La sveglia suona inesorabile alle 6.30
Qualche istante per far affluire il sangue al cervello, che dopo qualche colpo a vuoto parte. Dalla memoria flash affluisce veloce il flusso di dati per far partire l'OS e far caricare, dolorosa, la memoria col dato di oggi: c'è la granfondo.
Questo fa accelerare il cuore, accapponare la pelle e stringere gli orifizi.
Riorganizzo mentalmente le cose da fare.
Salto giù dal letto e sono in cucina (no, non è sotto il letto).
Come già deciso stamattina si proverà una colazione da endurance come letta in numerose escursioni virtuali nella sezione alimentazione ed allenamento:
-5 bianchi d'uova
-4 kiwi
-1 avocado
-Bacon
-noce di cocco grattugiata
-50gr di Whey
-4 supposte di amminoacidi a rapido assorbimento
-una fiala di Beta-Alanina
-Caffè col miele
-Succo di pitosforo bio
Questo interpolando i dettami di alcuni guru della protopaleodieta e della dieta del guerriero Mongolo (ultima novità negli Usa, pare)
A questo segue un vago rumore di sifone sturato dallo stomaco ed un conseguente scatto da centometrista jamaicano verso la sala di lettura riviste mtb.
Per un tempo tale che mi consente di battere per ben 2 volte consecutive il mio record di "Doodle-jump".
Segue vestizione e spostamento in garage.
Carico il percorso sul navigatore, diligentemente segnato anche sul gps di riserva in formato raster, lo stradario dell'Aci col percorso segnato con l'evidenziatore e lo stesso riportato anche su un foglio A4 a penna.
Su ognuno di questi supporti è anche riportato et/o impostato come base l'indirizzo di casa.
Questo per escludere ogni possibilità di perdermi nella strada del ritorno.
Mi avvio.
Le mani mi sudano, ma sono determinato.
Il traffico è nullo, la domenica a quest'ora e mi godo con piacere i primi raggi del sole che sbucano tra le nubi basse.
All'approssimarsi del campo gara il traffico aumenta e noto guidatori con lo sguardo nervoso dentro gli abitacoli.
Noto anche che alcune donne hanno degli sguardi tirati e concentrati all'inverosimile.
La prima sfida è trovare un posto per parcheggiare che non sia troppo distante dalla partenza. Per fortuna ne trovo uno a distanza ragionevole.
A questo punto scendo, inforco il mio mezzo con decisione. Mi metto in griglia davanti la partenza. Noto che non sono il solo ad essere nervoso. Molti uomini attorno a me hanno facce determinate. Altri meno e cercano di farsi coraggio gli uni con gli altri con cenni rapidi della testa od eloquenti espressioni del viso. Solo le donne sembrano essere sovraeccitate, con narici che si dilatano a respirare l'aria umida del mattino o forse, chissà, le endorfine rilasciate nel sudore di quelli nervosi come me.
Ore 10. Partenza.
Subito un ingorgo nell'imbuto della partenza. Questo fa già saltare i nervi a qualcuno. Le imprecazioni si sprecano, ma alla fine il fair-play sportivo prevale. Anche se le spallate per non farsi sorpassare sono d'obbligo.
Subito dopo il via c'è la salita. E questa è una scelta intelligente perchè questa fa fare subito selezione.
La faccio al meglio delle mie possibilità arrivando col cuore decisamente fuorisoglia in cima.
Sono soddisfatto della mia prestazione, anche se il sudore comincia a scendere copioso. E questo non è un bene.
Da qui la strada si fa stretta e tortuosa. Superare è difficile. So che non bisognerebbe tirare subito a tutta e risparmiarsi per il finale, ma non resisto. Faccio alcuni sorpassi al limite.
Poco prima della discesa commetto anche un errore di guida con cui quasi investo due ragazzini piantati a centro strada. Me ne dispiaccio e chiedo scusa.
Prima di imboccare la discesa mi fermo al ristoro. Che purtroppo è già intasato di gente. Commetto un ulteriore errore e per non perdere tempo non prendo niente da bere nè da mangiare.
Mi getto giù dalla discesa. Cerco di spaziare il più lontano possibile con lo sguardo per evitare gli ostacoli imprevisti e valutare i movimenti repentini degli altri.
Sono a metà. E comincio ad accusare dei piccoli segni di stanchezza. Qualche muscolo delle gambe si contrae involontariamente, segno inequivocabile di principio di crampi e che non mi sono idratato a sufficienza.
Da qui in poi sono costretto a tirare i remi in barca per arrivare al traguardo.
Accuso molto il colpo psicologicamente e questo mi fa sembrare ogni metro più duro.
Stringo i denti e cerco di trovare il mio ritmo. Ma è dura. Alcuni volti di uomini attorno a me sono uno spettacolo desolante. Alcuni sono terrei. Altri sembrano completamente assenti, come quelli di naufraghi disperati in mezzo all'oceano.
