Nel negozio in cui vado, la maggioranza dei clienti sono ViP, di "giovani" se ne vedono ben pochi.
Il fatto è che lo sport è per definizione un'attività extra, e costosa.
La diffusione in massa delle attività sportive è coincisa con la disponibilità per tutti di un reddito che permettesse di avere qualcosa per togliersi la soddisfazione di qualche capriccio.
Lo aveva capito per primo un certo Henry Ford, costruire un'auto che costasse poco e dare stipendi tali ai suoi lavoratori in modo che la potessero acquistare.
Oggi gli stipendi sono quello che sono, i costi sono sempre più alti, le tasse non parliamone, il risultato è che in ogni settore il divario tra quello che si guadagna e quello che si deve sborsare per acquistare qualcosa è sempre maggiore.
Le automobili ormai hanno fatto quella fine, se ne venderanno sempre meno e di conseguenza sempre meno gente lavorerà nel settore.
La platea si sta restringendo.
Eccetera eccetera.
Ma poi c'è la questione delle mode. Una bici costa tantissimo, ma poi si compra un oggetto largo 80 mm, lungo 170 mm e spesso 8-10 mm che costa tanto uguale e dura sì e no un paio di anni, e tutti puntano il dito contro la prima.
La bicicletta è sempre stata uno sport costoso.
Se non ricordo male la mia prima bici, regalatami da mio nonno quando venni promosso in seconda liceo, costò 350000 lire, era il 1984. Rapportate ad oggi, sarebbero circa 500 euro. Per un cancello che non frenava, era sempre rotto, aveva 10 rapporti con il più corto 42x24, pesava perché tutto in ferro, manubrio largo 420 mm, eccetera eccetera.
Il bello è che all'epoca non c'era quasi nient'altro di alternativo, c'erano le bici da corsa che non erano poi tanto diverse, basta guardare con che cosa correvano i vari Moser, Saronni, Hinault.
Facendo le debite proporzioni, quello che si può acquistare oggi non è neanche lontanamente paragonabile a quello che si comprava quarant'anni fa con una cifra similare.
Se ci pensiamo, una Fiat 127 di allora e una Panda di oggi sono due cose completamente diverse, praticamente impossibili da confrontare.
Sono consapevole di aver scritto delle banalità, di non aver concluso nulla di compiuto e, pure, che forse molti di noi, me compreso, vediamo il mondo da una prospettiva un po' distorta, perché pensiamo che il mondo della bici sia quello "da una certa cifra in su".
Lo sport è un capriccio, chi ha soldi da spendere e ritiene di farlo, lo fa, gli altri o non lo praticano o fanno altro.