolgere il mercato è un qualcosa di tangibile e concreto.
Possiamo dibattere ore su quanto con le 29 si possa superare meglio certi ostacoli o su quanto si possa scendere in maniera più sicura (dipende dalla nostra morfologia in realtà, altezza peso etc non è una regola di massima), e mi trovi pienamente d'accordo.
Ma le 29 non esistono da ieri, e il boom creato in questi ultimi 2 anni non è certamente dovuto a risultati tangibili quanto più a mosse economiche.
Di conseguenza si arriva anche all'aspetto Carbonio.
Il carbonio non ha rivoluzionato niente nel ciclismo, è un prodotto valido, ampiamente conosciuto che ha pregi e vantaggi più che noti. Come li hanno titanio, acciaio, alluminio etc.
Quindi dire che si possa buttare fuori un prodotto non obbligatoriamente in carbonio non significa di certo uscirsene con qualcosa di scarso..
A me pare di sì.
Per essere "abili con il marketing" (ma non serviva a nulla? non eravamo "noi" che sceglievamo? e se i vari "noi" non lo vogliono il telaio italiano non in carbonio?...
) servono un sacco di soldi ed un volume di vendite molto grande su cui spalmare queste spese. Lo può fare
Specialized,
Scott,
Cannondale, non certo Tommasini. Non puoi essere piccolo da una parte e grande dall' altra e il tutto contemporaneamente...
Spiegato sopra.
Nell'attuale aridità mentale il marketing è uno strumento essenziale. Le rivoluzioni culturali devono avvenire in concomitanza, ma partendo da altri fattori, non da una bici.
Un buon compromesso è crearsi un buon marketing su un prodotto italiano e farlo conoscere ma basandosi prima sulla qualità che sui profitti ad ogni costo. Aziende così ne esistono ovunque, non tutte devono avere degli attivi da miliardi di dollari, è questo che bisogna chiarire..
Inoltre quando io parlo di mktg non parlo solo di pubblicità a cannonate o pagare migliaia di riviste.
Basta operare mosse oculate, convincere certe persone ad indossare la propria bici, esser presenti in determinate situazioni cruciali dove ci si possa far notare e così via. Non sono un consulente di marketing, ma Tonio ti può dire certamente come è riuscito a creare fatturati da migliaia di euro su prodotti sconosciutissimi senza spender un euro in riviste o altro.
Se si è abili si fa tutto ciò che si vuole anche con finanze ridotte
Può darsi che sia un'opinione limitata, ma è quella che specie in Italia continua a far vendere le bici. E quando paragoni un telaio da 900 grammi con uno da 1700 è difficile riuscire a far preferire il secondo. Ed è un po' difficile sostenere prima che il compratore dovrebbe orientare il mercato e poi dire che è sbagliato se sceglie roba che a noi non piace/interessa.
IN verità è quello che è accaduto con le 29 ahahah
Gente che ha mollato bici da 9 kg e si è fatto una 29 da 10,5 !
E ti assicuro che ce ne sono tanti, ma tanti, ma tanti che se facessi una ricerca di marketing serio ti direi che sono quasi la maggioranza.
Con benefici di dubbia entità!