E’ ancora buio e a Moena tutto tace quando tiro fuori la bici dalla macchina e mi avvio sulla pista ciclabile lungo la val di Fassa.
Giusto una mezz’oretta in leggera salita per scaldarmi un po’ e quando arrivo a Pozza di Fassa guardo in alto e vedo i primi raggi del sole che illuminano quello che sarà il mio obiettivo odierno: il Catinaccio, una delle montagne più spettacolari delle Dolomiti!
Arrivo a Pera di Fassa devio a sinistra verso il rifugio Gardeccia. Adesso si inizia a salire decisamente, ancora su asfalto e anche il sole è completamente sorto.
Finalmente arrivo al rifugio Gardeccia a 1950 m. dove finisce l’asfalto e comincia una forestale molto ripida che si inerpica nella valle del Vajolet verso il rifugio Preuss, arroccato lassù in cima.
Ci sono tratti ripidissimi, ma con grande sforzo riesco a rimanere in sella e pedalo fino al rifugio Preuss dove finisce la strada forestale.
Qui comincia un sentiero più stretto, il primo tratto è ripidissimo e mi costringe a spingere la bici, poi per fortuna la pendenza diminuisce leggermente e a fatica continuo ad avanzare lungo la valle, che in questo tratto, visto che sono appena passate le 7, è ancora all’ombra.
Il sentiero sale, sale, sempre ripido ma il fondo è buono e si riesce perciò a pedalare.
Quando arrivo a 2500 m di quota il sentiero si impenna improvvisamente e il fondo diviene più smosso, sono costretto a scendere e a spingere la bici verso il passo che comincio a intravedere poco più sopra. Dopo l’ultimo tornante riesco a risalire in sella e a conquistare il passo Principe pedalando, siamo a 2600 m e mi faccio scattare una foto dagli scalatori che si avviano verso le cime circostanti.
Il panorama vero il Vajolet è spettacolare nella limpida luce del mattino
Mi giro dall’altra parte e guardo giù dal passo, verso il vallone del Principe, e vedo quello che mi aspetta: un infinito e ripido ghiaione, ma il sentiero dove sarà?
Un saluto agli occasionali amici scalatori, ancora meravigliati nel vedere una bici salire fino quassù, individuo il sentiero e via, mi butto nel vallone formato da infiniti sassi smossi.
La bici scivola da tutte le parti
E’ un po’ come surfare sull’acqua o in neve fresca, ma quando ci si prende la mano il divertimento non manca
Continuo a scendere sul ripido sentiero costellato di numerosi stretti tornanti
Mi giro un attimo e vedo il passo Principe ormai lontano lassù in alto.
Continuo a scendere, i tratti tecnici aumentano ma in breve arrivo ai 2100 m del rifugio Bergamo, da qui vedo il sentiero che prosegue verso valle.
Riparto, supero un breve tratto dove bisogna portare la bici a mano e mi giro per vedere il percorso appena fatto con il rifugio Bergamo
Qui il sentiero diventa veramente tecnico, tutto scalini e radici, devo fare molta attenzione ma riesco ancora a scendere in sella (e a divertirmi anche devo dire, in fondo questi sono i sentieri che preferisco!).
Passo il Buco dell’orso, da dove arriva il sentiero che scende dall’alpe di Tires e scendo adesso nella valle di Ciamin
Il sentiero un po’ alla volta si addolcisce e si allarga, passando per verdi prati
Sono ormai mille metri più in basso e le cime del Principe fanno da corona a questo splendido paesaggio
Si scende adesso verso la valle di Tires su comoda forestale e la discesa termina a 1250 m con bel panorama sui prati di Lavina Bianca
Dopo questa lunga e goduriosa discesa, mi aspetta adesso la seconda salita della giornata, per poter tornare in val di Fassa, infatti, bisogna risalire al passo Nigra prima e poi al passo Carezza a 1750 m.