Il gregario di una donna davanti a me impreca furibondamente urlandole di sbrigarsi e di non fermarsi proprio ora.
La donna risponde con un gesto di eloquente volgarità e resta piantata al suo posto.
Verso la fine (lo so avendo anche studiato attentamente il percorso a casa) il paesaggio diventa più verdeggiante, questo mi fa trovare forze di cui nemmeno sospettavo l'esistenza per arrivare in fondo. .
Nell'entrata nell'ultimo settore, la selva di Ivar e Görm, sento un forte odore di pino fresco che mi fa presagire la gioia dell'arrivo.
L'ultimo sforzo e in lontananza vedo finalmente gli striscioni gialli e blu dell'arrivo. Anche se, pure all'arrivo c'è un ingorgo pazzesco visto che l'organizzazione non aveva previsto un'affluenza cosi' numerosa e la zona dell'arrivo è ristretta a causa di lavori imprevisti.
Grossa mancanza dell'organizzazione. E nota più dolente di questa gara.
Alla fine, a causa di questo inghippo perdo quasi mezz'ora, chiudendo con un tempo di 3h05'43".
Il buffet finale è come al solito a base di polpettine di renna, salmone e gli ottimi dolcetti al marzapane.
Pur sapendo che non è certo l'ideale come ricarica mi concedo una birra per sciogliere la tensione.
Mi cambio velocemente nei bagni la maglia sudata e corro di nuovo alla macchina per evitare gli ingorghi di rientro in città.
Lo sceriffo non essendo un agonista mi prende sempre per il culo quando devo affrontare questa competizione. Peraltro temutissima anche dal Diretur, il quale accampa sempre le scuse più fantastiche per evitarla (fino ad arrivare alla minaccia di autolesionismo!!!), ma la mia condizione di capogregario della campionessa della mia squadra me ne impone la presenza.
Anche se è l'impegno meno gradito della stagione. Sia a causa dell'organizzazione davvero antipatica, il percorso piuttosto claustrofobico e la collocazione a ridosso delle città che la fa sempre essere pesantemente a rischio traffico.
In ogni caso è finita e son contento.
Alla prossima l'obbiettivo è quello di stare sotto le 3h. Il che mi consentirebbe di stare nella parte alta della classifica maschile!
Disclaimer:
le foto sono state reperite da internet in modo casuale, non fatte da me.
Ogni riferimento a cose, marchi, aziende o persone è puramente metaforico e/o casuale et non voluto
Qualche istante per far affluire il sangue al cervello, che dopo qualche colpo a vuoto parte. Dalla memoria flash affluisce veloce il flusso di dati per far partire l'OS e far caricare, dolorosa, la memoria col dato di oggi: c'è la granfondo.
Questo fa accelerare il cuore, accapponare la pelle e stringere gli orifizi.
Riorganizzo mentalmente le cose da fare.
Salto giù dal letto e sono in cucina (no, non è sotto il letto).
Come già deciso stamattina si proverà una colazione da endurance come letta in numerose escursioni virtuali nella sezione alimentazione ed allenamento:
-5 bianchi d'uova
-4 kiwi
-1 avocado
-Bacon
-noce di cocco grattugiata
-50gr di Whey
-4 supposte di amminoacidi a rapido assorbimento
-una fiala di Beta-Alanina
-Caffè col miele
-Succo di pitosforo bio
Questo interpolando i dettami di alcuni guru della protopaleodieta e della dieta del guerriero Mongolo (ultima novità negli Usa, pare)
A questo segue un vago rumore di sifone sturato dallo stomaco ed un conseguente scatto da centometrista jamaicano verso la sala di lettura riviste mtb.
Per un tempo tale che mi consente di battere per ben 2 volte consecutive il mio record di "Doodle-jump".
Segue vestizione e spostamento in garage.
Carico il percorso sul navigatore, diligentemente segnato anche sul gps di riserva in formato raster, lo stradario dell'Aci col percorso segnato con l'evidenziatore e lo stesso riportato anche su un foglio A4 a penna.
Su ognuno di questi supporti è anche riportato et/o impostato come base l'indirizzo di casa.
Questo per escludere ogni possibilità di perdermi nella strada del ritorno.
Mi avvio.
Le mani mi sudano, ma sono determinato.
Il traffico è nullo, la domenica a quest'ora e mi godo con piacere i primi raggi del sole che sbucano tra le nubi basse.
All'approssimarsi del campo gara il traffico aumenta e noto guidatori con lo sguardo nervoso dentro gli abitacoli.
Noto anche che alcune donne hanno degli sguardi tirati e concentrati all'inverosimile.
La prima sfida è trovare un posto per parcheggiare che non sia troppo distante dalla partenza. Per fortuna ne trovo uno a distanza ragionevole.