La stanchezza comincia ad affiorare ma non c’è niente da fare, bici in assetto da salita e via, pedalare. Per fortuna la strada asfaltata si può evitare salendo lungo la forestale della val di Pracaminaccio, sono quasi le 10 e comincia a fare caldo, ma la strada sale all’ombra del bosco.
Pedalata dopo pedalata, arrivo al passo Nigra e da qui seguo il sentiero 1 che, parallelo alla strada, mi porta in falsopiano verso il passo Carezza.
Qui la sorpresa della giornata: raggiungo un biker, sbircio la bici e vedo un paio di ruotone da 29”. Ma chi sarà? Guardo meglio, vedo le calze lunghe, i pantaloni da poser (!)…ma è lui, il mitico Perse, più avanti c’è anche seby13 e altri amici bdb che stanno facendo una settimana sulle Dolomiti. Ma pensa te il caso di trovarsi in mezzo alle montagne! Vanno anche loro verso Moena, bene, possiamo fare un tratto di strada insieme!
Raccontandoci dei rispettivi giri arriviamo al passo Carezza e scendiamo sul primo tratto di strada asfaltata verso Vigo di Fassa. Dopo un lungo tornante ecco il sentiero 520 che scende verso Moena.
Ci fermiamo per indossare le protezioni
e via tutti in fila verso il paese. Anche questo sentiero si rivela molto divertente e i bdb confermano la loro bravura scendendo velocemente nonostante i grossi zaini da viaggio da 9 kg.
Arrivati in paese ci salutiamo, io torno in città mentre loro continuano il loro tour per le Dolomiti, tanto avremo occasione di rivederci presto.
Sono le 13, mi avvio verso casa visto che il pomeriggio devo essere al lavoro, e come al solito mi scorrono velocemente davanti agli occhi tutte le immagini di questo splendido giro, sicuramente uno dei più panoramici, ma anche impegnativi, di tutte le Dolomiti
Il giro completo misura 52 km e 2100 m di dislivello
http://www.meranobike.it/htmlit/itinerari09/girodelcatinaccio.htm (sul mio sito si trova anche la traccia gps)
Giusto una mezz’oretta in leggera salita per scaldarmi un po’ e quando arrivo a Pozza di Fassa guardo in alto e vedo i primi raggi del sole che illuminano quello che sarà il mio obiettivo odierno: il Catinaccio, una delle montagne più spettacolari delle Dolomiti!
Arrivo a Pera di Fassa devio a sinistra verso il rifugio Gardeccia. Adesso si inizia a salire decisamente, ancora su asfalto e anche il sole è completamente sorto.
Finalmente arrivo al rifugio Gardeccia a 1950 m. dove finisce l’asfalto e comincia una forestale molto ripida che si inerpica nella valle del Vajolet verso il rifugio Preuss, arroccato lassù in cima.
Ci sono tratti ripidissimi, ma con grande sforzo riesco a rimanere in sella e pedalo fino al rifugio Preuss dove finisce la strada forestale.
Qui comincia un sentiero più stretto, il primo tratto è ripidissimo e mi costringe a spingere la bici, poi per fortuna la pendenza diminuisce leggermente e a fatica continuo ad avanzare lungo la valle, che in questo tratto, visto che sono appena passate le 7, è ancora all’ombra.
Il sentiero sale, sale, sempre ripido ma il fondo è buono e si riesce perciò a pedalare.
Quando arrivo a 2500 m di quota il sentiero si impenna improvvisamente e il fondo diviene più smosso, sono costretto a scendere e a spingere la bici verso il passo che comincio a intravedere poco più sopra. Dopo l’ultimo tornante riesco a risalire in sella e a conquistare il passo Principe pedalando, siamo a 2600 m e mi faccio scattare una foto dagli scalatori che si avviano verso le cime circostanti.
Il panorama vero il Vajolet è spettacolare nella limpida luce del mattino
Mi giro dall’altra parte e guardo giù dal passo, verso il vallone del Principe, e vedo quello che mi aspetta: un infinito e ripido ghiaione, ma il sentiero dove sarà?
Un saluto agli occasionali amici scalatori, ancora meravigliati nel vedere una bici salire fino quassù, individuo il sentiero e via, mi butto nel vallone formato da infiniti sassi smossi.
La bici scivola da tutte le parti
E’ un po’ come surfare sull’acqua o in neve fresca, ma quando ci si prende la mano il divertimento non manca
Continuo a scendere sul ripido sentiero costellato di numerosi stretti tornanti
Mi giro un attimo e vedo il passo Principe ormai lontano lassù in alto.
Continuo a scendere, i tratti tecnici aumentano ma in breve arrivo ai 2100 m del rifugio Bergamo, da qui vedo il sentiero che prosegue verso valle.
Riparto, supero un breve tratto dove bisogna portare la bici a mano e mi giro per vedere il percorso appena fatto con il rifugio Bergamo
Qui il sentiero diventa veramente tecnico, tutto scalini e radici, devo fare molta attenzione ma riesco ancora a scendere in sella (e a divertirmi anche devo dire, in fondo questi sono i sentieri che preferisco!).
Passo il Buco dell’orso, da dove arriva il sentiero che scende dall’alpe di Tires e scendo adesso nella valle di Ciamin
Il sentiero un po’ alla volta si addolcisce e si allarga, passando per verdi prati
Sono ormai mille metri più in basso e le cime del Principe fanno da corona a questo splendido paesaggio
Si scende adesso verso la valle di Tires su comoda forestale e la discesa termina a 1250 m con bel panorama sui prati di Lavina Bianca
Dopo questa lunga e goduriosa discesa, mi aspetta adesso la seconda salita della giornata, per poter tornare in val di Fassa, infatti, bisogna risalire al passo Nigra prima e poi al passo Carezza a 1750 m.
La stanchezza comincia ad affiorare ma non c’è niente da fare, bici in assetto da salita e via, pedalare. Per fortuna la strada asfaltata si può evitare salendo lungo la forestale della val di Pracaminaccio, sono quasi le 10 e comincia a fare caldo, ma la strada sale all’ombra del bosco.
Pedalata dopo pedalata, arrivo al passo Nigra e da qui seguo il sentiero 1 che, parallelo alla strada, mi porta in falsopiano verso il passo Carezza.
Qui la sorpresa della giornata: raggiungo un biker, sbircio la bici e vedo un paio di ruotone da 29”. Ma chi sarà? Guardo meglio, vedo le calze lunghe, i pantaloni da poser (!)…ma è lui, il mitico Perse, più avanti c’è anche seby13 e altri amici bdb che stanno facendo una settimana sulle Dolomiti. Ma pensa te il caso di trovarsi in mezzo alle montagne! Vanno anche loro verso Moena, bene, possiamo fare un tratto di strada insieme!
Raccontandoci dei rispettivi giri arriviamo al passo Carezza e scendiamo sul primo tratto di strada asfaltata verso Vigo di Fassa. Dopo un lungo tornante ecco il sentiero 520 che scende verso Moena.
Ci fermiamo per indossare le protezioni
e via tutti in fila verso il paese. Anche questo sentiero si rivela molto divertente e i bdb confermano la loro bravura scendendo velocemente nonostante i grossi zaini da viaggio da 9 kg.
Arrivati in paese ci salutiamo, io torno in città mentre loro continuano il loro tour per le Dolomiti, tanto avremo occasione di rivederci presto.
Sono le 13, mi avvio verso casa visto che il pomeriggio devo essere al lavoro, e come al solito mi scorrono velocemente davanti agli occhi tutte le immagini di questo splendido giro, sicuramente uno dei più panoramici, ma anche impegnativi, di tutte le Dolomiti
Il giro completo misura 52 km e 2100 m di dislivello
http://www.meranobike.it/htmlit/itinerari09/girodelcatinaccio.htm (sul mio sito si trova anche la traccia gps)