A questo punto scendo, inforco il mio mezzo con decisione. Mi metto in griglia davanti la partenza. Noto che non sono il solo ad essere nervoso. Molti uomini attorno a me hanno facce determinate. Altri meno e cercano di farsi coraggio gli uni con gli altri con cenni rapidi della testa od eloquenti espressioni del viso. Solo le donne sembrano essere sovraeccitate, con narici che si dilatano a respirare l'aria umida del mattino o forse, chissà, le endorfine rilasciate nel sudore di quelli nervosi come me.
Ore 10. Partenza.
Subito un ingorgo nell'imbuto della partenza. Questo fa già saltare i nervi a qualcuno. Le imprecazioni si sprecano, ma alla fine il fair-play sportivo prevale. Anche se le spallate per non farsi sorpassare sono d'obbligo.
Subito dopo il via c'è la salita. E questa è una scelta intelligente perchè questa fa fare subito selezione.
La faccio al meglio delle mie possibilità arrivando col cuore decisamente fuorisoglia in cima.
Sono soddisfatto della mia prestazione, anche se il sudore comincia a scendere copioso. E questo non è un bene.
Da qui la strada si fa stretta e tortuosa. Superare è difficile. So che non bisognerebbe tirare subito a tutta e risparmiarsi per il finale, ma non resisto. Faccio alcuni sorpassi al limite.
Poco prima della discesa commetto anche un errore di guida con cui quasi investo due ragazzini piantati a centro strada. Me ne dispiaccio e chiedo scusa.
Prima di imboccare la discesa mi fermo al ristoro. Che purtroppo è già intasato di gente. Commetto un ulteriore errore e per non perdere tempo non prendo niente da bere nè da mangiare.
Mi getto giù dalla discesa. Cerco di spaziare il più lontano possibile con lo sguardo per evitare gli ostacoli imprevisti e valutare i movimenti repentini degli altri.
Sono a metà. E comincio ad accusare dei piccoli segni di stanchezza. Qualche muscolo delle gambe si contrae involontariamente, segno inequivocabile di principio di crampi e che non mi sono idratato a sufficienza.
Da qui in poi sono costretto a tirare i remi in barca per arrivare al traguardo.
Accuso molto il colpo psicologicamente e questo mi fa sembrare ogni metro più duro.
Stringo i denti e cerco di trovare il mio ritmo. Ma è dura. Alcuni volti di uomini attorno a me sono uno spettacolo desolante. Alcuni sono terrei. Altri sembrano completamente assenti, come quelli di naufraghi disperati in mezzo all'oceano.
Il gregario di una donna davanti a me impreca furibondamente urlandole di sbrigarsi e di non fermarsi proprio ora.
La donna risponde con un gesto di eloquente volgarità e resta piantata al suo posto.
Verso la fine (lo so avendo anche studiato attentamente il percorso a casa) il paesaggio diventa più verdeggiante, questo mi fa trovare forze di cui nemmeno sospettavo l'esistenza per arrivare in fondo. .
Nell'entrata nell'ultimo settore, la selva di Ivar e Görm, sento un forte odore di pino fresco che mi fa presagire la gioia dell'arrivo.
L'ultimo sforzo e in lontananza vedo finalmente gli striscioni gialli e blu dell'arrivo. Anche se, pure all'arrivo c'è un ingorgo pazzesco visto che l'organizzazione non aveva previsto un'affluenza cosi' numerosa e la zona dell'arrivo è ristretta a causa di lavori imprevisti.
Grossa mancanza dell'organizzazione. E nota più dolente di questa gara.
Alla fine, a causa di questo inghippo perdo quasi mezz'ora, chiudendo con un tempo di 3h05'43".
Il buffet finale è come al solito a base di polpettine di renna, salmone e gli ottimi dolcetti al marzapane.
Pur sapendo che non è certo l'ideale come ricarica mi concedo una birra per sciogliere la tensione.
Mi cambio velocemente nei bagni la maglia sudata e corro di nuovo alla macchina per evitare gli ingorghi di rientro in città.
Lo sceriffo non essendo un agonista mi prende sempre per il culo quando devo affrontare questa competizione. Peraltro temutissima anche dal Diretur, il quale accampa sempre le scuse più fantastiche per evitarla (fino ad arrivare alla minaccia di autolesionismo!!!), ma la mia condizione di capogregario della campionessa della mia squadra me ne impone la presenza.
Anche se è l'impegno meno gradito della stagione. Sia a causa dell'organizzazione davvero antipatica, il percorso piuttosto claustrofobico e la collocazione a ridosso delle città che la fa sempre essere pesantemente a rischio traffico.
In ogni caso è finita e son contento.
Alla prossima l'obbiettivo è quello di stare sotto le 3h. Il che mi consentirebbe di stare nella parte alta della classifica maschile!
Disclaimer:
le foto sono state reperite da internet in modo casuale, non fatte da me.
Ogni riferimento a cose, marchi, aziende o persone è puramente metaforico e/o casuale et non voluto